
Qualche tempo fa avevamo parlato di quantum computing, una nuova generazione di computer estremamente complessa. Per permettere a più persone possibili di fare ricerca, IBM ha messo a disposizione questi computer gratuitamente tramite il Cloud. Ma siamo sicuri di sapere cosa significhi realmente Cloud? Per capire quali sono tutte le potenzialità del Cloud in ambito aziendale, che vanno al di là della ben nota archiviazione di file, ci ha aiutati Marco Ballan, Principal Infrastructure Sales Manager per IBM Italia.
Nella sezione delle notizie parliamo di Samantha Cristoforetti che è diventata la prima donna europea al comando della ISS e dello sviluppo della rete 6G da parte di LG.



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Nella strategia di IBM si parla di cloud ibrido, che altro non è che la coniugazione di ciò che era il mondo del passato, quindi il mondo che comunque continua a funzionare e continuerà a funzionare anche in futuro, che era basato su avere i server e i dati all'interno del perimetro aziendale.
Ma noi lo vediamo strategicamente coniugato con ciò che offre il public cloud, quindi cloud computing.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi vedremo quali sono le potenzialità del cloud per favorire lo sviluppo di un'azienda e cercheremo di capire se appunto il cloud è sempre la miglior soluzione.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
L'Agenzia Spaziale Europea ha annunciato questa settimana che l'astronauta italiana Samantha Cristoforetti assumerà il comando della Stazione Spaziale Internazionale entro fine mese.
Il passaggio di consegna verrà secondo il calendario mercoledì 28 settembre.
E nonostante sia previsto che Cristoforetti assumerà il comando solamente per un breve periodo, l'astronauta italiana diventerà la prima donna europea a ricoprire tale ruolo da quando la Stazione Spaziale Internazionale è entrata in servizio.
Nella decisione su chi assegnare l'incarico entrano in gioco i cinque partner della ISS, ossia l'Agenzia Spaziale di Stati Uniti, Europa, Russia, Canada e Giappone, le stesse che hanno nominato Samantha Cristoforetti comandante del segmento occidentale ad aprile e che presto le assegneranno il comando dell'intera Stazione Spaziale comprendendo anche il segmento russo.
Mentre la rete 5G inizia a poco a poco a essere sempre più presente, soprattutto nelle grandi città, da tempo si sta ormai lavorando alla realizzazione allo studio di quella che sarà la sesta generazione delle reti mobili: il 6G.
Già un anno fa, infatti, LG aveva concluso con successo un test in cui dimostrava di aver risolto uno dei problemi del nuovo standard, ossia la ridottissima portata se paragonata alle reti attuali.
Qualche giorno fa, dunque, sempre LG ha effettuato un ulteriore test, riuscendo a trasmettere un segnale attraverso la rete 6G ad una distanza di 320 metri in spazio aperto, quasi tre volte tanto rispetto all'ultimo test.
Chiaramente siamo ancora ben lontani dall'introduzione del 6G nella vita quotidiana.
Nel 2025 dovrebbe avvenire la standardizzazione della tecnologia, mentre solo nel 2029 questa inizierà a essere rilasciata globalmente.
Nel frattempo attendiamo che la quinta generazione riesca a imporsi come rete principale per le connessioni mobili.
Qualche tempo fa avevamo parlato di Quantum Computing, una nuova generazione di computer estremamente complessa.
Per permettere a più persone possibili di fare ricerca, IBM ha messo a disposizione questi computer gratuitamente tramite il cloud.
E per capire quali sono tutte le potenzialità del cloud in ambito aziendale, che vanno al di là della ben nota archiviazione di file, è con noi Marco Ballan, Principal Infrastructure Sales Manager per IBM Italia.
Benvenuto Marco.
Grazie Davide, buongiorno a tutti.
Puoi spiegarci brevemente che cos'è il cloud computing e in che cosa consiste il cloud di IBM, quali sono i servizi che offrite?
