
In questa terza puntata estiva Luca Martinelli, autore del podcast, parlerà di IT-Wallet e di come questo progetto rappresenta un’innovazione unica a livello europeo.
La programmazione regolare riprenderà a Settembre.

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• Foto copertina: Freepik
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Nella terza puntata dell'edizione estiva, Luca Martinelli, autore del podcast, parlerà di IT-Wallet e di come questo progetto rappresenta un'innovazione unica a livello europeo.
Seppure per certi versi possa essere difficile da credere, in Europa l'Italia è uno dei paesi più innovativi per quanto riguarda la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Traguardo, raggiunto solo negli ultimi anni, dove, grazie a una serie di investimenti e grazie anche ai fondi del PNRR, si è spinto sull'acceleratore per rendere i servizi sempre più digitali e avvicinare così sempre di più la pubblica amministrazione ai cittadini attraverso internet.
Alcuni esempi sono il fascicolo sanitario elettronico, il cloud nazionale, la piattaforma PagoPA per i pagamenti, la piattaforma SEND per l'invio delle notifiche ai cittadini, la standardizzazione del design della struttura e del funzionamento dei siti web dei comuni italiani, quella che viene chiamata "esperienza del cittadino", ma anche SPID, CIE e numerosi altri progetti.
E come non citare, ovviamente, l'App IO, diventata ormai il prodotto di punta, è il punto di riferimento per quanto riguarda la digitalizzazione dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione, con l'obiettivo di riportare il cittadino al centro del processo di innovazione pubblica.
E proprio l'App IO è protagonista di un'altra rinnovazione, l'IT-Wallet, che posiziona ulteriormente l'Italia come apripista in Europa per quanto riguarda l'identità digitale.
Ma cos'è l'IT-Wallet e come funziona? L'IT-Wallet o Digital Wallet è un portafoglio digitale che può contenere in modo sicuro le proprie informazioni personali, come dati anagrafici, ISEE o altri dati; ma anche documenti come patente, carta d'identità o attestati vari.
La particolarità, però, è che tutte queste informazioni avranno un valore legale, e questo significa che potremmo ad esempio esibire la patente alle forze dell'ordine direttamente dall'App IO, e lasciare quindi la versione fisica a casa.
Ma la digitalizzazione, reale, e non con una semplice scansione dei propri documenti può avere delle implicazioni anche in numerosi altri contesti.
Pensiamo ad esempio all'apertura di un conto corrente, all'iscrizione a scuola o all'università, alla presentazione di una domanda o alla compilazione di un servizio online.
In tutti questi casi si potranno condividere con i vari portali le proprie informazioni verificate, aggiornate e certificate, senza dover ogni volta cercare o recuperare i file scansionati, reinserire i propri dati o attendere ore o giorni affinché le informazioni inserite vengano controllate e verificate manualmente.
L'App IO diventerà dunque un completo portafoglio digitale, con le varie carte digitali della P.A., come la carta giovani, i propri metodi di pagamento, per appunto pagare servizi o tributi alla pubblica amministrazione, e, fra qualche mese, i propri dati personali e diversi documenti.
Ma a che punto siamo? La prima fase di sperimentazione è iniziata il 15 luglio, coinvolgendo un ristretto numero di cittadini scelti internamente tra gli addetti ai lavori, che potranno caricare patente, tessera sanitaria e carta europea per la disabilità.
In autunno, poi, la sperimentazione verrà ampliata e, se la fase di test sarà superata positivamente, la funzionalità sarà resa disponibile a tutti i cittadini da gennaio 2025.
Da qui in poi, anche la lista delle tipologie dei documenti caricabili verrà estesa, includendo il passaporto, il certificato di nascita, la tessera elettorale e i titoli di studio.
Inoltre, il portafoglio prevederà sia la versione pubblica e gratuita, accessibile appunto tramite l'App IO, ma anche una versione privata resa disponibile da aziende private e accreditate dall'Agenzia per l'Italia Digitale.
Ma perché possiamo considerare il nostro Paese un apripista a livello europeo in questo settore? L'Italia è stata la prima a presentare il progetto di un portafoglio digitale tra gli Stati dell'Unione Europea, anticipando così il progetto dell'EUDI Wallet, il portafoglio europeo di cui, contemporaneamente, l'Unione sta definendo modalità, requisiti e implementazioni tecniche.
L'EUDI Wallet, poi, farà parte di un più ampio progetto europeo, l'eIDAS, che cerca di garantire l'interoperabilità tra i diversi portafogli e le differenti implementazioni delle identità digitali degli Stati membri.
In sostanza, un cittadino europeo può e potrà sfruttare il portafoglio messo a disposizione dal proprio Paese anche negli altri Stati, accedendone quindi ai vari servizi digitali.
Allo stesso modo, un cittadino, ad esempio italiano, potrà accedere facilmente ai servizi di un altro Paese, effettuando il login tramite SPID o CIE, grazie appunto all'interoperabilità garantita da eIDAS.
Ecco quindi che l'EUDI Wallet, così come è stato lo SPID, non è solo un progetto che renderà ancora più semplice e comodo l'accesso ai servizi italiani, ma in futuro sarà il pezzo di un puzzle ancora più grande, che contribuirà a rendere gli Stati europei ancora più uniti e rappresentando nel mondo digitale ciò che per il mondo fisico fu la libera circolazione delle persone e delle merci all'interno dell'Unione.
E, come cittadini italiani, dovremo essere orgogliosi di essere i leader europei di questa innovazione.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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