
I dispositivi indossabili o wearable device, che includono smartwatch, visori per realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR) ed esoscheletri, sono in grado di supportare e rendere più sicuro il nostro organismo e la nostra esistenza. Questo sia in ambito sanitario e non, e che come effettiva estensione di noi stessi, ci consentono e ci consentiranno di compiere azioni fino a poco tempo fa concepibili solamente dalla fervida immaginazione degli sceneggiatori dei più famosi film di fantascienza.
Nello spazio dedicato alle notizie invece parleremo del ritorno a Roma dell’E-Prix di Formula E su un nuovo tracciato, dell’enorme furto di dati ai danni di Facebook ma soprattutto dei suoi utenti e infine dell’app Dov’è di Apple, che da oggi sarà in grado di trovare qualsiasi cosa.




Brani
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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parliamo di wearable devices, ovvero tutti quegli oggetti tecnologici come bracciali, visori e di esoscheletri che si interfacciano direttamente con il nostro corpo.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Ad un mese dall'esordio sul tracciato di DRI-A in Arabia Saudita, la settima stagione del campionato mondiale di Formula E elettrica torna oggi sabato 10 e domani, domenica 11 aprile, nel secondo turno di gara in cui i 24 piloti appartenenti a 12 team diversi si sfideranno nel nuovo tracciato dell'EPRIX di Formula E a Roma.
Il nuovo circuito cittadino, il secondo più lungo della stagione dopo il tracciato di Pechino, è situato nell'innovativa zona EUR di Roma, considerata, come afferma Alberto Sasso, presidente di Eur SpA, un vero e proprio luogo di innovazione che si rifà al modello di Smart City, del quale avevamo parlato insieme a Enel X la scorsa settimana, ed è composta da una rete di 2 km in fibra ottica, un innovativo sistema di controllo, 700 punti luce stradale con tecnologia adattiva full LED dotati di sensori per la raccolta di dati del traffico e ambientali, e tra le altre cose 30 stazioni di ricarica per auto elettriche, presenti ovviamente anche nel nuovo tracciato di Formula E.
In questi giorni ha fatto scalpore la notizia di un furto di dati ai danni di Facebook nel 2019.
Online, infatti, sono gratuitamente disponibili i dati personali di più di 533 milioni di utenti, di cui 36 milioni di utenti italiani.
La lista comprende nome, cognome, sesso, città, data di nascita, numero di cellulare e in alcuni casi anche l'e-mail.
Come dichiarato da Facebook, tuttavia, non si è trattato di un attacco ai suoi server.
Facciamo un po di chiarezza.
Nel 2016 Facebook introdusse una funzione che permetteva di cercare gli amici tramite il numero di telefono presente nella propria rubrica.
Agli hacker dunque è bastato semplicemente creare una lista di miliardi di numeri di telefono esistenti in on e, tramite le librerie proprio messe a disposizione da Facebook, è stato possibile associare milioni di questi numeri ai relativi proprietari, anche di account che su Facebook non esistono.
Una fuga di dati di cui Facebook non si dichiara colpevole.
Di fatto, però, anche a seguito di diverse segnalazioni, il social network ha lasciato aperta una falla nelle sue funzionalità, per la quale ora i dati di milioni di utenti sono disponibili a tutti.
L'applicazione "Dov'è" di Apple, che fino a qualche giorno fa permetteva di localizzare tutti i dispositivi del brand, anche senza una connessione a internet, abiliterà nel prossimo aggiornamento software questa funzionalità agli sviluppatori di hardware esterni, permettendo quindi di raccogliere in un'unica applicazione tutte le persone che hanno dato il consenso per essere localizzate, come i propri familiari, e anche gli oggetti abilitati o ai quali abbiamo associato un tracciatore di posizione.
Il motivo per cui non è necessaria una connessione a internet è possibile grazie alla Crowd Location, che utilizza il Bluetooth a bassa energia, in modo totalmente anonimo e sicuro, per segnalare la posizione di un oggetto a tutti gli altri dispositivi in ascolto, di chiunque presente in un range di 80 metri.
