
Il concetto di cloud è ormai molto diffuso e sempre più utenti utilizzano le “nuvole” proposte dai molti provider del settore. Dato che questo trend è destinato a crescere, abbiamo deciso di dedicare una puntata su questi temi presentando il punto di vista innovativo di Cubbit, una società che ha come obiettivo rendere i servizi di archiviazione cloud, più economici, più sicuri e più sostenibili e che si sta prefissando questo obiettivo sia per i singoli consumatori, sia per le aziende, grazie a Next Generation Cloud Pioneers, la prima rete di archiviazione cloud distribuito per le aziende in Europa. Per capire tutto questo ci ha aiutato Danilo Mazzocca, Head of Sales B2B di Cubbit.
Nella sezione delle notizie parliamo di ipotetici pannelli solari in grado di produrre energia anche durante la notte e dell’arrivo del primo equipaggio privato a bordo della stazione spaziale internazionale.



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Cubbit, con il suo software proprietario sviluppato nel nostro Paese, di fatto si propone di aprire le porte del Web 3.0 nel nostro continente.
È un nuovo paradigma in grado di combinare le tecnologie centralizzate, quindi basate su datacenter, e distribuite o decentralizzate, quindi basate su server, computer, dispositivi IoT, ecc.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo di Cubbit, un cloud distribuito che sta cercando di rendere i servizi di archiviazione sulla nuvola più economici, più sicuri e più sostenibili.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Uno dei principali limiti dell'energia solare è non essere disponibile costantemente, ma dipendere dalle condizioni atmosferiche e dall'ora del giorno.
Tant'è che di notte non è possibile produrre energia da pannelli fotovoltaici, o almeno per ora.
Un gruppo di ricercatori di Stanford ha infatti realizzato un pannello in grado di sfruttare il fenomeno del raffreddamento radioattivo e generare così corrente elettrica di notte.
Il principio di funzionamento si basa sul fatto che il pannello di notte si raffredda, raggiungendo una temperatura leggermente più bassa di quell'ambientale.
Questa piccola differenza di temperatura può essere facilmente convertita in corrente elettrica da un generatore termoelettrico.
Tra l'altro questo fenomeno è anche quello che nelle notti invernali genera la brina sul terreno o le goccioline d'acqua sul parabrezza delle auto.
Al momento però l'energia prodotta è veramente poca e secondo le estime anche con i prossimi miglioramenti non si riusciranno a superare 1 o 2 Watt per metro quadrato, contro i 200 che possono generare di giorno.
Energia che però, secondo i ricercatori, può essere di grande aiuto all'alimentazione di sensori o apparecchiature che non necessitano di grande energia e potranno beneficiare di energia pulita per sempre.
Nella giornata di sabato 9 aprile, per la prima volta nella storia, è arrivato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale un equipaggio di astronauti non selezionato da un'agenzia spaziale pubblica.
Il team composto da tre persone è stato infatti scelto dalla compagnia privata Axiom Space che con la missione Axiom One, partita lo scorso venerdì, ha inaugurato il suo primo programma spaziale con l'aiuto pergiunta di un'altra agenzia privata, in questo caso SpaceX.
A bordo della Stazione Spaziale Internazionale i tre astronauti dovranno svolgere diverse attività in microgravità, come 25 esperimenti scientifici che vanno dall'ingegneria alla biologia fino al prossimo lunedì, giorno in cui è previsto rientro della capsula Crew Dragon con cui l'equipaggio è arrivato a destinazione.
Infine tra i vari progetti che Axiom Space intende portare a termine nel prossimo futuro vi è anche la costruzione di una propria stazione spaziale, la quale una volta operativa oltre ad ospitare nuovi cittadini, supporterà le attività di chiusura della Stazione Spaziale Internazionale prevista per il 2030.
Il concetto di cloud, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di archiviare le nostre foto e i nostri documenti sulla nuvola, è ormai molto diffuso e compreso da sempre più utenti, e questo trend è destinato a crescere.
Per ascoltare un punto di vista innovativo su questi temi è con noi Danilo Mazzocca, responsabile delle vendite B2B di Cubbit, una società che ha come obiettivo rendere i servizi di archiviazione cloud più economici, più sicuri e più sostenibili.
Benvenuto Danilo.
Grazie, grazie, buongiorno a tutti.
Ci spieghi che cosa è Cubbit e come funziona?
