
In un'era in cui l'innovazione tecnologica progredisce a passi da gigante, ci troviamo di fronte a un bivio cruciale. Come possiamo garantire che il nostro sviluppo tecnologico non solo risponda alle esigenze umane, ma preservi anche il nostro pianeta? E come può la tecnologia relazionarsi con l’ambiente? In questa ultima puntata dell’anno portiamo la prospettiva di VAIA, una startup innovativa che ha come missione fondere tecnologia e materiali naturali per creare prodotti unici e sostenibili. Per spiegarci il loro punto di vista abbiamo invitato Federico Stefani, founder e team leader di VAIA.
Nella sezione delle notizie parliamo della sospensione delle vendite di Apple Watch Serie 9 e Ultra 2 negli USA e della denuncia del New York Times a OpenAI e Microsoft per il data scraping sui propri contenuti.



Brani
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Quindi l'idea, se ci pensate, di unire questi oggetti analogici a degli oggetti completamente digitali è un'unione incredibile, come comunque la natura ci ispira costantemente.
Per cui ogni oggetto Vaia ha una sfida e un modo di interpretare il mondo con creatività, facendo delle cose concrete, semplici, e unendo tante persone diverse in una filiera sana che riesce a avere un impatto.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Nell'ultima puntata dell'anno parleremo del rapporto tra natura e tecnologia dal punto di vista di Vaia, una startup che ha in mente un modello di impresa nel pieno rispetto del territorio e delle persone che lo vivono.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
A causa di una violazione dei brevetti sui pulsossimetri per la rilevazione dell'ossigeno nel sangue, Apple ha deciso di sospendere preventivamente la vendita negli Stati Uniti di Apple Watch Serie 9 e Ultra 2 dopo la sentenza dell'International Trade Commission.
A qualche giorno dall'entrata in vigore del divieto, però, la Corte d'Appello federale ha concesso ad Apple la possibilità di riprendere la vendita degli Apple Watch coinvolti fino al 10 gennaio.
Nel frattempo, l'azienda con sede a Cupertino ha comunque rilasciato un aggiornamento software esclusivo per i due smartwatch.
Tuttavia, fino alla decisione dell'agenzia statunitense che regola il commercio internazionale e le importazioni, che valuterà se la correzione software è stata sufficiente, non si potrà sapere quale sarà il destino dei due dispositivi.
In ogni caso, per chi fosse intenzionato ad acquistarne uno in futuro non ha nulla da temere, perché il problema riguarda esclusivamente gli Stati Uniti, tant'è che i due modelli resteranno comunque in vendita nel mercato internazionale, al di là della decisione finale dell'agenzia che arriverà il 12 gennaio.
Come abbiamo detto più volte, creare un'Intelligenza Artificiale non è affatto semplice, e c'è bisogno di un'immensa quantità di dati per creare un dataset su cui addestrare il modello di IA.
Dataset che quasi sempre sono raccolti da internet con tecniche di "scraping", tecniche di cui OpenAI non è stata da meno per la creazione di GPT.
E questo è uno dei motivi per cui il New York Times ha fatto causa a OpenAI e Microsoft.
La testata giornalistica, che tra l'altro è l'unica preoccupata da questo fenomeno, dichiara che le due aziende abbiano utilizzato i suoi articoli per addestrare chat GPT e Bing, senza però avvisare la testata ne pagandone i diritti d'autore, violando così il copyright degli articoli utilizzati.
Ad aggravare la situazione, poi, è il fatto che sempre più utenti utilizzino chatbot, erroneamente, come fonte di notizie affidabili, imitando lo stile di scrittura del New York Times o citandone scrivendone gli articoli.
Molto spesso queste notizie risultano alterate o aggregate con altre fonti inaffidabili, di fatto fornendo informazioni errate e rendendo vano il lavoro dei giornalisti, il che si traduce principalmente in un danno d'immagine per il New York Times, ma soprattutto in un drastico calo di visite sul loro sito web e sugli abbonamenti, con un ingente danno economico.
La testata parla infatti di miliardi di dollari di danni ed effetti di cui Microsoft e OpenAI dovrebbero essere ritenute responsabili.
In un'era in cui l'innovazione tecnologica progredisce a passi da gigante, ci troviamo di fronte a un bivio cruciale.
