
Al giorno d’oggi la musica è probabilmente una tra le forme d'arte maggiormente diffuse sul nostro pianeta. Il ruolo che attualmente ricopre questa particolare modalità di comunicazione è di vitale importanza nel dare un maggiore significato ai diversi periodi della nostra vita. In questa puntata ci soffermeremo sulle modalità con cui l’Uomo ha potuto fruire della musica nei vari periodi storici, principalmente a partire dall’Ottocento, momento in cui fu inventato il primo supporto fisico per la registrazione e la riproduzione dei suoni.
Nella sezione delle notizie parleremo dell’imminente arrivo della funzionalità multi-dispositivo su Whatsapp, del completamento della mappa del genoma umano e infine di ITsART, la piattaforma italiana per l’arte e la cultura.




Brani
• Ecstasy by Rabbit Theft
• Never Get Old by Steve Hartz
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi cercheremo di capire come è cambiato il mondo della musica e come nel tempo sia diventato sempre più digitale.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Facebook ha confermato il lancio della funzione multi-dispositivo sulla famosa app di messaggistica a WhatsApp.
In particolare, la funzione entrerà in beta nei prossimi mesi e permetterà agli utenti di collegare fino a 4 dispositivi al proprio account in modo da riuscire a messaggiare contemporaneamente su più device.
Grazie all'arrivo di questa funzione, nel futuro WhatsApp potrebbe sbarcare anche su iPad.
Gli sviluppatori stanno anche lavorando a un'altra nuova funzione chiamata Visualizza una volta, che consentirà agli utenti di inviare contenuti che scompaiono dopo essere stati visualizzati.
Zuckerberg, riguardo al supporto a più dispositivi, ha voluto sottolineare che la funzionalità non comprometterà la crittografia end-to-end offerta da WhatsApp.
Sebbene non sia stata confermata la data di lancio della funzionalità Visualizza una volta, gli sviluppatori hanno confermato che il supporto a più dispositivi entrerà nella beta pubblica nel prossimo mese o due.
Vent'anni fa, nel 2000, si è raggiunto un traguardo importantissimo per quanto riguarda la conoscenza di noi stessi.
Per la prima volta, infatti, si è riusciti a ottenere una mappatura di quasi tutto il genoma umano.
Questo ovviamente ci ha permesso di compiere enormi passi avanti nella comprensione di certe malattie o della loro prevenzione e anche capire chi siamo e da dove veniamo.
Tuttavia questa prima mappatura è rimasta incompleta fino ad oggi.
Vent'anni fa, infatti, la tecnologia non permetteva di mappare tratti di DNA che si ripetono e che ne compongono circa il 5%.
Ma ovviamente la tecnologia avanza ed è stato finalmente possibile mappare anche quel 8% mancante.
Chi si pensa a regoli, ad esempio, l'evoluzione del DNA e quindi dell'uomo o la produzione di determinate proteine.
Questi 3,9 miliardi di paia di basi, ovvero di mattoncini che compongono il DNA, dunque apriranno la strada a una comprensione ancora maggiore dell'essere umano, che sarà fondamentale in un prossimo futuro per lo sviluppo di terapie innovative e l'avanzamento della medicina.
Se ne parla ormai da un anno e dopo una lunga attesa è finalmente uscita la nota a piattaforma dedicata interamente alla cultura voluta appunto dal Ministero dei beni culturali.
Sia chiaro, it's art non è il classico servizio streaming a cui siamo abituati.
Oltre ad essere un prodotto di base gratuito, l'obiettivo della nuova piattaforma commissionata a Cili dal ministro Dario Franceschini è proprio quella di promuovere uno dei settori cardine per lo sviluppo del nostro paese, ovvero quello della cultura, il cui beneficio è stato per parecchio tempo limitato a causa della pandemia.