Ok, allora, in maniera molto diciamo semplicistica per i non addetti ai lavori, il cloud computing non è altro che la possibilità di utilizzare servizi tecnologici in modalità remota e a consumo.
Il parallelo che facciamo sempre rispetto all'utilizzo della… per esempio, dell'energia elettrica, quindi avere la possibilità di utilizzare un servizio di computazione piuttosto che di archiviazione, come hai giustamente citato tu, in modalità “as a service” e poterlo fare in qualsiasi momento del giorno, dell'anno, in qualsiasi periodo e con la possibilità di scalare, quindi di crescere idealmente, diciamo in maniera senza limite.
In cosa consiste il cloud di IBM? Allora, la prima cosa che vorrei sottolineare è che il cloud computing come concetto nasce recentemente, ma come tipologia di servizio, quindi quella descrizione, quella metafora che ti hai usato prima nel descriverti, la possibilità di utilizzare i servizi e di crescere nel
loro utilizzo in maniera così impercettibile da parte dell'utente, è propria di ciò che IBM fa da decenni, se pensiamo ai sistemi che oggi per esempio governano le principali attività economiche a livello mondiale.
Quindi il cloud IBM sicuramente consiste in una offerta paragonabile in tutto e per tutto a ciò che i nostri competitor portano sul mercato, ma ha delle connotazioni leggermente diverse in termini di sicurezza e anche in termini di ampiezza delle piattaforme tecnologiche che mettiamo a disposizione.
Ok, capito.
Ora che abbiamo posto le basi ci spieghi quali sono i vantaggi del cloud computing?
Allora, come dicevo prima, sicuramente uno dei principali vantaggi è la flessibilità nell'utilizzo, quindi la possibilità di gestire quelli che definiamo picchi di utilizzo, ritornando alla metafora dell'energia elettrica io idealmente con il cloud computing è come se potessi accendere tutte le luci della mia abitazione nello stesso momento.
Dall'altra parte le posso anche spegnere nello stesso momento e quindi posso avere veramente l'abilità di decidere quanto utilizzare e soprattutto quanto spendere in termini economici per accedere a queste risorse.
Quindi la flessibilità è sicuramente una delle connotazioni insite in questa tipologia di servizi, dopodiché non dimentichiamo che il fatto di affidare questi servizi a delle aziende, ad esempio IBM, che riescono ad osservare dei criteri di sicurezza molto stringenti, ecco che interviene la seconda dimensione, che magari in casa non riuscirei, nel mio data center o nella mia azienda, magari non riuscirei ad adottare con lo stesso livello di protezione, di certificazione, ma soprattutto di processi di controllo che invece IBM è in grado di offrire.
Ultimo, ma non meno importante, è un tema di obsolescenza tecnologica e di green economy.
Allora, l'obsolescenza tecnologica è risolta con i cloud computing nella misura in cui io non compro più un asset specifico, che poi avrà i suoi cicli di vita e quindi la necessità di essere sostituito nel futuro, con magari dei problemi anche di, come dire, di metterlo poi, una volta sostituito, metterlo poi in una condizione di essere riciclato, di essere opportunamente gestito nella nella filiera di un'economia sostenibile e dall'altra parte il fatto di concentrare le risorse computazionali di archiviazione dei dati in pochi data center che sono ottimizzati
da un punto di vista della densità, dove per densità intendo dire all'interno dello stesso volume fisico una quantità di capacità superiore a quella che potrei ottenere al di fuori di un centro di cloud computing e dall'altra parte, di nuovo guardando al concetto green, anche agli accorgimenti di tipo sicuramente enterprise, per quanto riguarda l'utilizzo di sistemi di raffreddamento ottimizzati che consentono quindi anche un importante risparmio energetico. Cronaca di tutti i giorni ormai, l'attenzione che dobbiamo porre tutti nell'utilizzare in maniera opportuna e conscia le risorse energetiche a disposizione.
