
Quando si parla di tecnologia le prime cose che ci vengono in mente sono i dispositivi e servizi tecnologici che desideriamo, poi compriamo e infine utilizziamo. Allo stesso modo la tecnologia diventa un argomento di dibattito e interesse per milioni di appassionati. In questo mondo non dobbiamo dimenticarci che un ruolo fondamentale lo ricoprono tutti coloro che si occupano per mestiere di tecnologia, come giornalisti, recensori, produttori di contenuti che ci intrattengono e ci raccontano il loro punto di vista. Per capire quindi come funziona un magazine che si occupa di notizie sulla tecnologia e non solo, siamo stati negli uffici di The Verge, una tra le più importanti testate di tecnologia al mondo e abbiamo fatto una chiacchierata con Ruben Salvadori, Director of Audience Development presso The Verge.
Nella sezione delle notizie parliamo di un progetto giapponese per provare a trasmettere l’energia dallo spazio e di una nuova funzionalità dell’app IO per firmare i documenti inerenti la Pubblica Amministrazione.



Immagini
• Foto copertina: Anthony Boyd
Brani
• Ecstasy by Rabbit Theft
• Believe Me by CADMIUM, JAMZ, SIMONNE
In video verticale per noi funzionavano benissimo i podcast, quindi è un metodo che è perfetto per attirare un audience, non solo al tuo sito, ai tuoi contenuti, ma anche a convincerli poi a ritornare ad un podcast, a scaricarlo, ad ascoltarlo.
È un formato che la gente è ormai abituato a vedere su queste piattaforme e quando hai questo connubio di un contenuto che è molto particolare, dove c'è molta ricerca, c'è un grande giornalismo alle spalle e un formato che la gente è abituato a vedere, poi ne vuole consumare di più e ritorna sempre da te.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi proveremo a capire come funziona una realtà giornalistica che si occupa di tecnologia e intrattenimento come The Verge, interrogandoci anche su come i social network stanno cambiando il modo di fare giornalismo.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Con la definizione degli obiettivi ambientali che mirano a decarbonizzare e ridurre le emissioni di sostanze nocive nell'aria, sta diventando sempre più importante ricercare e sperimentare nuove soluzioni per accelerare la transizione verso l'elettrificazione dei consumi.
E una tra le tecniche più innovative e ancora oggetto di studio è la trasmissione wireless dell'energia elettrica, il cui funzionamento si basa sulla conversione della luce solare in energia elettrica da parte di pannelli fotovoltaici nello spazio e sul suo trasferimento direttamente al nostro pianeta senza l'uso di cavi.
Al momento, tra i diversi paesi e agenzie spaziali di tutto il mondo che stanno iniziando a programmare i primi test, emerge fra tutti il Giappone, che recentemente ha confermato l'avvio di una sperimentazione con l'obiettivo di tentare una trasmissione dell'energia solare raccolta nello spazio verso la Terra.
In realtà il gruppo di ricerca, appartenente all'Agenzia Spaziale Giapponese, aveva già condotto con successo alcuni test nel 2015 e nel 2018, su una distanza di appena 50 metri.
Tuttavia, è già stato confermato che, una volta verificata la fattbilità di una trasmissione verticale, a distanze comprese tra 1 e 5 chilometri, si tenterà per la prima volta di utilizzare dei piccoli satelliti per inviare energia elettrica a stazioni di Terra poste a una distanza di centinaia di chilometri.
L'app IO, di cui abbiamo parlato diverse volte in questo podcast, sta aggiungendo sempre più funzionalità per avvicinare le pubbliche amministrazioni ai cittadini, semplificando l'accesso ai servizi pubblici.
L'ultima novità riguarda proprio la possibilità di salvare sull'app documenti come patente o tessera elettorale, ma anche consultare il proprio fascicolo sanitario.
In questi giorni, invece, è stata rilasciata un'altra interessante funzionalità, chiamata firma con IO.
Gli enti locali, statali o le università, infatti, avranno a disposizione una propria area riservata per poter inviare ai cittadini che posseggono l'app documenti o contratti, che possono essere firmati direttamente dall'applicazione attraverso l'uso della cosiddetta firma elettronica qualificata, che acquisisce valore legale grazie all'autenticazione con Spid o con la carta di identità elettronica.