Come possiamo garantire che il nostro sviluppo tecnologico non solo risponda alle esigenze umane, ma preservi anche il nostro pianeta? E come può la tecnologia relazionarsi con l'ambiente? Per parlare della prospettiva di Vaia, una startup innovativa che ha come missione fondere tecnologie e materiali naturali per creare prodotti unici e sostenibili, siamo in compagnia
di Federico Stefani, Founder e Team Leader di Vaia.
Benvenuto Federico!
Grazie e benvenuti a tutti voi
Innanzitutto spiegaci chi è Vaia e con quale missione è nata.
La domanda da cui siamo nati è questa.
e se produrre non fosse un togliere ma invece un restituire a comunità e territori.
Da questa domanda siamo nati nel 2019, naturalmente era facile in quel momento rispondere a questa domanda perché avevamo 42 milioni di alberi che in una notte sono stati abbattuti dalla tempesta più grande degli ultimi 50 anni in Italia e una delle peggiori d'Europa, che è la tempesta Vaia.
Si parla di 494 comuni coinvolti, 3 miliardi di Euro di danni.
42.000 ettari che sono stati distrutti da quella quantità enorme di legno in cui sapete che chi vive in montagna ha una relazione forte con il territorio e pensiamo I nostri nonni, le culture che hanno vissuto questi luoghi hanno preso dalla foresta grandissime risorse.
Ed è incredibile come quell'enorme quantità di legno presente Era così tanta che non era più un valore, ma era diventato un problema per cui tantissime aziende multinazionali dall'estero, sono venute qua, hanno prelevato gratuitamente il legno, ce lo hanno rivenduto a venti volte.
il costo della materia prima e praticamente quelle comunità che avevano beneficiato per millenni di quel legno non avevano ricavato nulla da quell'enorme valore.
Per cui io mi sono arrabbiato insieme a Giuseppe e Paolo, i miei co-fondatori, e ci siamo detti, no, quel legno è una risorsa che deve valorizzare il territorio e le comunità.
In un mondo dove acquistiamo milioni di oggetti, perché non creiamo degli oggetti che rappresentano il nostro modo di vedere il mondo? per cui abbiamo lavorato con l'Università di Padova.
Abbiamo lavorato con i designer e abbiamo detto da quel legno che cosa facciamo e nasce questo oggetto che si chiama Vaia Cube che è questo amplificatore naturale di suono in cui inseriamo lo smartphone e questo amplifica in modo naturale il suono è fatto in abete e larice che sono i legni che più sono caduti durante la tempesta
quindi da un lato il recupero e l'upcycling di materia prima, dall'altro il risolvere un problema ambientale.
Pagando i boscaioli, pagando le segherie sui territori e soprattutto dando lavoro alla filiera locale.
Abbiamo infatti ad oggi lavorato con più di dieci artigiani locali, per cui la sostenibilità passa attraverso la relazione con le persone. Il fatto che le persone che nascono e crescono in un luogo possano lavorare nel luogo dove sono nate, attraverso un lavoro nuovo che unisce quel saper fare antico, quelle
filiere tradizionali, alla creatività, all'innovazione di una startup che mette attraverso la costruzione di un e-commerce la possibilità all'artigiano di raggiungere tutto il mondo. Pensa che i nostri oggetti ad ora sono arrivati in 38 paesi nel mondo, abbiamo venduto più di 90.000 Vaia Cube che sono arrivati dal Qatar all'Argentina, naturalmente principalmente in Italia
e poi per ogni oggetto venduto abbiamo richiuso il cerchio ripulire i territori distrutti, risistemare i sentieri, prendersi cura delle foreste e per ogni oggetto piantare un albero.
nelle aree colpite, si parla di Veneto, Lombardia, Friuli, Trentino Alto Adige, per cui un grande impatto reso possibile da un piccolo oggetto.
Quindi avete sfruttato purtroppo una tragedia però ne avete preso gli aspetti positivi cioè avete fatto nascere un'idea avete appunto sviluppato un'idea partendo dal legno che era in eccesso perché era caduta una quantità di legno tale come dicevi che era troppo elevata rispetto a quella che erano poi la domanda da parte degli acquirenti.
Esattamente.