E proprio per queste ragioni infatti incanalare l'istruzione e la conoscenza in una piattaforma in stile Netflix o Disney Plus dai noti meccanismi si è rilevato una scelta vincente, soprattutto se l'accesso all'intero catalogo di it's art composto da contenuti gratuiti con pubblicità e a pagamento è vincolato da una banalissima registrazione.
Al giorno d'oggi la musica è probabilmente una delle forme d'arte maggiormente diffuse sul nostro pianeta.
Il ruolo che attualmente ricopre questa particolare modalità di comunicazione è di vitale importanza nel dare un ulteriore significato ai diversi periodi della nostra esistenza, e non considerarla significherebbe escludere una buona parte del retaggio storico e culturale appartenente alla civiltà umana.
Oggi dunque parleremo proprio di questa meravigliosa arte, che da oltre 50.000 anni accompagna l'uomo nella vita di tutti i giorni, sia nel bene che nel male.
E per quanto possa essere particolarmente interessante approfondire una tematica strettamente legata al mondo della musica, in questa puntata ci soffermeremo invece sulle modalità con cui l'uomo ha potuto fruirne nei vari periodi storici, principalmente a partire dall'ottocento, momento in cui fu inventato il primo supporto fisico per la registrazione e la riproduzione di suoni.
Cominciamo subito.
Siamo quasi alla fine del XIX secolo, precisamente nel 1877, quando il nome del giovane Thomas Edison viene inserito nei libri di storia per aver brevettato il primo strumento in grado di registrare e riprodurre i suoni del mondo esterno, ossia il fonografo.
L'intuizione geniale di Edison fu proprio quella di utilizzare un ripetitore telegrafico, allora già in uso da quasi 50 anni, per incidere su un cilindro ricoperto in alluminio i punti e le linee del codice Morse.
Chiaramente essendo il primo dispositivo in grado di registrare e riprodurre suoni come la voce umana, il funzionamento era piuttosto elementare.
Per quanto riguarda la fase di registrazione, la rotazione del cilindro fonografico, costituito da un rullo in ottone, consentiva ad una punta fissata su una particolare membrana vibrante in grado di captare le onde sonore, di sfiorare la superficie della copertura in stagnola con un grado diverso a seconda dell'intensità di vibrazione della membrana.
Il processo di riproduzione invece avveniva esattamente al contrario, con l'unica differenza che in questo caso era una seconda membrana ad essere utilizzata per leggere e dunque riprodurre i vari solchi incisi nella fase precedente.
Proseguendo nel nostro percorso passiamo ora al già più recente grafofono, progettato circa cinque anni più tardi dall'invenzione del fonografo di Edison.
Questo strumento in realtà non introdusse una significativa differenza nelle modalità di funzionamento, salvo un buon miglioramento relativo alla lunghezza della traccia registrata, che ora arrivava a quasi due minuti e una modalità di registrazione laterale anziché sullo strumento stesso.
La vera svolta nella storia della registrazione e della riproduzione si ebbe in realtà con l'esordio del grammofono, ideato nel 1887 dall'inventore tedesco Emil Berliner.
In questo caso la vera e propria rivoluzione fu quella di utilizzare, al posto del cilindro ricoperto in alluminio, un disco di vetro annerito collocato su un piatto dal diametro di 12,5 centimetri e che veniva fatto ruotare da un motore elettrico ad una velocità di 33 o 78 giri al minuto.
Appoggiando poi una puntina su questo disco, lo strumento era in grado di riprodurre qualsiasi tipo di suono.
Vi ricorda qualcosa? Esatto, siamo agli albori della nascita del vero e proprio, per così dire, giradischi moderno.
Ed infatti lo strumento ideato da Berliner era piuttosto simile a quello maggiormente diffuso al giorno d'oggi, il quale differiva tuttavia per due particolari.
Il primo è che il disco poteva essere inciso solamente su un lato, mentre il secondo riguardava i tempi di registrazione, che variavano all'incirca tra gli uno e i massimo due minuti.
C'è inoltre da dire che anche la storia dei dischi sui quali venivano incise le tracce è parecchio interessante.