Sì, allora con Cubbit abbiamo realizzato un cloud distribuito, quindi una soluzione unica in Europa che nasce dall'Italia, appunto per una volta dall'Italia non dalla Silicon Valley come ci piace dire, con cui siamo in grado di garantire servizi di cloud non in maniera centralizzata, quindi basati su datacenter che tipicamente erogano questi servizi, ma in modo nuovo, in modo nuovo, quindi cifrando le informazioni, frammentandole e distribuendole sulla rete peer-to-peer.
Quindi diciamo che ripercorrendo un po la storia nel 2016, i nostri founders hanno avuto un'intuizione, ovvero bisogna fare ciò che fanno le api, bisogna che ogni nodo di internet faccia la sua parte e solo collaborando ci si può autocostruire un alveare per proteggersi anziché dover andare in affitto da qualcun altro per tutta la vita e così è nato Cubbit di fatto.
Quindi Cubbit è il primo cloud provider che non ha bisogno di datacenter per funzionare perché passa da un'architettura centralizzata ad una distribuita dove uno sciame di dispositivi che noi chiamiamo lo swarm può collaborare tra di loro senza intermediari.
Quindi lo facciamo inizialmente, oggi offrendo servizi di cloud storage e appunto è a brevissimo di object storage per il salvataggio sicuro dei dati testato su 5.000 clienti B2C e B2B a partire dal 2020 di fatto con il lancio della nostra prima soluzione di sync and share con la Cubbit cell che è un dispositivo proprietario che connesso al modemo al router di casa diventa di fatto un nodo della rete distribuita in cui sono salvati i dati.
Quindi in futuro sarà possibile utilizzare qualsiasi dispositivo che abbia CPU connessione a internet e storage al posto della Cubbit cell.
Quindi andremo di fatto a virtualizzare questo concetto e quindi anche dispositivi IoT, router 5G, server PC eccetera potranno diventare nodi della rete distribuita di Cubbit.
Però per ora a costituire la vostra infrastruttura sono questi, queste Cubbit Cell come sono fatte?
Sì esatto la Cubbit Cell infatti ha forma esagonale proprio perché vuole dare l'immagine dell'alveare quando pensi all'immagine dell'alveare e è un oggetto diciamo se vogliamo anche di design perché è stata proprio lavorata dal nostro chief design officer eccetera.
Di fatto è un device che inizialmente i nostri consumer mettevano e mettono tuttora sui loro comodini o in salotto eccetera mentre poi si è evoluta diciamo con una V2 ecco se vogliamo dove le Cubbit Cell vengono messe anche all'interno dei server cioè dei rack delle aziende dove è appunto le aziende con cui collaboriamo di fatto utilizzano questi device per far parte del cloud distribuito di Cubbit.
Sì quindi è una piccola scatola un box in cui è contenuto un hard disk giusto?
Sì correttamente e diciamo che è contenuto più sono contenuti due hard disk di fatto perché poi diciamo senza scendere necessariamente non nel tecnico di cosa c'è dentro quello che posso dirti è che di fatto nella mia Cubbit Cell ho sia una parte di storage dei miei file ok? Quindi se ho un tera significa che avrò un tera lì e poi ho un'altra parte dove viene fatta la ridondanza dei miei file quindi appunto per ragioni di sicurezza devo avere sempre almeno no quella copia e mezzo 1.5 di ridondanza e poi 500 giga ulteriori messi a disposizione della rete distribuita quindi questo è giusto per darti un benchmark ecco poi abbiamo varie dimensioni varie
cose ma come funziona no? Quindi tu col tuo device hai sia diciamo di fatto poi comunque ecco specifico che i tuoi file non è che vanno all'interno della tua Cubbit Cell ma vengono frammentati e distribuiti all'interno della rete distribuita globale se si parla di consumer a livello perimetro italiano invece se si parla di aziende e quindi ecco questo proprio per garantire tutto il discorso legato alla sicurezza del dato eccetera quindi avrai magari qualche frammento sulla tua Cubbit Cell però di fatto poi tutto è distribuito.
E a proposito di questo da dove nasce l'esigenza di creare prima un prodotto e poi un servizio cloud che è molto diverso da quello che siamo abituati a utilizzare al giorno d'oggi.
Sì allora io partirei dal considerare appunto no al giorno d'oggi viviamo in un'epoca in cui i dati sono considerati il nuovo petrolio quindi anche Gartner ci dice che entro il 2026 le aziende triplicheranno la propria necessità di salvare i dati non strutturati rispetto al 2021 e lo faranno in cloud on-premise o con modalità edge.
Giusto per darti un altro dato oggi l'80 per cento delle attività di calcolo e analisi dei dati si realizza in datacenter centralizzati e il 20 per cento con IoT nei prossimi cinque anni il 75 per cento di tale attività di analisi sarà gestita in modalità edge cloud.
