
L'espansione di un brand su scala globale oggi non dipende più solo da intuizioni commerciali, ma dalla capacità di interpretare un'enorme mole di dati attraverso tecnologie sempre più sofisticate. L'analisi avanzata dei dati, l'intelligenza artificiale applicata al marketing e le piattaforme di gestione dei creator sono diventate strumenti essenziali per capire mercati lontani e per comunicare in modo efficace con culture diverse. Ma come funzionano nel concreto questi strumenti e quale impatto reale hanno sulle strategie di crescita di un'azienda? Per analizzare il lato tecnologico dell'internazionalizzazione e le sue applicazioni pratiche abbiamo invitato Andrea Torri, Country Manager per l'Italia di Rocket Digital.
Nella sezione delle notizie parliamo dell’ok del Garante della Privacy per l’adozione della piattaforma CEREBRO per combattere la criminalità e infine dell’innovativo spettacolo di droni in Vaticano.



Sponsor
• Puntata realizzata in collaborazione con Rocket Digital
Immagini
• Foto copertina: 8photo su Freepik
Brani
• Ecstasy by Rabbit Theft
• Found You by Time To Talk, Avaya & RYVM
L'influencer più di tutti è come se rappresentasse una garanzia di esposizione del tuo messaggio a un certo tipo di audience.
Questo certo tipo di audience sono le persone che lo seguono, quindi da lì a capire anche banalmente quanto interagiscono le persone che lo seguono, perché a seconda del tipo di prodotto che abbiamo, se ha bisogno di spiegare i dettagli tecnici, se ha bisogno di essere approfondite e quant'altro, è anche importante trovare un influencer che abbia
bisogno delle persone che interagiscono coi post.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo con Rocket Digital di come la tecnologia stia accelerando l'internazionalizzazione dei brand, grazie all'analisi avanzata dei dati, all'intelligenza artificiale applicata al marketing e a nuove strategie digitali di comunicazione.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina, su Spotify, Apple Podcast, YouTube Music oppure direttamente sul nostro sito.
La lotta alla mafia e alla criminalità organizzata negli ultimi anni ha portato l'Italia e l'Europa a investire sempre più strumenti tecnologici in grado di supportare le indagini condotte dalle forze di polizia.
Uno di questi strumenti, sviluppato dal Ministero dell'Interno, è "CEREBRO", una piattaforma che si occuperà di raccogliere i dati dai diversi enti pubblici, come catasto e anagrafe tributaria, o i dati inseriti manualmente, per poi analizzarli e identificare situazioni patrimoniali anomale.
Un esempio può essere una situazione patrimoniale di risorse, beni o immobili sproporzionata rispetto al reddito dichiarato, che nella maggior parte dei casi si traduce in attività criminali.
In questo contesto si inserisce il Garante della Privacy, che come per tutte le piattaforme di questo tipo deve analizzare il software e il suo funzionamento per garantire che vengano rispettati i principi della privacy sanciti dal GDPR.
E proprio qualche giorno fa il garante ha dato il suo parere favorevole a CEREBRO.
Il web scraping, tecnologia fra l'altro di cui avevamo parlato nella puntata "AWARE: come l’IA può rendere più efficiente il sistema fiscale", è uno dei fattori chiave, ma si limita solo a banche dati istituzionali e non all'intero web.
Per quanto riguarda l'informativa sulla privacy, invece, sarà pubblicata sul sito della Polizia di Stato, dove verranno specificati anche i diritti dei cittadini, come la richiesta di cancellazione dei dati compatibilmente con le esigenze investigative.
Infine sono garantite misure di sicurezza avanzate per evitare attacchi o accessi illeciti.
Chiaramente, come tutti gli strumenti informatici automatizzati, anche questo può portare a criticità, come la segnalazione di falsi positivi, ma sta poi agli investigatori evitare di delegare troppo alla macchina e di responsabilizzarsi di fronte a scelte a volte ingiuste.
