
In questa quarta puntata estiva Matteo Gallo, autore del podcast, parlerà del James Webb Space Telescope, il più grande telescopio spaziale mai realizzato, e dei risultati ottenuti con le primissime immagini pubblicate lo scorso mese.
La programmazione regolare riprenderà a Settembre.

Immagini
• Foto copertina: NASA, Telescopio spaziale James Webb
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Nella quarta e ultima puntata dell'edizione estiva Matteo Gallo, autore del podcast, parlerà del James Webb Space Telescope, il più grande telescopio spaziale mai realizzato, ed i risultati ottenuti con le primissime immagini pubblicate lo scorso mese.
Il 25 dicembre 2021 è passato alla storia come il giorno in cui venne lanciato, nello spazio, il più grande e potente telescopio mai realizzato dall'uomo, il James Webb Space Telescope.
Diversamente da Hubble, a cui spesso viene comparato, il nuovo telescopio, nato dalla collaborazione tra l'Agenzia Spaziale Europea, la Canadese CSA e la NASA, è stato inviato a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, più precisamente al punto L2 di Lagrange, una particolare zona dello spazio che, oltre a permettere al James Webb di avere una maggior stabilità della luce solare e di gestire più efficacemente il raffreddamento degli strumenti, consente anche di mantenere un'orbita gravitazionale stabile nel sistema Terra-Sole.
Una caratteristica fondamentale del nuovo telescopio, che lo differenzia appunto da Hubble, è quella inoltre di poter studiare e analizzare le lunghezze d'onda della banda infrarossa, ovvero quella parte di radiazione elettromagnetica che ha percorso talmente tanta distanza da non poter essere più visibile nemmeno con i più potenti telescopi come Hubble.
Ed il motivo dunque per cui il James Webb è stato spedito così lontano dalla Terra, oltre ad evitare le interferenze di quest'ultima, risiede proprio nella modalità di osservazione della banda infrarossa, che necessita di strumenti raffreddati continuamente e non soggetti a forti sbalzi termici.
L'osservazione attraverso questo spettro consente infine di studiare corpi celesti oscurati dai gas e polveri cosmiche, aumentando notevolmente il dettaglio dell'immagine finale, esattamente come quanto osservato nei primi risultati pubblicati lo scorso mese.
Nella prima galleria di immagini elaborate dal James Webb compare infatti la nebulosa della carena, già fotografata in precedenza da Hubble, dove però non era ancora possibile osservare con così tanta nitidezza l'ammasso di stelle nascenti nascoste dai gas della nebulosa.
Il giorno precedente alla pubblicazione di questa e delle altre 3 immagini, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, per sottolineare ulteriormente la valenza scientifica di questo nuovo strumento, ha presentato in anteprima un incredibile campo profondo in cui compaiono elementi distante 13 miliardi di anni luce, dunque risalenti alle prime fasi di sviluppo dell'universo.
A differenza di Hubble, a cui sono serviti diversi giorni per ottenere gli stessi dati, al James Webb sono bastate solamente 12 ore di esposizione per arrivare ad elaborare centinaia di galassie comprese in una porzione di spazio pari a un singolo granello di sabbia.
Con questi primi risultati, il nuovo telescopio sviluppato dalla NASA, in collaborazione con l'Agenzia Spaziale europea e canadese, ha chiaramente dimostrato di essere all'altezza delle aspettative.
Aspettative attese ormai da oltre 20 anni, quando si iniziò a parlare del lancio di questo telescopio, già poco dopo quello di Hubble negli anni ‘90, ma che per diversi motivi, alcuni di natura tecnico-scientifica e altri meramente economici, venne posticipato fino allo scorso Natale 2021.
Ma ora che finalmente il James Webb ha completato il posizionamento e inviato i primi risultati, possiamo dire che aspettare così tanto a lungo ne è decisamente valse la pena.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.