La stessa funzionalità, al momento, si può avere usando l'app CieSign, che permette di fermare documenti con valore legale attraverso la carta di identità elettronica.
Questo permetterà ad enti e a cittadini di semplificare enormemente gli iter burocratici, evitando spostamenti, scansioni, continui scambi di mail o firme in presenza.
Quando si parla di tecnologia, le prime cose che ci vengono in mente sono i dispositivi e i servizi tecnologici che desideriamo, poi compriamo e infine utilizziamo.
Allo stesso modo, la tecnologia diventa un argomento di dibattito e interesse per milioni di appassionati.
In questo mondo non dobbiamo però dimenticarci che un ruolo fondamentale lo ricoprono tutti coloro che si occupano per mestiere di tecnologia, come giornalisti, recensori e produttori di contenuti che ci intrattengono e ci raccontano il loro punto di vista.
Per capire quindi come funziona un magazine che si occupa di notizie sulla tecnologia e non solo, siamo a New York City negli uffici di The Verge, una tra le più importanti testate che si occupano di tecnologia al mondo.
E con noi c'è Ruben Salvadori, Director of Audience Development presso The Verge.
Benvenuto Ruben.
Grazie, ciao a tutti.
Raccontaci quindi che cos'è The Verge.
The Verge è una pubblicazione multimediale che nasce nel 2011 e si occupa di come la tecnologia e la scienza influenzano la vita di tutti i giorni nel presente e di come influenceranno il nostro futuro.
Ora negli ultimi due decenni c'è stato un enorme cambiamento sulla conversazione della tecnologia.
In passato era una cosa che riguardava un po una conversazione di un'audience di nicchia ed era un po relegata ai bordi appunto della cultura.
Poi con l'avvento della tecnologia mobile, di internet e dei social media c'è stato un po un movimento di questa conversazione che è diventata il centro della cultura di oggi perché un po tutto riguarda la tecnologia.
Noi qui a The Verge ci occupiamo quindi di tutto ciò che tocca alla tecnologia e alla scienza, da recensioni di prodotti e servizi, da cose come legislazione, giustizia sociale, esplorazione dello spazio e scoperte, libertà di espressione sulle piattaforme e moderazione.
Questi sono solo alcuni esempi perché come ho detto oggi la tecnologia riguarda veramente tutti gli aspetti della nostra vita.
Noi siamo partiti da un team molto piccolo, dodici anni fa eravamo in una decina di persone e siamo nati come podcast, in realtà avevamo un podcast che si chiama The Vergecast e un blog associato a questo podcast.
Adesso siamo un team di 70 persone circa, tra giornalisti, editori, team di video, team di podcast, il mio team di distribuzione.
Nel tempo, in questi anni siamo diventati questo grosso sito che ha un impatto molto influente sull'industria tecnologica e sulle decisioni dei consumatori e con tutti i vari milioni di followers che abbiamo sulle vari piattaforme social.
Ok, quindi passando invece più nello specifico ai contenuti che realizzate, spiegaci appunto quali sono e quanto è importante, visto che è un aspetto su cui puntate molto, realizzare contenuti che siano anche tecnicamente di qualità?
Certo, si, abbiamo parlato un po dei contenuti, degli argomenti, ma per quanto riguarda i formati, noi creiamo contenuti video di media durata e verticali per le piattaforme social, creiamo articoli che variano da notizie, scoop, approfondimenti, recensioni, facciamo podcast, newsletter, quindi cerchiamo di raggiungere il pubblico ovunque si trovi attraverso le varie piattaforme.
Naturalmente il giornalismo è al cuore di quello che facciamo e della cosa più importante, ma allo stesso tempo è anche importante mantenere un altro livello di qualità tecnica nei nostri contenuti, quindi parliamo di un sito che abbiamo appena fatto un grosso redesign di tutta la nostra home page
dell'esperienza che non solo è un'ottima esperienza per il lettore, ma anche che nel back-end è ottimizzato per motori di ricerca in modo da apparire in tutti i posti in cui deve apparire, quello è solo un esempio, ma il video per esempio è un'altra situazione in cui l'alto livello tecnico di produzione è stato sempre molto a cuore per The Verge,
noi abbiamo avuto dall'inizio un grosso canale di YouTube dove siamo soprattutto conosciuti per le nostre recensioni di prodotti e in quelle recensioni di solito usiamo una produzione di livello molto alto e la cosa interessante è che però negli ultimi anni, soprattutto con l'avvento di piattaforme
come TikTok, c'è stato un po un cambiamento per quanto riguarda cosa l'audience vuole vedere quando si parla di alto livello di produzione.
