
Nella Gig economy si lavora on demand. Ovvero solo quando c’è la necessità delle nostre competenze e delle nostre abilità. I riders di Just Eat o i drivers di Uber, sono chiari esempi di queste figure professionali. Il problema della Gig economy è che i datori di lavoro possono disporre quasi liberamente dei lavoratori, i quali vista la crisi, stanno sfruttando le opportunità occupazionali anche se molto saltuarie, offerte da siti, app e piattaforme web.
Prima parleremo di Whatsapp Pay, di pannelli fotovoltaici che producono energia anche durante le ore buie e infine di smartwatch che analizzando il sudore permettono di ottenere informazioni su diversi parametri.




Brani
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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Nella puntata di oggi, dopo l'immancabile spazio dedicato alle notizie della settimana in ambito tech, parleremo di gig economy, parola che spesso si sente ma che altrettanto spesso è difficile da riferire a qualcosa di concreto e tangibile.
Nello specifico parleremo di riders, corrieri e di come il mondo del lavoro si è arrivato ad una radicale e per nulla positiva rivoluzione.
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sta arrivando Whatsapp Pay.
E no, non si tratta dell'ennesima funzionalità in stile dark mode introdotta per stare al passo con Telegram.
Questa volta Whatsapp fa sul serio.
Mark Zuckerberg, durante la presentazione dei risultati finanziari di Facebook, ha annunciato che i pagamenti digitali mediati da Whatsapp arriveranno molto presto, entro sei mesi massimo.
E tra gli stati che avranno accesso anticipato al servizio, pare che vi sia anche l'Italia.
In ogni caso non si tratta di una novità.
Whatsapp Pay, infatti, potrebbe somigliare molto alla stessa funzionalità disponibile sull'app cinese WeChat, nettamente più avanti rispetto alla concorrenza nel settore dei pagamenti.
La versione di Zuckerberg, invece, ha trovato spazio solamente nel 2018, in seguito all'approvazione per testare Whatsapp Pay con un milione di persone in India.
Ma come funzioneranno i pagamenti su Whatsapp? La risposta è piuttosto semplice.
Basterà infatti collegare al proprio account Whatsapp una carta di credito o un conto corrente, per poter iniziare a usufruire del servizio.
La modalità di trasmissione del denaro si base invece sui network peer-to-peer.
Senza addentrarci troppo nella questione, basta sapere che i due telefoni che andranno a cedere ed acquisire denaro si connetteranno direttamente tra loro, senza interagire con nessun altro server o dispositivo, come quando qualche anno fa connettevamo lo smartphone al PC tramite USB per importare o esportare brani musicali.
Concettualmente il funzionamento è molto simile.
Tornando al concetto di partenza, però, Whatsapp Pay potrebbe davvero stravolgere il mondo dei pagamenti digitali.
Whatsapp Pay verrà implementata sulla stessa applicazione, e non a parte, quindi chiunque utilizzi.
Whatsapp non potrà fare a meno di provarla.
I vantaggi legati al nuovo aggiornamento saranno rivoluzionari.
Quante volte in compagnia di amici è sorto il problema dei pagamenti separati? Ogni qual volta si debba fare un pagamento, sorge questo problema e spesso venirne a capo comporta nella maggior parte dei casi un disagio per chi deve pagare, ma anche per chi deve ricevere il pagamento.
Con Whatsapp Pay il problema verrà completamente risolto.
Con il nuovo aggiornamento sarà possibile comprimere in un unico pagamento, agevolando lo stesso esercente ad accettare il pagamento con carta.
Quindi, seppur non direttamente, Whatsapp Pay incentiverà sicuramente il pagamento digitale da questo punto di vista.
Zuckerberg ha inoltre sottolineato che scambiare denaro con Whatsapp Pay sarà facile tanto quanto inviare una banalissima foto.
È evidente quindi che ormai, al giorno d'oggi, è più facile pagare con smartphone piuttosto che con il contante.
Anche perché la sicurezza, da questo ultimo punto di vista, è piuttosto labile, dal momento che i furti in generale riguardano principalmente il denaro liquido, per non parlare poi dei problemi legati all'evasione fiscale dovuti al mancato rilascio della fattura.
