
Negli ultimi anni, la tecnologia bancaria ha rivoluzionato il modo in cui gestiamo le nostre finanze, offrendo soluzioni innovative e accessibili che stanno democratizzando l'accesso ai servizi finanziari in tutto il mondo. Non per ultimi i paesi in via di sviluppo, dove l’adozione di strumenti digitali sta trasformando radicalmente l'accesso al credito, i pagamenti digitali e molto altro, contribuendo a combattere l'esclusione finanziaria e a promuovere lo sviluppo economico in regioni dove l'accesso tradizionale ai servizi bancari è limitato. Per parlare di tutto ciò abbiamo invitato Stiven Muccioli, fondatore e CEO di BKN301.
Nella sezione delle notizie parliamo del crollo dei prezzi dell’energia solare in Germania e di un tessuto che abbatte il rumore sviluppato dal Massachusetts Institute of Technology.



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Abbiamo sviluppato una piattaforma che di base è lo stato dell'arte della tecnologia finanziaria europea e semplicemente la portiamo in quei Paesi con un modello che lo rende accessibile anche operatori che non hanno grossi budget per investire.
E questo ovviamente è molto interessante perché ci permette di entrare in contatto con realtà che fanno davvero tanti tipi di attività diverse, ma soprattutto diventiamo quell'humus - se vogliamo fare un parallelo - che poi fa crescere l'ambiente, la foresta intorno del fintech e dei servizi finanziari.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo di come la tecnologia bancaria sta rivoluzionando i servizi finanziari, favorendo in particolare i Paesi emergenti grazie al modello del "banking as a Service" e alla blockchain.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram, a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcasts, YouTube Music oppure direttamente sul nostro sito.
Nell'ultima settimana si è iniziato a parlare sempre più frequentemente delle problematiche legate alla produzione di energia in Germania, che ha determinato un crollo del costo della corrente elettrica, portando i prezzi in negativo.
Il motivo di questa crisi è dovuto all'enorme capacità di fotovoltaico installata negli ultimi anni, che ha portato ad avere un'offerta molto più elevata rispetto alla domanda.
In termini economici, infatti, quando si verifica una situazione analoga, il prezzo del bene scende di conseguenza.
Per di più, se aggiungiamo il fatto che in estate la domanda di energia elettrica è minore rispetto ai mesi invernali e che la massima produzione di fotovoltaico viene raggiunta in questo periodo, la situazione si fa ancora più grave.
Per far fronte a questa situazione, il Governo starebbe pensando di reindirizzare tutti gli incentivi stanziati per l'installazione del fotovoltaico verso gli accumuli, in modo tale da poter utilizzare l'energia prodotta di giorno anche di notte.
L'inquinamento acustico è un problema ormai sempre più frequente, soprattutto perché chi abita nelle grandi città o in palazzi molto affollati.
Per questo sono in corso diverse ricerche per trovare nuovi materiali fonoassorbenti o sistemi per cancellare il rumore.
Una di queste è stata recentemente pubblicata da un gruppo formato da ricercatori dell'MIT e di altri paesi, in cui viene presentato un tessuto che, nonostante sia spesso solo 0,13 mm, riesce ad abbattere fino al 75% del rumore che gli passa attraverso.
Il tessuto in questione in realtà è un classico tessuto di cotone o seta, a cui però è stata cucita della fibra realizzata con del materiale piezoelettrico.
A questo punto i ricercatori hanno messo a punto due metodi.
Il primo funziona come la cancellazione del rumore, dove un microfono capta le onde sonore indesiderate, le quali vengono riprodotte e tra virgolette al contrario dalla fibra piezoelettrica.
In questo modo le onde sonore si annullano e il rumore viene ridotto drasticamente.
Il secondo metodo invece misura le vibrazioni del tessuto, che anche in questo caso vengono elaborate per emettere una vibrazione della fibra in grado di annullare quelle presenti, rendendo il materiale, per così dire, impermeabile al suono.
Negli ultimi anni la tecnologia bancaria ha rivoluzionato il modo in cui gestiamo le nostre finanze, offrendo soluzioni innovative e accessibili che stanno democratizzando l'accesso ai servizi finanziari in tutto il mondo.
Non per ultimi i Paesi in via di sviluppo, dove l'adozione di strumenti digitali sta trasformando radicalmente l'accesso al credito, ai pagamenti digitali e molto altro, contribuendo a combattere l'esclusione finanziaria e a promuovere lo sviluppo economico in regioni dove l'accesso tradizionale ai servizi bancari è limitato.