Per esempio se noi cerchiamo di mettere una recensione che abbiamo fatto video per YouTube, quindi di alto livello di produzione con magari un set costoso e videocamere costose, se lo metti su TikTok l'audience pensa che sia una pubblicità e magari neanche lo guarda.
Quindi quando si parla di livello tecnico è importante parlarne relativamente alla piattaforma su cui poi pubblichi, perché per esempio su TikTok le persone sono più abituate ad un approccio più personale, più semplice, persone che filmano direttamente dal telefonino e quindi bisogna cambiare un po il modo di fare il giornalismo per riuscire a parlare nel linguaggio visuale della piattaforma in cui vuoi raggiungere un pubblico.
Ok quindi la qualità tecnica a volte può essere non necessaria ecco.
Credo che comunque anche quando cerchi di semplificare il livello di produzione c'è comunque una conversazione di qualità tecnica, magari non è la qualità a livello di spese dietro un video ma è la qualità di esperienza che va nel creare un video in modo che sia più approcciabile dal pubblico, più semplice, più genuino che magari un video che vuoi guardare sulla televisione tramite youtube o tramite un servizio di streaming.
Ok e il fatto di non essere un essere appunto principalmente un sito poi produrre vari contenuti e non essere quindi andare sulla carta stampata è un vantaggio e se sì da che punto di vista?
Sicuramente avere la libertà di non dover pagare un'industria intera che ti stampa i tuoi contenuti come tanti giornali e riviste e devono fare adesso perché per esempio compagnie grosse che sono nate come giornali stampati si ritrovano con queste grandissimi cappannoni con delle stampanti che costano tantissimo e devono mantenere la produzione.
Ora alcuni l'hanno fatto in modo più di successo se sono riusciti a ritenere un legame con il loro pubblico in cui ci sono per esempio degli abbonamenti che poi vanno a sostentare i costi di stampare.
Noi siamo nati 100% digitali, siamo ancora del tutto digitali ma allo stesso tempo ci piace provare un po a giocare con la stampa, infatti abbiamo fatto alcune riviste nel passato che raccolgono un po di articoli e di storie visuali che abbiamo avuto sul sito in una collezione che poi viene gestita a livello grafico, a livello editoriale e crea una rivista che è stampata ed è tangibile.
Però la maggior parte del nostro lavoro è appunto digitale, c'è ancora tantissima tanta opportunità da esplorare a quel livello lì senza imbarcare necessariamente in un'industria di stampa.
Ok, ora quindi abbiamo parlato anche più dell'aspetto tecnico, passando invece ai contenuti poi che realizzate, come dicevi siete un gruppo molto folto di persone che parlano di tecnologia e quindi a livello appunto editoriale quanta libertà viene lasciata al singolo giornalista ecco e poi mi dicevi prima che in realtà rispetto all'Italia il concetto di giornalista è un po più ampio e altro aspetto come avviene poi la realizzazione di un contenuto viene verificato da altre persone viene direttamente pubblicato?
Certo noi quando assumiamo qualcuno è perché ci interessa dal suo punto di vista, ci interessa la sua voce, la sua esperienza e vogliamo assicurarci che possano esprimerlo nel meglio e quindi non limitiamo la voce dei nostri giornalisti e allo stesso tempo però abbiamo delle linee guida editoriali che sono molto robuste in modo da assicurarci che il livello giornalistico rimanga di altissimo punto livello.
Per esempio noi non possiamo investire in stock di compagnie su cui poi magari scriviamo perché vogliamo assicurareci che non ci siano influenza esterne e allo stesso modo non possiamo avere criptovalute perché sappiamo che siamo molto influenti e un semplice articolo sul nostro sito può cambiare l'andamento dei mercati.
Un altro esempio è il nostro programma di recensioni di prodotti.
Adesso su internet vedi un sacco di influencer e purtroppo anche persone che magari lavorano per pubblicazioni che si fanno mandare prodotti dalle compagnie, li testano per scrivere gli articoli e poi si tengono i prodotti.
