
Film e serie televisive ci hanno abituati a degli investigatori in grado di risolvere crimini in modo estremamente semplice. In una società in cui il digitale e le connessioni sono all’ordine del giorno e grazie all’avvento di tecnologie sempre più avanzate cercare ed analizzare gli indizi e le prove sembra sempre più facile e veloce. Ma è veramente così? Per capirlo in questa puntata abbiamo invitato Massimo Blanco, Direttore Generale dell'Istituto di Scienze Forensi.
Nella sezione delle notizie parliamo di Astro, il robot casalingo di Amazon e di come YouTube sta gestendo la disinformazione vaccinale.



Brani
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La tecnologia non solamente dal punto di vista dell'investigazione digitale ci semplifica la vita, ci semplifica la vita anche in altri frangenti, ad esempio nel nostro istituto utilizziamo strumentazione per l'investigazione degli incendi, degli incidenti stradali, software di ricostruzione di eventi, disastri e così via, quindi ovviamente queste sono tutte armi
che ci aiutano ad arrivare prima alla verità o comunque definirla in una maniera verosimile.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi cercheremo di capire che ruolo ha il digitale e la tecnologia informatica nel settore dell'investigazione, della risoluzione dei crimini e più in generale nelle scienze forensi.
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Amazon ha recentemente presentato Astro, il primo robot assistente casalingo. Si presenta di fatto come un piccolo robottino su ruote, dotato di un display telecamere, di cui una periscopica per il controllo di oggetti più alti e di un piccolo scomparto portaoggetti.
Ovviamente dotato di intelligenza artificiale ed è in grado sia di mappare la casa per spostarsi tra le varie stanze ed evitare gli ostacoli, sia in grado di riconoscere i volti delle persone con cui entra in contatto. Tramite il display, che viene utilizzato come volto grazie a due occhi stilizzati, inoltre Astro può comunicare le informazioni richieste,
dimostrare messaggi, effettuare videochiamate e tutte le altre funzioni di un classico assistente virtuale. Il costo varia tra 1000 e 1500 dollari e chi l'ha provato attualmente non è rimasto soddisfatto del risultato, anche se Amazon ha dichiarato di avere apportato ulteriori miglioramenti. La preoccupazione maggiore però riguarda ovviamente la privacy. Amazon infatti
avrebbe così accesso a dati molto sensibili riguardo non solo il proprietario di Astro, ma anche dei suoi ospiti, grazie appunto al riconoscimento facciale sempre attivo. La scelta sarà dunque tra l'avere a propria disposizione un comodo assistente robotico o limitare la privacy di sé e di chi sta attorno.
Lo scorso mercoledì, la piattaforma streaming di video YouTube ha comunicato tramite il suo blog ufficiale che a partire dai prossimi giorni verranno applicate nuove più stringenti regole per limitare il più possibile la disinformazione legata ai vaccini.
L'azienda di Google in realtà è impegnata già da parecchio tempo in una campagna contro le fake news da Covid-19, tuttavia con il nuovo annuncio YouTube ha deciso di mettere al bando tutti quei contenuti giudicati inattendibili e in grado di creare disinformazione sui vaccini certificati come sicuri dall'OMS.
La società ha inoltre assicurato che il dibattito pubblico rimarrà comunque consentito all'interno della piattaforma e si potrà discutere sia degli insuccessi della medicina in ambito vaccinale sia dei rari casi di effetti collaterali dichiarati ufficialmente dall'OMS, purché non si arrivi a violare le norme della community incoraggiando campagne di disinformazione.
Film e serie televisive ci hanno abituato a degli investigatori in grado di risolvere i crimini in modo estremamente semplice. D'altronde in una società in cui il digitale e le connessioni sono all'ordine del giorno, e grazie all'avvento di tecnologie sempre più avanzate, cercare e analizzare gli indizi e le prove sembra sempre più facile e veloce.
Ma è veramente così? Per parlare del ruolo della tecnologia nella risoluzione dei crimini siamo in compagnia di Massimo Blanco, direttore generale dell'Istituto di Scienze Forensi.
Benvenuto Massimo.
Grazie dell'invito. Buongiorno a tutti.
Com'è cambiato il modo di investigare con l'avvento della tecnologia informatica?
