
La particolarità dell’intelligenza artificiale è che ha potenzialità praticamente illimitate e in questa puntata parleremo di un’altra delle sue facce, che sta velocemente cambiando il mondo dell’intrattenimento e soprattutto di cinema, televisione e streaming. Cercheremo infatti di capire come vengono utilizzati gli algoritmi per proporre contenuti più adatti a noi, come le case di produzione utilizzino la tecnologia per capire a priori quali film o serie TV avranno più successo, parleremo di un cortometraggio scritto da una intelligenza artificiale e infine del ruolo dei deepfake per migliorare il doppiaggio.
Nella sezione delle notizie vedremo come gli Stati Uniti stanno affrontando il tema della neutralità, privacy e sicurezza della rete, della prima persona ad andare nello Spazio con la propria agenzia e infine del rischio delle SIM fisiche.




Brani
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Salve a tutti, siete all'ascolto di Insider dentro la tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi cercheremo di capire che contributo possono dare gli algoritmi, e più nello specifico l'intelligenza artificiale, nel mondo dello streaming, delle produzioni cinematografiche e del doppiaggio.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a chiocciola dentro la tecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
In futuro le regole antitrust negli Stati Uniti saranno molto più stringenti, si torna a parlare di neutralità della rete minata durante l'epoca Trump, di privacy e sicurezza.
Secondo l'amministrazione dell'attuale presidente Joe Biden, le aziende che un tempo erano startup non conformiste e marginate che sfidavano lo status quo sono diventate qualcosa di simile a Monopoly che avevamo incontrato l'ultima volta nell'età del petrolio e delle ferrovie.
Anche se queste aziende hanno portato evidenti benefici alla società, il dominio di Amazon, Apple, Facebook e Google è maturato con un costo.
Queste aziende tipicamente governano il marketplace ma anche competono al suo interno e questa è una posizione che consente loro di scrivere un tipo di regole per gli altri mentre loro giocano con altre regole o di seguire proprie forme di quasi regolazione di cui non devono rispondere a nessuno se non a se stesse.
E questo è quello che sostiene Joe Biden, il quale in ultima istanza ha anche affermato che è necessario ripristinare la competizione del mercato digitale e rafforzare le leggi antimonopoliste.
Domenica 11 luglio Richard Branson, proprietario della compagnia spaziale Virgin Galactic, ha compiuto il suo primo volo suborbitale insieme ad altri cinque membri dell'equipaggio, diventando in questo modo il primo miliardario ad aver volato nello spazio con la propria agenzia.
La storica missione è iniziata alle 16.40 ore italiane, con la partenza della madre VMS Eve, dallo stato del New Mexico, la quale ha portato lo spazio plano VSS Unity ad un'altezza di 15.000 metri da terra.
Una volta raggiunta la quota, il veicolo si è separato dalla nave principale per spingersi fino a circa 80 chilometri dal suolo, punto in cui è iniziato infine il rapido rientro verso la terra.
Il volo sperimentale ha confermato quindi l'affidabilità dei veicoli spaziali progettati dalla compagnia, rendendo così sempre più vicino l'obiettivo di Virgin Galactic, ossia raggiungere lo spazio e sperimentare per qualche minuto l'assenza di peso per la modica cifra di 250.000 dollari.
In Brasile un gruppo di criminali è stato arrestato per furto di dati e violazioni di iPhone attraverso le schede SIM.
Una volta rubata la SIM da un iPhone, infatti, basta inserirla in un altro iPhone e ottenere l'accesso all'account Apple recuperando la password tramite numero di telefono e email, che può essere tranquillamente scoperta tramite i vari social network.
E una volta ottenuto l'accesso all'account Apple è possibile cercare password sensibili o dati bancari tra le varie applicazioni, come le note o il wallet.
La procedura comunque richiede un accesso fisico all'iPhone della vittima e che questa conservi le proprie password visibili sul proprio smartphone.
E qui entra in gioco il tema della privacy, di cui gli stessi utenti si devono curare e su cui troppo spesso non sono abbastanza sensibili.
In ogni caso, Apple sta già lavorando alla possibilità di eliminare tutti i dati da un iPhone rubato e per gli ultimi modelli alla localizzazione del dispositivo anche se questo è spento grazie alla stessa tecnologia degli AirTag.