Il punto di forza dell'offerta di Apple sta nel fatto che più alto è il numero di persone che partecipano, migliori sono la precisione e il funzionamento.
Nei prossimi mesi il numero di dispositivi verrà ampliato e tanti altri partner sono pronti ad aggiungere ai loro dispositivi la funzione Dov'è tramite aggiornamento o sui nuovi prodotti.
Quando si fa riferimento al concetto di salute, spesso si pensa immediatamente alla definizione intrinseca del termine, ovvero una condizione di benessere fisico e psichico dovuta a uno stato di perfetta funzionalità dell'organismo.
Parlando di salute, viene dunque naturale attribuire a questa situazione di equilibrio il merito alla sanità in generale, facendo spesso riferimento ad esempio a strutture ospedaliere, medici o alle cure stesse.
Eppure il ruolo che sta svolgendo la tecnologia in questi ultimi anni, sia nel settore di ricerca che in quello preventivo, viene spesso sminuito e accantonato, facendo dimenticare che in realtà sarà proprio grazie ad essa se un giorno riusciremo ad operare un paziente che si trova dall'altra parte del mondo, trapiantando magari un organo ricostruito con stampa 3D.
Ma di questo argomento ne riparleremo sicuramente in un'altra puntata, poiché oggi il nostro obiettivo sarà quello di analizzare nel dettaglio tutte quelle tecnologie indossabili in grado di rendere più sicuro il nostro organismo, sia in ambito sanitario e non, e che come effettiva estensione di noi stessi ci consentono e consentiranno di compiere azioni contestualizzabili solamente nei più famosi film di fantascienza.
Ma iniziamo partendo dalle basi.
Il mercato attuale dei wearable devices, i dispositivi indossabili, secondo quanto riportato dall'International Data Corporation, sta registrando una costante crescita in diversi paesi di tutto il mondo, per ragioni legate principalmente al calo generale dei prezzi delle tecnologie, alla stagionalità e sicuramente alla recente crisi sanitaria, che ha comportato una riduzione delle spese per viaggi, ristoranti e altre attività a scopo ricreativo a favore di prodotti elettronici di consumo.
In effetti, nell'ultimo trimestre del 2020, le spedizioni totali di dispositivi indossabili hanno raggiunto i 125 milioni di unità distribuite, in cui, tra le principali multinazionali che operano in ambito tech, troviamo leader come Apple, Samsung, Huawei, Xiaomi e così via.
Tuttavia, per riuscire a concretizzare il successo di questo fortunato settore, i cui numeri effettivamente potrebbero dire tutto e niente, è sufficiente analizzare le principali applicazioni che questi dispositivi sono in grado di fornire, nei vari contesti della vita reale.
Attualmente, infatti, grazie al progresso tecnologico si è passati in pochi anni, dall'utilizzo di ingombranti computer con ridotta potenza di calcolo, ad oggi in cui l'impiego di potenti strumenti portatili o indossabili è ormai la normalità.
Nel 2021, quindi, non ci si stupisce più di vedere un amico in grado di ascoltare la musica con cuffiette senza filo o con un orologio digitale al polso che al giorno d'oggi condivide molte più caratteristiche con uno smartphone.
Non a caso questi dispositivi, che vengono definiti appunto smartwatch, possiedono così tanti elementi tech che la semplice lettura dell'ora è forse la funzione meno incline al vero potenziale che possono garantire.
Anche perché, in riferimento all'aspetto tecnologico-sanitario introdotto a inizio puntata, le vere potenzialità che offrono gli smartwatch disponibili attualmente sul mercato consentono, tramite specifici sensori, di monitorare importanti parametri vitali come battito, frequenza cardiaca, livello di saturazione dell'ossigeno nel sangue, frequenza respiratoria, cicli del sonno e così via.
