
La popolazione mondiale sta crescendo sempre più e con essa anche la necessità di produrre cibo. Paradossalmente però un terzo del cibo che produciamo viene gettato e sprecato. Il vero problema non è quindi solo produrre più cibo, ma cercare di distribuire quello che abbiamo nel modo più corretto possibile. Too Good To Go è l’esempio di come la tecnologia può aiutarci non solo a ridurre gli sprechi alimentari, ma anche a rendere profittevole ciò che altrimenti rimarrebbe invenduto. Per spiegarci questa realtà abbiamo intervistato Alberto Bruzzese, Head of Customer Success di Too Good To Go.
Nella sezione delle notizie invece parleremo dell’esclusione di Xiaomi dalla lista nera USA delle aziende affiliate al governo Cinese e del divieto di mining di criptovalute in Iran.



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Sicuramente oltre alla parte educativa, la parte un pochettino ludica, è quello che incuriosisce i nostri utenti che non sanno quello che possono trovare e hanno anche la possibilità di sperimentare quelli che sono nuovi prodotti e conoscere anche magari degli esercenti che sono vicino casa e che per un qualsiasi altro motivo non avrebbero mai avuto la possibilità di conoscere in questo senso.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host Davide Fasoli.
Oggi parleremo con Too Good To Go di come la tecnologia può aiutarci a ridurre gli sprechi alimentari, farci risparmiare e scoprire nuovi piatti.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a Chiocciola dentro la tecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Lo scorso mercoledì, Xiaomi è ufficialmente comunicato che non sarà più considerata da parte degli Stati Uniti un'azienda affiliata al governo cinese.
La sentenza della Corte Suprema del Distretto di Columbia si è infatti espressa favorevole al ricorso effettuato dall'azienda durante l'ex-presidenza Trump, in cui il Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti aveva deciso di creare una sorta di Black List per catalogare tutte le società che venivano reputate affini al governo cinese.
Per un'azienda come Xiaomi o anche Huawei, entrare in questa lista significa di fatto perdere tutti quei cittadini americani interessati a investire nei titoli di tali aziende e impossibilitati dunque ad entrare in affari con esse.
Ed è proprio per questa ragione che subito dopo l'inserimento nell'elenco Xiaomi non ha perso tempo a rivolgersi alla Corte Suprema del Distretto di Columbia chiedendo di fatto la cancellazione di tale decisione.
Ora la nota azienda di tecnologia può finalmente tirare un sospiro di sollievo dato che da questo momento in avanti non verrà più considerata una società affiliata all'esercito cinese.
Torniamo a parlare ancora una volta di criptovalute e dei loro problemi.
Come abbiamo detto più volte minare in moneta elettronica non è affatto semplice e richiede un'enorme potenza di calcolo che si traduce in grosse quantità di energia consumate.
Ed è per questo che i grandi minatori di criptovalute trovano i maggiori guadagni in paesi come la Cina che fa uso di fonti altamente inquinanti per vendere energia a basso costo e contribuire non poco all'inquinamento del pianeta.
Proprio per questo motivo l'Iran che comunque riconosce illegalmente lo scambio di denaro attraverso criptovalute e il loro mining ha deciso di bloccare per 4 mesi proprio quest'ultima attività.
L'impatto energetico infatti è troppo elevato e già negli scorsi anni si sono verificati gravi blackout in tutto il paese.
Sia chiaro, la colpa non è da attribuirsi esclusivamente al mining, ma il governo iraniano intende ridurre qualsiasi rischio non strettamente necessario.
Gli effetti di questa scelta ovviamente hanno avuto un impatto negativo sulla quotazione in particolare di bitcoin, che dovrà cambiare rotta assieme alle altre grandi criptovalute se vorrà contribuire alla rivoluzione finanziaria del futuro.
La popolazione mondiale sta crescendo sempre più, e con essa anche la necessità di produrre cibo.
