
Con le attuali velocità di connessione che le tecnologie di ultima generazione hanno permesso di raggiungere, le soluzioni cloud hanno avuto uno sviluppo sempre maggiore. Questo è merito ovviamente dei numerosi benefici che portano con sé. Finché però si tratta di applicazioni semplici, la tecnologia del cosiddetto cloud computing può più che bastare. Ultimamente però, sia le aziende sia, direttamente o indirettamente, gli utenti, sentono l’esigenza di una ancor maggiore reattività, di avere a disposizione dati o poter fare calcoli in tempo praticamente reale e per questo è necessario capire cos’è edge computing.
Nella sezione delle notizie invece parliamo del primo volo su Marte di Ingenuity, di AirTag e dei nuovi iMac e infine della piattaforma Cloud PC di Microsoft.




Brani
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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi cercheremo di capire cosa è il cloud computing, ma soprattutto l'edge computing e come queste due tecnologie sono fondamentali per lo sviluppo di una società più smart.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a chiocciola dentro la tecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Nella mattinata di lunedì 19 aprile, per la prima volta nella storia dell'esplorazione spaziale, un elicottero è riuscito a volare sulla superficie di un pianeta diverso dalla Terra.
Si tratta infatti dello storico traguardo raggiunto da Ingenuity, un piccolo drone atterrato circa due mesi fa insieme al rover Perseverance, che questa settimana ha compiuto il primo volo sperimentale sulla superficie del pianeta rosso.
Nonostante il salto fosse programmato per le 9.30 di lunedì, gli ingegneri JPL di NASA hanno dovuto aspettare per tre ore prima dell'arrivo dei dati relativi al volo compiuto, e infatti poco prima delle 13 è stato ufficialmente confermato quanto avvenuto la mattina stessa sul suolo marziano.
Il piccolo drone di appena due chili è riuscito a risalire verticalmente l'atmosfera del pianeta rosso fino ad un'altezza di tre metri, per una durata complessiva pari a 39,1 secondi.
Con la conferma dell'affidabilità dei voli extraterrestri, arrivata grazie a questo storico traguardo, nei prossimi mesi Ingenuity potrà iniziare ad aiutare il rover Perseverance nella missione per cui è stato costruito, ossia cercare tracce di vita su Marte.
Apple il 20 aprile ha presentato AirTag e i nuovi iMac e iPad Pro con processore M1.
AirTag è un piccolo dispositivo per geolocalizzare qualsiasi cosa si associa ad esso.
Per funzionare sfrutta la tecnologia di cui avevamo parlato in una notizia nella puntata di due settimane fa, ovvero la Crowd Localization, cioè qualsiasi dispositivo Apple nelle vicinanze di qualsiasi utente, sarà in grado di aggiornare la posizione del nostro AirTag, permettendoci di ritrovare l'oggetto associato anche a migliaia di chilometri di distanza.
A differenza del GPS, questa tecnologia permette di risparmiare moltissimo sulla durata della batteria e, considerando il costo del singolo Tag di 35 euro e l'influenza di Apple sul mercato, renderà questo tipo di dispositivi altamente diffusi.
La seconda novità sono stati i nuovi iMac, che grazie all'architettura M1, che come abbiamo detto nella prima puntata del 2021 rivoluzionerà il settore dei PC nei prossimi mesi, sono diventati incredibilmente sottili.
Processore M1 e schermo con tecnologia Mini-LED sono le due caratteristiche che lo accomunano agli iPad Pro 2021.
Dopo numerose indiscrezioni, che ne vedevano il lancio previsto per questa primavera, Microsoft a luglio dovrebbe finalmente presentare la piattaforma Cloud PC.
Il servizio, basato sulla già nota piattaforma di cloud computing Microsoft Azure, permetterà dunque di accedere sfruttando una connessione a internet a un computer Windows, in qualsiasi luogo e da qualsiasi dispositivo.
l'idea è esattamente la stessa che sta alla base dei cloud gaming.