Ad un primo esame si tratta in effetti di parametri che forse per alcuni soggetti particolarmente in salute potrebbero risultare persino superflui, considerando il costo che comporta l'acquisto di uno strumento di questo tipo.
Ciò nonostante, se implichiamo nel nostro ragionamento anche la componente sportiva, emerge subito che il monitoraggio delle stesse funzioni, considerate inizialmente poco utili, diventa in questo caso un plus essenziale per il controllo generale dell'attività fisica.
Come è possibile? Semplice, il nostro orologio digitale, che in questo caso funge tra le altre cose anche da fitness tracker, tramite sensori per la rilevazione del battito, GPS e accelerometri, riesce in maniera più o meno precisa, a seconda del costo e del tipo di smartwatch, a stimare le calorie consumate durante l'attività, fornendo così dati essenziali a tutti coloro che intendono gestire efficacemente il carico d'allenamento.
Infine, tra le altre funzioni che hanno di fatto consolidato nel mercato questi dispositivi, troviamo la gestione attiva delle notifiche, la possibilità di pagare tramite NFC ed effettuare ricerche su internet.
In generale, poi, un appassionato di sport e naturalmente di tecnologia non si farebbe mai mancare oltre ad uno smartwatch nemmeno un paio di cuffie o auricolari wireless da abbinare al primo.
In questo modo, soprattutto se i due dispositivi rientrano nello stesso ecosistema, si arriverà ad aumentare l'efficienza comunicativa tra le due parti.
Ma nel 2021, il commercio dei dispositivi indossabili non ricopre solamente la parte di mercato relativa al campo sanitario e sportivo.
Recentemente, infatti, stanno prendendo sempre più piede anche in ambito videoludico, complessi strumenti che permettono ai giocatori di immergersi a 360° nella realtà proposta dal videogame.
Interfacciandosi nel mondo simulato attraverso dei classici controller o tramite l'utilizzo delle proprie mani.
Ma prima di addentrarci in questo settore e capire quali sono i visori che vengono maggiormente utilizzati ai nostri giorni, è bene fare chiarezza fra due diversi concetti che ad un primo approccio potrebbero risultare sinonimi, ma che in realtà si distinguono per importanti differenze legate alla riproduzione del modello visivo finale, ossia realtà virtuale e realtà aumentata.
Quando in effetti ci riferiamo alla tecnologia legata alla realtà virtuale o VR, si deve fare riferimento a tutti quei dispositivi in grado di ricostruire attraverso uno scenario modellato riprodotto al computer l'effettiva realtà presente all'interno del software.
Invece, seppure con alcune caratteristiche in comune, le differenze che contraddistinguono il secondo modello simulativo, riferito alla realtà aumentata o AR, risiedono essenzialmente nella sovrapposizione di particolari ologrammi, come testi, immagini o modelli 3D, in ciò che effettivamente vediamo intorno a noi.
Tornando al primo caso, i dispositivi che sfruttano la realtà virtuale grazie ad apposite lenti che riproducono l'area d'interazione arrivano a garantire un campo visivo che varia tra i 100 e i 110 gradi, mentre fra i vari sensori presenti all'interno di questi strumenti troviamo giroscopi, accelerometri e magnetometri, per rilevare i movimenti che compie la testa dell'utente.
Il tutto con una frequenza di aggiornamento delle immagini compresa fra i 60 e i 120 frame per secondo.
Questa caratteristica si è rilevata poi di fondamentale importanza nella risoluzione del problema legato al motion sickness, ossia quel disturbo di cui soffriamo quando si avverte la differenza tra un movimento aspettato dal nostro cervello e quello reale, ma che nel caso dei vecchi visori il gesto simulato dal software risultava spesso in ritardo o poco naturale.
