
In questi anni abbiamo avuto l’occasione di intervistare tante startup, anche in una primissima fase di sviluppo, che con il tempo stanno cercando di trasformare un’idea in una vera a propria realtà imprenditoriale strutturata. Per raggiungere questo obiettivo, ovviamente non basta la sola determinazione, fra le tante cose è necessario anche avere delle risorse economiche in grado di accelerare il più possibile la crescita, soprattutto quando si parla di progetti dall’alto valore scientifico e tecnologico. Di questo si occupa proprio Pariter partners, una holding che investe in società deep tech e di cui ci ha parlato il suo cofondatore Matteo Elli.
Nella sezione delle notizie parliamo del problema dell’elevato numero di satelliti nell’orbita terrestre e dell’aspirazione dell’UE di diventare leader dei microprocessori entro il 2030.



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La cosa simpatica o meglio dal nostro punto di vista intrigante è che abbia la possibilità di vedere diverse tecnologie che non ci sono ancora diciamo nel mondo lo chiamo reale cioè nel mondo di tutti i giorni.
Quindi abbiamo veramente la possibilità di vedere oggi quelle che sono le tecnologie del futuro.
Salve a tutti siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi cercheremo di capire, grazie a Pariter Partners, di che cosa si occupano le startup di Deep Tech e che ruolo hanno gli investitori nell'ambito delle tecnologie di frontiera.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Una lettera inviata alla Federal Trade Commission degli Stati Uniti, la NASA ha espresso le proprie preoccupazioni relative al significativo aumento del numero di satelliti orbitanti che, oltre a influenzare negativamente le osservazioni astronomiche, potrebbero in futuro compromettere la sicurezza delle missioni scientifiche con operatori umani.
Il dibattito che riguarda l'elevato numero di oggetti orbitanti è in corso da diverso tempo, ma con l'arrivo negli ultimi anni di progetti volti a fornire connettività internet per via satellitare, le preoccupazioni sollevate dalla comunità scientifica astronomica stanno aumentando sempre più.
Anche perché a distribuire internet a banda larga non vi sarà solamente il progetto Starlink di SpaceX, che intende arrivare a una costellazione complessiva di 12.000 elementi, ma anche Kuiper di Amazon e OneWeb, da cui i flotte crescerebbero di 4.000 unità al numero di satelliti già operativi in orbita terrestre, andando a compromettere così l'osservazione di un cielo notturno già pericolosamente inquinato.
Se c'è una lezione che l'Unione Europea ha preso dalla crisi dei microprocessori che stiamo ancora affrontando, è quanto il suo ruolo in questo ambito sia marginale se confrontato con altre nazioni come gli Stati Uniti.
Per questo la Commissione Europea ha proposto l'European Chips Act per garantire in futuro sicurezza dell'approvvigionamento, resilienza e la leadership nella produzione di semiconduttori.
L'obiettivo è infatti quello di raggiungere il 20% della quota di mercato mondiale entro il 2030, con investimenti pubblici e privati di circa 43 miliardi di euro.
La proposta, in particolare, si basa su tre capisaldi, produzione di chip, approvvigionamento e coordinamento tra gli Stati.
Per il primo punto, l'UE investirà 11 miliardi di euro in ricerca, sviluppo e innovazione, condividendo le risorse dei vari paesi membri.
In secondo luogo, l'Unione creerà un fondo per facilitare l'accesso ai finanziamenti da parte delle aziende e delle startup e garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di chip.
Infine, un meccanismo di coordinamento tra Stati e Commissione Europea fornirà in tempo reale dati su domanda offerta, cercando di prevedere crisi e coordinando le azioni da intraprendere per prevenirle o superarle, per evitare in futuro di vivere crisi come quella che stiamo vivendo.
Questi anni abbiamo avuto l'occasione di intervistare tante startup, anche in una primissima fase di sviluppo, che con il tempo stanno cercando di trasformare un'idea, un progetto nel settore tecnologico ed innovazione, in una vera e propria realtà imprenditoriale strutturata.
Per raggiungere questo obiettivo ovviamente non basta la sola determinazione.