Il sistema operativo, infatti, sarà ospitato sui server di Microsoft, di cui potrà sfruttare parte della potenza di calcolo.
In questo modo, gli utenti che si abboneranno al servizio avranno a disposizione una versione sempre accessibile e aggiornata di Windows.
Il prezzo, a detta di Microsoft, sarà fisso per utente e dovrebbe comprendere anche un accesso completo alla suite office, come Word o Excel.
Purtroppo non sono trapelate altre informazioni e ci sarà da aspettare quest'estate, probabilmente durante la conferenza Microsoft Inspire prevista per il 14 luglio, per sapere tutti i dettagli.
Questa notizia dunque è l'ennesima dimostrazione di come ormai il mondo sia pronto e le grandi compagnie si stiano preparando per spostarsi sempre di più verso il cloud.
Spazio insufficiente sul dispositivo.
Quante volte negli ultimi anni e spesso anche oggi abbiamo maledetto questo avviso, che costantemente ci ricordava di dover eliminare app, rimuovere foto, video o documenti dal proprio smartphone, o addirittura ci obbligava a cambiare telefono, computer o comprare ingombranti hard disk esterni dove tenere i propri file.
Problemi che ultimamente per molti non sono altro che un brutto ricordo, grazie alla nuvola e il cloud.
Avendo a disposizione le velocità di connessione che le tecnologie di ultima generazione, come la fibra ottica o le reti mobili come il 4G e il 5G hanno permesso di raggiungere, infatti le soluzioni cloud hanno avuto uno sviluppo sempre maggiore.
Merito ovviamente dei numerosi benefici che portano con sé.
In questo modo lo smartphone, il computer o il tablet non sono più per così dire dispositivi di memoria, ma sono delle interfacce per accedere alla nuvola tramite le varie app installate.
Già da anni ad esempio Google ha sposato questa filosofia con i suoi Chromebook.
Tornando all'esempio di prima, tutte le foto e i documenti possono essere tranquillamente caricati sui computer, i server di Google, Amazon, Microsoft e Apple, e non occupare così inutile spazio sui nostri dispositivi.
E non solo, oltre alla sicurezza di non perdere questi dati li avremo sempre a disposizione da qualsiasi posto e su qualsiasi computer.
Bastano solo un account e una connessione a internet.
Semplice no? Ma finché si tratta di applicazioni come quelle citate, la tecnologia del cosiddetto cloud computing, ovvero quella appena descritta, può più che bastare e ce ne accorgiamo costantemente.
Ultimamente però sia le aziende, sia direttamente o indirettamente gli utenti hanno bisogno di reattività, di avere a disposizione i dati o poter fare calcoli in tempo praticamente reale.
Una necessità che è frutto della sempre più crescente digitalizzazione che sta velocemente trasformando la nostra società, dalle smart city di cui abbiamo parlato qualche settimana fa, ai mezzi di trasporto a guida autonoma, alla gestione della sanità, ma anche a professioni che riguardano ambiti come l'ingegneria o l'architettura, in cui proprio il cloud sta dando una forte spinta, come abbiamo visto nella puntata della scorsa settimana.
E per realizzare tutto ciò, il cloud è sì fondamentale, ma non basta.
Proprio per questo una nuova tecnologia sta prendendo piede ormai da anni per dare una nuova spinta alla crescita digitale.
Stiamo parlando dell'edge computing.
Che cos'è? Che benefici porta? In che cosa è e sarà fondamentale? Sono queste le domande a cui cercheremo di rispondere, ma andiamo con ordine.
In parole povere, l'edge computing si può vedere come il paradigma opposto al cloud computing.
Immaginiamo per un istante di essere un'azienda come Google.
Normalmente per distribuire i nostri servizi, disporremo di enormi data center situati in vari stati, intere stanze popolate da potenti computer in grado di gestire le miliardi e miliardi di richieste che arrivano ogni giorno da parte del mondo.
Ma non solo.