Lo scorso 13 settembre, 3000 droni hanno illuminato il cielo sopra Piazza San Pietro in occasione dell'evento "Grace of the World". Lo spettacolo aereo, curato da Nova Sky Stories, ha stabilito un nuovo standard per l'intrattenimento del vivo, distinguendosi per complessità tecnologica, sicurezza e impatto narrativo. La principale particolarità dello show risiede in un sistema
di sicurezza a più livelli, indispensabile per operare in una "No Fly Zone" come quella del Vaticano. Durante lo show, i droni si sono mossi all'interno di un doppio geofence, ovvero un'area di competenza che, se superata, avrebbe portato allo spegnimento dei motori del drone e a una discesa immediata. Un'altra innovazione cruciale è stata la gestione
delle interferenze. In questo caso, una tecnologia avanzata di radiofrequenza ha garantito la stabilità dei segnali contro il disturbo generato dai 250.000 cellulari del pubblico.
Dal punto di vista creativo, invece, il processo si è avvalso di software proprietari dell'azienda.
Le animazioni, infatti, create con strumenti 3D come Cinema 4D, sono state convertite in traiettorie di volo dal software Genesis, che ha sincronizzato i movimenti con la musica dal vivo tenendo conto della fisica reale. Il software Atlas, infine, ha permesso una simulazione su Google Earth, offrendo una preview particolarmente precisa dello spettacolo.
L'espansione di un brand su scala globale, oggi, non dipende più solo da intuizioni commerciali, ma dalla capacità di interpretare un'enorme mole di dati attraverso tecnologie sempre più sofisticate. L'analisi avanzata dei dati, l'intelligenza artificiale applicata al marketing e le piattaforme di gestione dei creator sono diventati strumenti essenziali
per capire mercati lontani e per comunicare in modo efficace con culture diverse. Ma come funzionano nel concreto questi strumenti? E quale impatto reale hanno sulle strategie di crescita di un'azienda? Per analizzare il lato tecnologico dell'internazionalizzazione e le sue applicazioni pratiche, è con noi Andrea Torri, Country Manager per l'Italia
di Rocket Digital. Benvenuto Andrea.
Grazie, grazie mille.
Chi è Rocket Digital e di che cosa di occupate?
Rocket Digital è un'agenzia digitale 360 che si occupa, con i suoi vari dipartimenti, di capire la totalità dei servizi e-commerce dei suoi clienti.
Da un lato infatti ci occupiamo della creazione, migrazione, ottimizzazione di e-commerce, tutti fatti in Shopify, di cui infatti siamo Premier Partner e qui customizziamo i "theme", ma anche e soprattutto lavoriamo in tailor-made, sviluppando progetti al 100% personalizzati.
Dall'altro lato invece copriamo tutta l'area di "media and acquisition" con i vari dipartimenti di advertising, SEO, analitica, CRM, CRO e retail e marketplace che fondamentalmente operano sulle strategie di acquisizione, retargeting e fidelizzazione che abbiamo condivise con i nostri clienti.
Venendo al punto delle motivazioni che mi hai chiesto, direi che le principali motivazioni sono state principalmente la presa di coscienza che il lavoro sui mercati esteri da parte dei nostri clienti potesse essere veramente un'opportunità e che la chiave sarebbe stato un po' capire come adattare questa strategia a seconda dei vari paesi per poter
poi ottenere gli obiettivi di redditività che ogni cliente chiaramente si marca.
In Italia poi in particolare negli ultimi 5 anni abbiamo quadruplicato il fatturato mantenendo sempre un margine operativo molto alto e questo insieme poi al fatto che comunque nel team ci sono un sacco di persone italiane ci ha dato una spinta e anche un "push" concreto al mercato italia con fra l'altro la prima PM (product manager) assunta su Milano
Isabella Di Ciancio che ha dato ancora più concretezza alla cosa.
