
Per ridurre la commercializzazione di dispositivi tecnologici superflui o ridondanti, come i caricatori, la Commissione europea, nel settembre 2021, ha presentato una proposta per l’introduzione di un caricabatterie universale per dispositivi elettronici portatili. Nonostante diverse aziende avessero già intrapreso iniziative su base volontaria, avviando il graduale processo di riduzione della circolazione di caricatori superflui, dal 28 dicembre 2024 tutti i produttori di dispositivi elettronici sono stati obbligati a uniformarsi a un unico standard di ricarica, la USB-C. In questa puntata analizziamo nel dettaglio questo standard e il perché l’Unione Europea l’abbia scelto per uniformare la ricarica di tutti i nuovi dispositivi elettronici venduti.
Nella sezione delle notizie parliamo di Nintendo che ha annunciato la nuova Switch 2, della settimana intensa per il settore spaziale tra New Glenn di Blue Origin e Starship di SpaceX e infine del DDL del governo per contrastare le recensioni false.




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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo di USB-C, di com'è nata, del perché è un connettore così importante e che impatto avrà sui dispositivi tecnologici dei prossimi anni.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina, su Spotify, Apple Podcasts, YouTube Music, oppure direttamente sul nostro sito.
Giovedì 16 gennaio Nintendo ha finalmente annunciato con un teaser trailer la nuova console Switch 2, la cui uscita è prevista nel corso di quest'anno.
Nonostante due minuti di presentazione, Nintendo al momento non ha rilasciato alcuna specifica tecnica, ma dalle prime immagini sono emersi alcuni dettagli interessanti della nuova console.
Prima di tutto il design del "Joy-Con" e del "Dock" sono i medesimi mostrati nei leak delle scorse settimane, questi infatti sono più grandi rispetto alla prima versione e con un attacco magnetico inedito.
Un altro dettaglio interessante è il colore scelto per i controller, il nero, decisamente più neutro rispetto alla soluzione precedente.
Le linee della console invece sono più stondate, probabilmente per migliorare l'ergonomia viste le maggiori dimensioni rispetto alla prima Switch.
Dal punto di vista software, come anticipato inizialmente, non è stata rilasciata alcuna informazione ufficiale.
La presentazione è infatti prevista per il 2 aprile in un evento dedicato, nel quale verranno sicuramente rilasciati anche i prezzi ufficiali.
È stata una settimana intensa per il settore spaziale, con Blue Origin e SpaceX protagoniste.
Blue Origin ha celebrato infatti il primo volo orbitale del razzo pesante New Glenn, che ha completato con successo la missione NG-1, dimostrando la capacità di trasportare carichi significativi e segnando un importante passo avanti nella corsa tra "privati" allo spazio.
Sebbene il recupero del primo stadio non sia riuscito, il lancio conferma le ambizioni dell'azienda di Jeff Bezos, diretta rivale di SpaceX.
Quest'ultima invece ha stupito il mondo con un test spettacolare del razzo Starship, il cui stadio inferiore, il booster, alto 70 metri, è stato recuperato al volo dalla torre di lancio Mechazilla.
Sfortunata invece la sorte dello stadio superiore, che a causa di un'anomalia si è disintegrato in orbita, liberando una scia di detriti che ha illuminato i cieli di Haiti.
Questo avvenimento ha però offerto uno spettacolo unico per gli osservatori, aggiungendo un tocco di fascino ad un test che, nonostante le sfide, segna un ulteriore passo avanti nella sperimentazione della navicella che punta a rivoluzionare l'esplorazione spaziale.
È ormai diventata una pratica comune - soprattutto tra i turisti - scegliere i luoghi da visitare o dove mangiare utilizzando strumenti come Google Maps o TripAdvisor, dove indubbiamente le recensioni hanno un ruolo fondamentale nella scelta di un locale piuttosto che un altro.
Tuttavia non è raro, e anzi è sempre più frequente, imbattersi in recensioni false, sia negative che positive, inserite apposta per attirare clientela.
Per questo motivo il governo ha presentato negli scorsi giorni un disegno di legge volto a tutelare prodotti e servizi offerti dalle imprese, dalla ristorazione e dal settore turistico.
