
L’uso di auto elettriche, monopattini e Bike Sharing stanno negli ultimi anni avendo un forte successo nelle grandi città, e diventeranno in futuro il principale metodo di spostamento intra-urbano, soprattutto in previsione di una propensione delle città a diventare più smart. Insieme a Luca Martinelli, autore del podcast, abbiamo cercato di analizzare l’impatto delle bici in condivisione nell’influenzare le nostre abitudini per spostarci in modo estremamente intelligente e sostenibile.
Nella sezione delle notizie invece parliamo del problema delle recensioni false su Amazon, del blocco di Starlink ai contenuti pirata e infine del dietrofront di Tesla sui Bitcoin.




Brani
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Servizi di micromobilità e mobilità ecosostenibile avranno un'importanza sempre maggiore all'interno delle grandi città.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host Davide Fasoli.
Oggi parleremo nello specifico di una delle forme più diffuse di micromobilità e allo stesso tempo il sistema di trasporto più sostenibile in assoluto, il Bike Sharing.
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Amazon ha rimosso alcuni brand dal suo catalogo in tutto il mondo, fra cui la celebre AUKEY e Mpow.
Il problema alla base sta nel fatto che alcune aziende, soprattutto di prodotti di scarsa qualità, riuscirebbero a manipolare la percezione dei nuovi acquirenti, invogliando chi ha già acquistato il prodotto a recensirlo in modo estremamente positivo, in cambio generalmente di un buono sconto Amazon, che di fatto fa ridurre il prezzo pagato al momento dell'ordine.
E questo è un grande problema anche per Amazon, che guadagna moltissimo dalla vendita di prodotti cinesi a bassissimo costo, che spesso promettono tanto e mantengono poco, tutti prodotti che si riescono a vendere solo grazie alle recensioni.
Il problema delle finte recensioni probabilmente si potrebbe risolvere escludendo questi prodotti per rendere la piattaforma un luogo con un catalogo migliore anche nella qualità.
Al giorno d'oggi è parecchio difficile non avere mai sentito parlare di Starlink, ovvero del nuovo sistema di connettività internet a banda larga diffuso in tutto il mondo grazie ad una flotta di satelliti lanciati in orbita da SpaceX.
Ebbene, per chi fosse intenzionato ad abbonarsi al servizio targato Elon Musk deve sapere che la rete Starlink non potrà essere utilizzata per scaricare contenuti illegali, come ad esempio videogiochi, film o serie tv non pagate.
Il messaggio in questo caso è apparso per la prima volta ad un utente in fase di prova, che cercando di scaricare tramite torrent dei contenuti del CBS Show ha immediatamente ricevuto un avviso da Starlink, il quale ha esortato il responsabile ad esistere nel download di contenuti protetti da copyright, altrimenti l'utente avrebbe rischiato la sospensione o persino la terminazione del servizio, con tanto di possibili azioni illegali da parte del proprietario dei contenuti.
Qualche settimana fa Tesla aveva annunciato di accettare la criptovaluta bitcoin come forma di pagamento per l'acquisto delle sue autovetture, scelta che però è stata, almeno per il momento, abbandonata.
L'azienda ha infatti spiegato che le criptovalute come bitcoin sono troppo inquinanti e questo va decisamente contro la filosofia di Tesla che si fa portavoce di un futuro completamente sostenibile.
Essendo basate su una blockchain, infatti, la maggior parte delle monete elettroniche, per verificare le transazioni, necessitano di elevatissime potenze di calcolo, che si traducono in un consumo insostenibile di energia e solo in rari casi questa viene da fonti rinnovabili.
E la corsa alle criptovalute a cui stiamo assistendo in questi ultimi mesi, e che è una delle principali cause della crisi dei microprocessori, non ha fatto altro che peggiorare la situazione.
Nonostante questo, Tesla continuerà a credere nelle criptovalute, che torneranno ad essere accettate come forma di pagamento, solamente quando queste adotteranno soluzioni sostenibili e senza impatti sull'ambiente.
Ultimamente si sente sempre più spesso parlare di mobilità sostenibile e di micromobilità.
L'uso di auto elettriche, monopattini e bike sharing stanno negli ultimi anni avendo un forte successo nelle grandi città e diventeranno in futuro il principale metodo di spostamento intraurbano.
Oggi siamo in compagnia di Luca Martinelli, autore del podcast, per parlare di quello che probabilmente è il sistema di trasporto sostenibile al momento più iconico, il bike sharing.
Ben tornato Luca.
