
Avremo ancora bisogno di musicisti? L'utilizzo della tecnologia nelle forme d'arte più creative come la musica, ha stravolto completamente l'approccio che abbiamo con essa. Fino a metà del 1900, fare arte era prerogativa dell'essere umano, mentre gli ultimi decenni hanno visto diversi esempi di come l'intelligenza artificiale è riuscita a realizzare dei brani inesistenti e in totale autonomia, e non basta, la tecnologia sta anche plasmando anche l'aspetto degli eventi dal vivo. Alcuni esempi di musica realizzata con l'intelligenza artificiale sono gli album "Hello World" di SKYGGE, "Genesis", realizzato dal software AIVA e "I AM AI" di Taryn Southern.
Prima di parlare di musica dedicheremo il solito spazio alle notizie partendo dall’autonomia della prossima Tesla Model Y, dell’impatto del Coronavirus sul mondo della produzione tecnologica e infine dei nuovi Samsung Galaxy S20, S20 Ultra e del nuovo pieghevole Samsung Galaxy Z Flip.





Brani
• Ecstasy by Rabbit Theft
• Never Get Old by Steve Hartz
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host Davide Fasoli.
Iniziamo subito con una velocissima notizia, ovvero WhatsApp ha raggiunto i 2 miliardi di utenti, cifra incredibile ed ennesima prova di quanto ormai la comunicazione digitale sia predominante.
Nella puntata di oggi però parleremo di musica e di come l'intelligenza artificiale possa essere in grado di produrre in autonomia degli interi brani.
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Tesla aveva confermato ormai due settimane fa che il SUV Model Y sarebbe arrivato prima e con un'autonomia migliorata.
Adesso arriva anche la conferma da parte dell'EPA, l'Empire Mental Protection Agency, che certifica ai circa 506 km percorribili con una singola ricarica.
Model Y diventa così il SUV compatto a trazione elettrica più efficiente del mercato USA.
Facendo un confronto con l'efficienza energetica paragonata a quella dei veicoli tradizionali a combustione ed elettrici, Model Y in versione Performance è più efficiente anche di qualsiasi modello di Model 3 Performance, oltre che di altre elettriche come Hyundai Kona e Audi e-Tron.
Per quello che ne sappiamo, Model Y e Model Y hanno lo stesso gruppo propulsore e la stessa tecnologia di batteria, quindi è ignoto come sebbene che il SUV sia più ingombrante, riesca ad essere più efficiente.
Gli effetti negativi del nuovo coronavirus riguardo l'industria della tecnologia non sembrano volersi arrestare.
Recentemente sono arrivate le prime rinunce dei più grandi produttori di dispositivi elettronici alle principali fiere di tecnologia di febbraio.
Per esempio, a Lise di Amsterdam hanno rinunciato già LG e il 20% degli espositori cinesi e sembra che presto arriverà anche la conferma da parte di Samsung e Sharp.
Anche se le fiere rimangono per la maggior parte confermate, lo stesso non si può dire del Mobile World Congress di Barcellona che recentemente è stata cancellata definitivamente a causa del virus.
In ogni caso il problema più rilevante riguarda l'ambito produttivo, in particolare il settore dell'elettronica di consumo e professionale.
Attualmente infatti molti degli stabilimenti più importanti in Cina sono chiusi per mancanza di mano d'opera, quindi il rischio principale è che entro i primi di aprile i magazzini possano rimanere a corto di merci.
La preoccupazione principale è che gli operai che dovrebbero tornare a disposizione dopo la conclusione delle ferie per il capodanno cinese possano essere minori del previsto, causando di conseguenza rallentamenti dal punto di vista produttivo, se non un arresto completo della produzione nel peggiore dei casi.
È stato presentato il nuovo Samsung Galaxy S20 ed è diviso in ben tre modelli, ognuno dei quali possiede connettività 5G e 4G.
