
Le notizie della settimana, dall'evento Apple del 2 Dicembre alla Darkmode su Whatsapp, per poi passare ad una analisi dello sviluppo dei servizi nella società contemporanea.





Brani
• Never Get Old by Steve Hartz
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host. Davide Fasoli.
Siamo ormai giunti al primo mese di programmazione, gli argomenti trattati sono stati tanti ma ancora molto c'è da dire e continueremo proprio questa settimana. Prima di cominciare però volevo annunciarvi che è nata la redazione di INSiDER che comprende me ma anche Matteo Gallo e Luca Martinelli che mi daranno una mano nella scrittura quindi
come autori del podcast. Inoltre è ora disponibile un indirizzo di posta elettronica redazioneinsider@gmail.com al quale potete scriverci segnalando degli argomenti che vi possano interessare oppure per darci un feedback riguardo appunto questo podcast oppure per candidarvi se avete qualcosa di interessante da dire riguardo al mondo tech. Veniamo ora alle
notizie principali di questa settimana iniziando con Apple che questo 2 dicembre ha tenuto una live speciale a New York per premiare le migliori applicazioni del 2019 per tutti i dispositivi dell'ecosistema ma anche per Apple Arcade il nuovo servizio di gaming in abbonamento realizzato dalla stessa Apple che fra l'altro evidenzia quanto i colossi dell'internet stiano
sempre più puntando a questi famigerati servizi che affronteremo nella seconda parte della puntata. Nel caso specifico Apple Arcade è un servizio in abbonamento mensile e offre all'utente più di 100 giochi in parte esclusivi realizzati da piccoli e grandi sviluppatori. Quello del 2 dicembre è stato un evento inconsueto dato che la casa di Cupertino era solita comunicare
questa informazione online e non tramite un evento speciale. La scelta di dedicare un intero evento al comparto software di dettaglio - quindi alle app - è il riflesso di quanto importante sia soprattutto per un'azienda come Apple l'esperienza utente e di come questa possa essere la principale forza, la "killer feature",
della compagnia. Rimanendo in tema di applicazioni un'altra novità arriva da Whatsapp. Con l'ultima beta infatti sembra che la dark mode, il tema scuro, sia ormai giunto all'ultima fase di sviluppo. Già nei prossimi giorni gli utenti Android e iOS che partecipano al programma di sviluppo potranno attivare questa
opzione. Se la fase di test andrà a buon fine l'aggiornamento sarà poi reso disponibile per tutti. Da quel momento infatti verrà aggiunta alle impostazioni una voce tema con tre opzioni selezionabili tema scuro, tema chiaro e tema basato sul risparmio energetico. L'ultima scelta andrà ad attivare la
versione dark sotto il 15% di batteria. Whatsapp è ormai una delle ultime app molto diffuse che si è uniformata con il tema scuro. Google e Apple si sono adeguate con le ultime versioni dei loro sistemi operativi e poi c'è un'app degna di nota che è Telegram che invece è stata una delle prime ad aggiungere la
possibilità di scegliere un tema personalizzato. L'implementazione della dark mode è solo in parte legata ad un fattore estetico ma piuttosto la disponibilità di nuove tecnologie per gli schermi dei dispositivi e mi riferisco nel caso specifico all'OLED di cui fra l'altro ho parlato in una puntata precedente di INSiDER, hanno la caratteristica di richiedere pochissima
energia perché il colore nero corrisponde all'effettivo spegnimento del pixel sul pannello. Avere la dark mode significa sopperire in modo non invasivo al grande limite che oggi affligge gli smartphone ovvero quello dell'autonomia perché da un lato la richiesta di calcolo è sempre maggiore mentre invece le batterie a litio sono sempre le stesse. Con la dark mode si
potrebbe anche risparmiare fino a un potenziale 40 per cento di batterie. Se ci fate caso poi nel 2019 non esistono più telefoni di piccole dimensioni e questo perché non sarebbero in grado di garantire le stesse prestazioni di dispositivi più grandi a parità di autonomia. Si sentono spesso episodi
legati all'abuso delle nuove tecnologie, primi fra tutti cyberbullismo, cybercrime e cybersicurezza. Non sempre però hanno lo stesso peso mediatico le notizie in cui la tecnologia è effettivamente al servizio dell'uomo, in particolare in ambito medico e bioingegneristico. Questa settimana infatti è stato effettuato
all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma il primo intervento sperimentale in Europa atto a implementare ad un bambino di 5 anni un bronco interamente stampato in 3D. Con le tecniche di bioingegneria attuali è infatti stato possibile ricostruire un bronco personalizzato partendo dall'attacca del paziente. La
stampa è stata poi effettuata al centro di stampa Prosilas con un materiale bioreassorbente che verrà eliminato dall'organismo in circa 2 anni.
Grazie a questo intervento questo bambino potrà tornare a respirare correttamente. Per quanto riguarda le notizie chiudiamo invece con Plex che immagino molti di voi conoscano bene che ha deciso di distribuire contenuti gratuiti on demand supportati dalla pubblicità. La nuova feature introdotta recentemente anche, in Italia, consente a tutti gli utenti registrati al servizio
di Plex sia in modo gratuito che a pagamento di poter vedere contenuti provenienti da diversi partner quali Warner Bros, Lions Gate e Legendary con il compromesso della pubblicità ma in generale a costo zero.
Ed eccoci alla seconda parte della puntata che fra l'altro da anche il titolo all'episodio ovvero "Society as a Service". Premetto che si tratta di un argomento a me carissimo e che diventerà sempre più attuale nel corso dei prossimi anni fino a rivoluzionare totalmente il mondo.
Magari ve lo siete già chiesti ma nel dubbio la domanda ve la pongo io.