Ma per fortuna al giorno d'oggi possiamo considerare la tecnologia montata su questi dispositivi piuttosto matura e soprattutto ottimizzata, motivo per cui è sempre più complesso arrivare a una decisione finale nella scelta di un dispositivo rispetto ad un altro, scelta che poi, nella gran parte dei casi, dipende più dal tipo di esperienza che si vuole fare, quindi ottimizzare la nostra realtà con la tecnologia AR oppure entrare nel vivo di un mondo non per forza realistico, ad esempio quello di un videogioco tramite un dispositivo VR.
In commercio dunque, tra le varie aziende leader che producono dispositivi a realtà virtuale troviamo principalmente Oculus e HTC, con visori come Oculus Go, ideale per compiere tour virtuali o vedere video a 360 gradi, Oculus Quest, perfetto per il gaming, arrivando infine a visori professionali che necessitano di un collegamento al computer, come ad esempio il top di gamma HTC Vive Pro, disponibile ad un prezzo di 1300 euro nella configurazione più completa.
Se invece consideriamo i dispositivi AR è bene sottolineare che attualmente la tecnologia montata su questi ultimi, seppur con notevoli progressi compiuti negli ultimi anni, risulta ancora piuttosto immatura su aspetti legati all'ottimizzazione dei sensori che vanno ad arricchire la realtà che ci circonda.
Nonostante ciò possiamo evidenziare diversi successi come il fortunato gioco Pokémon Go, che grazie alla fotocamera presente sullo smartphone consente di catturare i vari protagonisti del videogame in ogni punto della zona in cui ci troviamo, mentre invece tra i visori attualmente in commercio troviamo ad esempio il costoso Microsoft HoloLens 2, che per 3500 euro consente di interagire con l'ambiente che ci circonda, tramite gesture particolari, oppure il visore RealWare HM-T1, ideato principalmente per l'ambito industriale.
Come abbiamo appena constatato, di dispositivi indossabili di consumo ne esistono veramente di tantissime tipologie.
Se partiamo infatti da semplici indossabili come smartwatch, auricolari e cuffie, bluetooth e visori, arriviamo infine a dispositivi più complessi, e non accessibili per chiunque, come protesi artificiali, chip ad interfacce neurali come Neuralink di Elon Musk, esoscheletri e così via.
E in quest'ultimo caso è sicuramente interessante analizzare le numerose e crescenti applicazioni degli esoscheletri sia in ambito biomedico, per la riabilitazione dei pazienti, e sia in ambito lavorativo, inteso come mezzo per ridurre i carichi e migliorare la sicurezza degli operatori.
La parte più affascinante che riguarda questo settore è sicuramente quella legata alla tecnologia montata su questi dispositivi attivi, che a differenza di quelli non motorizzati, utili più che altro per sostenere e facilitare i nostri movimenti, sono in grado di produrre notevoli spinte grazie alla propulsione elettrica generata da una batteria.
Attualmente il mercato degli esoscheletri di entrambe le tipologie si sta consolidando sempre più per far fronte soprattutto ai problemi legati al ripristino di funzioni motorie nelle persone con disabilità e per il miglioramento delle prestazioni in ambito lavorativo, sportivo e militare.
Tuttavia si tratta di un mercato ancora condizionato da costi troppo elevati e appunto per queste ragioni al giorno d'oggi le principali applicazioni di questi dispositivi le troviamo principalmente in ospedali e centri di riabilitazione a scopo di ricerca e sperimentazione.
Ma per fortuna la progressiva diminuzione dei costi sta lentamente favorendo l'espansione dell'offerta di prodotti di consumo destinati alla popolazione, che potrebbero infine ridurre ulteriormente i costi per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie.
Una previsione della società di ricerca Technavio ha dimostrato infatti che il mercato degli esoscheletri impiegato in ambito medico è destinato a crescere di circa 290 milioni di euro, il periodo compreso fra il 2020 e il 2024, il quale già negli ultimi due anni ha trovato un effettivo riscontro nella realtà, con le migliaia di persone che sono riuscite finalmente ad affrontare con più facilità le conseguenze di lesioni fisiche e che hanno fatto della tecnologia un'estensione del proprio corpo.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.