Ciao a te Davide e benvenuti a tutti gli ascoltatori.
Innanzitutto che cos'è il bike sharing, di che cosa si parla quando quando parliamo di bike sharing e che ruolo ha avuto la tecnologia nel suo successo.
Il bike sharing innanzitutto è un servizio che è messo a disposizione solitamente dalle grandi città grazie al quale i cittadini hanno a disposizione delle biciclette che possono essere elettriche o a pedali e con queste possono ovviamente a cifre anche abbastanza a basse e spostarsi liberamente all'interno della città.
Non tutti sanno forse che il bike sharing ha quasi 60 anni, infatti è nato nel 1961 ad Amsterdam.
All'inizio non era molto considerato e non ha avuto il successo sperato, infatti era oggetto di furti e atti vandalici.
Tuttavia la tecnologia è stata fondamentale per il successo del bike sharing in quanto già dal XXI secolo c'è stata una rinascita di questo servizio che ha avuto una forte espansione tanto da essere ormai come detto il sistema più conosciuto di micromobilità.
Questo perché l'internet delle cose, il cos'è detto internet of things, oppure i pagamenti digitali con carta di credito tramite smartphone o anche la possibilità di tracciare le biciclette con il GPS quindi raccogliere una grande quantità di dati che sono stati utili e saranno ancora più utili in futuro per migliorare ulteriormente questo servizio ha fatto sì appunto che il bike sharing sia diventato quello che conosciamo oggi.
E perché questo servizio è così importante per lo sviluppo ecosostenibile, quali vantaggi ha portato nelle grandi città e ha sempre portato vantaggio ci sono dei casi in cui il bike sharing questo servizio è controproducente?
Il bike sharing come ho detto prima ha avuto un grande successo soprattutto grazie alla tecnologia che è stata adottata per il suo utilizzo, per la sua creazione.
Tuttavia una parte molto fondamentale ce l'ha avuta anche i benefici che questo servizio ha portato nelle città in cui è stato adottato.
Il bike sharing infatti contribuisce in modo abbastanza sostanziale alla riduzione del traffico e questo si traduce in minor congestione appunto del traffico e quindi delle auto che si muovono più liberamente più velocemente ma anche ad una minore emissione di gas serra come anidride carbonica o derivati dal petrolio.
Per portare dei dati, Shanghai che è attualmente la città con il più grande servizio di bike sharing al mondo sono state risparmiate oltre 25 tonnellate di anidride carbonica e oltre 8 tonnellate di derivati in generale del petrolio.
La riduzione del traffico inoltre si traduce anche in una diminuzione dell'inquinamento acustico che senza dubbio può rendere anche la città più gradevole per essere vissuta non solo da turisti esterni ma anche dagli stessi cittadini.
Tuttavia il bike sharing non può essere adottato da tutte le città, sicuramente in un paese di piccole dimensioni il bike sharing non potrà mai avere il successo che ha in una grande città.
Questo perché per funzionare bene il bike sharing essenzialmente ha bisogno di alcuni fattori come innanzitutto una grande infrastruttura di trasporto intraurbano come tram, metropolitane o autobus e anche una fitta rete di stazioni di bike sharing in cui poter alloggiare le biciclette dopo il loro utilizzo.
Questo appunto in un paese piccolo non è possibile e sarebbe addirittura controproducente.
I cittadini preferiscono in quel caso spostarsi con mezzi autonomi.
Inoltre anche la morfologia della città è importante infatti un paese di montagna o collinare non è adatto all'utilizzo di biciclette.
In questo caso il problema si potrebbe risolvere utilizzando ad esempio bici elettriche, i bike anche se in quel caso non avresti più lo stesso beneficio ambientale che porterebbero invece le bici a pedale in quanto appunto l'elettricità comunque ha dei consumi.
Infine molto importante è anche il fattore meteorologico infatti chi è che utilizza e chi è che si sposta con una bicicletta quando piove o quando si è sommersi dalla neve è necessario che il meteo sia abbastanza favorevole quindi con giornate soleggiate e quindi non uggiose come possono essere le città dell'Alta Inghilterra.
Bene abbiamo parlato di benefici per l'ambiente grazie alla riduzione dei gas serra.
Per quanto riguarda invece i cittadini e gli utenti in generale perché dovrebbero scegliere di utilizzare un servizio legato alla micromobilità?