Intanto direi questo, il campo delle investigazioni con la tecnologia, soprattutto negli ultimi anni con la tecnologia informatica e digitale e tutto ciò che è legato ad essa si è notevolmente ampliato.
Si è ampliato a tal punto che oggi ci sono figure specializzate che operano esclusivamente in questo ambito, un ambito investigativo chiamato Digital Forensics.
La Digital Forensics è una scienza forense ed è qui in un tipo di investigazione scientifica.
Uso il termine Digital Forensics in questo contesto in maniera abbastanza generale, quindi non me ne vogliono gli esperti, perché il campo è molto più vasto e articolato e ci sono delle specialità come la Computer Forensics, la Mobile Forensics e altre che denotano il panorama della Digital Forensics.
Quindi l'investigatore di tipo tradizionale, quando si presenta la necessità di acquisire dati e informazioni da un computer, da uno smartphone, ma anche semplicemente da un registratore o da una macchina fotografica, una videocamera, si avvale da chi sa repertare questi dati e poi analizzarli, quindi sostanzialmente cosa fa l'investigatore digitale, preleva
quindi reperta il dispositivo nel luogo in cui si trova, lo isola e quindi ovviamente adotta tutte quelle precauzioni per evitare che vi siano interferenze e poi lo porta in laboratorio per l'analisi, questa è la catena di custodi iniziale del dispositivo e poi si passa a un'analisi del dato contenuto in questo dispositivo e ovviamente la catena
di custodia per preservare il dato affinché appunto rimanga genuino e quindi non si comprometta e non venga compromesso ai fini dell'indagine e poi dell'eventuale giudizio.
Quindi sostanzialmente c'è da distinguere tra l'investigatore tradizionale, quindi chi tratta informazioni, chi analizza informazioni e chi appunto tratta e analizza informazioni di tipo digitale, ovviamente anche l'investigatore tradizionale deve avere una base di digital forensics perché deve dialogare con l'investigatore specializzato in questo campo.
Quali sono i nuovi supporti, le prove, gli indizi che potremmo definire digitali che sono a disposizione sia degli investigatori digitali ma anche degli investigatori tradizionali e questi nuovi aspetti, questi nuovi elementi semplificano totalmente il lavoro dell'investigatore o, da un certo punto di vista, lo rendono
anche più difficile?
Diciamo che la tecnologia sicuramente aiuta le investigazioni in generale, quindi tutti quelli che sono i nuovi sistemi che possono essere messi in atto per fare un'investigazione di tipo forense, la chiamiamo noi appunto perché riguarda un'attività che poi va in tribunale normalmente, queste tecnologie servono assolutamente sì, il problema che c'è anche
dall'altra parte il criminale che continuamente si adegua, si aggiorna per blindare questi sistemi o trovare appunto dei metodi per sfuggire alla sua cattura, quindi ovviamente c'è una guerra in corso tra chi investiga e chi dall'altra parte compete dei crimini e quindi deve difendersi dall'eventuale cattura.
Per quanto riguarda il discorso che ci semplificano la vita, sì, assolutamente sì, la tecnologia non solamente dal punto di vista digitale e dell'investigazione digitale ci semplifica la vita, ci semplifica la vita anche in altri frangenti, ad esempio nel nostro istituto utilizziamo strumentazione per l'investigazione degli incendi, degli incidenti stradali, software
di ricostruzione di eventi, disastri e così via, quindi ovviamente queste sono tutte armi che ci aiutano ad arrivare prima alla verità o comunque definirla in una maniera più velo simile, ecco.
Per quanto riguarda il discorso del… dell'investigazione digitale nello specifico, io ai miei studenti o anche a chi mi contatta, molti giovani che mi contattano per avere consigli su come arrivare a svolgere il nostro lavoro, mi sento sempre di consigliare loro di studiare anche la parte informatica, anche
la parte digitale, anche a coloro che studiano criminologia, quindi un ambito molto più psicologico e sociologico perché questo è il biglietto da visita per poter entrare nel mondo del lavoro, perché ormai non esiste più nessun tipo di investigazione privata o di polizia che non abbia a che fare con semplicemente uno smartphone, quindi uno smartphone,
un computer, un dispositivo mobile nella maggior parte dei casi sono sempre coinvolti quando si deve indagare su un caso.
