
In questa seconda puntata estiva Matteo Gallo, autore del podcast, parlerà del Commercial Crew Program di Boeing e delle problematiche legate alla progettazione e produzione della navicella spaziale Starliner.
La programmazione regolare riprenderà a Settembre.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Nella seconda puntata dell'edizione estiva Matteo Gallo, autore del podcast, parlerà del Commercial Crew Program di Boeing e delle problematiche legate alla progettazione e produzione della navicella spaziale Starliner.
Da quando la NASA decise di mandare in pensione lo Space Shuttle nel 2010, si iniziò subito a pensare alle possibili alternative per spedire gli astronauti nello spazio verso la stazione spaziale internazionale, senza dipendere dai mezzi dell'Agenzia Spaziale Russa.
Per avere più alternative, senza dunque affidarsi ad una singola società, la NASA nel 2012 annunciò il Commercial Crew Program, affidando a Boeing e a SpaceX la progettazione e la realizzazione di due capsule spaziali per l'equipaggio, la Crew Dragon e appunto la Starliner.
Questa scelta arrivò dopo un'attenta selezione di due anni, alla fine della quale la NASA decretò i progetti delle due aziende come i più affidabili tra le diverse opzioni, decidendo dunque di finanziarli affinché fossero in grado di spedire persone verso lo spazio a partire dal 2017.
Per questo programma, NASA assegnò a Boeing 4,2 miliardi di dollari, mentre a SpaceX un totale di 2,6, in modo tale da coprire le spese di progettazione, costruzione, test e delle prime sei missioni operative, per un totale di 12 complessive.
Ma come spesso accade nel settore aerospaziale, anche questi due programmi hanno subito notevoli ritardi prima di entrare in servizio.
Infatti nel 2020, dopo tre anni della scadenza, solo SpaceX è riuscita a terminare il progetto e per tali ragioni la NASA decise di estendere ulteriormente il contratto con l'Agenzia di Musk per altre otto missioni.
Dall'altra parte, Boeing, dopo aver richiesto ulteriori fondi dalla NASA e aggiungendo un'altro miliardo e mezzo di tasca propria, è arrivata al primo lancio con equipaggio con quattro anni di ritardo in più rispetto a SpaceX e con un’innumerevole serie di problemi che ne hanno decretato il fallimento in questa prima missione con astronauti.
Ma cosa è andato storto nel programma Starliner? Secondo il giornalista Eric Berger della rivista scientifica "Ars Technica", i problemi sono stati di varia natura, includendo sia la parte relativa alla progettazione stessa, che il business model ha dotato nei confronti dei contratti stipulati con la NASA.
Trattandosi infatti di contratti a fondo fisso, Boeing ha valutato che ogni dollaro risparmiato equivalesse a un dollaro guadagnato, perciò durante i primi anni di progettazione e produzione i dirigenti del progetto di Boeing sono andati a tagliare fondi nei settori sbagliati.
Una clausola dei contratti a fondo fisso di questo tipo prevede inoltre che lo sblocco dei fondi avvenga per tappe intermedie, dove ognuna delle quali può essere superata solamente effettuando dei test e dei controlli rigorosi.
Boeing perciò ha ritenuto indispensabile andare a ridurre la quantità dei controlli così da sbloccare i finanziamenti progressivamente, per poi effettuare un controllo complessivo finale riducendo così i costi in generale.
La domanda che a questo punto sorge spontanea è: come mai la NASA ha permesso a Boeing di agire in questo modo? E qui entra in gioco un altro colpevole di questa vicenda, ovvero la NASA stessa.
Lo stesso giornalista che abbiamo citato poco fa ha infatti attribuito alla NASA la colpa, per modo di dire, di aver lasciato a Boeing troppa carta bianca nello sviluppo complessivo di Starliner, forte anche dell'esperienza acquisita nei decenni precedenti nei diversi programmi spaziali come quello Apollo e dello Space Shuttle.
Al contrario, la NASA ha preferito supportare maggiormente lo sviluppo della Crew Dragon, essendo SpaceX un'azienda relativamente più inesperta nel settore aerospaziale rispetto a Boeing.
Resta il fatto che l'approccio economico adottato da Boeing per lo sviluppo della Starliner non è stato un caso sporadico, anzi, ha persino coinvolto il settore dell'aviazione civile, con l'interdizione al volo del Boeing 737 MAX nel 2019, dopo i due incidenti aerei che hanno portato la morte di oltre 300 persone nell'arco di soli cinque mesi.
Brevemente, le ragioni che hanno portato i due 737 a schiantarsi sono stati causati dall'MCAS, un nuovo sistema automatico montato su tutte le versioni MAX dei 737 per correggere un problema di stallo causato dal diverso posizionamento dei nuovi motori sulle ali.
Questo sistema, infatti, era pensato per prendere il controllo del velivolo nel momento in cui fosse rilevato un'eccessiva inclinazione dell'aereo, andando a correggere la posizione in maniera automatica.
Nei due noti incidenti si è verificato invece un guasto ai sensori per il rilevamento dell'angolo di incidenza, portando l'MCAS a correggere un'inclinazione dell'aereo che non andava corretta.
Il fatto sta che in quel periodo i piloti non avrebbero potuto nulla per evitare la tragedia, perché l'MCAS bypassava il controllo manuale dei piloti, i quali inoltre non erano nemmeno informati sull'esistenza di questo dispositivo sui 737 MAX.
Perché Boeing, conscia del fatto che questa nuova versione fosse completamente uguale agli altri 737, ha pensato di risparmiare andando a tagliare ore di retraining per i piloti.
Perciò questo approccio particolarmente negligente da parte di Boeing è stato il motivo principale degli innumerevoli ritardi e rinvii che ha subito il lancio della Starliner, la quale, nel momento in cui stiamo realizzando questa puntata, si trova ancora sulla stazione spaziale internazionale da quasi 2 mesi.
E considerando gli innumerevoli imprevisti avvenuti sia nella fase di realizzazione che persino nella fase di attracco alla stazione spaziale, oggi tutti noi ci stiamo interrogando su quale potrebbe essere il futuro del Commercial Crew Program di Boeing.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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