In particolare le recensioni online dovrebbero essere considerate valide solo se il consumatore ha effettivamente usufruito del servizio entro 15 giorni e che tali recensioni siano sufficientemente dettagliate.
I proprietari dei locali, inoltre, dovrebbero avere il diritto a chiedere la cancellazione di recensioni ingannevoli o che non rispettano i requisiti citati.
Essendo ancora una bozza, il documento non fa riferimento alla modalità di verifica delle recensioni, che inevitabilmente coinvolgerebbe oltre alle strutture turistiche anche quei servizi citati inizialmente, come Google Maps o TripAdvisor, e rendendo quindi il progetto sicuramente apprezzabile ma, dall'altro lato, di difficile applicazione.
Nella puntata "Riprogettare gli imballaggi per salvare il pianeta", dello scorso 7 dicembre, avevamo parlato, oltre che delle nuove soluzioni per rendere le confezioni riciclabili e più sostenibili, anche delle innovazioni introdotte dall'Unione Europea, pensate con l'obiettivo di ridurre la commercializzazione di dispositivi tecnologici superflui o ridondanti, come i caricatori.
Per raggiungere un obiettivo simile, la Commissione Europea, nel settembre 2021, aveva presentato una proposta per l'introduzione di un caricabatterie universale, per dispositivi elettronici portatili, approvata formalmente nell'ottobre dell'anno successivo.
Nonostante diverse aziende abbiano messo in campo iniziative su base volontaria, iniziando già il graduale processo di riduzione della circolazione di caricatori superflui, il 28 dicembre 2024 tutti i produttori di dispositivi elettronici si sono dovuti uniformare ad un unico standard di ricarica: la USB-C.
In questa puntata andremo perciò ad analizzare nel dettaglio ciò che avevamo già introdotto il 7 dicembre, ovvero le decisioni che hanno portato l'Unione Europea a scegliere questo standard per uniformare la ricarica di tutti i dispositivi elettronici venduti.
Ma prima facciamo un passo indietro.
Negli anni '90 la parte posteriore di un computer era un vero e proprio groviglio di porte e connettori, ognuna delle quali svolgeva una funzione specifica.
La porta PS/2, ad esempio, collegava mouse e tastiera, la porta parallela era dedicata alla stampante, mentre quella seriale serviva per dispositivi come scanner e modem.
Non mancava infine anche la Game Port, essenziale per i joystick e altre periferiche da gioco, mentre nei computer più avanzati compariva anche la porta SCSI, utilizzata per connettere hard disk esterni ad elevate prestazioni.
Di fronte a queste complessità, la nascita della USB, acronimo di Universal Serial Bus, rappresentò una vera e propria svolta.
L'obiettivo era semplice ma ambizioso, eliminare la frammentazione delle connessioni e creare uno standard universale che permettesse di collegare qualsiasi periferica al PC attraverso un'unica tipologia di porta.
Fu così che nel 1994 nacque il progetto USB, il quale ha visto la partecipazione di sette giganti dell'elettronica di consumo, ovvero Compaq, Hewlett-Packard, IBM, Microsoft, NEC e Nortel.
Grazie a questa collaborazione USB ha rivoluzionato il mondo dell'informatica, semplificando la vita agli utenti e ponendo le basi per una nuova era nella connettività tra dispositivi.
Ma come funziona questa tecnologia? La USB è fondamentalmente un'interfaccia di comunicazione seriale, che permette la trasmissione di dati e potenza elettrica attraverso un unico cavo.
Il suo funzionamento si basa su una topologia a stella, in cui un dispositivo host, tipicamente un computer, può gestire la comunicazione con uno o più hardware periferici.
Il cavo USB è costituito da altri quattro cavi minori, due dei quali sono adibiti per l'alimentazione, mentre i restanti per il trasferimento dati.
Un'altra caratteristica unica, almeno per i primi anni dalla sua invenzione, è l'interfaccia "Hot Swap" o "Hot Plug", che garantisce la possibilità di collegare e scollegare il dispositivo anche da sistema avviato, esattamente come avviene per le porte FireWire di Apple o più comunemente con l'Ethernet per la rete Internet.