Sì, perché l'aspetto digitale è presente in qualsiasi ambito e di conseguenza anche.
nei casi che dovete affrontare.
Hai parlato di supporti digitali che possono costituire indizi o prove.
ci puoi fare degli esempi degli altri esempi concreti.
A livello di supporto, come dicevo prima, ci sono tantissimi supporti, tutto quello che noi utilizziamo per comunicare, per archiviare qualsiasi dato, ormai è un qualcosa che nel caso in cui si verifichi un qualsiasi evento, non necessariamente di natura delittuosa, ma immaginiamoci anche un incidente stradale dove si può capire se la persona in quel
momento era al telefono, stava messaggiando, stava scambiando con Whatsapp e così via, tutti questi dispositivi rientrano nell'ambito di quelle che sono appunto le nostre indagini di carattere digitale.
Quindi sostanzialmente il...
I supporti sono di tutto e di più, dispositivi immobili, fissi, anche le tv, le smart tv possono essere investigate oggi giorno attraverso le investigazioni digitali, quindi qualsiasi cosa che ha a che fare con l'elettronica, anche le autovetture, le centrali delle autovetture possono essere oggetto di analisi a livello digitale perché sono dispositivi elettronici
che comunicano e quindi hanno dei dati a loro interno che possono essere utili a fine dell'indagine.
Una cosa che non tutti sanno è che qualsiasi dispositivo, anche un telefono, un computer anche formattato può essere oggetto di indagine perché si riescono ancora ad estrarre dei dati preziosi ai fini delle investigazioni.
Siccome negli ultimi anni ai crimini tradizionali si sono affiancati quelli che potremmo definire crimini cyber, quindi con un forte aspetto informatico, tecnologico e che quindi di fatto garantisce la possibilità a chi li commette di essere dall'altra parte del mondo nel momento in cui sta commettendo il crimine, questo costituisce un elemento di ulteriore
complessità per gli investigatori perché immagino che un conto è per voi operare magari su territorio nazionale, quindi con un ordinamento che è quello italiano, che ha delle determinate regole, però allo stesso tempo è molto più complesso lavorare in un ordinamento, scontrarsi con un ordinamento, con un sistema legislativo molto differente dal nostro.
Diciamo che queste fuori la fuori anzi la dentro la rete c'è una guerra in corso che qui in Italia combatte in particolar modo la polizia di stato con il suo servizio di polizia postale delle comunicazioni quindi sono attività delle proprie di polizia giudiziaria che vengono delegate appunto alla polizia postale e delle comunicazioni nella maggior
parte dei casi a istituti privati come il nostro delega appunto della del pm però come appunto dicevi tu c'è un problema riguardante la legislazione Ma non parliamo solamente di stati in cui non ci sono rapporti tra la nostra nazione e quello stato, quindi stati strani, parliamo anche di stati come gli Stati Uniti d'America,
la Russia, la Cina e così via, dove comunque pur essendoci dei rapporti stretti a livello politico non si riescono ad acquisire quelle informazioni che necessitano per investigare su crimini che sono passati da nodi presenti in questi stati e che poi sono arrivati a noi e che hanno dato origine a un'attività criminale e a un danno per il nostro cittadino,
quindi il problema è serio.
L'altro problema serio che mi sento di sottolineare è che mancano gli esperti di cyber security e di digital forensics, tieni conto che negli ultimi rapporti mancano più di due milioni di esperti in tutto il mondo e soprattutto l'Europa e anche l'Italia sono a corto di queste professionalità, perché c'è una tendenza negli ultimi anni sempre più preponderante
e del giovane di avvicinarsi ai corsi di laurea in scienze sociali e in scienze umane e a boicottare, consentimi il termine, corsi di laurea tipo ingegneria e soprattutto ingegneria informatica che in realtà sono il futuro non solo per quanto riguarda gli altri settori commerciali, finanziari, economico, industriale e così via, ma anche per il futuro della
nostra sicurezza, visto che ormai tutto passa attraverso le tecnologie digitali e quindi non abbiamo chi ci difende da questi tipi di attacchi, sia nel privato che nel pubblico.
