
La curiosità per lo spazio intriga l’uomo sin dall’inizio dei tempi. Gran parte dei misteri, a fronte di tante scoperte, sono lungi dall’essere completamente compresi e ci vorranno decenni, se non secoli, prima di riuscire a comprendere, forse solamente in minima parte, il concetto di Universo. L’uomo comunque non si è mai tirato indietro di fronte a tali sfide; da quando nel 1969 sono sbarcati i primi uomini sulla Luna l’obiettivo successivo è sempre stato l’esplorazione di Marte, il pianeta potenzialmente abitabile più vicino a noi. Per diversi decenni il progetto di conquista del pianeta rosso è entrato in una fase di stallo a causa della notevole complessità della missione. Qualche anno fa però, Elon Musk ha dichiarato che nel 2050 porterà con la sua SpaceX circa un milione di abitanti su Marte.
Nella prima parte della puntata parleremo di del lancio fallito di Virgin Orbit, di una nuova velocità record di comunicazione su una fibra ottica preesistente e infine dell’introduzione di veicoli elettrici nelle flotte della polizia.




Brani
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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
La puntata di oggi sarà quasi interamente dedicata allo spazio, partiremo con il lancio fallito di Virgin Orbit per poi passare all'incredibile lancio di questa sera di SpaceX, azienda privata che portando due esseri umani nello spazio segnerà senza dubbio l'inizio di una nuova era di esplorazione e innovazione.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete ascoltarci in un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Il primo lancio dimostrativo del razzo Launcher One sviluppato dalla compagnia Virgin Orbit è fallito almeno in parte lo scorso 25 maggio a circa metà della missione.
L'obiettivo dell'impresa appartenente al gruppo Virgin è quello di fornire nei prossimi anni i mezzi per lanciare in orbita piccoli satelliti a prezzi ridotti, semplificando soprattutto le modalità di lancio.
Il 25 maggio Virgin Orbit avrebbe infatti dovuto testare un nuovo sistema suddiviso in due step principali.
La prima fase della missione consiste nell'impiego di un Boeing 747, opportunamente modificato, come mezzo di base per trasportare fino a 11.000 metri il razzo dimostrativo Launcher One.
Una volta poi raggiunta la quota prestabilita, il razzo si dovrebbe sganciare correttamente per raggiungere un'orbita stabile intorno alla terra e rilasciando un piccolo satellite di prova.
Ed è proprio in questa fase che la missione non si è concretizzata.
Nonostante il razzo si sia sganciato e abbia acceso i motori come da manuale, un'anomalia gli ha impedito di raggiungere lo spazio per rilasciare il carico.
La missione per fortuna si è conclusa in totale sicurezza, con l'atterraggio del Boeing 747 insieme all'equipaggio presso un aeroporto in California.
In molti paesi tra cui l'Italia si sta investendo per riuscire a portare la fibra ottica a un gigabit in tutte le case.
Nel frattempo un gruppo di ricercatori australiani è riuscito sfruttando uno speciale dispositivo chiamato Microcombe a raggiungere una velocità record su una fibra ottica preesistente lunga 75 chilometri di ben 44,2 terabit al secondo, il dispositivo che sta già avendo particolare successo in altri campi di ricerca come la spettroscopia o la quantistica e esce dunque sfruttando centinaia di laser a potenziare linee già esistenti abbattendo così i costi per migliorare la rete.
I vantaggi di questa tecnologia saranno apprezzabili come dichiarato dai ricercatori, in particolare su linee urbane con distanze dunque che vanno tra i 10 e i 100 chilometri o nei data center dove una velocità di trasmissione elevata è di fondamentale importanza.
Certo, non aspettatevi questa velocità nelle vostre case, un'infrastruttura simile però riuscirebbe a far fronte a una richiesta sempre maggiore di collegamenti a internet ultra veloci e aprirebbe le strade anche ad altre applicazioni come l'IoT ovvero l'internet delle cose, le automobili a guida autonoma, la finanza digitale o la medicina.
In un mondo che punta sempre più alla mobilità green di cui tanto parliamo, anche la polizia non è da meno.
In Europa tra i modelli più richiesti dalle forze dell'ordine c'è Hyundai, Kona Electric e Nexo, quest'ultima auto alimentata di idrogeno.
