
Sin da quando siamo bambini ci viene continuamente ripetuto che dormire 8 ore a notte è fondamentale per mantenere una salute psico-fisica ottimale durante la giornata. I disturbi del sonno possono pregiudicare in maniera significativa la qualità della vita delle persone che ne soffrono, andando a generare stanchezza cronica, diminuzione dell’attenzione e, a lungo andare, persino ansia, depressione o disturbi dell’umore. A peggiorare la situazione, ci sta pensando anche lo smartphone, che da quando è entrato a far parte della nostra quotidianità ha iniziato ad interferire sul ciclo sonno-veglia delle persone che lo utilizzano in maniera scorretta. Ma la tecnologia può essere utilizzata in modo positivo anche in questo contesto.
Nella sezione delle notizie parliamo del nuovo smartphone "tri pieghevole" di Huawei, della prima passeggiata privata nello spazio condotta dalla missione Polaris Dawn e infine dell’inscindibile rapporto tra i nuovi iPhone ed Apple Intelligence.




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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo del rapporto tra qualità del sonno e tecnologia, e di come quest'ultima possa essere utilizzata per somministrare terapie più accessibili, personalizzate ed efficaci allo stesso tempo.
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È risaputo, ormai, che l'innovazione nel mondo degli smartphone negli ultimi anni è rallentata moltissimo, con tecnologie che vengono sì migliorate, ma che non portano a nessun progresso particolare.
Una tecnologia che potrebbe smuovere il mercato nei prossimi anni, tuttavia, è quella dei display flessibili, con i quali molte aziende stanno sperimentando e realizzando nuovi prodotti.
Sono sempre di più, infatti, i brand che propongono smartphone pieghevoli di tipo Fold o Flip, o addirittura smartphone indossabili al polso.
Ognuno con le proprie soluzioni ingegneristiche.
E da Huawei, qualche giorno fa, è arrivato un altro esperimento di smartphone pieghevole, il Mate XT.
Questo smartphone è infatti il primo al mondo che si piega in tre parti, passando così da un telefono da 6,4 pollici, a un tablet da 7,9 pollici o da 10,2 pollici.
Ovviamente a discapito dello spessore, che sfiora ai 13 mm da chiuso.
Le altre caratteristiche tecniche sono quelle di un top di gamma ad un costo decisamente poco accessibile, di oltre 2.500 euro.
Sicuramente, quindi, questo smartphone non sarà destinato ad un pubblico generalista, ma è sacrosanto che le aziende continuino a sperimentare con diverse tecnologie, per dare una nuova spinta ad un mercato ormai stazionario.
Nella giornata di giovedì 12 settembre, il comandante della missione privata Polaris Dawn ha compiuto la prima passeggiata nello spazio effettuata da un civile privato.
L'evento è stato trasmesso in diretta streaming su X e visto il comandante di Polaris Dawn uscire dall'abitacolo della Crew Dragon ed esporsi al vuoto dello spazio per la prima volta nella storia dei programmi commerciali privati.
Poco dopo in realtà si è giunta anche una dipendente di SpaceX, ed entrambi hanno svolto un'attività extraveicolare per quasi due ore.
La missione, partita due giorni prima con un razzo Falcon 9, ha come obiettivo quello di verificare il comportamento delle nuove tute prodotte da SpaceX, che verranno utilizzate nelle prossime missioni nello spazio operate dall'agenzia.
Tuttavia nei cinque giorni prestabiliti per la missione, l'equipaggio dovrà condurre altri 40 esperimenti da effettuare a bordo, volti a verificare gli effetti della permanenza nello spazio sull'organismo umano e testare nuove tecnologie di comunicazione tra i veicoli che potrebbero assumere un ruolo chiave nelle prossime missioni verso la Luna e forse un giorno su Marte.
Le novità dei nuovi iPhone 16 presentati da Apple lunedì 9 settembre sono strettamente dipendenti da iOS 18, che introduce l'attesa Apple Intelligence, un'intelligenza artificiale personale capace di migliorare notevolmente l'esperienza utente, Siri, la generazione di immagini e la gestione delle notifiche.
Tuttavia, al momento del lancio, molte di queste innovazioni non saranno disponibili, dato che è prevista un'uscita graduale a partire da ottobre in forma beta solo per gli utenti che parlano inglese negli Stati Uniti.
La vera integrazione dell'IA di Apple richiederà più tempo, con alcune funzionalità chiave che potrebbero arrivare solo nel corso del 2025.
In Europa, poi, le funzionalità di iPhone 16 e di tutti gli altri dispositivi che supporterebbero Apple Intelligence, sembrerebbero ulteriormente complicate dal Digital Markets Act, che impone limiti alle grandi aziende tecnologiche come Apple nella gestione delle piattaforme e dei servizi digitali, ostacolando potenzialmente la piena integrazione di questa innovazione.
