
Nella prima puntata dell’edizione estiva vi proponiamo un estratto inedito della puntata che abbiamo realizzato con l’Agenzia Spaziale Italiana. A Marino Crisconio, membro dell’unità “Volo Umano e sperimentazione scientifica” dell’ASI avevamo chiesto che ruolo ricoprono i privati nel settore Spazio.
La programmazione regolare riprenderà a Settembre.

Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Nella prima puntata dell'edizione estiva, vi proponiamo un estratto inedito della puntata che abbiamo realizzato con l'Agenzia Spaziale Italiana.
A Marino Crisconio, membro dell'unità Volo Umano e sperimentazione Scientifica dell'ASI, avevamo chiesto: finora abbiamo parlato del ruolo che ricopre l'Italia e tante aziende italiane nel settore dello spazio.
Però, innegabilmente, in questo periodo stiamo assistendo a un fenomeno appunto della privatizzazione dello spazio.
Ci spieghi in primis che cosa significa privatizzare lo spazio e poi da un punto di vista più concreto quali saranno le ripercussioni sull'esplorazione spaziale?
Allora, questa privatizzazione è una cosa che è nata negli Stati Uniti, subito dopo la fine del programma Space Shuttle.
A quel punto il programma Space Shuttle era un programma della NASA in cui ovviamente partecipava in industrie, al primo luogo la Boeing, però di fatto tutto era gestito dalla NASA anche sul piano del cosiddetto rischio di impresa, per cui era la NASA responsabile dello sviluppo delle navicelle, così come di ogni singola missione.
Dopo di quello ha deciso di avvalersi i fornitori privati per il rifornimento cargo della stazione spaziale internazionale tramite un servizio cosiddetto end-to-end e dopo una gara questa cosa è stata vinta da due fornitori che sono SpaceX, di Elon Musk, e adesso si chiama NG, prima si chiamava, non me lo ricordo più, comunque quello che sviluppa le navicelle Cygnus, mentre SpaceX sviluppa le navicelle Dragon.
In entrambi i casi, la NASA ovviamente ha staccato un bel assegno per queste due società, però a quel punto sta a loro gestirsi tutto, possono guadagnarci molto, possono guadagnarci poco, possono anche rimetterci, questo è il concetto.
Nel fare questo, e questo è un aspetto della privatizzazione, l'altro aspetto è cercare di attirare clienti privati, quindi negli spazi, dentro la stazione spaziale, la NASA è una percentuale delle risorse, anziché farlo utilizzare a spese proprie gli scienziati, che è la classica cosa che fanno tutte le agenzie spaziali, per cui tu paghi tutto e, dopo di che, per fare scienza, metti a disposizione gli spazi e magari paghi anche gli scienziati per poter sviluppare gli esperimenti.
Una quota parte viene venduta a clienti privati interessati a fare esperimenti sulla stazione spaziale.
Questa cosa qui è un inizio nella speranza che nei prossimi anni possa svilupparsi in orbita bassa un mercato autonomo di fornitori privati e clienti privati che si affianchino a fornitori istituzionali, cioè governativi e clienti governativi, perché in questo modo l'orbita bassa continuerebbe ad essere utilizzata, ci si farebbe ricerca, resterebbe abitata ad astronauti, ma per i governi costerebbe di meno e quei
soldi risparmiati sarebbero per il programma lunare, perché la questione è tutta lì, che alla fine il budget non è infinito, per cui se tu vuoi fare una cosa nuova e però vuoi anche tenere quella vecchia, perché l'obiettivo è andare sulla luna senza abbandonare l'orbita bassa, cioè considerare l'orbita bassa come una cosa che non si abbandonerà più, per farlo serve allargare il campo e questo è il senso, sto parlando dell'esplorazione umana, della privatizzazione.
Ci sono viceversa ambiti spaziali differenti in cui attori privati esistono da tempo, tipo il broadcasting televisivo, lì è tutto privato, cioè le televisioni via satellite sono privati che si comprano satelliti da industrie che li sviluppano e li lanciano e pagano il centro di controllo a terra che poi diffonde le immagini, per dire.
Certo, e questa privatizzazione potrebbe essere anche un incentivo per diminuire i costi di tutti i dispositivi che utilizziamo, penso ad esempio agli lanciatori come ha fatto SpaceX per renderli poi riutilizzabili, abbassandone notevolmente il costo e potrebbe essere anche questo un elemento positivo della privatizzazione, quindi una sorta di maggiore competizione poi tra diverse figure.
Sì, sicuramente sì, perché quando entrando in gioco attori privati c'è quel tanto di concorrenza che spinge a ottimizzare, usare meglio le risorse, provare ad abbassare i costi per essere più competitivi, cosa che se paga sempre l'agenzia governativa uno è meno stimolato a questo tipo di ottimizzazione.
Tipicamente i programmi spaziali costano tantissimo, questo è sempre stato così, costano tantissimo per il concetto che è difficile fare economia di scala, cioè si riesce a fare economia di scala sulle applicazioni a terra, quindi se io per esempio lancio un satellite che trasmette immagini televisive, faccio economia di scala vendendo a terra le padelle, diciamo così e l'abbonamento, quello lo vendo a decine di milioni di clienti e l'ho fatto economia di scala.
Se però lancio un satellite per fare ricerca scientifica o anche applicazioni che poi hanno pochi possibili clienti, lì il costo non lo spalmi, perché non è che tu usci come le macchine o come i treni migliaia, decine di milioni di satelliti, ne fai un certo numero.
Questo fatto è quello che ha prevenuto fino ad adesso l'ingresso di importanti attori privati, è il fatto che lo spazio rimane in larga parte finanziato dai governi, però è chiaro, per esempio in Artemis gli Stati Uniti hanno deciso di affidare qualcosa alla NASA e qualcosa ad attori privati, adesso c'è una gara per lo Human Landing System in cui competono tre aziende statunitensi, tutte e tre hanno avuto un
contratto dalla NASA per fare la fase A, quindi la fase di analisi di fattibilità e pre-progettazione e questo dal punto di vista loro è un modo per avere tempi ridotti e magari costi un po più bassi e tra parentesi una di queste tre aziende ha come sottocontraente un'azienda italiana, quindi l'Italia partecipa anche lì, anche in questo aspetto.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli, che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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