Paradossalmente, però, un terzo del cibo che produciamo viene gettato o sprecato.
Il vero problema non è quindi solo produrre più cibo, ma cercare di distribuire quello che abbiamo nel modo più corretto possibile.
Oggi cercheremo di capire con l'aiuto di Alberto Bruzzese, Head of Customer Success di Too Good To Go, come la tecnologia può aiutarci a ridurre gli sprechi.
Benvenuto, Alberto.
Grazie mille, Davide, buongiorno a tutti.
Ci spieghi che cos'è Too Good To Go e come nasce l'idea di un servizio di questo tipo.
Allora, Too Good To Go nasce in Danimarca, è un'app che lotta contro lo spreco alimentare ed è nata da un gruppo di studenti danesi che volevano effettivamente affrontare questo grande problema della lotta contro lo spreco alimentare.
Ricordiamoci che è un problema decisamente impattante su più fronti, chiaramente su tutta la parte economica rispetto a quello che è l'utilizzo delle risorse per la produzione, per lo smaltimento eventualmente poi dei prodotti che non vengono consumati, ma anche dei grandi risvolti ambientali, perché è grande responsabile di quella che è l'emissione di CO2 all'interno del nostro pianeta, ma chiaramente anche dei svolti sociali, perché al mondo ancora oggi ci sono delle persone nei continenti un pochettino più sfavoriti che non hanno accesso a quelle che sono queste risorse e prodotti finiti.
Quello che hanno fatto di fatto non è inventare la lotta contro lo spreco alimentare, ma cercare di utilizzare la tecnologia sotto forma di app per affrontare questa tematica.
Devo dire che ci sono riusciti molto bene, perché dopo il lancio in Danimarca, ad oggi, dopo praticamente sei anni siamo in 14 paesi europei, siamo negli Stati Uniti, a breve saremo anche nel Canada, e ad oggi abbiamo di fatto salvato 73 milioni di Magic Box grazie all'aiuto di 38 milioni di utenti e di circa 50 mila negozi.
Di questo di fatto Tuggo in Italia, che è nata fino a marzo 2019, ha appena raggiunto questo grandissimo traguardo di 3 milioni di box vendute grazie a una rete di commercianti che sono circa 10 mila e 3 milioni e mezzo di utenti registrati.
Quindi devo dire che si sta espandendo molto e grazie soprattutto alla tecnologia stiamo avendo grande successo.
Certo, hai parlato di due parole chiave, una è la tecnologia e l'altra questi box che mettete a disposizione, quindi ci spieghi come funziona poi praticamente Tuggo per quanto riguarda il cliente, cioè colui che poi andrà a recuperare questo cibo che sarebbe andato.
All'esercente a chi i prodotti li produce, di non gettarli, ma perché magari non lo sarebbero il giorno dopo.
Esattamente, è tutto corretto, sicuramente oltre alla parte educativa, la parte un pochettino ludica è quello che incuriosisce i nostri utenti che proprio come hai detto tu non sanno quello che possono trovare e hanno anche la possibilità di sperimentare quelli che sono nuovi prodotti e conoscere anche magari degli esercenti che sono vicino casa e che per un qualsiasi altro motivo non avrebbero mai avuto la possibilità di conoscere in questo senso.
Allo stesso modo gli esercenti hanno modo di farsi conoscere e perché no guadagnare nuovi clienti.
E secondo te questo aspetto, questo elemento tra virgolette di curiosità, mistero che c'è nei prodotti che andiamo a comprare, è stato determinante anche per il funzionamento di per sé di To Good To Go?
Ma secondo me sì, sicuramente è stato vincente lato punto vendita perché rende tutto molto più semplice, essendo l'in venduto di base imprevedibile, quindi non sapendo gli esercenti che cosa avranno effettivamente a fine giornata o che cosa non riusciranno a vendere nell'arco di un paio di giorni, è molto più semplice creare una box con effettivamente quello che hanno di fronte senza dover complicarsi quella che è la loro permanenza e la gestione dell'app inserendo manualmente tutti quelli che sono i prodotti.