Quindi la vostra presenza diciamo serve ad anticipare... cioè a capire anticipatamente quello che è il mercato per i vostri clienti che poi appunto decidono di entrare a loro volta nel mercato italiano.
Esatto, esattamente. Alcuni clienti li avevamo già dal mercato italiano, per alcuni altri il fatto di essere noi fondamentalmente un'agenzia nata in Spagna, questo ha rappresentato veramente un'opportunità, perché come dicevo l'entrare su un mercato non vuol dire standardizzare i valori che arrivano anche da un mercato simile, ma vuol dire ricalibrarli e rifare
una strategia che sia ad hoc.
E su questo aspetto quanto conta l'esperienza quindi anche diciamo un elemento meno quantificabile ecco l'esperienza umana e invece quanto conta l'aspetto tecnologico perché sappiamo appunto che oggi è tutto "data driven" quindi l'analisi dei dati è fondamentale anche immagino per l'espansione come
dicevo prima di brand in un mercato rispetto che a un altro.
Sì, guarda, hai detto bene, assolutamente, la parte dei dati è assolutamente importante.
Per esempio, guarda, per conoscere bene i dati anche appunto di un mercato di cui siamo esperti e navigati, ecco, non vuol dire questo avere la possibilità necessariamente di poterli standardizzare anche per altri.
Noi, per esempio, come Google Partner abbiamo accesso ai dati di forecast per ingresso e stabilizzazione dei brand nei mercati internazionali ed è interessante appunto vedere come anche in paesi geograficamente vicini, che proprio si toccano, adiacenti, abbiano per esempio costi per click molto più alti tra di loro e magari invece tassi di conversione più bassi.
Cosa vuol dire? Che questo ti dà già un'idea molto concreta di quanto a un'azienda convenga entrare in un paese piuttosto che un altro e quanto sia importante con i dati fare queste valutazioni. Sono importanti i dati perché permettono anche di analizzare cosa l'utente si aspetta dentro al sito. Tutto questo permette di capire come sviluppare non solo la parte
di acquisizione ma anche la parte di user experience, la categorizzazione, scegliere i giusti partner logistici o anche quelli finanziari. Tutto questo dobbiamo considerare che può cambiare paese per paese. Quindi sì, ti ripeto, i dati sono fondamentali.
E perché c'è questa differenza tra mercati nazionali? Come mai sono così diversi l'uno dall'altro?
C'è un'assoluta parte culturale che sta alla base, lo vediamo anche noi in agenzia, noi abbiamo specialisti da 17 paesi diversi e questo ci fa la differenza quando andiamo direttamente a parlare con clienti che vengono da uno piuttosto che da un altro paese a livello di vicinanza culturale e questo si riporta un po' anche alle aspettative che l'utente
ha, che l'utente vuole quando fa la sua esperienza all'interno di un sito.
Abbiamo visto anche semplicemente in paesi come la Francia e la Germania che i primi cinque fattori che facevano aumentare le probabilità di passare dall'homepage alla pagina prodotto in Francia erano gli ultimi cinque della Germania e questo pensando solamente a due paesi che geograficamente sono appunto uno a fianco all'altro, quindi l'impatto culturale e l'aspettativa
di esperienza in questo tipo di campo fa assolutamente la differenza.
E questo vale solo a livello nazionale o poi anche all'interno di un territorio nazionale e cambia da territorio a territorio?
Da territorio a territorio può cambiare più che altro sui servizi, per esempio l'installazione o la pronta consegna o le tempistiche di consegna o di qualche altro servizio accessorio.
Per quanto riguarda le cose più relative a esperienza utente, a metodi di pagamento, a partner logistici, questi all'interno del territorio nazionale invece sono più unificati, più simili.
Ok, tornando all'aspetto tecnologico, come si fa a fare questo lavoro di quantificazione? Quindi quali sono gli strumenti tecnologici che utilizzate per aggiungere appunto gli obiettivi di integrazione a livello nazionale?