Non va però escluso che l'obiettivo di questa limitazione sia quello di far passare l'idea che tali normative limitino l'innovazione e la possibilità per i consumatori europei di accedere alle ultime tecnologie.
In questo modo, Apple potrebbe puntare ad una strategia di pressione nei confronti dell'Unione Europea, sostenendo che le regole troppo severe ostacolano il progresso tecnologico e danneggiano gli stessi utenti finali.
Sin da quando siamo bambini, ci viene continuamente ripetuto da medici e familiari che dormire tra le 7 e le 8 ore a notte è fondamentale per mantenere una salute psico-fisica ottimale durante la giornata.
Il sonno, infatti, non rappresenta solo una pausa dalle attività quotidiane, ma si tratta di una componente essenziale che ci aiuta a ricaricare il nostro organismo dopo una lunga giornata passata a compiere attività che stimolano continuamente ogni parte del nostro corpo.
Per queste ragioni i disturbi del sonno possono pregiudicare in maniera significativa la qualità della vita delle persone che ne soffrono, andando a generare stanchezza cronica, diminuzione dell'attenzione e a lungo andare persino ansia, depressione o disturbi dell'umore.
A peggiorare ulteriormente la situazione ci sta pensando anche lo smartphone, che da quando è entrato a far parte della nostra quotidianità ha iniziato ad interferire sul ciclo sonno-veglia delle persone che lo utilizzano in maniera scorretta.
A livello fisiologico, quando il sole sorge al mattino, il nostro corpo inizia a produrre cortisolo, ovvero un ormone che ci consente di rimanere svegli e vigili durante le ore diurne.
Nel momento in cui il sole inizia a tramontare, questo viene sostituito per così dire dalla melatonina, ovvero quell'ormone fondamentale che produce la classica sensazione di sonnolenza percepita durante la sera.
Detto ciò, numerosi studi hanno dimostrato che i dispositivi digitali, rappresentati in primo luogo dagli smartphone, possono interferire con il nostro orologio biologico, andando a sopprimere la produzione di melatonina nei momenti di utilizzo durante le ore notturne.
La colpa di questo fenomeno è dovuta in parte all'emissione della famosa luce blu, ossia una componente della luce visibile, con una lunghezza d'onda specifica, in grado di ridurre la produzione di melatonina.
Per queste ragioni, nelle impostazioni del nostro smartphone è possibile attivare una funzione che consente di abbassare l'intensità della luce blu, con l'obiettivo di ridurre l'impatto sulla produzione di melatonina.
A dire la verità, secondo una recente revisione pubblicata sulla rivista Sleep Medicine Reviews, è emerso che l'influenza della luce blu sul nostro orologio biologico non è così significativa da influenzare in maniera così rilevante il sonno.
Oltre agli effetti della luce blu, che resta comunque un fattore chiave, il vero responsabile dei disturbi del sonno è stato identificato invece nello scrolling compulsivo dei social media, che di fatto causa una sovrastimolazione del nostro cervello durante le ore serali.
Resta il fatto che la convinzione della dannosità della luce blu sul sonno delle persone ha stimolato la nascita di un'intera industria, tant'è che oggi è possibile acquistare prodotti di vario tipo, come occhiali con lenti speciali o persino lampade dotate di filtri in grado di bloccare la luce blu.
Tuttavia è stato dimostrato che l'utilizzo di questi dispositivi non comporta un significativo miglioramento dei disturbi del sonno più pesanti.
In ogni caso, la tecnologia resta comunque una valida opzione per mettere a proprio agio le persone durante la notte e facilitare di conseguenza il processo di addormentamento.
Tra le soluzioni tecnologiche più interessanti troviamo ad esempio materassi e cuscini intelligenti, dotati di sensori in grado di monitorare costantemente i nostri parametri e di adattarsi perfettamente alle nostre esigenze.
I più avanzati sono infatti in grado di rilevare i movimenti del nostro corpo, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e la temperatura del nostro corpo.
In quest'ultimo caso, essendo dotati di sistemi di riscaldamento e raffreddamento integrati, questi materassi riescono a correggere la temperatura del materasso, portandola a quella ottimale per favorire un sonno di qualità, solitamente compresa tra i 18 e i 20 gradi.
Tra le altre funzionalità dei modelli più avanzati troviamo l'adattamento della fermezza, fondamentale per alleviare i punti di pressione, e la regolazione dell'inclinazione.
Utile invece per chi soffre di apnea notturna o reflusso acido.
Chiaramente, per monitorare tutti questi parametri è indispensabile l'integrazione con un'app per smartphone, sulla quale si possono consultare i dati raccolti per avere una panoramica generale sulla qualità del proprio sonno.
Tra le aziende più rilevanti in questo settore non possiamo non citare Eight Sleep, che dal 2014 offre soluzioni innovative per tracciare il sonno e migliorare il riposo notturno.