Come anticipato inizialmente, lo sviluppo della prima USB avvenne negli anni '90, portando al rilascio della prima specifica 1.0 nel 1996, che all'epoca offriva due modalità di trasferimento, una "Slow Speed" a 1.5 Mbps e una "Full Speed" a 12 Mbps, arrivate in realtà un paio di anni dopo.
Con la versione 2.0 rilasciata nel 2000 venne compiuta una vera e propria rivoluzione nell'ambito della velocità, poiché la nuova modalità High Speed portò i trasferimenti da 12 fino a un massimo di 480 Mbps.
Questa velocità, unita alla retrocompatibilità con i dispositivi USB 1.0 e 1.1, rese la USB lo standard principale per la connettività dei dispositivi periferici dell'epoca.
Dopo 8 anni si concretizzò infine la terza versione, compiendo un ulteriore balzo in avanti da un punto di vista della velocità di trasferimento.
Grazie infatti all'introduzione di linee dedicate per la trasmissione e ricezione dei dati, la modalità "Super Speed" ha portato la velocità di trasferimento dati fino a 5 Gbps.
Le successive iterazioni dello standard hanno continuato a spingere i limiti su questo fronte fino a 10, 20 e 40 Gbps con l'arrivo nel 2019 della USB 4.
Va specificato però che le velocità indicate fino ad ora corrispondono in realtà a valori puramente teorici e mai raggiunti a livello pratico, infatti questi parametri non risultano sempre gli stessi, poiché le velocità reali si attestano sempre a qualche unità in meno rispetto a quelle teoriche.
Dopo questo breve riepilogo sulla storia della USB analizziamo ora un aspetto sicuramente più familiare a chi ci sta ascoltando.
Le specifiche della USB stabiliscono due tipi di connettori per collegare i dispositivi, il connettore A e il connettore B.
Il primo, anche se attualmente in fase di rimpiazzo, è ancora oggi ampiamente utilizzato e fu progettato per essere robusto e affidabile.
Tuttavia presentava lo svantaggio di poter essere inserito in un solo verso.
È talmente famoso che probabilmente non serve nemmeno un'immagine per poterlo descrivere.
Il tipo B, invece, è sicuramente meno comune rispetto al primo, infatti fu pensato principalmente per le periferiche come stampanti e scanner.
Ad ogni modo, essendo ancora in circolazione dispositivi di qualche anno fa, questo connettore, esattamente come il connettore A, non è ancora del tutto scomparso.
Prima di arrivare a quello più recente, ossia quello che dà il titolo a questa puntata, furono sviluppati nel mentre altri due standard di connettori ideati esclusivamente per dispositivi portatili come gli smartphone.
Il Mini USB, introdotto nel 2000 con lo standard 2.0, fu il primo tentativo di miniaturizzare il tipo A ed è stato ampiamente utilizzato per fotocamere digitali, player MP3 e GPS fino a metà degli anni 2000.
Sette anni più tardi arrivò invece il micro USB, addirittura il 50% più piccolo del Mini, ma molto più resistente, tant'è che venne certificato per durare per almeno 10.000 cicli di inserimento.
Dal 2009 al 2015 è stato il connettore adottato come standard comune dall'Unione Europea per la ricarica dei telefoni cellulari, grazie alla sua capacità di supportare gli standard 2.0 e 3.0 largamente utilizzati in quel periodo.
Arrivati a questo punto possiamo capire perché per anni i consumatori e i produttori hanno dovuto destreggiarsi tra una miriade di standard diversi, dal classico USB Type A ai vari connettori proprietari, passando per Mini USB e Micro USB.
Ogni dispositivo sembrava infatti richiedere il proprio caricatore specifico, creando non solo frustrazione negli utenti, ma anche un significativo impatto ambientale dovuto alla proliferazione di cavi e alimentatori.
Per risolvere questo problema si è deciso, paradossalmente, di introdurre un nuovo connettore, la USB di tipo C, che rappresenta un vero e proprio salto generazionale nel mondo della connettività.
Le sue caratteristiche tecniche infatti sono impressionanti se paragonate alle precedenti.
Innanzitutto possiede un design reversibile che elimina il problema dell'inserimento al contrario.