Le differenze principali tra i nuovi modelli consistono principalmente nelle dimensioni dello schermo, che corrispondono in ordine crescente per fascia di prezzo a 6.2x S20, a 6.7x S20+, e infine a 6.9x S20 Ultra.
Questa ultima è la versione più completa che include un sensore da ben 108 megapixel, nettamente superiore ai due sensori da 12 megapixel nelle versioni meno costose.
Il nuovo Samsung S20 offre anche la possibilità di registrare video fino in 8K, grazie al teleobiettivo da 64 megapixel.
Sicuramente la qualità 8K offre definizione superlativa, ma bisogna tenere in considerazione anche il costo in termini di archiviazione.
Samsung ha infatti spiegato che un singolo minuto in registrazione 8K occuperà circa 600 megabyte di memoria, con la possibilità però di riprendere fino a un massimo di 5 minuti.
Passando ora alla seconda novità oltre ai nuovi Galaxy S20, Samsung ha anche presentato il nuovo pieghevole Galaxy Z Flip, proponendo un form factor diverso da Galaxy Fold.
Invece di uno smartphone che diventa un tablet, questa volta l'azienda sud coreana ha deciso di rendere lo Z Flip pieghevole in due, guadagnando sicuramente in fatto di comodità, dal momento che può essere tenuto facilmente in tasca senza occupare alcun tipo di ingombro.
A differenza del Motorola Razr, di cui abbiamo parlato qualche mese fa, il Galaxy Z Flip possiede caratteristiche davvero top di gamma, a partire dal processore, uno Snapdragon 855 Plus, integrato con 8 gb di memoria RAM e 256 gb di spazio di archiviazione.
Il comparto fotografico monta invece un sensore principale da 12 megapixel, con ottica grandangolare e un sensore frontale da 10 megapixel, con la possibilità di registrare in 4K a 60 frame al secondo.
Avremo ancora bisogno di musicisti? Ad una settimana dalla conclusione della settantesima edizione del Festival della Musica di Sanremo è una domanda molto attuale da porci.
Un quesito un po provocatorio, certo, ma che può essere uno spunto di riflessione per quello che è l'enorme cambiamento che stiamo vivendo in questi anni.
L'utilizzo della tecnologia nelle forme d'arte più creative come la musica ha infatti stravolto completamente l'approccio che abbiamo con essa e se fino a metà del XX secolo fare arte e rap prerogativa dell'essere umano, gli ultimi decenni hanno visto diversi esempi di come l'intelligenza artificiale, ovvero il computer, è riuscito a realizzare dei brani inesistenti e in totale autonomia.
Il primo esempio di utilizzo in ambito artistico dell'intelligenza artificiale risale al 1958 con la composizione di Iliac Suite sullo stile dei corali di Bach.
Dopo questo esperimento non si hanno più notizie di intelligenza artificiale collegata alla musica fino al 2016.
In quest'anno Sony ha infatti sviluppato il software Flow Machines che ha realizzato un brano basandosi sulle canzoni dei Beatles.
A gennaio 2018 viene poi pubblicato Hello World, il primo album interamente scritto e composto da Flow Machines e coordinato da un compositore francese.
Hello World è molto differenziato passando da brani dance a brani più pop, tutti che suonano sorprendentemente bene, ad eccezione di alcuni punti in cui ci si può effettivamente accorgere di una certa artificialità.
Sempre nel 2016 una startup di Lussemburgo lancia AIVA specializzata nella realizzazione e composizione di musica classica e sinfonica e per la prima volta è scritta ad una società di gestione dei diritti d'autore come la CIA.
Il funzionamento è piuttosto semplice, il software analizzando migliaia di brani preesistenti e digitalizzati riesce a creare un modello matematico in grado di produrre partiture nuove.
Dopo un feedback umano che approva o meno il risultato il computer riesce ad apprendere dagli errori fornendo ogni volta dei risultati via via sempre migliori.