Cosa vuol dire Society as a Service? Si tratta di un termine che ho coniato e letteralmente significa società come servizio alludendo alla direzione che sta prendendo il mercato in questo periodo storico.
Tutto sta diventando servizio dalla fruizione di musica all'utilizzo di un veicolo. I motivi che ci stanno conducendo verso questa direzione sono forse imputabili al forte periodo di crisi che abbiamo vissuto nello scorso decennio. La ridotta disponibilità di denaro ha reso impossibile per le persone mantenere il medesimo tenore di vita ma
al contempo ad aumentare sono state le esigenze che la società consumista ha richiesto di soddisfare. Forse non ce ne accorgiamo ma oggigiorno siamo circondati da servizi. Ce ne sono alcuni che non potrebbero nemmeno essere propriamente acquistati come una connessione ad internet, la fornitura di acqua e energia elettrica ma è necessario un continuo rapporto con il
provider. In questi anni però con l'avvento della banda larga si è dato a tutti la possibilità di scaricare grandi quantità di dati e ciò ha permesso di dematerializzare interi settori del mercato. Dalla musica con Spotify, Apple Music, Amazon Music, Tidal al cinema e serie tv con Netflix, Hulu, Prime Video,
Apple TV plus ma anche le stesse televisioni nazionali che con RaiPlay e Mediaset Play per citarne alcune si sono allineate per essere più al passo coi tempi. Nel frattempo anche l'archiviazione dati è diventata cloud per citare qualche esempio iCloud, Google Drive, Dropbox o Amazon S3. Anche il mondo dei trasporti sta diventando servizio. Vi sfido a non aver notato
l'invasione dei monopattini e bici elettriche nelle nostre città che sono il primo piccolo passo ma concretissimo che sostiene quello che sto dicendo appunto. Ci sarebbero molti altri esempi che vanno dal pernottamento, mi viene in mente l'applicazione Airbnb ma anche addirittura al mondo delle cartucce per
stampanti che anche quelle sono diventate servizio e se siete curiosi di approfondire potrei dedicarci una piccola parte delle prossime puntate. Ma anche il mondo cloud gaming che è diventato recentemente celebre con l'ingresso di Google Stadia ma che vedeva al suo interno già grandi player come Nvidia con GeForce Now ma anche PlayStation con PlayStation Now. La
radicale differenza tra acquistare un bene fisico piuttosto che un servizio sta nel prezzo che nel primo caso deve essere corrisposto prima o poi interamente mentre per il servizio va corrisposto un prezzo per il periodo che può essere prestabilito o non di utilizzo. Il che significa che con 10 euro possiamo comprare un album musicale del nostro artista preferito oppure con
la stessa cifra accedere a milioni di brani su Spotify ma solo per un tempo limitato che nella fattispecie è quello di un mese. Non a caso tutte le aziende si stanno indirizzando verso i servizi. In un mercato ormai saturo come quello degli smartphone dove innovare è ormai difficile, le aziende non possono più
sperare di ottenere gli stessi utili di un tempo. I servizi in abbonamento invece forniscono una "revenue" costante nel tempo. Si tratta di un win-win perché anche il consumatore si trova in una condizione in cui ottiene molteplici vantaggi. Servizio significa personalizzazione, significa riduzione dei costi e maggiore volatilità per il cliente. Per fare un esempio non essendoci
più la fisicità in qualsiasi momento si può decidere di passare ad un servizio rivale che magari a parità di prezzo offre più contenuti o magari contenuti di maggior pregio. Questo è un esempio molto tangibile per quanto riguarda i servizi di video in streaming. Se ci pensate il fatto che uno smartphone diventi una
mera interfaccia per accedere a infiniti servizi rende le aziende più propense a sviluppare dispositivi più longevi nel tempo e abbassare i costi degli stessi.
Per il futuro gli ambiti di espansione sono tantissimi. Non a caso l'ultima berlina di Tesla model 3 del visionario Elon Musk ha predisposto un sistema non ancora attivo che include telecamere interne e sensori per chiavi digitali che permettono di condividere il veicolo. Già oggi questa è una realtà perché
esistono delle persone che si affidano a questo tipo di servizi piuttosto che acquistare un veicolo. Il servizio infatti conviene perché all'interno del prezzo sono contenuti sia i costi di manutenzione che l'assicurazione e quindi a fronte di una spesa fissa il consumatore non deve preoccuparsi di null'altro. La società dei servizi ha evidentemente
anche dei difetti. In primis chi vive nei piccoli centri abitati è più svantaggiato a disporre di servizi a causa dell'inferiore infrastruttura offerta e inoltre in alcuni contesti sarebbe sconsigliabile ai fini economici prediligere un servizio al bene di proprietà. Se ad esempio tutti i giorni devo fare un percorso da un punto A a un punto B magari con un veicolo che può
essere una macchina o un monopattino elettrico, una bicicletta, per me sarà più conveniente andare acquistare concretamente il veicolo piuttosto che pagare un servizio per l'utilizzo. Ma al di là di tutto la cosa certa è che questa rivoluzione sarà straordinaria e probabilmente porterà dei cambiamenti
politici e culturali di forte rilievo visto che vedrà una forte diminuzione della proprietà in capo alle persone fisiche, ovvero i consumatori, e renderà indubbiamente sempre più forti le persone giuridiche cioè le società fornitrici di servizi.
E così si conclude questa nuova puntata di INSiDER, io ringrazio nuovamente Matteo Gallo e Luca Martinelli che mi stanno dando una mano appunto con la scrittura e la ricerca delle notizie più interessanti.
Per qualsiasi cosa scrivete a redazioneinsider@gmail.com, noi ci sentiamo settimana prossima, ciao a tutti.