Per parlare di tutto ciò è con noi Stiven Muccioli, fondatore e CEO di BKN301.
Benvenuto Stiven.
Grazie, buongiorno.
Partiamo quindi da che cos'è BKN301, raccontaci anche l'origine di questo nome e da dove è nata l'esigenza di creare una fintech di questo tipo.
Allora, BKN301, parto dal nome, nasce dalla crasi tra "blockchain" e "bank", quindi BKN, e 301 è l'anno di fondazione della Repubblica di San Marino, dove la società è stata fondata, dove ha iniziato il suo percorso prima di spostarsi a Londra a giugno dell'anno scorso.
E quindi questo è il significato del nome.
L'idea nasce, diciamo, dalla volontà dopo un paio di startup di successo che ho avuto la fortuna di fondare e vendere... nel marzo 2021, decido di iniziare questa avventura e coinvolgo Federico Zambelli Hosmer e Luca Bertozzi, che sono i miei due co-founder, nel fondare BKN301 appunto con l'idea, con la visione, se vogliamo, di creare il più importante operatore di banking as a service che unisca Europa, Medio Oriente e Nord Africa, quindi paesi emergenti ad alta crescita e l'Europa.
Questo con la volontà di seguire un percorso demografico ben preciso, un'idea demografica ben precisa, quindi seguire i flussi umani, tecnicamente, di innovazione e di forza lavoro e quindi poi creare l'inclusività finanziaria e sviluppare quello che è poi il fintech in queste aree emergenti per metterle in comunicazione con l'Europa e con i paesi occidentali.
Ok, e a proposito di questo aspetto, ci racconti un po... ci dai un po il quadro generale di quella che è la situazione globale, ma soprattutto in questi paesi emergenti, come dicevo nell'introduzione, perché c'è questa necessità di creare una realtà come la vostra e per rispondere a quale domanda?
Allora, la necessità è veramente alta.
Il punto è questo: i Paesi, diciamo, ad alta crescita del Nord Africa, del Medio Oriente e anche dell'Europa orientale stanno vivendo un momento storico molto particolare nel quale hanno uno sviluppo molto alto in termini di PIL pro capita e anche in termini di popolazione.
Quindi, se pensiamo ad esempio a l'Egitto, dove è un paese che cresce a ritmi molto importanti, ad oggi ha più di 110 milioni di abitanti, con una popolazione con un'età media intorno ai 24 anni.
Sono caratteristiche che in un paese del Nord Africa, come leader come l'Egitto, per noi europei sono difficili da intuire, da capire, perché, diciamo, visivamente l'impatto e culturalmente l'impatto è molto forte, passare dall'Europa a un paese del Nord Africa.
Proprio perché c'è una popolazione giovane e quando dico una popolazione giovane non intendo semplicemente perché ci sono dei ragazzi, ma perché proprio sono tutti i ragazzi.
Cioè non trovi tecnicamente per strada o banalmente anche nei ruoli amministrativi o nelle aziende, non trovi persone oltre i 50 anni, molto raro, molto raro.
Mentre in Italia e in Europa è esattamente l'opposto, non trovi giovani, visivamente non ci sono in giro e non ci sono nelle aziende.
Quindi questo crea una prima differenza enorme demografica fra questi paesi e l'Europa.
Vale la stessa cosa per l'Europa orientale, vale la stessa cosa anche per i paesi del Medio Oriente, in particolare i paesi del Golfo, dove c'è un'immigrazione molto forte, quindi anche un'età media molto molto bassa e anche un multiculturalismo molto diffuso, quindi una miscellanea di diverse culture, diversi stili di vita.
Questo crea ovviamente una serie di esigenze, tecnicamente esigenze che partono dal mondo finanziario, che di base è il motore dell'economia, che poi hanno bisogno di avere delle risposte, cioè hanno bisogno di avere qualcuno che risponde alla domanda di servizi che questi paesi hanno.