Quindi tu sai che se poi vuoi avere più prodotti magari vuoi dire qualcosa di più positivo così la compagnia ti manda più cose dopo.
Noi invece quando una compagnia che sia una piccola startup che appena ha inventato un gadget o le grandi Apple, Google che ti mandano i loro ultimi modelli e facciamo i nostri test scriviamo il nostro parere e mandiamo il prodotto indietro alla compagnia.
Se non lo vogliono noi lo o regaliamo in beneficenza o lo regaliamo al pubblico tramite delle lotterie ma vogliamo poi assicurarci che non ci sia nessun incentivo esterno che possa influenzare il giornalismo che facciamo.
Ora tu hai parlato di giornalisti in Italia comparati a qui.
È una conversazione molto diversa qui perché in Italia c'è l'ordine dei giornalisti e in molti altri paesi come qui non esiste e quindi quando si parla di giornalismo si parla di una carriera in cui hai dimostrato che c'è l'abilità di approfondire, l'abilità di capire che cosa è effettivamente un percorso
etico quando vuoi riportare le notizie quando vuoi fare i tuoi approfondimenti e qui abbiamo un team di editori, di editors, che controllano tutto quello che viene scritto quindi ogni team quindi il team di scienza o il team di trasporti il team di tecnologia o di notizie, c'è un capo editor all'interno di ogni desk che controlla tutto quello che viene scritto si assicura che ci siano fatti accurati, che ci siano alti livelli di giornalismo e poi viene pubblicato dopo che è stato anche controllato il livello di copy, quindi che non ci siano errori grammaticali, che le strutture siano corrette, le frasi siano corrette.
Il mio team anche controlla ogni articolo che viene pubblicato per assicurarci che sia ottimizzato per tutte le piattaforme tra motori di ricerca ai social media che poi viene pubblicato.
Ok e passando invece adesso al tuo ruolo che accennavamo prima, ci racconti come è cambiato e come sta cambiando il modo di fruire di notizie e recensioni sulla tecnologia da parte poi delle persone, degli appassionati, degli interessati e qual è il rapporto con i social media, il vostro rapporto con i social media anche se in parte ce l'hai già accennato ora che vengono fruiti in maggior parte contenuti verticali, è un trend comunque che state cavalcando, giusto?
Certo, le piattaforme social per noi come anche poi motori di ricerca sono una parte essenziale del nostro marketing funnel.
Noi abbiamo un audience che è molto fedele, che viene direttamente alla nostra home page varie volte al giorno, ma poi usiamo anche tutte le piattaforme a nostra disposizione per appunto attrarre un pubblico che non è quello che abbiamo già che viene al sito, ma un pubblico diverso, magari più giovane e che non ci conosce.
Per esempio TikTok è stato un po un momento di rivelazione per noi come abbiamo capito che… abbiamo iniziato a pubblicare video sulla piattaforma e magari in qualche video dicevamo se volete approfondire o capire di più andate sul sito a leggere l'articolo intero e la gente ci diceva: ma avete un sito?
Per noi è stato un momento in cui abbiamo capito che c'è un'opportunità enorme di raggiungere un audience che è giovane, che vuole consumare i nostri contenuti, però non sa tutti i posti, non conosce tutti i posti in cui li può trovare.
Ora il problema di queste piattaforme soprattutto con il video verticale è la monetizzazione che è anche un aspetto importante da considerare quando si parla del business di media perché al momento tutte le piattaforme che offrono video verticale o non hanno modi di monetizzare direttamente o ce ne hanno ma non c'è un grosso ritorno economico.
Magari c'è un ritorno economico che può andare bene per un creator indipendente, però per quando si parla di una compagnia grossa il vero ritorno che c'è non è tanto quello economico che ti arriva dalle pubblicità che fanno sulla piattaforma ma il fatto che puoi appunto attirare un audience che non ti conosce, che è nuovo e che poi cerchi di ritenere sul tuo sito e di farli ritornare molte più volte a consumare i tuoi contenuti.
Sì quindi è una questione principalmente di visibilità, porta a pubblico.
Certo porta a pubblico e secondo me anche un ottimo esercizio per innovare il tipo di contenuti che fai perché non puoi tenere la testa sottoterra e continuare a fare quello che hai sempre fatto per gli ultimi dieci anni, è importantissimo innovare e testarsi su una piattaforma su cui magari non hai un audience che è già stabilito è un ottimo modo per provare cose nuove e formatiche che magari non pensavi che funzionassero.