Fra le tante cose è necessario anche avere delle risorse economiche in grado di accelerare il più possibile la crescita, soprattutto quando si parla di progetti dall'alto valore scientifico e tecnologico.
Per approfondire questi argomenti è con noi Matteo Elli, co-fondatore di Pariter Partners, una holding che investe in società deep tech.
Benvenuto Matteo.
Ciao, ciao Davide.
Buongiorno a tutti.
Partiamo proprio da quest'ultima parola che ho introdotto, deep tech.
Ci spieghi che cos'è, di che cosa si occupa questo ambito tecnologico?
Sì, ottima domanda.
Diciamo che il deep tech per come lo intendiamo noi, noi investiamo in realtà d'alto contenuto tecnologico che spesso nascono dal mondo scientifico.
Quindi sono il frutto di anni di ricerca, di sviluppo tecnologico, ovviamente puntano al futuro.
Quindi sono realtà basate su tecnologia hardware o software.
Tecnologia ovviamente di frontiera, quindi tecnologia che non troviamo sul mercato ad oggi, ma è la base per sviluppare quelle che saranno le piattaforme tecnologiche del futuro.
Quindi se vogliamo tradurla in poche parole in maniera molto semplicistica è una realtà d'alto contenuto tecnologico che affronta tematiche di tecnologie di frontiera per risolvere problematiche attuali ma soprattutto del futuro.
Sì, quindi sono delle realtà che si distinguono dalle startup tecnologiche in generale per questo elevato elemento di innovazione tecnologica, questo profondo elemento di innovazione tecnologica.
E in generale ci fai qualche esempio di alcune startup di deep tech che ci sono a livello globale?
Sì, qualche esempio, anche prendendo spunto da altre geografie, posso farti qualche esempio su alcune tematiche.
Ad esempio, negli ultimi anni si è sviluppato e sta accelerando tutto quello che è lo sviluppo di alimenti come carne, proteine, sviluppati in laboratorio, piuttosto che nuovi materiali che hanno tutta una serie di nuove performance differenti in termini di resistenza al calore, resistenza alla velocità, eccetera.
O per farti un esempio di una realtà in cui abbiamo investito noi, una realtà italiana, c'è una tematica molto interessante legata alla "printed electronics", che è l'elettronica stampata.
Quindi circuiti, quelli che noi vediamo, siamo abituati a vedere come board verdi con sopra i chip e microchip neri immaginiamo la stessa situazione però completamente stampata su un foglio trasparente di plastica.
Questo è un esempio di tecnologia di frontiera, piuttosto che tutta la tematica legata al mondo della robotica, quindi automazione spinta sia in ambito industriale, ma la cosa più interessante che sta emergendo e ad oggi abbiamo la tecnologia per affrontare questo tipo di tema è l'automazione spinta di azioni non complesse.
Quindi molto semplice, impacchettare un box della frutta piuttosto che fare un hamburger o pulire pavimenti.
Ecco, ora la possibilità di accedere a tecnologia robotica a basso costo ci permette di sviluppare questo tipo di sistemi.
Ovviamente non li vediamo sul mercato oggi, li vedremo tra 5, 7, 10 anni, però ad oggi si sta lavorando su quei sistemi e su queste piattaforme tecnologiche.
Sì, quindi si tratta anche di investire su qualcosa che appunto oggi non è una realtà ma lo sarà fra qualche anno.
E quindi, ampliando la domanda anche alle startup in generale, il ruolo in generale degli investitori nel settore tecnologico, perché è importante la figura dell'investitore, chi svolge il vostro lavoro in ambito tecnologico e qual è poi il contributo concreto che riesce a dare all'interno di una startup?
Allora, diciamo che in primis è determinante e fondamentale il team in cui si investe, quindi l'asset e le persone su cui si va a investire sono di fatto l'asset più importante.
Poi l'investitore è un enzima che accelera la relazione piuttosto che un supporto a velocizzare lo sviluppo.
Però appunto la parte fondamentale, e questo ci tengo sempre a ribadirlo, è il team, sono gli scienziati, i ricercatori, gli imprenditori che stanno sviluppando la loro attività imprenditoriale.