Facciamo un esempio: l'Egitto è un paese in cui noi operiamo, la terza industria dell'Egitto è l'industria degli esseri umani, di capitale umano, nel senso che sono gli emigrati egiziani che come expat vengono in Europa o vanno nel Golfo e lavorano all'estero e poi mandano i soldi a casa, quindi c'è un volume di rimesse di pagamento - in termine tecnico di "cross border" - dai paesi stranieri fino all'Egitto e questa è un'industria, è una vera e propria industria, cioè cuba più di 30 miliardi di dollari all'anno in Egitto, quindi è una vera e propria industria. Però ad esempio è un'industria che è servita ad oggi soltanto da operatori tradizionali, le fintech che si stanno approcciando solo adesso a questo tipo di servizi e ancora i margini per migliorare l'efficienza, i tempi e i costi è molto alta. Quindi questo è solo un esempio per farti capire come in questi paesi ci sono nuove esigenze sempre più forti e poi servono fintech che sviluppano appunto prodotti per rispondere a queste esigenze.
Quindi BKN301 nasce non con la volontà di diventare l'operatore che va in questi paesi e esporta direttamente un brand e si sviluppa su questi mercati, ma noi vogliamo semplicemente diventare l'infrastruttura che si sviluppa in questi mercati.
Cioè sopra la nostra tecnologia vogliamo che le fintech locali fatte da giovani locali e da imprenditori locali si sviluppano sulle nostre infrastrutture.
Quindi noi non facciamo altro che prendere tecnologia che viene utilizzata e abbiamo sviluppato una piattaforma che di base è lo stato dell'arte della tecnologia finanziaria europea e semplicemente la portiamo in quei paesi con un modello che lo rende accessibile anche operatori che non hanno grossi budget per investire, quindi con una forte accessibilità.
E questo ovviamente è molto interessante perché ci permette di entrare in contatto con realtà che fanno davvero tanti tipi di attività diversi, ma soprattutto diventiamo quell'humus - se vogliamo fare un parallelo - che poi fa crescere l'ambiente, la foresta intorno del fintech e dei servizi finanziari.
Ok e quindi appunto questo è il concetto di banking as a service.
E a proposito di questo ci spieghi quali sono ad esempio dei servizi finanziari che offrite a realtà di questo tipo?
Beh di base andiamo, noi abbiamo sviluppato una piattaforma che è un "orchestratore" di servizi, quindi noi diciamo mescoliamo in un unico calderone, in un orchestratore, facciamo suonare insieme - ecco facciamo un esempio più musicale - facciamo suonare insieme diversi strumenti che sono attivamente pensati per diversi mercati.
Quindi facciamo un esempio... ad esempio il tutto il tema dei servizi di pagamento, quindi non so, possono essere i digital wallet o le carte di pagamento ok? Noi integriamo diciamo servizi che funzionano in Egitto ok? Per dire un esempio concreto, ma anche nel golfo, ma anche in Europa orientale, quindi nei paesi del Caucaso ad esempio, o in Europa ok?
Quindi integriamo diversi servizi che normalmente non funzionano in tutti i paesi, ma li mettiamo insieme e quindi creiamo interoperabilità, quindi creiamo un'architettura che è in grado di lavorare in diversi paesi.
Questo per farla semplice, cosa porta? Quale risultato finale? Il risultato finale è che una banca digitale egiziana come Damen, che è un nostro cliente ad esempio per citare un cliente che abbiamo, che serve 18 milioni di egiziani, che servono tanti ma in realtà ricordo la popolazione egiziana è 110 milioni, Damen utilizza la nostra infrastruttura sia per fornire servizi ad esempio per pagare le bollette, le bollette non esistono in Egitto, per ricaricare le carte prepagate dell'acqua, perché è la definizione corretta di bollette di Egitto, oppure dell'elettricità ma anche i servizi telecomunicazione ma anche inviare o ricevere denaro dall'Italia ad esempio o dall'Europa, oppure fare un account quindi un conto digitale dove poter salvare denaro e per creare questo, diciamo questo è il risultato finale, quello che noi facciamo dietro è mettere insieme tutto quello che serve e renderlo fruibile in modo semplice per questa fintech, Damen, unendo servizi europei, del golfo, egiziani, eccetera.
Quindi facciamo suonare l'orchestra in modo che l'usato finale sia semplice e va la stessa cosa per tutti i nostri clienti in tutti i paesi.
Quindi con la stessa infrastruttura Damen in Egitto può ricevere denaro dall'Europa sulla nostra piattaforma e, non so, Kipth in Georgia, che è un'altra banca digitale che serviamo, tramite invece QR code, quindi un sistema completamente diverso da una carta, può inviare e ricevere denaro anche verso Egitto, potenzialmente, perché sono basati sulla nostra stessa infrastruttura.