Per dirti un po' come si sta evolvendo la situazione e il trend crescente di dati con questo trend crescente di dati allo stesso modo c'è una crescente importanza del dato e le minacce crescono esponenzialmente quindi mi riferisco a calamità naturali ad esempio abbiamo visto a marzo 2021 l'incendio
del più grande datacenter europeo 3.6 milioni di siti web vanno offline compreso quello del governo francese eccetera e attacchi hacker no che vediamo spessissimo nel 2012 le password di 68 milioni di account di un noto cloud no rese pubbliche a seguito di un attacco hacker o più recentemente marzo
2021 250 mila server di un hyper scale sono stati vittima di attacchi hacker e appunto vediamo che gli attacchi ransomware ad esempio non lo so il 56% delle vittime di ransomware hanno pagato il riscatto ma solo un quarto delle aziende paganti sono di fatto in grado di accedere nuovamente a tutti i loro dati e ultimo punto i datacenter nel mondo consumano la stessa energia della Spagna e inquinano quindi questi sono un po' diciamo a livello a livello macro i temi no quindi Cubbit con il suo software proprietario sviluppato nel nostro paese di fatto si propone di aprire le porte del Web 3.0 nel nostro continente.
Il Web 3.0 è l'internet del futuro, è un nuovo paradigma in grado di combinare le tecnologie centralizzate, quindi basate su datacenter e distribuite o decentralizzate, quindi basate su server, computer, dispositivi IoT, eccetera.
Quindi il Web 3.0 di fatto abiliterà lo sviluppo di numerosi casi d'uso per cittadini, aziende, appunto dalle piccole alle grandi e pubbliche amministrazioni.
Giusto per dirti anche a livello macro e poi chiudo appunto il fenomeno del Web 3 è comunque già in forte crescita negli Stati Uniti e tantissime startup stanno sviluppando tecnologie in questo ambito e tanti venture capitalists hanno investito miliardi in questo.
Hai parlato di sicurezza e magari io e te che stiamo facendo questa chiacchierata, lo diamo per scontato, ma per chi ci ascolta? Perché dovrebbe cambiare qualcosa? Cioè perché dovremmo preferire una soluzione cloud come la vostra, quindi distribuita, a una soluzione invece centralizzata che sono quelle che utilizziamo appunto come dicevo oggi normalmente e ancora di più perché dobbiamo preferire la vostra soluzione ad avere un hard disk in casa e con i nostri file all'interno.
Sì, allora, Cubbit è una soluzione distribuita come dicevo, no? E dove abbiamo tre livelli di sicurezza, quindi da un lato la cifratura AES 256, quindi uno standard di livello militare simile a quanto viene offerto anche da molti cloud provider presenti sul mercato, secondo la grossa differenziazione è la tecnologia "zero knowledge", ovvero questo è il livello massimo di sicurezza disponibile attualmente sul mercato che di fatto ti garantisce che nessuno nemmeno Cubbit che agisce da cloud provider di fatto possa accedere ai dati che vengono salvati sul network.
Questo perché viene cifrata anche la password con cui sono crittografati i file stessi, no? Quindi appunto ti garantisce totale privacy e anonimità.
Poi c'è il terzo punto che è la frammentazione, la distribuzione, quindi il dato viene cifrato zero knowledge protetto anche da questo ulteriore step di sicurezza, quindi viene frammentato in 24 pezzi, ridondato in 36 parti e distribuito all'interno della rete, no? Quindi tu per ogni file che carichi significa che viene distribuito in 36 parti, in 36 location diverse e quindi immaginati, cioè non hai più un single point of failure, no?
Non dipende più da un unico appunto frammento, da un unico file eccetera, ma è tutto distribuito e inaccessibile anche in caso di violazione dei singoli nodi.
Quindi nella peggiore delle ipotesi se qualcuno anche riuscisse a aprire una Cubbit Cell e riuscisse a decifrare il dato, cosa ovviamente diciamo improbabile, ciò che viene trovato.
Dovrebbero farlo per tutte le altre volte anche.
Esatto perché trova solo un piccolo frammento cifrato del file un trentaseiesimo cifrato ecco.
Ho capito passiamo ora un confronto prima abbiamo parlato di Cubbit Cell quindi di un prodotto fisico ma come dicevamo Cubbit è soprattutto un provider di servizi cloud quindi la domanda è cosa cambia tra scegliere da una parte appunto di acquistare una Cubbit Cell e di conseguenza quali sono i requisiti tecnici per poter far parte di questa rete distribuita oppure l'altra soluzione è quella di abbonarsi quindi cosa cambia tra acquistare la cella oppure abbonarsi semplicemente al vostro servizio cloud.