Per esempio in video verticale per noi funzionavano benissimo i podcast e quindi è un metodo che è perfetto per attirare un audience non solo al tuo sito e ai tuoi contenuti ma anche a convincerli poi a ritornare ad un podcast a scaricarlo ad ascoltarlo è un formato che la gente è ormai abituata a vedere su queste piattaforme e quando hai questo connubio di un contenuto che è molto particolare dove c'è molta ricerca c'è un grande giornalismo alle spalle e un formato che la gente è abituata a vedere poi ne vuole consumare di più e ritorna sempre a te.
Un altro aspetto interessante a mio avviso da approfondire è quello legato appunto al contributo dei media che si occupano di tecnologia nell'ascesa e declino dei vari trend tecnologici ne abbiamo visti tanti pensiamo ad esempio ai big data, al cloud computing, alla blockchain e l'intelligenza artificiale che responsabilità e che contributo hanno i media nel favorire o sfavorire questi trend tecnologici?
Credo che in molti di questi casi tipo big data, cloud computing, cloud gaming, blockchain come hai detto il trend magari arriva e se ne va in termini di quanto viene coperto dai media però la tecnologia non se ne va cioè quindi quando c'è una tecnologia nuova è logico che ci sia molto più attenzione molto più magari ricerca da parte di compagnie di media e di parlare di quel tipo di argomento, però poi queste tecnologie diventano una parte fondamentale della nostra vita quindi i big data non se ne sono andati via, ci sono,
cloud computing c’è, si è stabilizzato in un modo che magari non genera più la stessa curiosità di quando era nuovo e quindi quando una cosa diventa così stabilita poi si passa alla prossima tecnologia emergente per rispondere alle domande o alle curiosità che può avere pubblico, quindi non sono trend che poi scompaiono è semplicemente l'interesse delle
persone che se ne va allo stesso tempo però una pubblicazione come la nostra ha molta influenza su appunto l'industria tecnologica e come ti ho già detto prima il discorso che comunque non possiamo investire in certi stock o avere criptovaluta perché sappiamo che possiamo influenzare molto l'andazzo dell'industria.
Un altro esempio è per esempio quando Samsung ha lanciato il primo Galaxy Fold, il telefono pieghevole, ci hanno mandato un’unità, noi abbiamo fatto i nostri test e abbiamo scritto che c'erano dei grossi problemi, sì lo schermo si rompeva, non funzionava, tanti altri avevano dei grossi problemi con il prodotto e la Samsung ha bloccato il lancio, l'ha spostato per assicurarsi di poter mettere a posto questi problemi prima di fare un lancio più di massa.
Quindi sì, c'è tanto influenza allo stesso tempo però non vuol dire che se un argomento non è nel ciclo di notizie quella tecnologia è sparita dal radar, c'è sempre magari una cosa che è diventata più normale per le persone.
Quindi a tuo avviso i media devono seguire l'interesse del pubblico oppure possono proporre anche dei contenuti che reputano interessanti per il pubblico magari senza che il pubblico ne senta l'esigenza?
Io credo sia molto importante fare entrambi, devi capire che cosa interessa al tuo pubblico ma allo stesso tempo devi anche saper informare al tuo pubblico su una cosa che magari non conoscono ma che pensi che possa interessare e ci sono tante conversazioni sulla intelligenza artificiale adesso però qualche mese fa, un anno fa, due anni fa ce n'erano già, non è che adesso che tutti ne parlano è dove inizia la conversazione.
È iniziata molte anni fa, non abbiamo sempre coperto intelligenza artificiale sul nostro sito perché sappiamo che è un argomento che un giorno avrà un boom come è successo adesso però c'è sempre stata e quindi è importante portare ad un audience che magari non è altrettanto familiare con questi concetti e far in modo che possano iniziare a capire che cosa sono, come funzionano così quando c'è un boom poi hanno più un contesto per capire gli andazzi dell'industria.
Ok perfetto tornando al tema dei contenuti abbiamo parlato di social network e anche accennato il tema dei podcast.
Oggi due contenuti su cui puntate molto sono newsletter e la realizzazione appunto di podcast e sono sempre più apprezzate anche come dicevamo dal pubblico che consuma contenuti legati alla tecnologia.