In combinazione poi con la lenta sostituzione delle SIM fisiche con le eSIM, per i criminali compiere questi tipi di furto sarà sempre più difficile.
In particolarità dell'intelligenza artificiale, di cui ormai abbiamo abbondantemente parlato e che è stata la protagonista di molte nostre puntate, è che ha potenzialità praticamente illimitate.
La sua flessibilità data dal concetto di base su cui è stata pensata, ovvero l'apprendimento, la rende adattabile in qualsiasi contesto, e in ognuno di questi contesti sta dando risultati eccezionali, migliorando, semplificando o velocizzando molti lavori che normalmente richiederebbero la supervisione umana.
Ma non solo, può essere utilizzata per prevedere o almeno cercare di prevedere il futuro, o ancora, come abbiamo visto, per creare musiche, opere da arte, testi e molto molto altro.
E molto probabilmente ancora non abbiamo idea di quanto ancora l'intelligenza artificiale può diventare pervasiva nella nostra quotidianità, sia indirettamente e direttamente.
E in questa puntata parleremo proprio di un'altra delle tante facce dell'intelligenza artificiale, che sta velocemente cambiando il mondo dell'intrattenimento e soprattutto di cinema, televisione e streaming.
Vediamo quindi qualche esempio pratico di come l'apprendimento automatico e le reti neurali vengono utilizzate quotidianamente, ma anche di cosa potenzialmente sono e saranno in grado di realizzare.
Forse il più importante esempio di come un'azienda può sfruttare l'intelligenza artificiale nel mondo dell'intrattenimento viene da Netflix.
Nata prima come azienda di noleggio di DVD, ha dato il via alla rivoluzione dei contenuti in streaming.
Ed Ani non si limita più a fornire solo un portale per la visione di film o serie TV, ma è ben presto diventata anche una delle maggiori aziende nella produzione di contenuti.
E contrariamente a una televisione o a un cinema, Netflix, con i suoi 200 e più milioni di abbonati, ha la possibilità di raccogliere una quantità enorme di dati sui suoi utenti e sulle loro preferenze.
Tra questi dati, ad esempio, ci sono età, nazionalità e altre informazioni anagrafica sugli utenti, ma anche la cronologia dei contenuti guardati, con tanto di orario di visione, recensioni, indice di gradimento, i momenti in cui un film o un episodio è stato messo in pausa o fermato, quando è stato ripreso ed eventualmente da che minuto, e altre informazioni sul comportamento degli utenti davanti a un contenuto.
Senza contare, ovviamente, le informazioni sugli stessi contenuti, come titolo, trama, attori, genere, doppiaggio o addirittura i colori predominanti della scena.
E ovviamente Netflix, con una quantità così grande di dati, non è certo rimasta a guardare.
Sono due, infatti, i principali algoritmi di intelligenza artificiale che rendono la piattaforma di streaming così popolare.
Il primo riguarda la scelta dei film e serie tv consigliate all'utente, un algoritmo che è praticamente nato con la diffusione del servizio streaming, ma che negli anni è stato perfezionato e ampliato.
Nel 2006, ad esempio, Netflix ha indetto un concorso con in palio un milione di dollari, per chi fosse riuscito a migliorare del 10% la precisione dell'algoritmo allora utilizzato, chiamato Cinematch.
Il concorso si è concluso solo tre anni dopo, nel 2009, e da allora, ovviamente, l'intelligenza artificiale che si preoccupa di consigliarci contenuti che potrebbero piacerci è stata ulteriormente migliorata, anche grazie all'ampliamento della quantità di dati raccolti da Netflix.
Ad esempio, nelle ultime versioni, l'algoritmo riesce a scegliere anche le immagini da mostrare come anteprima o anche l'ordine degli episodi per alcune serie tv.
Il secondo algoritmo, invece, è stato presentato sul blog di Netflix a dicembre dello scorso anno e forse ancora più interessante del primo.
In pratica, si tratta di un modello di intelligenza artificiale che prevede il successo di un contenuto.
Potremmo dire che questo sistema funzioni come il primo, ma con il verso opposto.
Se prima, infatti, di un utente si cercavano le serie potenzialmente preferite, in questo caso da una serie o da un film si cercano invece gli utenti a cui potrebbe piacere, anche andando ad analizzare titoli simili a quello che l'azienda vorrebbe produrre.