L'investitore è fondamentale, importante, non tanto dal punto di vista del capitale, dal mio punto di vista, nel senso che capitale non ha commodity, non ha colore, non ha odore, è uguale l'un con l'altro.
Quello che cambia è l'approccio dell'investitore ed è qui che personalmente proviamo ad avere un approccio totalmente diverso ed è fondamentale essere presenti, essere di supporto, avere un confronto sempre costruttivo e essere molto curiosi.
Però è fondamentale soprattutto su investimenti, in realtà ad alto contenuto tecnologico che nascono magari da ambienti scientifici proprio per sviluppare quell'approccio imprenditoriale all'interno del team e soprattutto dare una linea guida, una direzione verso lo sviluppo sia della tecnologia che del team e poi per andare verso quello che è il mercato che seppur non è un percorso che riguarda un anno o due anni, però lo sviluppo tecnologico deve già prevedere quello che può essere il potenziale mercato, quello che è la necessità del mercato.
Quindi al di là del capitale come dicevo no commodity è l'approccio e il supporto continuativo che necessita il team proprio per creare quel percorso che li porta a fare azienda, a fare impresa.
Questo forse è la parte determinante e in Italia ancora più che in altre regioni, in altre geografie perché lato nostro siamo molto forti, nella parte scientifica e di sviluppo della tecnologia nel laboratorio, quindi il capitale pubblico o che proviene da bandi, fondi europei, grant, eccetera, ovviamente generalizzando viene utilizzato bene e ovviamente ci sono comunque delle criticità in alcune situazioni o delle inefficienze, però in linea generale viene utilizzato bene e la tecnologia che si sviluppa all'interno dei centri è una tecnologia di alta qualità, cioè a livello globale siamo tra i primi al mondo per la qualità della ricerca e per i risultati della ricerca.
Quindi per creare valore su quei capitali che sono già stati investiti è necessario affiancare questi team non solo col capitale ma anche con le proprie competenze.
E come si decide? Mi verrebbe da chiederti su, su quale realtà investire, perché immagino che ci siano tante proposte le quali vengono appunto valutate e poi non si può ovviamente investire su tutto e bisogna decidere nello specifico quali sono le realtà più interessanti o che necessitano di maggiormente di di un investimento da parte vostra.
Sì come ti dicevo ma principalmente allora il punto fondamentale come dicevo sono le persone del team quindi si parte si parte da questo a livello di competenze interazione a livello del team e anche lo spirito che hanno che ha verso il voler fare impresa questo è fondamentale avere un team non comitato non impegnato sul progetto che non ci crede in prima persona è diventa impossibile investire.
In secondo luogo noi abbiamo la fortuna di avere una buona visibilità su quelli che sono i trend tecnologici in atto avendo esposizione su altre altre geografie investimenti all'estero eccetera quindi andare a comprendere come la tecnologia che viene sviluppata nel nostro paese può essere inserita in quei trend tecnologici in quei contesti perché di fatto poi al di là delle credenze della singola persona il mercato che tira e richiede la tecnologia la stessa tecnologia con caratteristiche diverse può attrarre attenzioni differenti da parte dei player di mercato quindi l'obiettivo è sempre creare le basi per un'azienda creare le basi per una
tecnologia solida che può essere rivenduta o portata sul mercato o rivenduta a un grosso player quindi avere visibilità su quelli che sono i piani di arrendi di ricerca e sviluppo e di innovazione di questi di queste corporate lato nostro è fondamentale per comprendere e apprezzare i singoli investimenti e le singole tecnologie che ci vengono proposti.
E concretamente come avviene l'iter dell'investimento, quindi dal momento della proposta fino poi a erogare i finanziamenti?
Sì il processo è abbastanza snello nel senso che abbiamo due approcci: primo, tramite appunto un programma di investimento e accelerazione dedicato ai centri di ricerca che si chiama Science Lab.
Noi entriamo nei centri di ricerca, entriamo nei laboratori, interloquiamo, parliamo con i ricercatori e cerchiamo di posizionare le varie tecnologie che stanno sviluppando.