L'utilizzo di questi veicoli in primis rappresenta la miglior scelta per inquinare meno nei centri più densamente popolati ma allo stesso tempo permette un risparmio sia per la manutenzione sia per i costi di gestione.
L'arma dei carabinieri ha a disposizione due Hyundai X35 che utilizza per il pattugliamento mentre invece la polizia di stato utilizza Hyundai Nexo per i controlli sull'autostrada del Brennero.
Infine Hyundai Kona Electric è usata dalle forze di polizia in Svizzera, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito.
Quante volte nella nostra vita siamo rimasti affascinati, osservando per minuti o intere ore la volta a celeste durante una notte stellata, magari in rival mare oppure sulla cima di una montagna, e ponendoci ogni volta alla stessa domanda, ma che cos'è lo spazio e avrà mai una fine tale immensità?
La curiosità per lo spazio intriga l'uomo sin dall'inizio dei tempi.
La paura dell'ignoto, i misteri, le scoperte non hanno mai frenato questo istinto primordiale.
È proprio grazie ad esso che siamo riusciti a mettere piede sulla luna, a studiare le onde gravitazionali o arrivare a fotografare persino un buco nero.
Tuttavia gran parte dei misteri, a fronte di tantissime scoperte, sono lungi dall'essere completamente compresi e ci vorranno decenni, se non secoli, prima di riuscire a comprendere forse solo in minima parte il concetto di universo.
L'uomo comunque non si è mai tirato indietro di fronte a tali sfide, da quando nel 1969 sono sbarcati i primi uomini sulla luna, l'obiettivo successivo è sempre stato l'esplorazione di Marte, il pianeta potenzialmente abitabile più vicino a noi.
Per diversi decenni però il progetto per la conquista del pianeta rosso è entrato in una fase di stallo a causa della notevole complessità della missione.
Qualche anno fa però Elon Musk ha dichiarato sorprendendo tutti che nel 2050 porterà con la sua SpaceX circa un milione di abitanti su Marte.
Secondo il CEO di Tesla e SpaceX appunto per riuscire nell'impresa dovrà costruire una flotta composta da mille Starship, una serie di razzi in fase di sviluppo da oltre 110 metri di lunghezza progettati nello specifico per i viaggi nello spazio profondo.
Se costruito così come da progetto, Starship sarà il veicolo spaziale più potente mai creato, superando di gran lunga il ben più noto Space Shuttle.
Naturalmente prima di arrivare a tale obiettivo, SpaceX nel corso di questi anni punterà ad addestrare un ipotetico equipaggio e soprattutto al miglioramento dei propri veivoli, collaborando oltretutto con l'agenzia governativa della NASA.
Le missioni a cui stanno lavorando le due compagnie americane non sono le uniche volte al miglioramento dei loro progetti spaziali.
Negli ultimi anni a partecipare a missioni come le Expedition sulla stazione spaziale internazionale ci sono stati diversi paesi, tra cui anche l'Italia con l'astronauta Luca Parmitano, rientrato lo scorso 5 febbraio dall'Expedition 63, tuttora in corso.
Riguardo a ciò questa sera potrebbe concludersi, tempo climatico permettendo, la prima missione NASA SpaceX Demo 2 formata da due astronauti statunitensi.
Grazie a Elon Musk e alla sua capsule Crew Dragon spinta dal vettore Falcon 9, gli Stati Uniti potranno tornare a lanciare astronauti nello spazio dal proprio territorio per la prima volta dopo 9 anni, da quando fu sospeso il programma Shuttle nel 2011.
Finora infatti l'agenzia spaziale americana per mandare astronauti in orbita si era dovuta appoggiare alle vecchie ma comunque affidabili Soyuz Russe.
Per giunta, oltre ad essere la prima missione che decollerà sul suolo americano dopo il 2011, Demo 2 da oggi in avanti verrà ricordato anche come il primo lancio nato dalla collaborazione tra un'agenzia governativa, in questo caso la NASA, e un'azienda privata come SpaceX.
Con il lancio di Demo 2 potrà iniziare una nuova era che permetterà, grazie all'esposizione mediatica, a diverse compagnie private di finanziare maggiormente le missioni spaziali, rendendole più frequenti e sicuramente meno costose.