In questo modo Netflix può produrre contenuti con maggior sicurezza, sapendo che finanzierà produzioni che molto probabilmente riscontreranno un successo garantito.
E con i dati a disposizione non conta solo la sceneggiatura o la trama, ma anche i colori, gli attori e i doppiatori.
Insomma, in questo modo si cerca di realizzare o migliorare dei prodotti in modo che questi piacciono al pubblico, assecondandone i gusti.
Non solo, si possono realizzare contenuti pensati per certi target, classificandoli ad esempio per età o per nazionalità.
La stessa intelligenza artificiale, poi, può occuparsi di definire delle strategie di marketing o scegliere i doppiatori più adatti per l'adattamento di un prodotto in uno specifico paese.
Ovviamente l'intelligenza artificiale può analizzare idee o trame già ideate dagli autori o dagli sceneggiatori.
Sta poi infatti a loro, e ai registi, realizzare contenuti di qualità che veramente piacciono al pubblico.
La differenza è che in questo caso Netflix potrebbe più facilmente finanziare un contenuto, il cui successo è quasi assicurato.
Oltre a Netflix, ovviamente anche altri servizi, se non tutti, utilizzano l'intelligenza artificiale, in questo caso per consigliare i contenuti che potrebbero piacere ai propri utenti.
Meritano di essere menzionati, però, i servizi di Google, sia nel suo motore di ricerca sia nella piattaforma Google TV e di Fire TV, degli Amazon Fire Stick.
A differenza dei vari competitor come Netflix, Prime Video o Disney+, infatti Google TV e Fire TV raccolgono e consigliano i contenuti da tutte le piattaforme a cui siamo abbonati, dando quindi una visione più di insieme di tutte le serie e i film a cui possiamo accedere.
Finora abbiamo parlato di come l'apprendimento automatico venga utilizzato principalmente per consigliare gli utenti o prevedere il successo di un prodotto.
Ma se invece fosse la stessa intelligenza artificiale a scrivere la sceneggiatura di un film, nel 2016, il regista Ian Sharp ha collaborato con l'ingegnere e ricercatore Ross Goodwin, che ha realizzato Benjamin, una rete neurale in grado di inventare da zero una sceneggiatura per un film.
L'intelligenza artificiale in particolare è stata allenata con film fantascientifici come "Alien", "Star Wars", "Ghostbusters", "Futurama", "X-Files" e molti altri.
L'obiettivo, infatti, era proprio quello di girare un film di fantascienza.
E così è stato.
Ok, non si può parlare proprio di film, quanto più di cortometraggio.
Il video infatti dura solo nove minuti ed è intitolato Sunspring e può essere guardato su YouTube.
Ovviamente, attori, regia, scenografia e montaggio sono stati curati da esseri umani e l'intelligenza artificiale si è occupata di scrivere l'intera sceneggiatura.
Dopo Sunspring, Benjamin ha scritto altri due cortometraggi.
It's No Game, nel 2017, e Zone Out, nel 2018.
Ma si può parlare di un effettivo successo? Sì e no.
I cortometraggi sono infatti abbastanza esilaranti, con dialoghi e scene che non sempre hanno un senso, a volte incomprensibili e spesso incoerenti.
D'altro canto, però, si parla pur sempre di un film di fantascienza, quindi non per forza le scene devono avere un senso o devono seguire una storia ben definita.
C'è poi la questione del tempo.
Il risultato, come abbiamo detto, è un cortometraggio di una decina di minuti circa, quindi di certo imparagonabile a un vero e proprio film.
Tuttavia, l'esperimento in generale è abbastanza riuscito e non c'erano grandi pretese.
L'intelligenza artificiale Benjamin ha però dimostrato cosa un computer è in grado di creare, o meglio di dire, inventare e come la stesura della sceneggiatura potrebbe cambiare il futuro.
Un altro esempio di come l'intelligenza artificiale può essere sfruttata nel mondo del cinema viene dalla Queen Mary University, di Londra.
I ricercatori, infatti, hanno sviluppato un algoritmo di apprendimento automatico che riesce a prevedere la carriera di un'attrice o di un attore con una accuratezza dell'85%.