Fra le varie cose che ci hai detto hai parlato anche di sicurezza e quindi dal punto di vista della sicurezza oggi il cloud è più o meno sicuro rispetto ad avere soluzioni locali? E quando dico soluzioni locali ovviamente faccio riferimento a delle aziende che al posto appunto di utilizzare un servizio cloud hanno un proprio server interno e quindi i dati in questo caso non necessariamente devono passare tramite internet e questa domanda te la faccio ovviamente anche alla luce dei continui recenti attacchi hacker di cui purtroppo sentiamo sempre più spesso parlare.
Allora lavorando con IBM ho l'opportunità di confrontarmi quotidianamente oltre che con professionisti delle aziende nostre clienti piuttosto che operatori di settore anche con degli imprenditori e il concetto che hai riportato correttamente tu, cioè quello legato al fatto che se mantengo il dato fisicamente all'interno della mia azienda ho comunque un perimetro che mi garantisce una sicurezza che è implicitamente superiore a una ipotesi di portare il dato al di fuori del perimetro della mia azienda.
Questo è un concetto che evidentemente è poco attuale con ciò che oggi è la proliferazione di dispositivi tecnologici che di fatto espongono gli individui e le aziende a degli attacchi informatici.
Oggi a mio modo di vedere la domanda non è più se avrò un attacco informatico quando piuttosto quando avverrà l'attacco informatico.
Non vorrei essere frainteso, un'azienda si può dotare internamente delle risorse sia in termini di persone, sia in termini di processi, sia in termini naturalmente di tecnologie atte a garantire un livello di sicurezza importante, un livello di sicurezza enterprise.
Quindi io non credo al concetto di evoluzione verso il cloud necessaria per tutti, tanto è vero che nella strategia di IBM si parla di cloud ibrido che altro non è che la coniugazione di ciò che era il mondo del passato, quindi il mondo che comunque continua a funzionare e continuerà a funzionare anche in futuro che era basato su avere i server e i dati all'interno del perimetro aziendale.
Ma noi lo vediamo strategicamente coniugato con ciò che offre il public cloud, quindi il cloud computing.
Perché lo vediamo coniugato? Perché sicuramente le grandi entità che sono in grado di investire in genti capitali, finanziari ed umani nel proteggersi dagli attacchi esterni continueranno a farlo ed è corretto che continueranno a farlo e IBM le supporterà nel loro percorso e nella loro strategia.
D'altro canto è altresì vero che ci sono realtà, penso magari a realtà produttive italiane, eccellenze nel loro settore di mercato che hanno un focus nella ricerca e nello sviluppo di ciò che è core per i loro business, che non hanno quindi un budget correttamente da dedicare in maniera così importante al tema
della cyber security ed è evidente che sia una scelta strategicamente molto sensata, perché devo competere con il resto del mercato a livello globale ormai e devo focalizzare le mie risorse su ciò che veramente fa la differenza per il mio business.
Ecco che qui invece ci viene in aiuto una soluzione enterprise proposta da un player quale ad esempio IBM che risolve con la sua soluzione il tema della sicurezza.
La risolve ovviamente… in che modo? Rendendo economicamente appetibile una soluzione enterprise poiché la distribuisce su una pletora di utenti che è più ampia.
Quindi per essere molto chiari non è più un se ma è un quando accadrà l'attacco informatico e non è vero che è meglio necessariamente una soluzione fatta in casa rispetto a una in cloud e viceversa.
Secondo noi ogni cliente ha una sua esigenza che è da “customizzare” come soluzione ed è legata strettamente e entristicamente con quella che è la propria strategia di business.
E ci fai qualche esempio di appunto soluzioni cloud che avete aiutato ad adottare?
Allora esempi concreti ce ne sono diversi.
Noi abbiamo per esempio una piattaforma che oggi ospita alcune fra le principali aziende che si occupano di “telematics” in Italia sono quindi tutto ciò che afferisce il mondo delle "black boxes" che sono installate sulle autovetture.