Ad ogni modo il veicolo spaziale Crew Dragon con a bordo i due astronauti statunitensi decollerà secondo il nuovo programma in tarda serata alle 21 e 22 ore italiana, con la speranza che le fasi di lancio e di aggancio all'is dopo aver compiuto due giri intorno alla Terra, vadano a buon fine.
Arrivati poi sulla stazione spaziale internazionale, i due astronauti americani si aggiungeranno all'equipaggio di Expedition 63, composto da un altro americano e da due cosmonauti russi.
La permanenza nello spazio dei due astronauti sarà di almeno 110 giorni, equivalente al tempo necessario in previsione del lancio della seconda missione Demo 2, prevista indicativamente nei mesi di agosto e di settembre.
Come già accennato in precedenza, il successo di queste missioni è di vitale importanza per le ambiziose SpaceX e NASA, che intendono raggiungere Marte nei prossimi decenni.
Riuscire infatti a riportare nello spazio i primi astronauti dal suolo americano sarà un fondamentale traguardo da superare, soprattutto per NASA, che prima di raggiungere il pianeta rosso ha intenzione di effettuare un nuovo sbarco sulla Luna entro il 2024.
Il nuovo programma lunare, soprannominato Artemis, questa volta coinvolgerà oltre a NASA anche aziende di volo spaziali commerciali statunitensi e partner internazionali come l'agenzia spaziale europea, quella giapponese e quella canadese.
Con lo sbarco di nuovi astronauti sulla superficie lunare, l'obiettivo di NASA per i prossimi anni sarà quello di stabilire una presenza autosufficiente sulla Luna, gettando così le basi per costruire un'economia lunare e la prima stazione orbitante da utilizzare come trampolino per il raggiungimento dei traguardi successivi, ovvero lo sbarco su Marte.
Il lancio di Artemis 1, senza equipaggio, verrà secondo la tabella di marcia tra novembre e dicembre 2021 e l'obiettivo primario sarà quello di dimostrare l'affidabilità del razzo vettore Space Launch System, composto a sua volta da un modulo dell'equipaggio e da un modulo di servizio a propulsione.
La prima missione Artemis durerà all'incirca 25 giorni e andrà ad effettuare un flyby, ossia un sorvolo della Luna.
Successivamente se il rientro del velivolo spaziale avverrà in piena sicurezza, NASA potrà poi pensare a mandare nello spazio un equipaggio per compiere la stessa missione.
Uno degli obiettivi di questo programma spaziale è quello di costruire un ipotetico campo base sulla Luna entro il 2030, in grado di garantire missioni in loco fino a due mesi.
Il tutto verrà supportato dalla stazione spaziale Lunar Gateway, destinata a fungere da intermediario per le comunicazioni, laboratorio scientifico, modulo abitativo a breve termine e area di contenimento dei rover e degli altri robot.
Per compiere una missione di tale portata serviranno risorse finanziarie ben al di sopra di quelle impiegate per la realizzazione del programma Apollo, stimate attorno ai 170 miliardi di dollari.
Ma più che una questione economica, i problemi principali riscontrati negli ultimi anni riguardano principalmente i progressi tecnologici nell'ambito della propulsione spaziale, piuttosto deludenti rispetto a quelli effettuati nel campo dell'elettronica.
Altri fattori da tenere in considerazione riguardano le dimensioni dei velivoli spaziali, il sistema di supporto vitale, destinato tra l'altro a funzionare per almeno 900 giorni, più la garanzia di una prolungata affidabilità della missione.
Per non parlare poi dei possibili problemi psicologici che potrebbero sorgere all'interno di un equipaggio confinato in un piccolo spazio.
Insomma, i problemi sono molti, se non addirittura troppi, ma non riusciranno mai a smorzare l'irrefrenabile voglia di scoprire chi siamo e perché siamo qui in questo momento e su questo pianeta.
Forse non lo scopriremo tra qualche anno o forse addirittura mai, ma la sola e unica certezza è che un giorno, un passo alla volta, dopo il primo uomo nello spazio e la prima conquista della Luna, arriveremo alla prossima destinazione.
E così si conclude questa puntata di INSIDER - Dentro la Tecnologia, un altro tema legato allo spazio di cui sicuramente prima o poi parleremo è il turismo spaziale.
Esistono infatti diverse compagnie che stanno testando delle navicelle in grado di portare in orbita turisti a dei prezzi relativamente modici.
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