Le analisi avanzate che facciamo internamente con il dipartimento di CRO, che sarebbero quelli che gestiscono i progetti di ottimizzazione del tasso di conversione di un sito, sono un esempio di facilitazione per raggiungere questi obiettivi.
Nel mondo del marketing spesso si associano i ricavi di un e-commerce alle sue campagne pubblicitarie, sia la parte di Google che i social, affiliazione, programmatica, native advertising, che più ne ha più ne metta.
Però non si considera che tutto questo è solo una parte dell'impatto, perché serve a portare l'utente sul sito, ma poi è lì che va facilitato nel suo processo verso l'acquisto.
Il CRO fa proprio questo, analizza la completezza del funnel dell'utente, da quando atterra sul sito a quando acquista e analizza le cadute di traffico, se in pagina prodotto, se nel carrello o nel checkout e da qui partono analisi qualitative, la creazione di microconversioni per arrivare a degli insight su come cambiare l'esperienza utente o qualsiasi altro dettaglio
tecnico sul sito in modo da evitare i comportamenti che abbiamo visto in fase di analisi e aumentare le probabilità che l'utente arrivi senza intoppi all'acquisto finale.
Ok e poi un altro aspetto che è interessante da affrontare quando si parla di marketing è quello un po' di "come" poi portare gli utenti i consumatori ecco sul sito e acquistare un prodotto o un servizio. In questo che ruolo gioca ad esempio l'influencer marketing? Che ruolo ha questo questo settore?
Sì, al giorno d'oggi, argomento super caldo perché ormai è un settore ipersviluppato, iperdifferenziato e segmentato al suo interno e ovviamente noi come agenzia forte siamo stati dietro anche a questo aspetto.
Più che altro sono sempre più fragmentati i criteri con cui si sceglie un influencer, si cerca un po' sempre di stare nel punto d'incontro che si viene a creare tra la presenza social del brand in questione, tra quanto questo a parte social è affermato sul suo mercato di riferimento, con il suo budget a disposizione e con l'esposizione richiesta.
Quello che si fa da lì, abbiamo dei grossi filtri ormai per cercare, per prendere in considerazione i vari profili e qui li analizziamo, facciamo dei media plan in quanto a visualizzazioni e impression e click che si possono aspettare sul proprio sito i clienti e quanto questi possano portare agli acquisti finali, insieme al cliente poi facciamo la miglior valutazione
per la scelta finale.
E quindi anche da questo punto di vista deduco che anche qui un influencer o comunque appunto una persona che promuove un prodotto non necessariamente è lo stesso... cioè è la stessa tipologia di influencer può promuovere uno stesso e-commerce in due mercati nazionali differenti, anche questo dipende molto dai dati che raccogliete e dal singolo Stato.
Si, assolutamente, assolutamente. L'influencer più di tutti è come se rappresentasse una garanzia di esposizione del tuo messaggio a un certo tipo di audience, questo certo tipo di audience sono le persone che lo seguono, quindi da lì a capire anche banalmente quanto interagiscono le persone che lo seguono perché
a seconda del tipo di prodotto che abbiamo, se ha bisogno di spiegare dettagli tecnici, ha bisogno di essere approfondito e quant'altro è anche importante trovare un influencer che abbia persone che interagiscono con i post e assolutamente sul territorio nazionale varia al 100% l'importanza o meno che possa avere un influencer in relazione a quanto sia o non
sia grande la sua esposizione internazionale perché un influencer molto famoso in Italia che però non fa nessun tipo di contenuto all'estero per esempio vale in Italia ma all'estero no o poco cosa, ecco.
Sì, poi penso che ci siano oggi tantissimi influencer, alcuni anche che hanno una rilevanza locale in uno specifico territorio.
E dal vostro punto di vista quali sono oggi i canali di comunicazione principali tramite i quali appunto si riesce a fare marketing? Immagino le principali piattaforme social come TikTok, Instagram siano diciamo molto molto gettonate.