Noi non smetteremo mai di sostenere questa strada e siamo certi che Whatsapp Pay potrà davvero rivoluzionare e avvantaggiare la pratica del pagamento condiviso.
Tra le fonti di energia rinnovabile, quella fotovoltaica è sicuramente la più sfruttata e con più potenziale, in quanto i pannelli possono essere installati ovunque arrivi la luce del sole.
Viene quindi logico pensare che questa tecnologia diventi inutilizzabile durante le giornate nuvolose, durante la notte o comunque quando non sono presenti le condizioni ottimali.
A questo limite sta lavorando l'Università della California, che ha recentemente annunciato la possibilità di realizzare dei pannelli solari che funzionano anche di notte.
Se di giorno infatti questa tecnologia sfrutta la luce del sole per produrre energia, di notte viene sfruttato il calore che naturalmente la terra rilascia verso lo spazio.
Si può pensare che durante le ore di buio il nostro pianeta si comporti allo stesso modo del sole, rilasciando raggi infrarossi che vengono raccolti dalla cella fotovoltaica.
La stima e l'obiettivo dell'Università della California è quello di produrre almeno il 25% dell'energia prodotta durante il giorno.
Chissà se questa tecnologia riuscirà a dare una spinta all'utilizzo delle fonti rinnovabili o, come in tante ricerche, rimarrà solo in fase prototipale senza mai venire alla luce.
Misurare la propria salute attraverso il sudore con una tecnologia portatile e affidabile.
Questa è la nuova tecnologia in sviluppo da parte degli ingegneri della North Carolina State University.
L'obiettivo è quello di realizzare un dispositivo grande quanto uno smartwatch che, attraverso una striscia sostituibile, riesce a raccogliere il sudore e analizzare diversi parametri come pH, glucosio, temperatura e acido lattico, sostituendo una serie di apparecchiature di analisi che normalmente occuperebbero una stanza.
Le potenzialità ai campi di applicazione sono molteplici, dal monitoraggio dei pazienti con problemi di salute alla misurazione dell'attività sportiva, come gli allenamenti militari o atletici, in modo da migliorarne le prestazioni o individuare eventuali problemi prima che diventino critici.
Il prodotto è già in fase prototipale e il gruppo di ricerca sta effettuando dei test per verificarne l'affidabilità nel tempo e in diverse condizioni.
Il costo di produzione del dispositivo sarebbe una decina di dollari, mentre le strisce sostituibili potranno essere comprate tranquillamente in farmacia.
L'università sta già cercando un'azienda disponibile alla produzione su larga scala del dispositivo, che in futuro potrebbe essere integrato negli smartwatch per realizzare dispositivi sempre più efficienti e sempre più incentrati al monitoraggio del benessere delle persone.
Avete mai sentito parlare di corrieri, riders o di caporalato digitale? In questa seconda metà della puntata parleremo di gig economy e delle condizioni di lavoro che si stanno creando per alcune fasce della popolazione.
Nella gig economy si lavora on demand, ovvero solo quando c'è la necessità delle nostre competenze e delle nostre abilità.
I riders di Just It e i drivers di Uber sono chiari esempi di figure professionali all'interno della gig economy.
Si tratta del trionfo dei lavoretti, fino a poco tempo fa una situazione lavorativa del genere non sarebbe stata considerata una buona opzione economica e invece, vista la crisi del lavoro, al momento molte persone stanno sfruttando le opportunità occupazionali, anche se molto saltuari, offerte da siti, app e piattaforme web.
Il problema della gig economy è che i datori di lavoro possono disporre quasi liberamente dei lavoratori, visto che sono dei finti lavoratori autonomi sui quali i datori non hanno nessuna responsabilità.
Quindi se il lavoratore decide di andare in vacanza perde soldi e se si ammala perde soldi.
Due terzi dei posti di lavoro creati nei passati dieci anni sono precari e tanto per fare un esempio la maggior parte delle famiglie in povertà nel Regno Unito lavora nel settore della gig economy.