Io direi una cosa innanzitutto, se avessimo avuto una grande lungimiranza nell'utilizzare quel legno lo avremmo preservato e diciamo l'industria del legno italiana insieme al pubblico quindi all'ente pubblico avrebbero salvaguardato questa risorsa così non è stato quindi non solo non avevamo la domanda sufficiente in quel momento ma
non è stata nemmeno fatta una programmazione di lungo periodo
Ho capito e parlando appunto dei prodotti che realizzate appunto attraverso questo legno hai citato questo Vaia Cube, ce lo puoi descrivere un po' meglio? e poi è l'unico prodotto che realizzate oppure realizzate anche altri prodotti sempre con lo stesso legno.
Vaia Cube è un amplificatore passivo. Che cosa significa? significa che non ha e produce di per sé energia, quindi da un punto di vista tecnico è un "canalizzatore" di suoni che è un po' un termine noioso direi però noi inserendo il nostro smartphone all'interno di questo oggetto che è un cubo di legno fatto
dieci centimetri per dieci per dieci realizzato esternamente in abete e internamente intersecato da un cono in larice, inserendo il nostro smartphone in questo oggetto riusciamo ad amplificare di 52 decibel che è un volume importante lo smartphone in modo naturale.
Vi capita mai che quando appunto avete il telefono, non sapete mai dove metterlo, avete le videochiamate, dovete ascoltare musica, ma lo perdete qua si può inserire il nostro smartphone e quindi diventa anche un piano di appoggio comodo per parlare con un'altra persona e l'abbiamo fatto in modo tale che si possa anche ricaricare lo smartphone mentre si utilizza il Vaia Cube
e questo è stato il primo oggetto da cui siamo partiti. Perché da questo oggetto? Perché come hai detto tu prima Vaia era un qualcosa di negativo però vedete ogni giorno noi possiamo decidere se vivere o affrontare le cose come un problema o come un'opportunità.
Quello che accade ogni giorno nella nostra società è così, il Covid, la guerra in Ucraina, tutto quello che accade sembra troppo grande per noi, però in realtà sono delle opportunità per chiederci noi cosa vogliamo fare, cosa possiamo fare.
Per cui questo oggetto era bello perché amplifica il suono ma amplifica anche la rinascita, quindi amplifica le nostre idee, l'idea che diventi un simbolo di come affrontare il mondo.
e da qua è nata l'idea proprio del secondo oggetto quindi siamo passati da amplificare il suono ad amplificare l'immagine abbiamo costruito il Vaia Focus che è un amplificatore per smartphone, per amplificare l'immagine dello smartphone. Abbiamo preso la lente Fresnel, una lente inventata 195 anni fa da un matematico francese, che è l'unica lente che usiamo inconsapevolmente tutti i giorni,
purtroppo negli autovelox e nelle lampadine quando ad esempio nella videocamera del citofono, quando vediamo la faccia dei nostri amici che ci vengono a trovare, quella è una lente Fresnel perché la lente Fresnel riesce ad amplificare e irradiare la luce in modo straordinario ed è tuttora la tecnologia più innovativa che abbiamo.
E quindi l'idea, se ci pensate, è unire questi oggetti analogici a degli oggetti completamente digitali è un'unione incredibile, come comunque la natura ci ispira costantemente.
e quindi abbiamo scelto di recuperare il legno di Vaia con il Vaia Focus, ma abbiamo fatto tutto il packaging con un tessuto geotessile.
Cos'è questo tessuto geotessile? Praticamente sui ghiacciai, dove ci sono aree sciistiche in Francia, in Austria, in Svizzera, anche in Italia coprono i ghiacciai durante l'estate per far sì che lo scioglimento del ghiaccio si rallenti, quindi per preservare le risorse idriche durante l'inverno.
E questo telo protegge fino al 50% dallo scioglimento del ghiacciaio.