Sì, sì, sono d'accordo con te, in prima battuta assolutamente ti dico i social media.
Instagram, Facebook, LinkedIn, TikTok, assolutamente, perché hanno l'efficacia di essere un mezzo di comunicazione di massa, primo, di avere tantissimo engagement e soprattutto di essere anche uno strumento forte per tutta la parte di branding.
La portata è ampia, la comunicazione è diretta e soprattutto è bidirezionale, c'è un'alta visibilità e con un alto engagement, perché conta che stiamo parlando sempre di contenuti visivi, foto e video che ovviamente portano l'utente a stare davanti allo schermo.
Chiaramente se tutto questo viene gestito e quando le dimensioni si incominciano ad allargare, ecco, si deve tener conto che la strategia su cui lavorare sui profili deve essere ben fatta, perché oggigiorno con l'intelligenza artificiale si va a inventare un algoritmo e non solo si guarda al click manuale.
Dopo i social media, ovviamente le app di messaggistica, queste rimangono, perché app come WhatsApp, Telegram o Messenger hanno comunque l'efficacia di avere una comunicazione direttamente personale, assistenza clienti per tutti gli e-commerce che per esempio fanno B2B e le notifiche che sono rapide, quindi ti dico per immediatezza e tasso d'apertura
molto alto sono ancora molto importanti.
E per la parte...
l'ultimo punto, mi sento di segnalare ancora la parte emailing, perché comunque è efficace perché la comunicazione è professionale, si fa un marketing diretto, quindi si traccia per esempio per tutto quello che sono gli invii anche fatti in maniera standardizzata e il contro diciamo è che a seconda di come le cose possono finire in spam o ci può essere
un basso tasso di apertura.
Però ecco social media, app di messaggistica e emailing in questo ordine sono i mezzi di comunicazione più efficaci al giorno d'oggi.
E il mondo fisico invece per quanto riguarda gli e-commerce può rappresentare una via di comunicazione o oggi è molto meno prevalente?
No, il mondo fisico assolutamente, infatti nelle nostre strategie pur essendo noi un'agenzia digitale 360 offriamo comunque anche tutta la parte di branding e lo sviluppo di advertising anche semplicemente in strada o nei mezzi di trasporto o comunque abbiamo anche tutta la parte di produzione e shooting che va al lato di questo. È efficace assolutamente
perché comunque l'impatto visivo in un momento in cui l'utente è disposto ad accettarlo è sicuramente importante, quello che frena un po' tante aziende da spingere forte su questa parte è il fatto che non è direttamente misurabile, quindi non si può correlare un'esposizione visiva a un cartellone pubblicitario direttamente ad un acquisto e fra l'altro essendo anche
piuttosto cara va a un passo un po' più lento rispetto a tutta l'esposizione digitale che stiamo vedendo oggigiorno.
Sì, poi ho notato anche una cosa che è sicuramente vero quello che dici, però forse il mondo fisico dà anche possibilità di essere più creativi nella comunicazione perché non sei limitato appunto dalla dimensione di uno schermo e poi spesso questa creatività viene riproposta sui social e quindi si crea un ibrido, ecco, la comunicazione fisica entra
nel mondo social e poi porta magari a... per quanto riguarda almeno esempi particolarmente creativi o emblematici, porta appunto pubblico anche attraverso i social.
Sì, sì, sì, assolutamente sono d'accordo con te, anzi quello è proprio un modo che serve un po' ad aggirare quello che ti dicevo prima, cioè l'incapacità di misurare direttamente un'azione per esempio di pubblicità in strada, riprendendo lo stimolo su un mezzo digitale che possa essere tracciato, come appunto il social, si può stimare quanto più possibile
quanto sia stato importante quell'impatto.