Poi abbiamo anche esperienze sicuramente a livello internazionale che sono di rilievo.
Ne cito una che mi piace sempre ricordare perché dà proprio l'idea in concreto di quello che raccontavo prima nella flessibilità e nella scalabilità.
Una soluzione realizzata con una nostra tecnologia che si chiama di IBM che ha permesso agli ospedali di Magonza di Mainz quindi in Germania di poter scalare nel momento in cui c'era la necessità di andare a registrare tutto ciò che ruota intorno al mondo della vaccinazione Covid, quindi è stata una soluzione che ha avuto una richiesta di “time to market” molto stringente e questo non è certo necessario spiegarne il motivo.
È una soluzione che ha dovuto da un punto di vista tecnologico andare a integrare diversi mondi che erano diversi, che erano come dire provenienti da esperienze differenti e il fatto di avere un fattore abilitante, quindi un minimo comune denominatore tecnologico definito quindi dalla nostra Offering Cloud ha permesso di semplificare questa complessità tecnologica che invece era presente.
Poi ci sono delle realtà, prima ho fatto un esempio del piccolo imprenditore che compete a livello mondiale, adesso invece mi piace citare un'azienda, una multinazionale italiana che domina a livello mondiale e che ospita i propri sistemi Core IRP sul nostro Cloud e questa azienda si chiama Prysmian, è un'azienda che fattura oltre 11 billion se non vado errato e tutta la produzione dei loro impianti produttivi, la parte IRP ospitata sul nostro Cloud.
Quindi per darti un'immagine della forza, della solidità di questa infrastruttura, se questa infrastruttura dovesse starnutire noi avremmo migliaia di lavoratori che sarebbero verosimilmente bloccati nelle loro operazioni quotidiane.
Non è l'unica realtà, Prysmian evidentemente è una storia di successo che abbiamo condiviso più volte al mercato, non è l'unica, ci sono altre realtà industriali, per esempio una chimica bergamasca Polynt, altra multinazionale.
Qui è interessante perché il Cloud, ecco un'altra dimensione che provo a introdurre, aiuta anche nella internazionalizzazione delle nostre aziende.
Quindi quando io parlo di queste realtà e di queste capacità imprenditoriali di imprenditori italiani che vanno quindi a confrontarsi nel mondo, ecco che avere un partner come IBM che è presente in praticamente tutto il globo e che ha la possibilità quindi di poter erogare dei servizi in ogni punto del pianeta, diciamo che dà anche una certa sicurezza al cliente.
Tra l'altro due punti vale sottolineare, servizi che noi permettiamo di, che offriamo in tutto il globo con lo stesso livello di sicurezza evidentemente, una standardizzazione all'interno della nostra offering e poi soprattutto con una rete network proprietaria, quindi una rete di collegamento in fibra proprietaria all'interno della nostra piattaforma cloud.
Questo è anche importante per due motivi, uno sicuramente economico che il traffico che verte su questa connettività è gratuito per i nostri clienti, due perché da un punto di vista della sicurezza avere una rete proprietaria ti permette di garantire veramente “end to end” la protezione delle informazioni che l'azienda fa passare all'interno di queste tecnologie e tre perché non siamo neanche soggetti a dinamiche esogene per quanto riguarda problematiche legate a scenari economico, politico, finanziari che magari potrebbero accadere.
Ok e questa rete di collegamento è riservata ai vostri clienti più grandi?
In realtà ciò che succede per aziende più grandi può succedere anche per Marco e Davide come individui, se volessero utilizzare i servizi IBM Cloud, cioè la possibilità di una volta arrivati al punto di accesso del cloud, quindi da casa mia mi collego al cloud IBM e mi collego verosimilmente a Milano, tra l'altro ricordo che siamo stati primi ad aprire un data center in Italia a Milano ormai qualche anno fa, una volta ecco che sono entrato nel mondo cloud IBM a Milano a quel punto di io mi muovo all'interno
dell'offering a livello worldwide, a livello mondiale, globale di IBM e mi muovo utilizzando una rete dedicata appunto di proprietà nostra, quindi è un po questa l'idea, la tecnologia che esiste.