Siccome abbiamo capito dalle tue parole che la tecnologia può essere utilizzata in questi ambiti appunto per tutelare la sicurezza dei cittadini, tuttavia è anche vero che soprattutto negli ultimi anni si sta sensibilizzando molto sul tema della privacy delle persone e quindi la domanda è come si può conciliare da una parte l'esigenza di giustizia che di fatto
consiste a volte anche nell'invadere la privacy altrui e dall'altra parte quello della riservatezza e della privacy individuale.
Sì, questo è un tema molto attuale, su cui ci si scontra dal punto di vista giuridico, quindi si scontrano le ragioni di tipo giuridico, morale, etico del cittadino con quelle che sono le esigenze di sicurezza e prima ancora di prevenzione e poi di protezione appunto del cittadino stesso.
Da un punto di vista giuridico penso che la domanda possa essere soddisfatta in termini di risposta da un giurista, per quanto riguarda me e quindi per l'operatore delle investigazioni della sicurezza, personalmente reputo che nel nostro secolo, nel nostro mondo contemporaneo ormai iper digitalizzato
quindi dove le tecnologie ci aiutano a scoprire i crimini ma non solo questi, in questo mondo e oltretutto dove c'è un gran bisogno di sicurezza soprattutto in ordine alla criminalità comune, che è quella che più preoccupa il cittadino, gli occhi elettronici nelle vie delle città costituiscano un eccellente deterrente contro la criminalità comune.
E poi un validissimo supporto all'attività investigativa, non dimentichiamoci che molti casi di cronaca, ma anche molti incidenti da quelli stradali, gli incendi, ai crolli e così via, si sono risolti da un punto di vista investigativo grazie appunto agli occhi elettronici, grazie appunto alle telecamere, mentre altri non si è potuto risolverli perché
o le telecamere non erano funzionanti oppure perché non c'erano.
Se poi parliamo di altri sistemi investigativi che riguardano le intercettazioni telefoniche ambientali, i trojan, i trojan di Stato e così via, dipende sempre dall'uso che se ne fa, dall'uso che ne fanno gli organi competenti, se ne fanno un uso ortodosso oppure se abusano di essi.
In conclusione, si può dire che oggi più di un tempo è facile magari combattere un tipo di criminalità più comune, quella che appena citato, magari meno pratica dal punto di vista tecnologico, ma allo stesso tempo più difficile di un tempo combattere la criminalità più strutturata che quindi sfrutta consapevolmente e in modo estremamente professionale le nuove tecnologie.
Faccio una precisazione perché comunque per criminalità comuni intendo anche il singolo hacker che praticamente si collega attraverso tunnel, non sto a specificare, entrare troppo nello specifico, criminale che si collega ad esempio dalla Svezia e il suo segnale passa attraverso vari stati e quindi non si riesce ad individuare l'esatta ubicazione di dove si trova e quindi
diciamo che questi sistemi sono conosciuti anche da hacker di medio e basso livello, quindi anche questa è criminalità comune che si realizza nella rete.
Poi ovviamente ci sono anche le grandi organizzazioni criminali che addirittura nel dark web riescono a spacciare stupefacenti, a vendere armi, a trattare esseri umani, insomma c'è un giro veramente impressionante e appunto la guerra che vi dicevo prima che si combatte ogni giorno nel deep web e nel dark web è una guerra senza quartiere dove appunto
le forze in campo non bastano mai.
Per quanto riguarda il discorso del criminale sprovveduto, diciamo che da una parte è vero, si riesce sempre più attraverso determinati sistemi a scoprire, ad avere delle informazioni che non si potrebbero avere in altro modo.
Purtroppo il rovescio della medaglia è che i media non giocano a nostro favore, nel senso che anche il criminale più sprovveduto oggi sa che quando viene indagato potrebbe avere il telefono sotto controllo, essere spiato in caserma prima dell'interrogatorio, così come potrebbe essere seguito, ripreso e così via, quindi diciamo che da un certo punto
di vista troppa informazione su quello che è il nostro mestiere diventa controproducente ai fini delle indagini e alla scoperta della verità.
Va bene Massimo, grazie per averci mostrato l'aspetto digitale nel settore delle scienze forensi.
A presto.
Grazie per l'invito e a presto.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia. Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio. Per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, seguiteci su Instagram a @dentrolatecnologia
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