Dopo tre anni lo buttano via perché non funziona e non riflette la luce solare noi lo prendiamo lo puliamo e facciamo tutto il pack di questi oggetti e abbiamo deciso Affrontiamo un'altra sfida e facciamo una divulgazione attraverso gli oggetti per cui ogni Vaia Focus venduto corrisponde a un metro quadro di telo recuperato
Corrisponde anche al finanziamento dell'Università Ca' Foscari e di Summit Foundation, che è una fondazione svizzera, dove Summit Foundation si occupa di clean up, quindi si occupa della pulizia e della gestione dei rifiuti in alta quota e l'Università Ca' Foscari si occupa dello studio dei ghiacciai perché
Il ghiaccio è una biblioteca climatica, significa che noi studiando il ghiaccio possiamo prevedere come si evolve il clima e sapendo che tra cent'anni non ci saranno più i ghiacciai alpini forse è il caso di studiarli e di capire attraverso poi la ricerca scientifica come il clima si evolve. Per cui ogni oggetto Vaia è una sfida e un modo di interpretare il mondo con creatività
facendo delle cose concrete, semplici e unendo tante persone diverse in una filiera sana che riesce ad avere un impatto.
Ok, di fatto poi il motivo per cui siamo qui oggi è proprio questo, perché il vostro lavoro, la vostra idea comunque ha permesso di creare una sorta di legame, come dicevamo, tra ambiente, tra natura e tecnologia che normalmente invece vediamo come due entità completamente distaccate e quindi anche alla luce del vostro percorso
che ruolo pensate debba avere la tecnologia informatica nella nostra società? Qual è la vostra opinione sulla bilancia da una parte il progresso tecnologico e dall'altro però appunto la sostenibilità ambientale, tema di cui ovviamente ci hai parlato fino a poco fa
Noi crediamo che l'innovazione, la tecnologia, siano il motore per affrontare quelle che sono le sfide di oggi.
Pensa quanto la tecnologia ha creato benessere e quanto può risolvere dei problemi ambientali e sociali enormi.
per cui per fortuna che ci sono persone che investono in questi campi e noi ne vogliamo far parte.
Non dobbiamo mai dimenticarci che sono poi le emozioni, le relazioni che abbiamo l'uno verso l'altro che però muovono il mondo, è un po' come dice la famosa frase dell'amore che muove le stelle, no? per cui la tecnologia deve andare insieme alla relazione dell'uomo e al bene comune.
Questa è una dicotomia che ci deve essere sempre per forza, dobbiamo combattere per far sì che sia che sia sotto controllo quello che facciamo, senza tecnologia non c'è futuro, ma nemmeno senza relazione, incontro e cooperazione tra diversità.
L'altra cosa che è molto interessante è la velocità della tecnologia, noi viviamo in un mondo dove negli ultimi 200 anni abbiamo avuto tutte le migliori tecnologie del mondo e negli ultimi cinque anni, ma pensiamo solamente nell'ultimo anno e mezzo, con l'Intelligenza Artificiale, vediamo un mondo dove la tecnologia è così veloce
ed è più veloce dell'uomo, in cui noi non siamo alla stessa velocità e regolamentare l'utilizzo della tecnologia Per l'uomo, e non deve essere l'uomo schiavo della tecnologia, questo è un tema profondamente centrale al dibattito di oggi, noi non vogliamo essere da meno anche con i nostri oggetti, il nostro modo di interpretare la
contemporaneità, ce lo interroghiamo, ce lo chiediamo, ovviamente voi dite cosa c'entra Vaia con l'Intelligenza Artificiale? C'entra però con il modo in cui noi intendiamo il mondo, in cui queste due strade devono andare sulla stessa direzione però non devono mai perdersi d'occhio, questo è importante e ovviamente noi come
pensando quante volte appunto è vero che i social network non sono il centro del dibattito di oggi, adesso si parla tanto di Intelligenza Artificiale però, quanto la tecnologia ha cambiato la nostra vita e il modo di interagire per stare bene dobbiamo stare in mezzo alla natura, staccarci dalla tecnologia
e questo equilibrio non deve diventare meno. Io faccio lo "startupper" di lavoro e mi rendo conto che passo così tanto tempo davanti a un computer, al telefono, che dico ma Io che vita voglio, per cui non dobbiamo mai dimenticarci che siamo noi che dobbiamo usare il meglio della tecnologia e non noi essere schiavi di un sistema
che secondo me deve essere regolamentato e ci dobbiamo chiedere che tipo di società stiamo costruendo perché il pericolo lo stiamo vivendo ad oggi, l'abbiamo visto durante la pandemia e non possiamo, con la nostra intelligenza, prescindere di affrontare questa tematica nel dibattito pubblico.