Quindi partiamo proprio dagli albori se non c'è un progetto imprenditoriale e col team, coi ricercatori, iniziamo a comprendere come plasmare quella tecnologia per poi portarla sul mercato.
È un percorso che richiede diverso tempo quindi nel momento in cui incontriamo il team, identifichiamo che la tecnologia può essere di interesse, iniziamo a lavorare per modificare quello che hanno sviluppato il laboratorio per creare un qualcosa di investibile.
Può passare anche dai 6 ai 12 mesi e in questo caso appunto valutiamo quello che lo sviluppo, interagiamo con le corporate, valutiamo quanto quant'è l'interessi del mercato su questa tecnologia per poi andare a creare l'azienda e di investire.
Dall'altro lato, se ci sono realtà già costituite, già esistenti, con una tecnologia già sviluppata, prestiamo molta molta attenzione, non tanto i numeri, perché in questa fase i numeri, non dico che come tirare i dadi o giocare un numero alla roulette, ma ci andiamo poco lontano, quindi tutti i numeri che noi andiamo a prevedere dai due anni in
su sono numeri che sappiamo già che non verranno rispettati, sono quasi randomici, quindi ci focalizziamo molto sui numeri dei primi anni, non tanto a livello di fatturato, ma quante risorse servono e che partner servono per sviluppare quella tecnologia e qual è il risultato che otteniamo alla fine di questo percorso di investimento e quanti capitali serviranno successivamente.
Quindi andiamo a creare una storia proprio di sviluppo prodotto, di sviluppo tecnologico, assieme al team e ci focalizziamo proprio su quello, perché poi il mercato o il potenziale acquirente non è tanto interessato alla valutazione, al team, al know-how, ma alla tecnologia, che caratteristiche ha e se rispetta quello che è il suo piano di sviluppo.
Quindi noi due o tre anni prima dobbiamo andare a interloquire con questi soggetti, interpretare le loro necessità e tradurle in sviluppo tecnologico, quindi non prestiamo molta attenzione al fatturato, numeri, business plan su lungo periodo che non hanno senso, ma ci focalizziamo molto sulla roadmap di sviluppo prodotto nel primi 12-18 mesi.
Ecco questo, assieme al team e assieme ovviamente al know-how e alla proprietà intellettuale che viene sviluppata, è un po un mix che ci fa propendere per un investimento o meno.
E ci fai qualche esempio di realtà nelle quali avete investito, hai fatto un esempio all'inizio, ma ci sono altri progetti interessanti, startup di deep tech sulle quali vi state concentrando, ecco.
Sì, allora guarda, un esempio molto interessante secondo me è Flip Technologies.
Flip Technologies è una realtà che nasce dall'Istituto Italiano in Tecnologia, da un gruppo di ricercatori focalizzato sulla print electronics, quindi elettronica stampata.
Noi abbiamo incontrato questo team diversi anni fa, abbiamo lavorato con loro per 18 mesi, quindi avevamo su un tavolo una schedina trasparente con dei transistor stampati, che faceva una cosa molto semplice, contava di numeri, però all'epoca con 3 di numeri su una superficie completamente stampata era un qualcosa di innovativo.
Da lì è ben dire, come dicevo, è lavorato 18 mesi per comprendere come quella tecnologia lì poteva essere portata sul mercato e ovviamente c'erano delle dinamiche a livello di necessità di portare elettronica su alcuni dispositivi, non lo so, ad esempio su delle etichette intelligenti, quindi puoi immaginare tutta una serie di realtà che lavorano nel mondo delle bevande, del
packaging, questo poi ha portato appunto a completare nel 18 mesi il team si è riuscito a coinvolgere in tutta una serie di attività negli Stati Uniti, in Europa, in Germania, siamo andati a costituire l'azienda, abbiamo completato un round di investimento da circa un milione, ora dopo due anni dall'investimento siamo a un livello per cui il team è passato da 3 persone a 7 persone, ora si sta lavorando su un nuovo round di investimento con l'obiettivo di creare la prima pilot line per l'elettronica stampata in Italia e una tra le prime in Europa.
Quindi partendo dal laboratorio senza fanta milioni, fanta miliardi, ma con un obiettivo ben preciso si riesce a fare questo tipo di sviluppo.