Ok e abbiamo parlato adesso in generale però a questo punto ci fai un esempio concreto legato appunto a un'espansione a livello internazionale che avete gestito, quali sono state le sfide che avete riscontrato appunto nel caso concreto e come le avete risolte?
Sì guarda, volentieri, ti faccio un esempio che si riferisce al mercato d'Italia in modo da renderlo più attuale possibile.
Ed è Climamarket, azienda calabrese, Cirò Marina, rivenditrice multi-brand nel mondo della climatizzazione con linee di prodotto come condizionatori, climatizzatori, ventilconvettori, pompe di calore, fra gli altri.
L'azienda ha visto un forte aumento della sua presenza sul mercato nel boom dell'ultima digitalizzazione post-covid, per capirsi, che ha portato l'e-commerce a rappresentare il vero punto di riferimento per l'acquisto di qualsiasi prodotto, piuttosto che la parte fisica.
E qui la direzione ha anche un po' fatto la differenza, direzione dell'azienda, perché ha saputo leggere l'opportunità nel reinvestire nell'esplorazione di altri paesi.
Ed è così che abbiamo sviluppato un sito Shopify Plus multistanza per poter gestire tutti i mercati, ma in maniera personalizzata.
Siamo entrati prima in Francia, in Paesi Bassi e Germania, quindi Paesi Nordici, dove in generale a fronte di un carrello medio più alto rispetto alla media europea, si hanno costi di impatto mediamente più elevati.
E poi ci siamo tirati invece nel mercato spagnolo, dove ovviamente c'è un carrello più basso, ma anche i costi di impatto sono più bassi.
Quindi il progetto è molto ambizioso, stiamo andando avanti su una linea più che positiva e soprattutto anche per il team nostro interno è molto stimolante, perché è proprio un po' l'esempio di quello che fa Rocket Digital, cioè un progetto a 360, dove si segue non solamente la parte di acquisizione diretta con campagna, ma tutto l'andamento per la
crescita di un business su mercati diversi.
Ok e la raccolta dei dati è una difficoltà, è un elemento facile, acquisire tutti questi dati e poi integrare questi dati insieme, le piattaforme mettono a disposizione questi dati?
Sì, le piattaforme assolutamente mettono a disposizione questi dati, parlando di un cliente con numeri abbastanza grandi è normale che la parte di dati deve essere trattata al dettaglio.
Il loro sito ufficiale sulla parte italiana è ancora un sito fatto a mano, quindi per esempio per quanto riguarda l'integrazione, la comunicazione del magazzino con l'IRP per esempio sono un po' più complesse, ma comunque abbiamo strutturato in Google Analytics 4 e con i vari Looker Studio come Reporting un sistema piuttosto definito per analizzare
i dati e non solo focalizzandoci sulle conversioni standard, ma anche su piccoli obiettivi che abbiamo come, ti faccio un esempio per capirsi, quanto si sta su un determinato bottone o quanto tempo si sta in una pagina e perché non siamo ancora passati a quella dopo, proprio per avere degli insight che vadano un po' al di là di quello che è il comportamento
basilare di un utente, proprio perché lavorando su diversi mercati è importante non solo capire perché quel carrello medio è di 20% inferiore, ma anche come l'utente è arrivato a questo.
Ok e guardando ai prossimi anni secondo voi quali saranno i trend tecnologici che avranno impatto maggiore nel settore dell'e-commerce? Si proseguirà in questa direzione e poi appunto c'è il tema ovviamente dell'intelligenza artificiale che ruolo ha e potrà avere ancora di più?
Sì, nei prossimi anni penso che l'e-commerce e il marketing in generale saranno profondamente trasformati, toccati dalle tecnologie emergenti, con l'intelligenza artificiale che farà sempre un ruolo più centrale e strategico.
Toccherà tanti aspetti della digitalizzazione, però lato e-commerce vorrei soffermarmi su un paio.