In primis un servizio di bike sharing rispetto ai mezzi di trasporto tradizionali è più flessibile con le auto o personali infatti può essere a volte difficile ad esempio trovare parcheggio o spostarsi realmente all'interno di una grande città, invece con una bicicletta condivisa e messa a disposizione per gli utenti ci si può spostare liberamente e lasciarla in una delle varie stazioni disponibili che di solito
sono poste nei luoghi più strategici e più utilizzati invece per spostarsi tra città e città possono comunque essere utilizzati mezzi di trasporto pubblici tradizionali come possono essere autobus, metropolitane o tram ma non sono solo qui benefici per gli utenti infatti utilizzare una bicicletta significa anche fare dell'attività sportiva, fare del movimento e questo si traduce in un miglioramento generale della salute pubblica.
Basti pensare ad esempio ad un lavoratore o ad uno studente che magari non hanno il tempo per fare dell'attività motoria o dell'attività fisica e questo scompenso è colmato appunto dall'utilizzo di un servizio di questo tipo.
Infine, ma non meno importante, come detto prima, il bike sharing contribuisce enormemente alla riduzione dei gas serra e una città meno inquinata ovviamente si traduce in benefici per la salute di chi ci vive.
Con il coronavirus abbiamo dovuto rinunciare o cambiare completamente molte delle nostre abitudini sia negativo ma anche in positivo.
Mi viene da pensare ad esempio a un maggiore utilizzo dei pagamenti digitali che abbiamo affrontato, tema che abbiamo affrontato nell'intervista con SumUp oppure sistemi informatici per prenotarsi in coda che abbiamo invece visto con You First e quindi risparmiare tempo con sistemi di questo tipo ma in generale una digitalizzazione di servizi che fino a poco tempo fa erano antiquati.
Che impatto ha avuto la pandemia sulle abitudini di spostamento dei cittadini nelle grandi città e come e quanto il bike sharing ne ha risentito?
Come detto te Davide le abitudini durante la pandemia sono cambiati enormemente, questo anche negli spostamenti e soprattutto nel modo di spostarci da parte dei cittadini.
Ti porto come esempio New York che sia una delle città con uno dei più grandi sistemi di bike sharing al mondo ma ha anche avuto una forte epidemia di coronavirus.
Inoltre il servizio di bike sharing mette a disposizione pubblicamente i dati riguardanti gli spostamenti e questo può permettere appunto di fare delle analisi su come dicevo prima le abitudini sono cambiate durante la pandemia.
Sicuramente c'è stato un forte calo negli spostamenti, questo appunto dovuto principalmente alla quarantena.
I cittadini in questo periodo non avevano la possibilità di spostarsi.
In una città in cui i maggiori utilizzatori del servizio sono per lo più studenti e lavoratori e questo si è appunto tradotto in un forte calo dell'utilizzo.
Tuttavia se da una parte questi cittadini che utilizzano abitualmente il bike sharing hanno avuto un effetto negativo sulla quantità di spostamenti dall'altra parte ci sono quegli utenti occasionali che invece sono addirittura aumentati rispetto agli anni precedenti.
Questo può significare che molti cittadini come ad esempio i lavoratori che dovevano per necessità spostarsi all'interno della città hanno trovato nel bike sharing una soluzione più affidabile e soprattutto più sicura rispetto a mezzi di trasporto pubblico tradizionali come possono essere tram o autobus.
Il bike sharing infatti da una parte non permette di restare in uno spazio chiuso e ristretto come può essere un autobus ma dall'altra garantisce anche di tenere un distanziamento sociale che in questi ultimi mesi è stato fondamentale per contrastare l'avanzata dell'epidemia.
Quindi per concludere in futuro che sviluppo dovremmo aspettarci dai servizi di bike sharing o in generale tutti quei servizi legati alla micro mobilità anche in riferimento mi avrebbe da dire al paradigma delle smart cities di cui in questo periodo ne sentiamo ampiamente parlare.
Come abbiamo visto il bike sharing porta con sé numerosi benefici sia dal punto di vista ambientale ma e soprattutto anche per i cittadini che lo utilizzano.
Servizi di micro mobilità e mobilità ecosostenibile dunque avranno un'importanza sempre maggiore all'interno delle grandi città che dovranno pensare di introdurre e integrare fin da subito il bike sharing o comunque servizi simili con il trasporto urbano e i mezzi di trasporto tradizionali come appunto autobus tram o metropolitane.
Questo contribuirà a creare delle città più smart e quindi attente soprattutto all'ambiente ma ancor di più alla salute dei propri cittadini.
Va bene Luca grazie per il tuo intervento alla prossima.
Ciao a te e un grazie a tutti gli ascoltatori.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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