Le persone danno la colpa alla tecnologia, ma la tecnologia di per sé è neutrale, bisogna vedere chi la controlla, dovrebbe essere utilizzata per migliorare la nostra vita, ma in alcuni casi è usata per distruggere la vita dei lavoratori.
Se da una parte le aziende come Amazon si avvantaggiano di queste condizioni, dall'altra non si può nemmeno colpevolizzare il cliente che fisiologicamente tenderà a comprare dove il prezzo è inferiore.
Al pari dei corrieri vi sono anche i fattorini, oggi meglio conosciuti come Riders, che lavorano per app come Glovo, Just It, Deliveroo o Uber Eats.
I Riders sono sempre di più, solo quelli di Deliveroo sono aumentati di 6 volte rispetto al 2017 e da una ricerca dell'Università di Milano la maggior parte dei Riders del capoluogo Lombardo lavorano più di 40 ore settimanali, un Rider su 3 lavora più di 50 ore e gli stranieri sono la maggioranza, il 61%.
Nel frattempo si è sviluppato un fenomeno molto serio chiamato caporalato digitale 2.0.
Alcuni stranieri senza documenti lavorano e dividono la paga con il proprio caporale.
Il caporale digitale mette a disposizione il proprio profilo a una persona non regolare trattenendo una percentuale del guadagno più o meno alta e di fatto approfittando di chi veramente ha bisogno.
Ma l'esplosione di questo tipo di lavori on demand ha generato anche per i fattorini regolari una serie di problemi che in alcuni casi paradossalmente pur di lavorare devono comprare gli slot di disponibilità dagli altri Riders.
Infatti il datore di lavoro non impone delle ore ai Riders ma mette a disposizione delle fasce orarie prenotabili, gli slot appunto, nelle quali tutti i fattorini registrati possono decidere di prenotarsi o meno e questo se da una parte dà una grande libertà dall'altra però porta a degli abusi.
Fino a quando non ci sarà un contratto che offra e dà le garanzie al meccanismo dell'organizzazione del lavoro tutto il rischio di impresa sarà scaricato sul singolo.
Dal 2 novembre scorso il Decreto per migliorare la vita dei Riders legge e prevede più tutele per tutti i lavoratori, l'obbligatorietà dell'assicurazione sugli infortuni sul lavoro, l'obbligo di mettere il contratto per iscritto, la maggior azione della retribuzione in caso di condizioni climatiche avverse e l'istituzione di una paga minima oraria.
Si tratta però di una legge che entrerà in vigore solo tra un anno e le aziende hanno dodici mesi per contrattare con le parti sociali per assurdo e le piattaforme per difendersi hanno incentivato la formazione di sindacati di lavoratori che non vogliono nessun diritto.
I lavoratori italiani che usano le piattaforme digitali secondo un rapporto dell'INPS del 2018 sono circa 700 mila, di questi solo il 12% sono Riders, mentre fra gli altri ci sono anche i personal shopper che lavorano per aziende come l'Italiana Supermercato 24 che permette la consegna a casa della spesa anche entro un'ora.
In tutti questi casi il cliente ha diritto a lasciare un feedback al fattorino, feedback che viene preso in considerazione dall'algoritmo e pregiudica la sua valutazione.
Questo al lato pratico significa che i lavoratori con un voto più basso verranno assegnati dall'algoritmo a ordini scomodi e ad essere rimbalzati da un negozio all'altro.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia, spero che questa nuova veste di approfondimento un po più sociale della seconda parte della puntata vi possa piacere, perché alla fine la nostra prospettiva sul mondo della tecnologia non è una mera analisi materiale, ma sono convinto che si possa parlare del mondo tech a 360 gradi, perché come dicevo ormai qualche mese fa nella prima puntata, volendo o non volendo, la tecnologia influenza e condiziona quotidianamente la nostra esistenza.
Io ringrazio come sempre la redazione che ogni sabato mattina ci permette di pubblicare un nuovo episodio, per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, visitate il nostro sito dentrolatecnologia.it e non dimenticate di farci pubblicità, noi ci sentiamo la settimana prossima, ciao a tutti.