Quindi noi creiamo un'architettura che rende tutto omogeneo e unisce diversi paesi, diverse geografie, ad oggi 3 continenti, e li rende interoperabili.
Quindi questo è, diciamo, il nostro prodotto.
Ok, quindi vi occupate anche della fase poi di scrittura del codice di unificare tutti questi sistemi, ed è difficile fare questo tipo di attività e integrare così tante realtà diverse?
Assolutamente molto complicato, soprattutto per aspetti regolamentari.
La nostra società è vigilata in due paesi e parzialmente vigilata negli altri due.
Noi in Europa siamo a San Marino, che è recentemente entrata a far parte del panorama finanziario europeo, dello schema finanziario europeo, e siamo regolati dalla banca centrale di San Marino, siamo regolati anche dalla banca centrale giorgiana per i paesi del Caucaso, siamo in partnership con due banche, una in Egitto e una in Qatar per il Golfo e il Nord Africa, e ovviamente c'è una complessità di compliance, c'è una complessità regolatoria, c'è una complicità tecnologica, c'è una complicità linguistica, perché parliamo di applicazioni in arabo, in Nord Africa o nel Golfo e in, diciamo, in giorgiano, nel Caucaso, in inglese, in italiano e nelle varie lingue europee in Europa, c'è una complessità anche di valuta, perché ci sono valute diverse, c'è l'Euro in Europa ma poi ci sono tante valute diverse nei vari paesi e quindi diciamo le logiche e l'infrastruttura è discretamente complessa ed è il motivo per cui noi, diciamo, la sfida che stiamo affrontando, è esattamente questa.
Ok, in tutto questo come si integra la tecnologia blockchain, cioè come si può utilizzare in modo appunto sensato in questo settore questa tecnologia?
Allora per noi diciamo... noi nasciamo nativamente con l'idea di sfruttare diciamo le tecnologie più adatte a creare degli standard, ok? Perché appunto l'obiettivo è quello di creare un'architettura interoperabile in diversi continenti, quindi nel mondo finanziario è molto complicato.
È chiaro che la blockchain è la madre di tutte le semplificazioni in questo ambito, nel senso che è una tecnologia che permette l'interoperabilità su diversi paesi appunto perché diciamo per le sue caratteristiche supera tante barriere regolamentari, di valuta e anche tecniche che nel mondo finanziario sono diciamo alla base.
Pensiamo semplicemente agli schemi di pagamento come Mastercard e Visa, sono schemi americani che lavorano diciamo in tanti paesi ma che per operare hanno bisogno di un'infrastruttura enorme e molto complessa, mentre appunto, che ne so, se pensiamo a... noi utilizziamo un forco del protocollo di Stellar ad esempio per gestire alcune delle nostre funzionalità e Stellar è una blockchain che permette di scambiare token in modo molto semplice fra diversi nodi e questi nodi possono essere dappertutto e quindi questo semplifica enormemente l'architettura e quindi cosa abbiamo fatto?
Abbiamo integrato la tecnologia blockchain all'interno della nostra macchina per gestire alcune delle funzionalità che offriamo i nostri clienti quindi è un utilizzo interno quasi se vogliamo, per renderla più efficiente, non lavoriamo nell'ambito cripto quindi non è che offriamo sul mercato criptovalute o cose del genere semplicemente utilizziamo la tecnologia per gestire le informazioni, lo scambio valutario anche all'interno della nostra stessa società, quindi all'interno del nostro gruppo.
Secondo, ovviamente sfruttiamo questa tecnologia per migliorare gli aspetti di cross border, perché ovviamente dal mio punto di vista uno degli elementi più "disruptive" di questa tecnologia è proprio il cross border, cioè la possibilità di inviare, ricevere un elemento di valore che può essere un token o una stable coin tra diversi nodi in diversi paesi, superando l'elemento di conversione valutaria e quindi questo ovviamente è un elemento che chiaramente ancora è all'inizio del suo percorso, non è così facile diciamo utilizzarla in tutti i paesi ma è uno degli aspetti che stiamo sviluppando di più, quindi questo è diciamo come lo utilizziamo ad oggi.
All'interno nostra piattaforma per gestione interna e abbiamo dei progetti, stiamo lavorando per iniziare, diciamo quando sarà possibile anche a livello legislativo svilupparla nei nostri mercati sulla parte cross border.
Sì perché ad oggi forse il problema è anche quello che è un settore che è poco normato.