Siccome qualche tempo fa avevamo parlato di “edge computing” come strumento opposto a quello di cui ci hai parlato finora, quindi nel caso dell'edge computer i dati vengono avvicinati, l'elaborazione dei dati viene avvicinata al luogo in cui i dati vengono prodotti, possiamo approfondire… puoi spiegarci meglio qual è la differenza tra appunto cloud computing ed edge computing ed eventualmente qual è il rapporto che c'è tra questi due approcci?
Allora i vantaggi sono anche qui strettamente legati al modello di business dell'azienda, mi spiego meglio, evidentemente le due tecnologie non si escludono a vicenda, vanno coniugate in maniera sapiente per cogliere il meglio no di ognuna di esse ed è importante qui vedere qual è il business dell'azienda, qual è il modello di business e soprattutto in quale tipo di regolamentazione l'azienda deve operare per andare a scegliere quale declinazione tecnologica sia la migliore.
In concreto, l'edge computing come hai correttamente definito tu ci permette di avere delle elaborazioni per esempio a bordo macchina in una linea produttiva per esempio… se penso all'esempio dell'ospedale prima che faceva l'ospedale di Mainz per esempio all'interno del laboratorio magari dove vengono analizzati i risultati dei vaccini piuttosto che in un altro caso avere
un'elaborazione dei dati in un punto che da un punto di vista normativo è obbligatorio, o meglio per dire in un altro modo senza dover trasportare trasferire i dati al di fuori della location poiché c'è un regolamento una legge che lo impedisce sto pensando per esempio a regolamenti nel mondo finanziario che ci impediscono di la mobilità dei dati all'esterno di certe aree geografiche.
Quindi il mix dei due è dettato principalmente da ciò che da un punto di vista di business di normativa io voglio e posso fare ma non solo c'è un altro tema che è importante ed è l'importanza e il valore legato alla freschezza del dato, cioè anche qua il fatto di avere un dato elaborato rapidamente vicino al luogo in cui viene prodotto che è proprio della tecnologia edge computing ci dà in alcuni casi un valore per il business che è superiore rispetto all'ipotesi per trasferire questo dato in un sistema di cloud
computing e elaborarlo anche con un delay di ore, adesso senza entrare nei soliti esempi dei mercati delle borse e simili ci sono comunque delle situazioni dove per esempio in un ciclo produttivo o manifatturiero può essere interessante anzi è fondamentale avere quanto prima l'informazione di eventuali difettosità
piuttosto che andare a vedere anche in altri ambiti, prima parlavo dell'ambito sanitario, avere una freschezza dei dati per quanto concerne la somministrazione dei vaccini piuttosto che sono le analisi di ciò che viene sottoposto da parte del privato in sede di controlli clinici.
Quindi, qual è il confine fra i due ambiti? C'è sicuramente, riassumendo, un confine tecnologico che è legato alla banda, alla connettività.
Quindi il trasferimento di grandi moli di dati da un sito remoto verso un centro di cloud computing deve essere compatibile con la banda disponibile.
E questo è un primo discriminante.
Secondo, un discriminante sicuramente legislativo di regolamentazione.
Quindi la domanda è, ma posso muovere i dati al di fuori di quel sito che magari fuori dall'Italia, portarli in Italia o viceversa? Terzo, e sicuramente un termine, un tema di opportunità di business, ma ha senso che io sposti questi dati e poi li elabori o ha senso che li elabori immediatamente perché questa velocità nell'acquisizione, nella trasformazione dei dati in informazione, mi dà un vantaggio competitivo?
La tecnologia deve rispondere a queste tre domande piuttosto che influenzarle.
Ecco, io la vedrai in questo modo.
Siccome finora abbiamo parlato solamente di aziende, il cloud computing può portare anche dei vantaggi o rappresentare una soluzione anche per i comuni cittadini?