Allora ad oggi distinguiamo due mondi quindi il mondo consumer, quindi dove un cliente ha due opzioni, quindi un abbonamento mensile con Cubbit Cloud, quindi un abbonamento mensile accede al cloud distribuito di Cubbit senza avere un device in casa, o se no può acquistare la Cubbit Cell con un pagamento, una tantum e avere poi un servizio cloud senza costi mensili, che era un po il claim iniziale da quando è nata l'azienda e poi si è evoluta ovviamente il "go to market".
Quindi fintanto che ho questa Cubbit Cell a casa, le do corrente, le do internet, però ho un servizio cloud senza costi mensili.
Esattamente, esattamente e inoltre appunto la Cubbit Cell è un dispositivo fisico che connetti al router di caso dell'ufficio e ti permette anche l'espansione dell'hard disk, quindi puoi connettere qualsiasi hard disk esterno tramite USB e il tuo spazio cloud aumenterà del 50% e poi puoi avere fino a 4 account indipendenti con cui puoi condividere il tuo spazio in cloud, quindi 4 account per ogni Cubbit Cell di fatto.
E quindi qual è anche l'esperienza utente legata alla Cubbit Cell? Quando mi arriva a casa la collego alla rete, alla corrente elettrica e poi la posso sfruttare, posso sfruttare il cloud giusto?
Esattamente, è molto plug and play il servizio, quindi appunto una volta connessa la Cubbit Cell al tuo wifi di fatto fai la registrazione dell'account e sei già nel cloud di Cubbit.
E cosa succede se la Cubbit Cell va offline? Penso magari sono in vacanza e c'è una caduta di corrente oppure devo fare un trasloco e quindi devo spostarmi da una casa all'altra e staccare per forza di cose la Cubbit Cell.
Allora la Cubbit Cell di fatto è diciamo lo spirito della soluzione e che rimangano connessa alla rete perché proprio la soluzione è una soluzione di cloud cooperativa.
In realtà non succede niente quando appunto viene staccata la Cubbit Cell, entro un limite però di 30 giorni, dopodiché appunto comunque riceverete i vari reminder da parte di Cubbit per riconnettere la Cubbit Cell.
E poi come dicevi per come funziona generale Cubbit non c'è nemmeno il rischio che se qualcuno stacca la propria cell, la propria cella, i miei file non siano disponibili giusto?
Esattamente, la tecnologia si avvale di un "coordinator" centrale che è come il direttore d'orchestra della nostra tecnologia per cui quando un frammento va offline lui immediatamente replica quel frammento su un altro device con la minor latenza e la massima performance appunto legato proprio a dove si trova il device eccetera eccetera.
Prima parlavamo anche di maggiore sostenibilità ambientale di Cubbit rispetto ad altri cloud, ci spieghi perché questa soluzione dovrebbe essere più sostenibile?
Un ottimo punto perché appunto come nasce l'azienda partiamo proprio dalla storia che menzionavo prima, quindi noi nasciamo per dare un'alternativa al concetto di data center, l'impatto del data center è che questo deve essere alimentato ma soprattutto raffreddato, raffreddamento che consuma tantissima CO2 di fatto per quanto si stia cercando di efficientare questa parte ad oggi è un tema e quindi Cubbit con la sua rete distribuita a questi device che hanno consumi irrisori appunto dove di fatto il tuo dato viene distribuito, non devi raffreddarli né niente, sono come dei mini computerini che si raffreddano con l'ambiente circostante.
Quindi per darti un benchmark per ogni petabyte di dati "storati" su Cubbit si arrivano a risparmiare 40 mila chili di CO2 all'anno rispetto al cloud tradizionale.
In conclusione anche cercando di ampliare la prospettiva il vostro principale target visto che li hai citati entrambi sono i singoli consumatori consumer il quindi un business aperto a clienti di qualsiasi tipo o le aziende e questo quindi la direzione che state prendendo come influisce anche le feature le funzionalità che implementerete in Cubbit.