Sì è poco normato nel senso che poco consentito l'utilizzo. In realtà è molto normato però è normato per non essere utilizzato, è molto vietato se vogliamo. Ad esempio in Egitto è assolutamente vietato l'utilizzo in generale di token o criptovalute in generale da parte della popolazione, ma ad esempio non è vietato da parte delle banche, quindi c'è un confine abbastanza sottile su quello che si può fare e quello che non si può fare.
Diciamo che secondo il mio punto di vista servono più casi d'uso concreti di progetti che non sono per forza legati al pubblico ma sono più B"B o a livello di diciamo tecnologico puro e quando quel tipo di casi d'uso potrebbe in futuro e sicuramente sarà così, creare poi una regolamentazione bancaria più morbida verso questo aspetto.
Ad oggi ovviamente quando parli di blockchain diciamo il collegamento immediato che viene fatto non è legato alla tecnologia ma è legato alla speculazione e sono cose che ovviamente non sono per forza collegate.
Che forse è un po questo il motivo per cui il legislatore non vede di buon occhio questa tecnologia che invece come ci hai detto vi permetterebbe di semplificare il vostro lavoro estremamente.
Sai Davide è vero sia un tema di speculazione sia un tema legato un po a l'impatto e il peso che hanno le valute diciamo leader nel mercato quindi il dollaro e anche altre valute emergenti e l'euro chiaramente. Perché chiaramente quando io vado a introdurre una possibilità alternativa a una voluta forte o locale a una persona è chiaro che perdo un elemento centrale della gestione del potere governativo di un paese, economico di una leva finanziaria e quindi questo è un elemento molto delicato io credo che diciamo l'introduzione di valute governative digitali cambierà enormemente questo paradigma quindi l'euro digitale diciamo il dollaro digitale già esiste insomma. Questi elementi cambieranno l'utilizzo di questo di questi strumenti sicuramente.
Ok e per chiudere a proposito di questi temi qual è secondo te il futuro del settore finanziario proprio da questo punto di vista e quindi anche cosa ti auspichi che succederà in tema ad esempio di blockchain e della fornitura di servizi finanziari e come magari evolverà anche il mercato finanziario soprattutto in questi paesi emergenti?
Io credo... sono fortemente convinto che la crescita che stiamo osservando in questi paesi è una crescita che ha una sola direzione e non potrà tornare indietro anche per come dicevamo all'inizio per i motivi che hanno spinto la creazione di BKN301 cioè motivi demografici. Cioè noi viviamo in paesi - in particolare l'Europa molto più che gli stati uniti ad esempio - in particolare l'europa è un'area dove la popolazione diciamo i lavoratori sono sempre di meno. La popolazione giovane ormai si può dire che è ininfluente, è quasi inesistente rispetto al totale e quindi in futuro noi avremo esigenze importanti in termini di immigrazione per sopravvivere tecnicamente, per poter riuscire a far fronte anche banalmente a pagare le pensioni.
Di conseguenza questo è un tema, cioè l'Europa ovviamente si focalizzerà su servizi finanziari più legati se vogliamo a un pubblico maturo, a un pubblico che ha più esigenze di risparmio, investimento a lungo termine eccetera e meno esigenze nel breve quindi ad esempio il mondo della microimpresa o cose del genere perché appunto quando tu non hai una popolazione giovane la microimpresa è molto più rara perché ovviamente non hai imprenditori tecnicamente non hai lavoratori, mentre al contrario nei paesi emergenti succederà l'opposto quindi... sta già avvenendo. Avremo sacche di popolazioni importanti numericamente importanti che hanno necessità di servizi ad esempio di "microfinance", di pagamenti in generale, di apertura di conti correnti, di gestione di liquidità legati allo sviluppo economico quindi appunto un prestito, la possibilità di inviare e ricevere denaro in un altro paese in modo semplice e veloce.
Quindi io vedo questo come sviluppo principale in questi paesi in controtendenza con l'Europa.
La blockchain non è altro che da mio punto di vista un abilitatore di tutto questo.
Non credo che sia un elemento trainante, ma penso che sia un elemento che sarà utilizzato in modo naturale per creare soluzioni adatte alle esigenze della popolazione che però, ripeto, saranno diverse nei mercati emergenti rispetto al mercato europeo.
Va bene, allora grazie Stiven per averci fatto questo quadro generale del settore finanziario, in particolar modo dei servizi finanziari e come evolverà questo settore.
A presto.
Grazie, grazie ragazzi.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.