Inizialmente, infatti, questi strumenti erano fabbricati utilizzando vetro ricoperto di vernice, mentre in altri casi veniva impiegato un particolare tipo di inchiostro dalla consistenza più grassa che in seguito venne surclassato da metalli più funzionali come lo zinco.
Con il passare del tempo poi iniziarono ad essere prodotti nuovi dischi in ebanite e in gommalacca, ossia dei materiali ancora più durevoli e con una maggiore resistenza all'usura e che hanno permesso di approdare infine alla resina termoplastica del polivinilcloruro o PVC.
Da questo materiale deriva proprio la denominazione vinile, usata ancora oggi per indicare i dischi prodotti con questa tecnologia dalla nota colorazione nera.
A questo punto, dopo il breve excursus delle varie tappe evolutive che hanno portato alla consolidazione dei celebri dischi in vinile, possiamo tornare sul tema principale di questa puntata, introducendo una nuova tecnologia che per la seconda volta è riuscita a cambiare radicalmente le modalità di fruizione della musica.
In seguito all'introduzione del formato standard long playing, noto anche con la sigla LP 33 giri, dei dischi in vinile, il mercato legato al commercio dei supporti per l'ascolto della musica arrivò in pochi anni all'apice del successo.
In questo periodo i nuovi formati per vinili consentivano la riproduzione di interi album su entrambi i lati dei dischi, il che permetteva all'utente di riprodurre musica per una durata massimo di 30 minuti senza la seccatura di sostituire ogni volta il disco per ascoltare i brani successivi.
Ma fu proprio in quei fortunati anni, contornati da successi e in cassi record, che i vinili entrarono lentamente in una fase di decadimento, soppiantati da un nuovo e molto più moderno strumento per la riproduzione, le audiocassette.
A dire la verità, questi dispositivi non sbaragliarono da un giorno all'altro i dischi in vinile.
Anzi, dagli anni 70 fino agli anni 80, vinili e audiocassette furono gli unici supporti con diffusione capillare, e riuscirono proprio per queste ragioni a contendersi una larga fetta del mercato della distribuzione musicale sino all'avvento del cd-audio.
Tornando all'inizio, le prime audiocassette furono brevettate da Philips nell'anno 1963, ed erano decisamente limitate rispetto alle versioni più recenti in quanto il nastro magnetico che le componeva consentiva la registrazione di una sola traccia per lato, in modo analogo a quanto avveniva con i dischi in vinile.
Solamente in seguito si riuscì a passare dalla monofonia, con una traccia, alla stereofonia, con più di un brano per lato, il che consentì a questi nuovi dispositivi di consolidarsi definitivamente nel mercato della fruizione musicale.
Tale successo in realtà non dipese solamente dalla possibilità di registrare più tracce su entrambi i lati, ma anche altri fattori che i dischi in vinile non possedevano, come la maneggevolezza, la facilità di utilizzo e di duplicazione, il basso costo e infine la versatilità di utilizzo, sia in ambito musicale che in quello privato per la registrazione ed esempio di interviste, dettature o messaggi vocali.
Con la comparsa del lettore Walkman di Sony, la diffusione delle audiocassette toccò per la prima volta dopo il brevetto del 1963 i massimi storici, ma successivamente, grazie al progresso tecnologico che partì agli inizi degli anni 80, iniziò ad acquisire sempre più spazio il simbolo della rivoluzione digitale nel mercato della musica, il CD audio.
Quando vennero presentati per la prima volta nel 1980 da Philips e Sony, i Compact Disc Audio vennero subito battezzati come l'evoluzione logica dei dischi in vinile, in quanto ereditarono sia la forma, ossia a cerchio ma con diametro inferiore e foro centrale, sia le modalità di registrazione, che consentivano di ordinare i dati lungo un'unica traccia, la forma di spirale, che partiva all'interno e terminava all'esterno.