Allora la risposta è che di fatto noi per noi sono importanti entrambi i mondi quindi Cubbit nasce come azienda focalizzata sul mondo consumer ma poi si sposta sulla parte B2B aziende quindi a partire da diciamo inizio dell'anno scorso di fatto c'è stato uno shift significativo verso questo mondo tant'è che tantissime aziende hanno iniziato a credere in questo tipo di tecnologia quindi in realtà come Amadori SCM Group Aeroporti di Bologna e tantissime aziende importanti hanno intercettato questo trend e hanno detto partecipiamo appunto alla costruzione della prima rete distribuita di cloud appunto privato e distribuito in Europa
che nasce proprio dall'Italia quindi noi abbiamo fatto il ragionamento del siamo un'azienda italiana vogliamo far vedere che un trend che emerge per una volta dall'Italia crea qualcosa di unico in Europa qualcosa di quindi legato tra i principi che sono sovranità digitale, legato tutto il mondo di GaiaX, eccetera,
per dare proprio un'alternativa anche alle aziende italiane dall'utilizzare necessariamente cloud oltre oceano.
Sì, e visto che non l'abbiamo mai affrontato in una delle nostre puntate, ci spieghi cosa è il progetto GaiaX?
Allora GaiaX è un progetto appunto europeo volto proprio a creare un'alternativa di cloud europei che possano essere di fatto una proposizione diversa dal dire metto i miei dati necessariamente su cloud un hyperscaler piuttosto che appunto un Alibaba emergente dalla Cina eccetera e quindi diciamo è volta a creare un'alleanza per cui un'azienda europea possa accedere più facilmente a dei cloud appunto e avere proprio legato al discorso della sovranità del dato perché citando un po il CEO di GaiaX dice faceva l'analogia col è come se oggi ad esempio estraessero il petrolio in Italia
se lo lavorassero nel ad esempio negli Stati Uniti e ci monetizzassero di fatto no quindi è proprio volto a creare un'alternativa e oggi vediamo che con la situazione geopolitica corrente è sempre più d'attualità.
Ok, quindi il primo principio è la sovranità digitale, gli altri due invece quali sono?
Gli altri due principi sono quindi sicurezza del dato sia come sistemi resilienti che sicurezza architetturale da attacchi hacker.
La costante crescita dei dati prodotti ha creato infatti una consapevolezza della necessità di avere architetture completamente distribuite e come ci dice appunto Francesco Bonfiglio il CEO di GaiaX anche la sicurezza dello storage sarà distribuita.
Quindi in questo senso GaiaX come alleanza strategica europea serve a garantire la sicurezza, accesso e sovranità del dato all'Europa.
Gli altri elementi sono trasparente quindi cifrare non risolve il problema sui nostri dati, siamo circondati da dispositivi che inviano continuamente dati cifrati su di noi e non abbiamo idea dell'utilizzo che ne viene fatto e in ultimo sovranità del dato come dicevo comunque prima ecco quindi tecnologie distribuite proprietà europee per riportare i propri dati sotto la legislazione o questo appunto ci tengo a dire è uno dei principi fondamentali.
E infine come chiedevo quali sono le funzionalità che state implementando e implementerete nel prossimo periodo?
Attualmente Cubbit offre un servizio di cloud sync and share che consente di salvare e condividere i propri file documenti quindi come un file server in cloud sostanzialmente con Next Generation Cloud Pioneers di Cubbit stiamo rilasciando a brevissimo anche l'Object Storage e per fine anno i servizi di backup.
Quando parlo di Object Storage quindi che è il secondo prodotto è un ripeto Object Storage S3 "compatible" ovvero è una tecnologia cloud altamente scalabile integrabile con l'intero ecosistema S3 quindi a terze parti ed è di fatto uno storage sempre più utilizzato dai dipartimenti IT.
Il sync and share è già in commercio nella sua versione B2C testata su oltre 4.000 utenti e che già garantisce massima sicurezza nel salvataggio e condivisione dei file e infine come dicevo a fine anno poi arriverà il backup appunto di device.
Next Generation Cloud Pioneers è una tecnologia dedicata al settore B2B e adottata al momento da 47 aziende pioniere italiane e che consente l'archiviazione e la condivisione di dati appunto in modo sicuro e garantendo sovranità del dato privacy e costi contenuti in ultimo ma non in ultimo in importanza rispetto dell'ambiente.
Quindi ecco questo è ad oggi il programma che va a soddisfare vari poi casi di utilizzo a seconda dell'azienda, aziende che spaziano dal manifatturiero all'ICT a tantissimi settori in Italia che appunto vedono crescere la mole di dati prodotti anno su anno.
Va bene Danilo grazie per averci parlato della vostra realtà e del vostro approccio innovativo ad un tema tecnologico così importante come quello del cloud.
Buon lavoro e a presto.
Grazie, grazie a voi.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.