Un'altra realtà molto interessante si chiama Prebiomics, il team nasce e sviluppa la tecnologia all'interno dell'università di Trento, in particolar modo nei laboratori del CBO, che è il laboratorio appunto dell'università di Trento, loro si occupano, sono tra una delle poche realtà focalizzate sul microbioma dentale.
Quindi ognuno di noi nella bocca ha una sua fauna, è differente l'uno dall'altro, questo team aveva identificato la connessione appunto di questo microbioma con tutta una serie di potenziali malattie, potenziali diciamo reazioni del corpo umano, quindi andando a mappare il microbioma dentale il trend diciamo all'epoca e al momento era quello diciamo microbioma intestinale, non è proprio un fantastico argomento.
Loro invece a livello dentale riuscivano a mappare tutta un'altra serie di potenziali malattie e anche in questo caso siamo partiti con una tesi di dottorato, da quella abbiamo creato un modello di business e ad oggi loro detengono il più importante database di microbioma dentale al mondo, quindi una realtà molto piccola, hanno raccolto poco meno di mezzo milione
ma questo è bastato per lanciare un primo un beta program per la raccolta di microbioma dentale tramite i dentisti e questo ha portato a creare questo tipo di database e tutta una serie di servizi che vengono prestati al mondo diciamo dei dentisti e relativi clienti.
In breve spero alcuni esempi di realtà in cui abbiamo investito e che stiamo supportando.
Immagino che per chi svolge appunto il vostro lavoro sia importante avere anche una prospettiva su quali saranno in futuro, quali sono i trend per il futuro nel settore tecnologico e quindi dal tuo punto di vista dal vostro punto di vista di Pariter Partners, quali sono le macro aree sulle quali ha senso credere oggi per il futuro?
Molto interessante come domanda, sicuramente come ti dicevo la robotica e la micro automazione diciamo automazione di sistemi semplici o attività molto semplici, questo è un trend in atto che sta sviluppando.
Sicuramente come ti dicevo tutto il tema di sviluppo di alimenti laboratorio è un trend a livello globale in Italia siamo abbastanza indietro però su questa tematica.
Finalmente sono raggiunto il livello di sviluppo importante alcune tecnologie relative alla biopsia liquida, liquid biopsy ovvero l'identificazione tramite un'analisi dei liquidi corporei in particolare il sangue, plasma di cellule cancerogene, senza la necessità di andare a effettuare una biopsia fisica invasiva.
Diversi anni che nei laboratori si sta sviluppando questa tecnologia ad oggi ed è un recente investimento che tra l'altro abbiamo completato giusto in queste settimane e ora la tecnologia ha raggiunto un livello tale che c'è la possibilità di contare cellula per cellula, dividere il numero delle cellule, identificare proprio le cellule cancerogene in un ambiente eterogeneo.
La cosa simpatica o meglio dal nostro punto di vista intrigante è che abbia la possibilità di vedere diverse tecnologie che non ci sono ancora diciamo nel mondo lo chiamo reale nel mondo di tutti i giorni e quindi abbiamo veramente la possibilità di vedere oggi quelle che sono le tecnologie del futuro e quindi se parliamo di auto a guida autonoma piuttosto che a veicoli a decollo verticale, questi di fatto rappresentano quasi il passato, hanno raggiunto un livello di sviluppo che va oltre quello che è il livello, lo stage di investimento in cui investiamo noi, quindi sono già a livelli quasi pronti per il mercato.
Quindi questo è intrigante perché di fatto quello che è il futuro sembra quasi il passato e quello che è il futuro, ancora più là nel futuro in realtà è quello che vediamo tutti i giorni.
Quindi per farti qualche altro esempio, a livello di tecnologie spaziali ci sono tutto un tema a livello di microsatelliti, costellazioni satelliti, nuovi materiali per lo spazio o per aumentare la capacità computazionale dei device.
Queste sono in linea generale le tecnologie su cui ci stiamo prestando attenzione e su cui stiamo svestendo.
Sì, quindi si tratta di fare uno sforzo ulteriore per guardare oltre a quelli che magari alla maggior parte delle persone possono sembrare i trend del futuro, ma sono più del presente che del futuro.