Tra le principali proposte sviluppate per queste aziende troviamo ad esempio Pod 3, ovvero un coprimaterasso utilizzato persino da piloti di Formula 1 come Lewis Hamilton, che permette di tracciare e regolare i parametrici citati poco fa.
Tutte queste metri che saranno poi fondamentali per generare una sorta di valutazione, chiamata Sleep Fitness Core, che secondo quanto dichiarato dall'azienda dovrebbe migliorare nel tempo andando a correggere i nostri punti deboli.
Purtroppo essendo un prodotto altamente tecnologico, il prezzo potrebbe non essere alla portata di tutti.
Infatti, Pod 3 parte da una cifra di 2.545€ e arriva fino a 2.945€ per la versione più grande.
Per risolvere questo problema, o meglio per rendere più accessibili le soluzioni digitali alla maggior parte delle persone, negli ultimi anni stanno emergendo le cosiddette terapie digitali, definite secondo la proposta di legge italiana "Disposizioni in materia di terapie digitali".
Queste ricomprenderebbero interventi terapeutici mediati da software per prevenire, gestire e trattare un disturbo medico o una malattia, modificando il comportamento dei pazienti al fine di migliorarne gli esiti clinici.
Secondo l'articolo 1 della proposta, le terapie digitali devono essere caratterizzate da un "principio attivo digitale", riconducibile a un algoritmo terapeutico che dovrà essere responsabile del risultato clinico, e da un "eccipiente digitale", come ad esempio i pro memoria, i sistemi di ricompensa o comunque tutti quegli strumenti di gamification in grado di aumentare il coinvolgimento del paziente.
Essendo le terapie digitali riconosciute a livello europeo come dispositivi medici, la proposta di legge prevede anche la possibilità di rimborso per il paziente da parte del servizio sanitario nazionale.
Tra i paesi che si stanno portando avanti su questo fronte, troviamo al primo posto la Germania, che nel 2020 ha introdotto il Digital Healthcare Act (DVG), il quale prevede un percorso di valutazione per la rimborsabilità delle Digital Health Applications, ovvero una versione più estesa delle terapie digitali che comprende anche strumenti digitali per la gestione, la diagnosi e il monitoraggio delle malattie.
A seguire, anche la Francia ha avviato lo scorso anno un percorso di accesso rapido al mercato e di rimborsabilità da parte della sanità pubblica per le terapie digitali e i sistemi di telemonitoraggio.
Le potenzialità delle terapie digitali si riflettono nella possibilità di trattamento di molteplici patologie, comprese quelle del sonno, tant'è che oggi nel mondo sono già presenti sei terapie cognitivo-comportamentali specifiche per l'insonnia e che richiedono o meno la prescrizione del medico.
Si tratta però di terapie non ancora accessibili ai pazienti italiani, perché di fatto sono caratterizzate da modelli di accesso e utilizzo che variano notevolmente rispetto al contesto sanitario italiano.
Per fortuna anche nel nostro Paese sono già in corso sperimentazioni sulle terapie digitali del sonno, tra le quali emerge il progetto NyxDigital, dell'Università di Verona, che dal 2022 è candidato come Digital Therapeutic per l'insonnia cronica.
Lo sviluppo clinico di NyxDigital è stato disegnato secondo una modalità doppio percorso, che prevede inizialmente lo sviluppo di un Care Support per educare e informare inizialmente il paziente sulle caratteristiche della patologia e successivamente lo sviluppo di una terapia digitale che andrà a cercare di risolvere il problema.
Ad oggi, secondo le fonti più recenti, il progetto dell'Università di Verona ha realizzato il principio attivo digitale, basato su un protocollo standard per le terapie cognitivo-comportamentali, il cui target è nello specifico il disturbo della continuità del sonno, mentre attualmente dovrebbe essere in corso lo sviluppo del software e l'elaborazione del protocollo per la prima sperimentazione clinica.
Nel panorama in rapida evoluzione della medicina moderna, le terapie digitali emergono dunque come un faro di speranza per milioni di persone che lottano con disturbi del sonno.
Queste innovative soluzioni promettono infatti di trasformare radicalmente l'approccio alla cura dei problemi legati al riposo, rendendo le terapie più accessibili personalizzate ed efficaci allo stesso tempo.
Anche perché le terapie digitali hanno il potenziale di abbattere molte delle varie tradizionali che hanno reso difficile l'accesso alle cure come l'accessibilità geografica, i costi e la disponibilità 24-7.
Considerando inoltre la possibilità di gestione tramite il proprio smartphone, esse garantiscono un monitoraggio continuo della terapia, dove i pazienti potranno avere una visione chiara e costante dei loro progressi, sentendosi più coinvolti e motivati nel loro percorso di cura.
La speranza è che questo nuovo strumento possa aiutare a combattere i disturbi più profondi del sonno, abbattendo i costi e fornendo terapie efficaci e studiate per soddisfare le esigenze di ogni singola persona.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
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