Ci stiamo avvicinando sempre più ai giorni nostri, e così come la puntata, anche l'innovazione legata ai supporti fisici per l'ascolto della musica sta volgendo al capolinea.
Negli ultimi due secoli della nostra storia abbiamo infatti assistito ad enormi progressi nel campo della riproduzione musicale.
Per fare un breve riassunto di quanto appena visto, in poco tempo si è passati dall'incisione della traccia musicale su un cilindro ricoperto di stagnola a quella su un disco in vinile, per poi arrivare agli inizi degli anni 80 alla registrazione tramite audio cassette e Compact Disc.
Ora, alcuni degli audiofili più ostinati sostengono che il vinile sia ancora il supporto qualitativamente migliore in circolazione, e forse hanno anche ragione, ma è negabile che la nuova modalità di fruizione di cui parleremo fra un attimo ha completamente rivoluzionato il settore della musica, e persino quello di internet.
La musica liquida, che nacque principalmente dalla necessità di ascoltare canzoni senza supporti specifici, ebbe parecchie difficoltà nelle fasi iniziali, poiché molte persone oltre a conoscere le nuove piattaforme per recuperare i brani come Napster, Audio Galaxy e Mule, o iTunes, dovettero imparare ad approcciarsi anche a numerosi formati con cui venivano resi disponibili, tra quali spicca il famoso MP3.
Tuttavia, il vantaggio cardine introdotto dall'arrivo della musica liquida è stato sicuramente la possibilità di conservare molte canzoni in meno spazio rispetto ad un tempo, grazie soprattutto ai nuovi formati che consentivano di comprimere le tracce audio a costo però di una minore qualità.
Ed infatti è soprattutto per quest'ultima ragione che molti sostenitori dei supporti fonografici preferiscono tuttora il gusto retro dei vecchi ma inesorabili dischi in vinile senza nulla togliere ai più recenti Compact Disc.
Ebbene, dopo questo lungo viaggio nella storia dei supporti musicali, possiamo definitivamente concludere il nostro percorso con l'entrata a gamba tesa dello streaming nel mercato dell'intrattenimento.
Credo che inoltre arrivati a questo punto sia abbastanza superfluo introdurre i principali vantaggi legati a questa recente tecnologia.
Ci basti pensare che se negli anni 2000 si faceva di tutto per risparmiare spazio con l'obiettivo di contenere il maggior numero di canzoni possibili in un'unica playlist, oggi grazie alla capillarità e all'efficienza delle moderne connessioni ed internet, la capacità di archiviazione diventa del tutto irrilevante, se non per conservare l'applicazione che fornisce il servizio streaming.
Per citarne qualcuna ricordiamo sicuramente Spotify, a cui va dato il merito di aver lanciato definitivamente questa nuova tipologia di mercato basata sul modello as a service, del quale abbiamo parlato nella puntata tra Cloud Gaming e futuro dei videogiochi, Apple Music, Deezer, Tidal, YouTube, Amazon Music e molti altri.
In definitiva è bene riflettere un attimo sulle possibilità che potrà riservarci il futuro nell'ambito della musica.
L'evento dello streaming ha sicuramente provocato un profondo mutamento nelle abitudini di molti di noi, soprattutto a chi ha avuto modo di sperimentare le ultime transizioni tecnologiche convogliate poi nel mondo del cloud.
Se un tempo si potevano acquistare singoli album, uno per volta, al giorno d'oggi la musica è letteralmente a portata di mano.
Probabilmente in un ipotetico futuro la maggior parte dei supporti fisici sarà destinata a scomparire a favore di uno scenario sempre più digitale e standardizzato.
Secondo altre previsioni, invece che si stanno già in parte avverando, il ritorno di oggetti vintage come i vinili porterà a molti di noi a rivalutare il valore di questi strumenti dal sapore retro e molto più concreto dei moderni servizi streaming.
Insomma, non resta altro che attendere cosa in serbo per noi il futuro della musica.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.