E dall'altra parte sì, nel momento in cui c'è qualcosa di segreto, di nascosto, di misterioso, secondo me incuriosisce e rende tutto quanto molto più accattivante anche per l'utente finale, per non parlare chiaramente di tutto l'aspetto educativo che c'è dietro come abbiamo citato prima.
Certo, e concentrandoci appunto sulla figura dell'esercente, cosa deve fare l'esercente per iscriversi a Too Good To Go, per partecipare e quali sono oltre a levitare lo spreco di cibo i vantaggi per lui?
Sì, di fatto se è interessato basta che compila un modulo online, lo ricontattiamo entro brevissimo tempo e spieghiamo quelle che sono le dinamiche.
Un po le ho anticipate prima, di fatto sulla base di quella che è la sua consapevolezza e conoscenza di quello che è il suo in venduto giornaliero o del momento, definisce quella che è una programmazione settimanale, piuttosto che invece decide di aggiungere manualmente tutti i giorni quello che è le "Magic Box" che pensa di avere a disposizione, ed il gioco è fatto.
Definisce quella che è una finestra di ritiro che generalmente è alla fine della giornata lavorativa, entro il quale l'utente deve recarsi all'interno del punto vendita, mostra quello che è una ricevuta presente sull'applicazione e il gioco è fatto con valida e win-win-win per entrambi, per l'utente finale, per il punto vendita e per l'ambiente che in questo modo ne guadagna.
Come abbiamo già detto un pochettino prima, sono oltre a quello di non sprecare quello che è il cibo, il punto vendita ha questo grande vantaggio di, come dire, permettere un flusso maggiore, soprattutto in un momento come questo, di utenti che così possono conoscere quello che è il prodotto venduto dal punto vendita stesso e quindi, perché no, ritornare in circostanze diverse rispetto a Too Good To Go, alla possibilità di far provare i propri prodotti e in un certo senso, mostrandosi presenti attivi su quella che è la nostra piattaforma, è molto sensibile a quelle che sono le tematiche di lotta controllo spreco alimentare o comunque le tematiche green legate alla sostenibilità, a modo anche di mostrare quello che è il suo impegno a livello sociale e ambientale.
Ci fai qualche esempio di tipologie di negozi, di esercenti che offrono la loro disponibilità nell'app?
In realtà, qualsiasi tipo di esercente che abbia dell'in venduto alimentare, potrebbe essere la panetteria sotto casa, potrebbe essere un supermercato della grande distribuzione, potrebbe essere l'Italy della situazione, potrebbe essere il Carrefour, potrebbe essere tutta una serie di realtà dal più piccolo al più grande che hanno la necessità effettivamente di limitare quello che è lo spreco di cibo e salvare il prodotto che è stato nella maggior parte dei casi confezionato e prodotto all'interno del punto vendita stesso, il che rende anche ancora di più un dispiacere il fatto di doverlo buttare.
Certo, e siccome abbiamo capito che avete sfruttato la tecnologia per ridurre gli sprechi alimentari, ci sono altri modi in cui secondo voi può essere adoperata la tecnologia per ottimizzare questo ambito che è quello del cibo e degli alimenti?
Allora, sicuramente la tecnologia ha questo grande privilegio di arrivare a tutti e di poter passare dei messaggi in tempo reale in maniera cristallina e lampante.
Sicuramente se dovessi pensare a degli altri esempi di tecnologia utilizzata al meglio, viene da pensare all'interno delle proprie case, potenzialmente i frigoriferi intelligenti per dirne una.
È chiaro che non c'è una bacchetta magica in questo senso, l'importante secondo me e anche secondo quelli che sono i valori dell'azienda è poterla utilizzare in maniera che sia semplice e che semplice di quella che è la gestione della propria vita quotidiana, per temi soprattutto che siano caldi come quello dello spreco alimentare piuttosto che complicarla.