Sicuramente.
Qualche esempio in realtà te l'ho già fatto inavvertitamente prima.
Quindi sì, è una tecnologia che di cui noi tutti potremo e dovremo beneficiare.
Oggi ci sono in Italia veicoli connessi, veicoli connessi, quindi automobili prevalentemente direi nell'ordine dei decine di milioni.
Questo noi non lo percepiamo oggi come un miglioramento, o forse non ci facciamo caso, ma nei modelli per esempio di gestione del traffico, di ottimizzazione delle risorse e perché no anche nei modelli di pricing sull'utilizzo di questo tipo di tecnologia, sicuramente una tecnologia pervasiva come cloud computing o l’edge computing può dare dei benefici anche ai cittadini.
Benefici per i cittadini che sono anche in termini di semplificazione dei rapporti verso la pubblica amministrazione.
Anche qui il cloud computing nella misura in cui verrà adottato dai nostri enti pubblici porterà e sta portando dei benefici importanti nella fruizione di questi servizi.
E poi per finire anche verso tutta l'offerta di ciò che è diciamo l'economia, il terziario italiano che oggi usufruendo di questo tipo di tecnologie che ribadisco, danno un livello di sicurezza, di servizio, tecnologie enterprise a costi che sono più accessibili rispetto all'ipotesi di costruire un datacenter o delle competenze in casa possono permetterci di andare avanti e di fare la differenza sul mercato.
E in chiusura una domanda a cui in realtà un po intuiamo dopo tutti questi tuoi discorsi, possiamo intuire la risposta, quindi il futuro sarà tutto cloud?
Nell'accezione che intendiamo noi di un cloud ibrido sicuramente sì, ma non sarà nulla di diverso da ciò che c'è oggi.
Probabilmente, come hai detto all'inizio, ci sarà anche una componente importante innovativa legata al quantum, che è stato argomento di un'altra di un'altra sessione, ma anche questo io mi immagino che in futuro sarà fruibile come già lo è oggi in cloud e sarà sempre più esteso come tipologia di servizio offerto.
Io credo che il fatto di voler preservare ciò che funziona da decenni, quindi sto parlando di un mondo tradizionale, ma che ha la base della nostra economia e la base anche della nostra user experience quotidiana.
Cioè, per dare un esempio concreto, le applicazioni che installiamo e disinstalliamo con il tocco di… lo sfioro del dito sul nostro smartphone hanno comunque un back-end che risiede su un mondo che non è necessariamente nel cloud, ma è molto spesso all'interno di un datacenter aziendale.
Quindi il futuro, a mio modo di vedere, non sarà tutto in cloud, o meglio sarà tutto in cloud, ma nell'accezione di VM cloud ibrido.
E qua, mi piace anche sottolineare che nella offerta nostra di cloud sono presenti più piattaforme, quindi al di là della offerta tradizionale e potenza computazionale del mondo x86, Linux, Windows e simili, noi abbiamo anche la possibilità di offrire i servizi quantum, ripeto argomento già trattato, ma anche piattaforme che sono diverse,
sono la piattaforma power, piuttosto che alcuni servizi sulla piattaforma mainframe, che sono i “backbone” di tutta l'economia o di larga parte dell'economia attuale e futura e soprattutto, punto da non dimenticare, sono le piattaforme che oggi garantiscono dal punto di vista della sicurezza il più elevato standard a livello anche di certificazioni nella protezione dagli attacchi cyber
e ultimo, ma non meno importante, lo sottolineo ancora una volta, in termini di densità, quindi di costo per transazione, quindi di impatto energetico, di impatto sull'ecosistema mondo, hanno sicuramente il maggior “ratio” di efficienza rispetto a tutto ciò che oggi la tecnologia offre.
Va bene Marco, grazie per averci parlato di un tema molto importante, soprattutto per lo sviluppo delle aziende.
Grazie e a presto.
Grazie a te, a presto.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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