Questi server si occupano ad esempio di fornire servizi streaming come YouTube, servizi gaming come Stadia, di tenere al sicuro i file e le foto di miliardi di utenti e molto, molto altro.
Tutto concentrato in pochi punti strategici e centrali, in grado di fornire un servizio abbastanza veloce ed affidabile in ogni angolo del pianeta.
Con l'edge computing, al contrario, più server sono distribuiti in modo da essere il più vicino possibile all'utente finale, o addirittura alcuni calcoli potrebbero essere eseguiti direttamente sul suo smartphone o computer.
Da una parte, quindi, tanti server in un unico punto, dall'altra pochi server in tanti punti.
Ma quale dei due funziona meglio? Beh, in realtà non esiste una soluzione migliore o peggiore.
dipende dalla situazione.
Non solo.
Cloud computing ed edge computing non sono tra loro esclusivi.
Anzi, è proprio una collaborazione e integrazione tra i due che potrà dare in futuro, e in realtà sta già dando, il meglio l'una dell'altra.
Forse un esempio lo può spiegare meglio.
Come abbiamo detto prima, un data center centrale che si occupa di tenere in memoria i nostri dati per la maggior parte delle applicazioni che attualmente usiamo è più che sufficiente.
Esistono però delle tecnologie che necessitano di risposte veloci, in tempo reale o quasi.
È quindi facile capire che più siamo distanti dal server, che dovrà elaborare i dati, più alto sarà il tempo di risposta.
Ed è per questo fondamentale accorciare il più possibile le distanze dall'utente finale, posizionando i computer che dovranno fare i calcoli sui dati ricevuti, ad esempio nel suo paese o addirittura nel suo quartiere.
I server, poi, potranno continuare a comunicare con una base centrale per scambiare tra loro i dati e le nuove informazioni, ma a quel livello la velocità non sarà più indispensabile.
Se dovessimo pensare ad un paragone, la struttura più simile potrebbe essere quella di un'azienda che fa consegne a domicilio.
Una sede centrale si occupa di procurare e spedire i prodotti e negozi affiliati, che si occuperanno poi di spedirli ai clienti più vicini, in modo da accorciare al minimo i tempi di consegna.
Gli ambiti in cui questo approccio è fondamentale o può rilevarsi molto produttivo sono decisamente tanti e la diffusione dell'edge computing non solo migliorerà dei servizi già presenti a livello di cloud, ma probabilmente porrà le basi per la creazione di numerose altre applicazioni che fanno proprio della reattività la chiave per funzionare al meglio.
Vediamo quindi alcuni esempi di come l'edge computing è già attivo e alcuni scenari in cui potrebbe essere applicato.
I dispositivi per l'IoT, l'Internet, delle cose, sono un chiaro esempio di Edge Computing.
Sappiamo bene quanto stiano diventando importanti questi dispositivi per la realizzazione, ad esempio, di case domotiche o, ancora di più, di smart cities.
Immaginiamo ad esempio una rete di sensori in grado di raccogliere informazioni sul traffico, sulla qualità dell'aria, sul livello di inquinamento, telecamere, semafori o lampioni connessi a Internet.
Affinché tutti questi oggetti possano interagire tra loro per migliorare la sicurezza, la qualità della vita e la gestione della città, è necessario che l'enorme quantità di dati generata venga elaborata presto e in modo affidabile.
Sarebbe dunque controproducente affidarsi al cloud.
Anzi, sono gli stessi dispositivi IoT a elaborare i dati raccolti e anche questa è una forma di Edge Computing per poi inviarli a un server centrale che, anch'esso, potrebbe essere posizionato nei pressi della città.
E questa è un'ottima occasione per parlare di un altro vantaggio di questo modello, ovvero l'affidabilità e la resistenza agli attacchi o blackout della rete.
Immaginiamo infatti che i server di Facebook ad un certo punto non riescano più a connettersi a Internet per un guasto.
In una soluzione decentralizzata, la maggior parte dei servizi potrebbero rimanere ancora attivi in numerose zone e non risentirebbero del problema.