Ok però penso che anche la tecnologia possa sicuramente avere un grande potenziale, la stessa vostra realtà penso che abbia beneficiato moltissimo della tecnologia, di internet, di questa innovazione e quindi mi verrebbe da chiederti secondo te, secondo la vostra opinione la tecnologia ad oggi sta aiutando o danneggiando l'ambiente?
Noi non ci rendiamo conto di quanto inviare una mail usare un social network, stare al telefono possa inquinare. Noi pensiamo e associamo l'inquinamento o comunque l'impatto negativo verso l'ambiente a un qualcosa di fisico, agli aerei, al movimento, alle cose che possiamo toccare con le mani. La tecnologia con i suoi server e tutti i suoi dati
ha un impatto iper negativo verso l'ambiente. Questo è necessario se vogliamo capire come evolvere la tecnologia, come utilizzarla, come far sì che la tecnologia sia Ehh energeticamente meno meno impattante.
Naturalmente stiamo abusando dell'uso della tecnologia perché si pensa che ci risolva in determinati casi dei problemi, in realtà si sta semplicemente posticipandola a affrontare determinati problemi.
Per cui sicuramente la tecnologia è iper positiva e viviamo in un'epoca di grandi stravolgimenti Semplicemente noi, io ho 30 anni e pensa quando eravamo piccoli noi non avevamo neanche il cellulare, non esisteva nemmeno, per cui è incredibile come noi siamo proprio quella generazione che è come uno tsunami, reagire a uno tsunami uno può dire ok c'è tutta quest'acqua che mi viene addosso posso surfare
però quando l'acqua è troppa non è il nostro habitat per cui per cui dobbiamo sempre essere consapevoli che il tempo per le relazioni, per noi per connettersi con quello che facevano i nostri nonni, cioè la natura è quello che crea un equilibrio su cui dobbiamo stare attenti, secondo me.
E tornando a Vaia, a proposito di Vaia, immagino che prima o poi il legno che utilizzate della Tempesta Vaia del 2018 prima o poi finirà, e a quel punto che cosa farete, cioè come farete a continuare a realizzare i vostri prodotti?
Io dico sempre che quando qualcuno parte per raggiungere la cima di una montagna o per un viaggio deve partire da un momento in cui si mette quello zaino in spalla. Per noi quel momento è stata la tempesta Vaia.
Purtroppo, dopo cinque anni, abbiamo ancora tantissimo legnane da recuperare e vediamo tutte le foreste europee, non solo italiane che sono in forte crisi, sia per un evidente cambiamento climatico, sia per questo animaletto che si chiama Bostrico che sta uccidendo più del doppio degli alberi che ha distrutto la tempesta. Per cui prendersi
cura delle foreste per noi è e rimarrà un lavoro che facciamo costantemente però le sfide che vuole affrontare Vaia sono molte di più.
Si può parlare della Xylella in Puglia con questa materia prima incredibile dell'ulivo che sappiamo da 15 anni che ha causato tutta una rivoluzione.
In Sud Italia in cui non abbiamo più alberi d'olivo, possiamo parlare del sughero in Sardegna, possiamo parlare della plastica nel mare, possiamo parlare di tante materie che sono associate a comunità, che sono associate alla nostra idea di creare bellezza, di creare comunità e di creare un senso di appartenenza,
per cui siamo all'inizio della nostra strada.
Non vi nego che non è semplice lavorare in questo modo, con questa barra dritta su questo modus operandi.
Però l'idea che ad oggi, vi raccontavo prima, abbiamo avuto tutto questo impatto ripulendo dieci ghiacciai alpini, ripiantando 90.000 alberi, tante persone che ogni giorno mi supportano, ci supportano, questo è un po' il motore nel dire Noi il nostro lo vogliamo fare e soprattutto al futuro ricordiamoci che c'è sempre da scoprire.
Ok e ci sono altre realtà visto che citavi diversi ambiti simili al vostro che cercano di fare appunto un lavoro simile cioè di rapportare quello che può essere l'ambiente, la natura, il territorio con la tecnologia.
Se ci guardiamo intorno vediamo tantissime realtà che vogliono affrontare il tema della sostenibilità e non è semplice, perché secondo me in questo momento c'è l'idea che la sostenibilità deve essere l'impatto zero.