Le composizioni così realizzate possono poi essere suonate da un'orchestra o affidate ad altri software di studio virtuale.
Ad oggi AIVA ha pubblicato due album Genesis e Among the Stars che sfidare chiunque a notare la differenza con un'opera umana.
Nel 2018 invece l'attrice Taryn Southern debutta con l'album pop I AM AI composto e prodotto dal programma open source Amper mentre la cantante si è limitata a prestare la propria voce.
Un uso più ampio dell'intelligenza artificiale in ambito musicale però lo vediamo in altri contesti.
L'avvento dei servizi come Spotify ha permesso di accedere a milioni di brani in qualsiasi momento da qualsiasi dispositivo senza dovere effettivamente possedere ingombranti CD o dischi in vinile che rimangono per lo più pezzi da esposizione o di stretta nicchia.
Queste piattaforme digitali analizzando i dati degli ascolti riescono dunque a proporci nuovi brani basati sulle nostre preferenze e sui nostri gusti personali.
Scelte mirate che potremmo gradire e che contemporaneamente potrebbero farci scoprire nuovi artisti fino a quel momento sconosciuti.
La tecnologia sta plasmando anche l'aspetto degli eventi dal vivo.
Grazie a maschere, guanti sensoriali e stanze apposite la realtà virtuale e la realtà aumentata riescono ad offrire esperienze completamente interattive.
I concerti quindi possono diventare personali e gli ascoltatori partecipanti attivi.
Grazie ai visori per la realtà virtuale che ormai sono accessibili da chiunque si può accedere a esperienze musicali ad hoc che vanno oltre il semplice ascolto portando lo spettatore in luoghi spettacolari o addirittura sul palco dell'evento rimanendo contemporaneamente in casa propria.
Parallelamente in eventi di musica dal vivo possono esibirsi sul palco artisti non fisicamente presenti o non più vivi grazie alla tecnologia olografica o a robot umanoidi.
Ovviamente questi sono scenari ancora lontani frutto nei prossimi anni di un profondo mutamento e riorganizzazione delle case discografiche.
Un artista virtuale infatti non avrebbe più bisogno di un tour o firma copie e potrebbe esibirsi dal vivo in migliaia di palchi contemporaneamente.
Una situazione che è stata in parte rappresentata in una delle ultime puntate della serie tv Black Mirror ma che forse per gli elementi che abbiamo oggi non è una realtà poi così utopistica come potrebbe sembrare.
Dunque tornando alla domanda iniziale, i musicisti e gli artisti in generale saranno ancora necessari? Secondo me nei prossimi decenni sicuramente sì.
Abbiamo visto che l'intelligenza artificiale per funzionare bene deve essere sempre supportata dall'intervento umano che ne guidi l'apprendimento.
Inoltre almeno per ora il fattore creativo rimane ancora una prerogativa della mente umana e un computer al massimo può creare qualcosa di nuovo ma comunque simile a qualcosa di preesistente.
Infine ciò che ha una macchina manca e non potrà mai avere né imitare è il fattore emotivo delle piccole sfumature che possono ogni volta trasmettere qualcosa di diverso.
Un calore umano indispensabile in un mondo dove la freddezza della tecnologia sta invadendo tutti gli aspetti della vita quotidiana.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Ci tenevo a precisare che senza dubbio la tecnologia nel settore della produzione artistica sta in qualsiasi caso diventando sempre più presente, ne abbiamo parlato oggi per quanto riguarda la musica, ma anche qualche settimana fa per quanto riguarda il mondo cinematografico, raccontando di The Irishman, l'ultimo gangster movie di Martin Scorsese e delle tecniche utilizzate per ringiovanire gli attori.
Se volete riascoltare quella parte, cercate l'episodio sopravvivere con il 2%.
Io ringrazio come sempre la redazione che ogni sabato mattina ci permette di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima, ciao a tutti.