Come vedi il futuro di queste due tipologie di contenuti anche da un punto di vista della sostenibilità economica quindi realizzare contenuti tecnicamente di qualità ma anche il contenuto stesso deve essere di qualità, ciò di cui si parla, però allo stesso tempo avere la possibilità di monetizzare e continuare a produrli?
Credo che ci sia un disforzo molto interessante da fare su questi tipi di contenuti adesso perché se tu guardi a se tu guardi cos'era l'internet prima dell'avvento di social media prima della digitalizzazione dei giornali, internet era blog erano le newsletter erano persone che volevano un legame diretto con un individuo specifico che gli dava contenuti che interessavano a loro.
Una cosa di cui parlava anche Ben Smith che era una volta a BuzzFeed adesso è stato uno dei fondatori di Semafor, che è un'altra pubblicazione online, che c'è un po un ritorno a quell'internet del passato perché adesso c'è un po di… c'è poca fiducia nelle piattaforme social e c'è una crescente fiducia nel legame diretto tra il pubblico e chi crea questi contenuti, quindi le persone che vanno a iscriversi a newsletter persone che scaricano podcast e per noi sono due cose molto importanti da sviluppare cercando di mantenere appunto quel legame con l'audience, noi già abbiamo moltissime persone che ci seguono direttamente dalla homepage vogliamo
creare un'esperienza ancora più ampia che non è solo leggere un articolo e guardare video ma anche appunto attrarre quest'audience a tornare più volte possibili sui nostri contenuti tramite podcast e newsletter da approfondire tramite questi format che adesso un po tutta l'industria sta esplorando, ma in un certo senso ritornando a queste cose che erano molto forti nel passato, adesso stanno avendo secondo me un grande momento di trend.
La cosa che è un po difficile con i podcast specifico è secondo me ancora il lato di analisi, perché naturalmente tu lavori nei podcast, saprai benissimo che quando cerchi di capire un po che tipo di segnali ti arrivano dal pubblico sulle varie piattaforme, ogni piattaforma ha dei dati, dell'analitica diversa, guardano certi segnali diversi
e dall'altro lato c'è anche la monetizzazione, quindi quando parli, quando cerchi di avere delle pubblicità sui podcast ci sono vari modi di poter fare queste pubblicità e quindi monetizzare, però magari c'è un po ancora di insicurezza da parte di chi vuole poi pagare per queste pubblicità nel capire quali dati sono veramente quelli importanti quando si guarda, quando ci cerca di capire se un podcast è di successo o meno.
Quindi c'è ancora molto da esplorare su questo fronte, noi sicuramente ci saremo, stiamo espandendo i nostri programmi di podcast e newsletter il più possibile, allo stesso tempo stiamo mantenendo comunque anche il sito e tutte le piattaforme che abbiamo per distribuire i nostri contenuti ovunque le persone siano.
Sì e secondo me un altro aspetto interessante è che le stesse piattaforme che distribuiscono podcast si stanno già adesso iniziando un po a organizzare per sostenere anche eventuali creator da un punto di vista economico attraverso l'utilizzo ad esempio di sottoscrizioni a singoli podcast e riguardo a questo aspetto pensi che il supporto diretto di un media da parte dello spettatore, dell'ascoltatore, del lettore può avere una possibilità?
Assolutamente. Io adesso guardando come sta andando il mercato mediatico ci sono stati un sacco di compagnie che hanno avuto grossi problemi a continuare i loro programmi di news per esempio BuzzFeed News è uno che di recente ha dovuto chiudere o licenziare un sacco di persone, Insider non il tuo INSIDER, Business Insider è un altro caso simile. Un po tutta l'industria ha avuto dei momenti soprattutto con l'economia di adesso in cui ci sono state delle difficoltà.
Le compagnie che secondo me emergeranno da questa situazione sono quelle che hanno appunto… che sono riuscite a creare questo legame con il pubblico che è disposto a tornare sui tuoi contenuti in risposta a pagare per i tuoi contenuti perché riconosce il livello di giornalismo e riconosce il livello di comunque di esperienza che tu puoi dargli tramite i prodotti che crei.
Va bene allora grazie Ruben per averci raccontato qual è la vostra prospettiva sul mondo dei media, alla prossima.
Grazie a te, ciao.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.