Secondo me l'impatto zero è un concetto sbagliato, noi dobbiamo costruire un impatto positivo.
Mettendo al centro le persone, il tipo di società che vogliamo costruire è il tipo di relazioni che vogliamo avere, e se creiamo forza in questo tipo di approccio riusciamo anche ad avere un impatto positivo nel pianeta che abbiamo intorno a noi, basando tutto su una parola che è rispetto, rispetto per noi, rispetto per gli altri, rispetto per il luogo dove dove viviamo
di realtà ce ne sono tante e se penso una realtà che a me ha sempre molto ispirato perché sono stati precursori di questa impresa sociale sono 4Ocean che è una Ma è un'azienda enorme, americana, che ha iniziato a recuperare la plastica degli oceani e facendo dei progetti di sostenibilità molto interessanti
che però secondo me sono superati, perché la sostenibilità non è vista come: "ah ok, aiuto l'ambiente, pianto un albero, recupero la plastica", è un po' vista come qualcosa di accessorio quello che noi stiamo cercando di fare è portarlo all'interno del sistema produttivo quindi il produrre senza togliere ma il produrre
ridando e valorizzando
Cioè la sostenibilità deve diventare la normalità, deve essere scontato, essere sostenibile.
Esatto secondo me deve essere proprio così come l'hai detta tu, cioè non possiamo pensare che io devo pubblicizzare un oggetto, un progetto dicendo ah siamo sostenibili non dovrebbe essere così, uno dovrebbe pubblicizzare le proprie cose per i propri valori, per la bellezza, per la funzionalità, ma
La sostenibilità deve essere già dentro nelle cose, purtroppo noi così siamo sulla strada giusta, ma siamo anni luce distanti da questa cosa, perché non è neanche una questione che c'è il cambiamento climatico, dobbiamo essere più sostenibili.
É semplicemente un fatto di riconoscere che perché devo buttare via una cosa che che si è un po' rovinata, perché devo continuare a acquistare cose? E' questo che dobbiamo interrogarci, cos'è che è importante, che il payoff di Vaia è proprio un "face what matter" affronta ciò che conta, cosa che conta realmente per noi
e poi appunto penso a Patagonia è stata anche qui una grande faro nella notte che ha illuminato un altro modo di costruire, di realizzare oggetti, il concetto del riparare delle materie prime per cui casi ce ne sono.
Però io vedo che lavorando, magari noi lavoriamo tanto con tante aziende che acquistano i nostri oggetti, l'esperienzialità sui nostri territori, facciamo tanta consulenza anche per le aziende, però è proprio che noi cadiamo sempre sul prezzo, "eh ma costa troppo", non va bene, ma tu dici ok, è fatto in Italia, è fatto in questo modo, c'è una progettualità
e poi si cade sempre là, per cui la sostenibilità vale finché costa poco non è così.
E qua dovrebbe entrare, secondo me, una multinazionale che della società non gli importa nulla, soprattutto delle ricadute sociali, paga la stessa tassazione che paga che pago io, che pagano altre realtà.
Per cui tutto proprio il sistema di tassazioni di incentivi deve essere basato esclusivamente su un aspetto di profitto, perché il profitto è importantissimo per le realtà, però anche su quanto impatto la società, quanto impatto l'ambiente e chi lo fa meno dovrebbe pagare più tasse, cioè questo dovrebbe entrare, dovrebbe essere scontato
perché allora se tu non crei un incentivo economico per fare una sostenibilità seria la sostenibilità, perché uno deve fare sostenibilità e farsi che sia solo un costo per le aziende? Questo è un grande tema, però siamo in un'epoca in cui stiamo vedendo tante belle idee e tante belle realtà nascere
e vedremo appunto, e lo dico sempre, il futuro è straordinario e lo dobbiamo solo vivere.
Va bene, allora grazie Federico per averci raccontato sia la vostra realtà e la vostra startup e anche tutta questa riflessione che ci hai fatto sulla vostra prospettiva su quelli che sono appunto i legami tra quello che è il rapporto tra tecnologia e più in generale la natura, il territorio e la sostenibilità.
Alla prossima.
Ciao a tutti.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia. Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio. Per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, seguiteci su Instagram a @dentrolatecnologia
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.