
Nella quinta e ultima puntata dell'edizione estiva Matteo Gallo farà il punto della situazione in merito allo stato di alcune delle missioni spaziali più recenti, coprendo il ritorno della prima Crew Dragon con equipaggio di SpaceX, per poi passare alla missione che porterà entro il prossimo anno il rover Perseverance su Marte.
La programmazione regolare riprenderà a Settembre.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host Davide Fasoli.
In questa quinta e ultima puntata dell'edizione estiva, Matteo Gallo farà il punto della situazione in merito allo stato di avanzamento di alcune delle missioni spaziali più recenti.
Nella puntata Destinazione Marte ne avevamo seguito la partenza, oggi dopo ben due mesi ne raccontiamo lo storico ritorno.
La missione Demo-2 con l'ammaraggio nel golfo del Messico avvenuto lo scorso 1 agosto alle 20.48 ore italiane si è conclusa con successo e dopo una permanenza di due mesi all'interno della stazione spaziale internazionale, la capsula Crew Dragon ha riportato finalmente a casa i due astronauti statunitensi Bob Behnken e Doug Hurley.
Dell'importanza della missione di SpaceX e NASA ne avevamo già parlato nella puntata del 30 maggio, affrontando tra gli altri argomenti a tema spazio anche l'impatto a livello storico e culturale della missione Demo-2.
Gli Stati Uniti infatti, dopo l'ultimo viaggio dello Space Shuttle avvenuto nel 2011, sono tornati a lanciare sul suolo americano grazie all'appoggio della compagnia spaziale privata di Elon Musk, sancendo, si spera, a titolo definitivo, l'indipendenza dalle ormai vecchie Soyuz Russe.
Per di più non accadeva dal 1975, ovvero dalla conclusione delle missioni Apollo-Soyuz, che gli astronauti tornassero a casa con questa procedura divenuta celebre grazie al programma Apollo dedicato interamente alla conquista della Luna.
Dal 1982 infatti, con l'avvento dello Space Shuttle, ossia dei particolari veicoli riutilizzabili ed essenziali per la costruzione della stessa stazione spaziale internazionale, il rientro avveniva in questo caso su una pista d'atterraggio con procedure piuttosto simili a quelle degli aerei.
Oggi però non ci focalizzeremo esclusivamente sulla missione Demo-2, dal momento che NASA, questa volta senza l'aiuto di altre compagnie spaziali, ha lanciato lo scorso 30 luglio il rover Perseverance, destinato ad atterrare sul suolo marziano il prossimo febbraio.
Per quanto riguarda il nome del nuovo rover, come molti potrebbero pensare, non deriva da NASA stessa, bensì da un concorso promosso dalla stessa agenzia spaziale, rivolto a tutti gli studenti americani appartenenti ad ogni fascia di età.
Tuttavia non si tratta di una novità relativa al lancio di questo particolare rover.
Già dal 1997 infatti, con la missione Pathfinder, NASA si rivolse per la prima volta ai ragazzi statunitensi per decidere il nome del piccolo robottino che sarebbe successivamente partito verso Marte.
Anche in questi due anni dunque, relativamente alla missione Mars 2020, che coinvolge il rover Perseverance, sono state raccolte ben 28.000 proposte, ognuna accompagnata da un breve testo che ne giustifica il nome.
Tra tutti i candidati sono emersi 155 semifinalisti, tra cui ovviamente anche il vincitore, ovvero un ragazzo appartenente alle scuole medie dello stato della Virginia, che ha avuto l'onore di poter battezzare uno dei rover più importanti della storia dell'esplorazione marziana.
Ma la questione non finisce qui, perché i 155 nomi dei ragazzi semifinalisti sono stati inseriti all'interno di un microchip che volerà verso Marte insieme al rover Perseverance.
Eppure, tutti questi ragazzi non viaggeranno da soli, perché ad accompagnarli ci saranno i nomi di altre 11 milioni di persone che hanno partecipato alla campagna Send Your Name to Mars, tra i quali risulta anche l'autore di Inside, Luca Martinelli.
Tutti questi nomi sono stati inseriti come accennato in precedenza all'interno di un microchip, posizionato su una lastra decorata da un'incisione laser che raffigura la Terra e Marte uniti dai raggi del Sole.
Per quanto riguarda invece l'obiettivo del nuovo rover, dalle dimensioni simili a quelle di un SUV, sarà quello di aiutare gli scienziati a rispondere ad una semplice ma fondamentale domanda.
C'era vita sul pianeta rosso? Per fare ciò Perseverance si affiancherà a Curiosity, un rover molto simile a quello appena lanciato da Cape Canaveral, un operativo su Marte dal 6 agosto 2012.
Tuttavia, il nuovo rover lanciato da NASA si stabilizzerà su una zona specifica del pianeta rosso, corrispondente ad un particolare cratere in cui si ritiene che un tempo da quella zona passasse un fiume che sforzava poi in un lago.
Una scelta non casuale poiché grazie alle osservazioni delle sonde che orbitano intorno al pianeta, si ritiene che quella zona possa essere il luogo ideale per ricercare tracce fossili di forme di vita primitive.
Raggiunto quindi il cratere, denominato Jezero, Perseverance inizierà a prelevare campioni contenenti elementi chimici o molecole composte da carbonio e idrogeno, corrispondenti agli ingredienti base della vita.
La missione tuttavia non terminerà qui.
Dopo aver riempito al meno venti delle 43 provette inviate su Marte insieme a Perseverance, NASA, questa volta in collaborazione con ESA, ovvero l'Agenzia Spaziale Europea, dovrà studiare un modo per poter recuperare i campioni prelevati dalla rover.
Questa seconda fase della missione è ancora più complessa, dal momento che, nella storia delle missioni spaziali, non è mai stato tentato un recupero di campioni provenienti dal suolo marziano.
L'idea delle due agenzie è quindi quella di inviare in un futuro un nuovo rover che si occuperà esclusivamente del recupero dei campioni, per poi caricarli su un piccolo razzo che li invierà a sua volta ad una sonda in orbita intorno a Marte.
A questo punto, in quest'ultima fase della missione, i campioni verranno prima intercettati e successivamente spediti verso la Terra per diventare poi oggetto di studi più complessi e precisi rispetto a quelli che avvengono in loco su Marte.
Tornando ora alle fasi preliminari della missione, Perseverance nelle prime fasi di ricerca verrà assistito da Ingenuity, ovvero un piccolo drone che avrà il compito di inaugurare i voli su Marte.
In questo caso, però, più che un supporto al rover stesso, si tratta di un esperimento scientifico pensato per verificare se sia possibile far volare droni su Marte, nonostante la sua atmosfera piuttosto orare fatta.
Il successo di questa missione nella missione porterà poi allo sviluppo di droni più complessi che verranno utilizzati in un futuro per accelerare e aumentare le distanze degli spostamenti delle apparecchiature presenti sul pianeta rosso.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
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