Garantisce poi una capacità di trasferimento dati fino a 40 Gbps, con le ultime specifiche, e la possibilità di erogare fino a 240 W di potenza, sufficienti per alimentare laptop e monitor.
Ma la vera rivoluzione non sta tanto nelle specifiche tecniche, quanto nella visione di universalità che questo standard incarna.
Per queste ragioni l'Unione Europea ha colto il potenziale di questa innovazione e ha deciso di trasformarla in uno strumento di cambiamento radicale.
Con la decisione dell'ottobre 2022, il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che ha reso USB-C obbligatorio per una vasta gamma di dispositivi elettronici.
Questa legislazione è entrata in vigore a fine 2024 per la maggior parte dei dispositivi portatili come smartphone e tablet, mentre nel 2026 la standardizzazione arriverà anche per i laptop, data la necessità di potenze maggiori per ricaricare le loro batterie.
Per di più, la standardizzazione non riguarda solo il tipo di porta di ricarica, i produttori dovranno specificare sulle confezioni dei loro dispositivi la potenza necessaria per ricaricarli velocemente.
In questo modo, chi compra un nuovo telefono o tablet saprà esattamente quale caricatore può utilizzare tra quelli che già possiede, evitando acquisti inutili.
E benché la nuova normativa abbia esteso uno standard già ampiamente utilizzato nel settore dell'elettronica di consumo, soprattutto nel mondo degli smartphone Android, per Apple ha rappresentato invece un cambiamento epocale, per il definitivo abbandono della porta Lightning dopo 11 anni dalla sua introduzione.
Dopo i primi MacBook nel 2015 e iPad nel 2018 con ingresso USB-C, nel 2023 gli utenti Apple hanno potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo per l'arrivo di questa porta anche sui primi iPhone.
Questa decisione però è arrivata solamente in seguito all'approvazione della normativa europea sul caricatore unico, altrimenti per via dei diritti sulla produzione di accessori che utilizzano la porta Lightning, Apple avrebbe potuto incassare altro denaro per la produzione di accessori legati al suo programma "Made for iPhone".
Queste strategie aziendali, però, sono le stesse che hanno portato a generare circa 12 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno solamente in Europa, con una media pro capite che varia tra gli 11 e i 17,6 kg a seconda delle fonti e degli anni considerati.
Il problema sta nel fatto che meno del 40% di questi rifiuti viene riciclato correttamente, mentre la restante parte finisce in discarica o viene esportata in paesi terzi.
In Italia, nel 2023 ad esempio, il tasso di raccolta dei rifiuti tecnologici si è attestato al 30,24% del totale immesso, ovvero meno della metà dell'obiettivo europeo del 65%.
Nonostante le opposizioni di Apple, secondo cui uno standard unico avrebbe limitato l'innovazione e creato rifiuti elettronici nel breve termine, rendendo necessaria la sostituzione dei caricatori esistenti, le stime dell'Unione Europea affermano esattamente l'opposto, ovvero un potenziale risparmio di circa 250 milioni di euro all'anno per le famiglie europee solo per l'eliminazione
della necessità di acquisto di nuovi caricatori superflui. Ad ogni modo, a differenza delle precedenti versioni della USB, quella di tipo C promette iterazioni a velocità sempre maggiori, parallele al progresso tecnologico degli anni a venire. La vera sfida, perciò, sarà mantenere questo delicato equilibrio tra standardizzazione e innovazione, per garantire che la USB-C possa
evolversi per soddisfare le esigenze future senza perdere la sua fondamentale caratteristica di universalità.
Guardando al futuro, questo standard potrebbe rappresentare solo l'inizio di una nuova era nella tecnologia di consumo, dove la standardizzazione e la sostenibilità ambientale giocano un ruolo centrale quanto l'innovazione tecnica. Anche perché, in un mondo sempre più interconnesso, l'adozione di un piccolo connettore come la USB-C ci ricorda che talvolta le rivoluzioni
più significative non arrivano sotto forma di innovazioni spettacolari, ma attraverso miglioramenti pragmatici che semplificano la vita quotidiana e aprono la strada a un futuro più ottimizzato e user-friendly.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia. Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio. Per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, seguiteci su Instagram a @dentrolatecnologia
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