Una volta riattivata la sede centrale, questa potrà tornare a scambiare le nuove informazioni con quelle raccolte durante l'interruzione.
E in una smart city dove la gestione deve rimanere sempre attiva, questo fattore è indispensabile.
Passando a un altro esempio, più ludico rispetto al primo, l'Edge Computing può essere sfruttato per lo streaming e il gaming.
Abbiamo già parlato nella puntata eSports la nuova frontiera della competizione di servizi di cloud gaming come PlayStation Now, Google Stadia o Amazon Luna, magari associati a un visore per la realtà virtuale.
Per quanto riguarda lo streaming video, invece, lo scorso anno ricordiamo che servizi come Netflix o Prime video sono stati costretti ad abbassare la risoluzione dei video per alleggerire il traffico sulla rete Internet ed evitare così congestioni o blocchi.
Partendo proprio dallo streaming video con un approccio Edge, questi problemi sarebbero superati.
Un server di quartiere, ad esempio, potrebbe tenere in memoria i film o le serie TV degli utenti collegati, per fornirli quando richiesti alla massima qualità molto più velocemente e senza intasare il resto della rete.
Non solo, questo permetterebbe anche di avere un servizio di qualità anche con connessioni meno performanti della fibra ottica o del 4G.
Per quanto riguarda invece il cloud gaming, sappiamo bene quanto sia fondamentale la reattività per avere un'esperienza d'uso paragonabile o superiore a quella di una console.
E per chi non dispone di computer potenti o dedicati al gaming, può appunto affidarsi a un servizio che grazie all'Edge Computing sarà in grado di trasmettere il gioco in tempo reale, riducendo contemporaneamente il carico di lavoro sui datacenter.
Benefici dunque sia per l'utente, ma anche per l'azienda che potrà fornire servizi di maggiore qualità, a un maggior numero di persone.
Un altro esempio di Edge Computing, che fra qualche decennio probabilmente diventerà la normalità, riguarda le auto a guid autonoma.
Come per i dispositivi IoT, anche in questo caso sarebbe impensabile affidarsi esclusivamente alla connessione con un computer distante centinaia di migliaia di chilometri, ed è quindi necessario che sia l'auto stessa a eseguire i calcoli necessari per controllare ciò che succede intorno a sé e adattarsi di conseguenza.
Il cloud può sicuramente essere d'aiuto, ma in casi così delicati non potrà mai essere abbastanza affidabile.
Un discorso analogo si può applicare ad esempio ai servizi sanitarie o ad un'azienda.
In entrambi i casi, un disservizio della rete non deve compromettere il sistema, e per questo affidarsi a server nelle vicinanze, se non addirittura interni, è una scelta più appropriata soprattutto se in gioco ci sono delle vite umane.
Arrivati a questo punto è chiaro quanto l'edge computing diventerà sempre più fondamentale per lo sviluppo della società del futuro.
Giusto per fornire qualche informazione in più, si stima che entro il 2025 e il 75% dei dati verrà elaborato proprio da computer o server vicini all'utente, e non in cloud.
Tuttavia, questo sistema non è completamente perfetto.
Dal punto di vista della sicurezza e della privacy, ad esempio, un sistema decentralizzato può essere più facilmente attaccabile o subire furti di dati, anche se questi, d'altro canto, sarebbero limitati a informazioni relative a pochi utenti.
Applicare gli stessi livelli di sicurezza a ogni server distribuito per il mondo è molto più complesso e non permetterà lo stesso livello di controllo di un sistema centralizzato.
Problemi in ogni caso risolvibili, e di gran lunga sono superati dai benefici che questa tecnologia porta.
Chiaramente è doveroso ribadirlo, i grandi datacenter non verranno certamente abbandonati, ma anzi potranno contare su uno strumento in più, un nuovo approccio, e lo vedremo nei prossimi anni, completamente diverso dal cloud, dalla nuvola, che metaforicamente scenderà per essere più tangibile, più vicino agli utenti, e che permetterà lo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni che ad oggi sono ancora impensabili.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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