Di fatto uno dei nostri valori è "We keep it simple", cioè facciamo tutto in maniera che sia semplice e lineare e penso che sfruttando questo mantra in realtà la tecnologia potrebbe davvero avere un grandissimo impatto su quella che è la nostra vita quotidiana a prescindere da quello che è il settore impattato, come potrebbe essere in questo caso quello della lotta allo spreco alimentare, quindi mantenere tutto in maniera tranquilla, distesa e far capire che la tecnologia in questo caso non è un nemico ma serve solo a semplificare quello che probabilmente senza la tecnologia non sarebbe stato possibile.
L'esperienza utente deve essere il più semplice possibile, se no si scoraggia l'utente stesso a provare cose nuove come in questo caso una realtà giovane come quella di Too Good To Go.
Avete dei progetti per il futuro, delle espandervi per quanto riguarda magari le funzionalità?
Allora sì, sicuramente due sono i topi principali che vedo nel futuro, sicuramente come dicevo prima la necessità di espandersi e raggiungere più persone possibili sia in termini di utenza, sia in termini di capillarità e presenza sul territorio, in termini di punti vendita, come nella maggior parte dei casi quando viene lanciata un'iniziativa l'obiettivo iniziale è cercare di raggiungere quelli che sono i grandi centri evitati, le città perché chiaramente sono quelli i posti dove c'è più densità di popolazione ma piano piano ci stiamo espandendo per raggiungere quelli che sono le province e i comuni limitrofi.
Dall'altra parte sempre attraverso quella che è la nostra app abbiamo anche la necessità di comunicare sempre più quella che è la nostra missione e la nostra visione.
Noi all'interno dell'azienda abbiamo un dipartimento che si chiama "Movement" e vuol dire di fatto movimento e sono quelli che tipicamente si occupano di raggiungere quelli che sono delle realtà un pochettino più ampie, più esterne e al di fuori di quello che è il marketplace, cioè l'app in sé per sé, di fatto sono coloro che si interfacciano con le istituzioni, con tutta la sfera education, public affairs e
via dicendo quindi sicuramente nel momento in cui abbiamo la possibilità di raccogliere quelli che sono gli utenti e i punti vendita, cercare di espanderci e organizzare eventi e sensibilizzare sull'aspetto di cui abbiamo parlato fino a adesso, quindi la lotta contro lo spreco di cibo anche su fronti un pochettino più radicate nella società.
Fra l'altro sul tema della sensibilizzazione fate anche divulgazione sul problema dello spreco di cibo all'interno dell'app, vero?
Sì, sì, sì, assolutamente sì.
Lo facciamo in realtà in due modi, uno all'interno della piattaforma con dei consigli su come utilizzare determinati prodotti o determinate parti di prodotti, quindi dei tips, dei consigli, dei trucchi su come evitare lo spreco di cibo all'interno delle proprie case e dall'altra parte anche nelle relazioni con l'utente finale nel momento in cui ci dovesse effettivamente contattare.
Io penso che sia fondamentale nel momento in cui l'utente ci scrive fornire loro, fornire lui o lei tutta una serie di informazioni legate allo spreco alimentare e far sì che possono effettivamente utilizzare e capiscono come utilizzare quello che hanno effettivamente trovato.
L'obiettivo qui è sradicare tutta una serie di come dire idee che ci siamo fatti, che sono ormai radicate per l'abitudine che abbiamo al consumo e cercare di spingere rispetto ad un consumo un pochettino più consapevole anche all'interno delle nostre abitazioni.
Va bene Alberto, grazie per questo tuo intervento, sperando che il vostro lavoro contribuisca a sensibilizzare i cittadini affinché comprendano l'importanza degli sprechi alimentari e partecipino attivamente per contrastare questo problema.
A presto e buon lavoro.
Grazie Davide, grazie a tutti voi.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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