E però la domanda che potrei farti, indipendentemente poi dalla vostra realtà nello specifico, è che nel nostro paese si sta facendo abbastanza per questo genere di attività, di realtà che hanno un elevato valore scientifico e tecnologico?
Allora devo dire la verità, nell'ultimo periodo, quindi negli ultimi 2-3 anni, c'è stata un'accelerazione a livello di investimento e creazione di nuovi fondi, nuove realtà, quindi ci sono diverse risorse a livello istituzionale, diciamo in cosi atti fondi di fondi o investitori che investono in fondi o investitori istituzionali, quindi ha dato un grosso slancio e c'è sempre più attenzione rispetto a questo tipo di investimento.
Poi c'è il livello sotto, quindi il livello di investimento dei fondi, quindi il investimento in realtà innovative, su questo siamo ancora un po' rilento, nel senso che c'è ancora, almeno a mio avviso, nel mondo del venture capital, un po' di avversione a rischio su realtà veramente innovative ad alto contenuto tecnologico.
Si tende ad investire quando un qualcosa è già evidente, no? Quindi c'è stato o c'è stato un feedback dal mercato o c'è stato qualcun altro che ci ha investito, si è avuto una conferma che quella cosa può essere di interesse, ecco.
In realtà forse bisognerebbe investire un po' prima quando nessuno o veramente pochi prestano attenzione a quel potenziale innovativo, a quella tecnologia, è lì che noi proviamo, anzi ci posizioniamo dove andiamo ad investire.
Questo per noi è un problema perché a volte ci troviamo a essere da soli come investitore ed è difficile in Italia coinvolgere altri investitori su alcune tematiche veramente, non dico futuristiche, ma molto avanzate a livello di tecnologia.
Come dicevo, però le cose stanno migliorando, ad esempio sulla tematica della robotica come Pariter, assieme a Cassa Depositi e Prestiti, che ad oggi è l'investitore istituzionale per eccedenza in Italia, sta supportando col Fondo Venture Capital tutta una serie di iniziative, abbiamo creato un veicolo
di investimento dedicato alla robotica che si chiama RoboIT, che ha proprio l'obiettivo di investire solo in robotica, cioè è la prima volta in Italia che si crea un qualcosa di questo tipo ed è focalizzato sul technology transfer.
Quindi immaginati, andiamo a investire nella robotica che esce dal centro di ricerca, cioè fino a pochi anni fa era impensabile una roba del genere in Italia e siamo riusciti a sbloccare un po questa situazione.
Quindi abbiamo creato questo veicolo che avrà una dotazione di investimento massima di 20 milioni, che è già attivo all'interno dei centri di ricerca.
Questo è un esempio di come le cose stanno avanzando.
Ovviamente, come dicevo prima, se andiamo a vedere l'investimento in scienza e nei centri di ricerca l'investimento è veramente importante, non è vero che siamo indietro, magari siamo più lenti, ma non siamo indietro al livello di tecnologia.
Le cose si incastrano quando dal laboratorio devi passare all'investitore privato.
Ecco lì, lì le cose rallentano, l'investitore privato è un po avverso al rischio, ci mette un po più di tempo ad investire e in questo mondo le cose vanno velocissime.
Quindi anche sei mesi, nove mesi, dodici mesi di ritardo equivalgono a anni luce in altre tipologie di mercati.
Quindi, diciamo, in linea generale le risorse ci sono, ci vorrebbe più coraggio dal punto di vista degli investitori e un convolgimento maggiore a livello di corporate.
In Italia sono veramente poche dei corporate che investono ticket importanti su questo tipo di iniziative.
Quindi non parlo di 10, 20, 50 mila euro, ma ticket di un certo livello che permettono veramente lo sviluppo di queste tecnologie.
Va bene Matteo, grazie per averci raccontato quale può essere l'impatto di chi come voi svolge il ruolo di investitore in realtà tecnologiche e in special modo appunto come abbiamo avuto modo di sentire per tutta la puntata, in special modo di Deep Tech.
Grazie e buon lavoro e a presto.
Grazie a voi, a presto.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.