Il primo è il rapporto che avrà l'intelligenza artificiale con il machine learning, perché l'impatto sarà estremamente rilevante, infatti avremo una personalizzazione avanzata, cioè l'intelligenza artificiale analizzerà comportamenti, preferenze, dati di acquisto per offrire esperienze iperpersonalizzate, come abbiamo le raccomandazioni di prodotto,
l'e-mail marketing su misura, ecc.
Già ora ce ne sono e se ne creeranno ancora di più e miglioreranno i chatbot intelligenti, assistenti virtuali quindi attivi 24/7 capaci di comprendere contesto, tono e intenzione.
Avremo sempre di più previsione della domanda e ottimizzazione delle scorte con modelli predittivi che gestiranno l'inventario anche in modo più efficiente rispetto ad ora, sistemi di dynamic pricing, ossia prezzi dinamici in tempo reale basati sulla concorrenza, sulla disponibilità, sulla stagionalità e anche il comportamento dell'utente.
E da un'altra parte, se questo appunto è il primo punto, intelligenza artificiale e machine learning, dall'altra è l'automatizzazione e il marketing predittivo, con la creazione di funnel di vendita automatizzati ed intelligente, in grado di anticipare i bisogni di ogni cliente, e dall'altra con campagne di remarketing basate su modelli comportamentali predittivi
che quindi anticipano quello che sarà il comportamento dell'utente, o almeno lo fanno nella maniera più precisa possibile.
Quindi sì, mi sento di concentrarmi su questi due aspetti.
Ma quindi diventerà un mercato ancora più competitivo perché ovviamente questi strumenti li potranno avere a disposizione i vostri clienti ma anche tantissimi altri e-commerce?
Per dire che diventerà un mercato più competitivo bisognerebbe capire quante più realtà si metteranno nel mercato, perché un mercato è più competitivo non tanto quando si hanno più insight, ma quando ci sono più competitor.
Io più che altro non mi soffermerei sul fatto che ci saranno più competitor, perché sì sicuramente qualcuno sarà più portato a prendere decisioni di un certo tipo a livello digitale, ma io mi focalizzerai sul fatto che avremo più insight, avremo la possibilità di andare più a fondo nelle decisioni strategiche delle attività di marketing su tutte le piattaforme,
si avrà una maggiore interazione o visibilità sull'interazione e la complementarietà delle piattaforme e quindi diciamo più che competitività direi che si avranno e si avrà la possibilità di fare strategie molto più accurate.
Sì più precise quindi rispondere ancora di più all'esigenza del mercato e ovviamente anche a quella del singolo consumatore poi alla fine l'obiettivo finale è quello fornire un prodotto ad un prezzo che è corretto per quel mercato.
Sì sì sì sì assolutamente direi che forse avrà la sensazione di un mercato più competitivo il business che non sarà capace di adattarsi al meglio ai progetti, ai processi dell'intelligenza artificiale questo sì che avrà questa sensazione perché sennò sarà uno sviluppo un miglioramento delle delle analisi predittive.
Sì quindi bisogna per forza di cose innovare ecco e stare al passo coi tempi anche da questo punto di vista perché come dici sennò appunto i competitor diventano molto molto più precisi di quello che potrebbe essere un altro e-commerce.
Assolutamente.
Va bene allora e grazie Andrea per averci raccontato anche questo aspetto sicuramente molto interessante e non sempre noto del mondo del marketing e della vendita online appunto di quello che appunto... come in ogni settore rappresentano i dati e più in generale la tecnologia. Alla prossima.
Grazie a voi, un piacere. Alla prossima.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia. Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio. Per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, seguiteci su Instagram a @dentrolatecnologia
dove durante la settimana pubblichiamo notizie e approfondimenti. In qualsiasi caso nella descrizione della puntata troverete tutti i nostri social. Se trovate interessante il podcast condividetelo che per noi è un ottimo modo per crescere e non dimenticate di farci pubblicità.
Noi ci sentiamo la settimana prossima.