In pratica, analizzando il curriculum, il computer riesce a identificare se una star ha già raggiunto l'apice del suo successo, quando questo avverrà o quando la carriera potrebbe terminare.
Come detto, l'accuratezza è di circa l'85%, quindi non sempre l'intelligenza artificiale ha ragione e si spera sempre che gli attori e le attrici possano sorprenderci.
L'intelligenza artificiale può essere poi anche utilizzata direttamente per comporre le colonne sonore dei film o delle serie TV, ma del ruolo dell'apprendimento automatico nella musica ne avevamo parlato già tempo fa.
Per finire, ad oggi non esiste cinema senza la voce e dunque anche il doppiaggio è un pezzo fondamentale che compone poi l'intera opera e ne garantisce il successo in diversi paesi del mondo.
E l'intelligenza artificiale ha, tra virgolette, invaso anche questo ambito.
Vediamo un paio di esempi.
Il primo viene da Flawless, una startup londinese che si basa sulla tecnologia deepfake, di cui avevamo anche in questo caso già parlato.
In particolare, Flawless sincronizza il movimento delle labbra con la voce dell'attore originale, per poi modificare proprio il labbiale per adattarlo alla voce doppiata.
Di fatto, con questo algoritmo è possibile eliminare la discordanza tra il movimento delle labbra e le parole pronunciate dal doppiatore.
La startup inoltre si aspetta che il primo film a fare uso di questa tecnologia uscirà entro l'anno prossimo.
E se il risultato sarà un successo, i deepfake, che già vengono utilizzati nel mondo del cinema ad esempio per ringiovanire gli attori o per sostituirne il volto, avranno un ruolo non fondamentale ma sicuramente utile nel mondo del doppiaggio per rendere gli adattamenti ancora più realistici.
Il secondo esempio invece potrebbe essere più preoccupante per i doppiatori.
Si tratta della startup israeliana Deepdub, che grazie all'intelligenza artificiale promette di sintetizzare la voce degli attori originali che in pratica saranno doppiati da se stessi nelle diverse lingue.
Per ora, da dicembre, Deepdub è stato utilizzato con successo per doppiare in sei lingue alcuni brevi spot pubblicitari e altri progetti minori.
Per quanto riguarda un progetto più lungo come appunto un film, i tempi sono molto più dilatati e un direttore del doppiaggio o un esperto di lingue devono occuparsi di esaminare il risultato e notificare eventuali criticità o migliorie, che l'intelligenza artificiale utilizzerà poi per migliorare il risultato finale e imparare per i progetti successivi.
E il primo film doppiato dall'intelligenza artificiale dovrebbe essere "Every Time I Die", disponibile in inglese su Netflix.
Per ora, comunque, il lavoro dei doppiatori è al sicuro, che non si limitano solo a uguagliare, ma anche a interpretare e reinterpretare le battute, per far sì che rendano al meglio nelle diverse lingue, o addirittura a migliorarle rispetto agli attori originali.
E sarà ancora indispensabile anche per i prossimi decenni anche l'adattamento nelle varie lingue, che non è fatto di una semplice traduzione.
Per i progetti minori o piccole case di produzione, però, Deepdub potrebbe essere un'opportunità per distribuire a costi minori i propri prodotti nelle diverse lingue del mondo.
Tirando le somme, dunque, l'intelligenza artificiale nel mondo del cinema e della produzione cinematografica sta acquisendo diversi ruoli, anche da protagonista.
Lo scopo principale nella produzione vera e propria è più che altro quello di migliorare i risultati finali, abbassando nei costi.
Per quanto abbiamo visto, invece, per la scrittura di film o serie tv da zero, beh, probabilmente ancora non ci siamo, anche se sarebbe sicuramente interessante vedere al cinema un intero film scritto diretto e montato da un computer.
D'altro canto, l'intelligenza artificiale e la strategia di Netflix nè la prova.
Può rivelarsi uno strumento fondamentale per prevedere il successo dei prodotti o per adattare i contenuti ai gusti del pubblico.
La speranza, tuttavia, è che questo o questi algoritmi non finiscano col distruggere la creatività dei registi e degli sceneggiatori, che dovranno adattarsi a delle scelte di mercato senza poter inventare o innovare nuovi contenuti di cui il mondo del cinema ha continuamente bisogno.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
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