
Il settore dei supermercati è un meccanismo molto complesso e negli anni poco è cambiato in relazione al rapporto tra cliente e negozio. Per capire cosa si può fare per migliorare l’esperienza di acquisto e allo stesso tempo ridurre l’enorme quantità di rifiuti che questi luoghi producono abbiamo inviato Davide Milani, imprenditore e insegnante, che con i suoi studenti ha ideato e realizzato VivoGreen, un negozio all’insegna del futuro dove la tecnologia semplifica l’esperienza di acquisto e permette di diminuire l’impatto sull’ambiente.
Nella prima parte dell’episodio parleremo dell’evento Google, nel quale sono stati presentati, tra le altre cose, i nuovi Pixel 5 e Pixel 4a 5G e di Amazon One, una nuova modalità di autenticazione basata sul palmo delle nostre mani.



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• Foto copertina: Giacomo Sirchia
Brani
• Ecstasy by Rabbit Theft
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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Fino a qualche anno fa sarebbe stato impossibile ipotizzare ma soprattutto realizzare un negozio nel quale non fosse necessario fermarsi alla cassa dopo aver terminato i propri acquisti.
Invece oggi tutto ciò è realtà.
Ne parleremo fra poco con VivoGreen, un negozio che puntano solo sull'innovazione tecnologica ma anche sulla sostenibilità ambientale.
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Google ha tenuto il suo evento annuale quest'anno denominato Launch Night In.
Durante questo evento sono stati presentati diversi prodotti molto interessanti, tra cui nuovi smartphone di casa Google come Pixel 5 e Pixel 4a 5G.
Ma andiamo con ordine, il primo prodotto che è stato annunciato è una nuova versione del Chromecast che verrà ora affiancato a un telecomando e dal nuovo sistema operativo Google TV, pensato appositamente per la fruizione di contenuti streaming dalle principali piattaforme come Netflix, Disney+, o YouTube.
Il tutto ovviamente è accompagnato dall'intelligenza artificiale e da Google Assistant per fornire all'utente un colpo d'occhio sui contenuti che potrebbero risultare per lui più interessanti.
Il secondo prodotto è Nest Audio, un altoparlante smart che assieme a Nest Mini dovrebbe andare a sostituire i Google Home.
Infine, la novità più attesa della presentazione, il Pixel 4a 5G e il Pixel 5.
Il primo non è altro che la versione Pixel presentata ad agosto, ma con il supporto alla rete di quinta generazione e una batteria più capiente.
Il secondo invece è il top di gamma che Google ha scelto per quest'anno.
Come ci ha ormai abituati Google, il pezzo forte del dispositivo non è tanto l'hardware, che presenta infatti un processore da medio gamma, ma il software e la sua ottimizzazione.
Tra le funzionalità presentate è un notevole miglioramento del comparto fotografico soprattutto per quanto riguarda la modalità ritratto, con la possibilità di aggiungere luci fittizie e ottenere così effetti più professionali e per quanto riguarda i video con una modalità in grado di dare a questi un aspetto più cinematografico.
Nuove funzionalità anche per il registratore, che permette ora di selezionare, tagliare e condividere parti di audio modificando il testo corrispondente alla descrizione vocale.
Infine è stato rilasciato anche un nuovo Google Assistant ancora più integrato nel dispositivo, in grado di filtrare e rispondere alle chiamate spam o di riconoscere momenti di pericolo come un incidente automobilistico e automaticamente chiamare il numero di emergenza.
Il prezzo? 699 dollari, dunque un po meno rispetto alla concorrenza.
Purtroppo, però, lo smartphone non verrà, almeno per il momento, rilasciato per il mercato italiano e dovrà essere acquistato dall'Inghilterra o da altri paesi europei.
Lo scorso 29 settembre Amazon ha presentato il suo primo servizio di pagamenti digitali, il quale entrerà in fase di test, almeno per i primi periodi di sperimentazione, soltanto negli store Amazon Go degli Stati Uniti.
Il nuovo servizio ideato dal colosso dell'e-commerce si basa su un sistema di riconoscimento molto semplice ma altrettanto innovativo.
Lo schema delle vene di ogni singola persona, essendo unico e piuttosto complesso da replicare, ha permesso ad Amazon di sviluppare un sistema di pagamenti digitali basato esclusivamente sul riconoscimento del palmo della propria mano.
Si tratta in questo caso di una svolta nel mondo delle transazioni, poiché, fino ad ora, siamo sempre stati educati a pagare con mezzi facilmente sostituibili, come carte di credito, telefoni oppure smartwatch.
Invece ora, con uno strumento unico e impossibile da dimenticare, si potranno effettuare operazioni con procedure ancora più naturali e intuitive.
In aggiunta, per pagare con il palmo della mano non servirà avere un account Amazon, anzi, basterà solamente registrare il metodo di pagamento con una carta di credito e abbinarlo a una scansione del palmo della propria mano.
Amazon ha infine ritenuto necessario comunicare che la scansione dell'impronta biometrica è considerata persino più affidabile rispetto ad altre alternative, come il riconoscimento del volto, in quanto non rileva almeno direttamente l'identità della persona che si è registrata su Amazon One.
Per di più, con questo sistema, si potranno effettuare non solo pagamenti, ma anche altre operazioni come accedere a strutture tramite abbonamenti oppure registrare la propria presenza sul luogo di lavoro.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi tentativi che mirano a innovare un settore molto complesso come quello dei supermercati e dove poco è cambiato in relazione al rapporto tra cliente e negozio.
Cosa si può fare per migliorare l'esperienza di acquisto e allo stesso tempo ridurre l'enorme quantità di rifiuti che questi luoghi producono? Ne parliamo oggi con Davide Milani, insegnante e imprenditore, benvenuto.
Buongiorno a tutti, sono Davide Milani e insegno all'ITT Allievi di Terni.
Il motivo per cui ti abbiamo invitato è per parlare di un'idea che hai realizzato con i tuoi studenti, ovvero VivoGreen.
Che cos'è, qual'è l'esigenza che ha ispirato questo progetto?
VivoGreen si propone di essere il negozio del futuro ed è stato realizzato in un anno all'interno dell'ITT Allievi di Terni, coi miei alunni.
Ci siamo chiesti come ridurre l'impatto ambientale della plastica sull'ambiente, come rendere più facile ai clienti rispetto all'ambiente evitando di farla differenziata e come evitare le lunghe code alle casse con un sistema tipo Telepass.
Inoltre, ci proponevamo di ridurre lo spreco alimentare facendo acquistare ai nostri clienti solo il necessario e non maxi confezioni e coinvolgere anche tutte le altre scuole di Terni realizzando una rete tra studenti e imprese.
Che scuole sono coinvolte in questo progetto?
Tutto parte dall'Istituto Tecnico di Terni Allievi dove abbiamo realizzato il gate per il pagamento insieme a Nexi.
Ricordiamo essere una società italiana che offre servizi e infrastrutture per i pagamenti digitali.
C'è l'alberghiero che ci gestirà un piccolo bistro per far assaggiare i nostri prodotti che sono tutti o quasi a chilometro a zero.
C'è l'artistico che ci ha disegnato le etichette firmate da un singolo alunno da apporre sui prodotti.
C'è anche l'IPSIA che ha dovuto disegnarci le divise del negozio.
Hai parlato di questo sistema di pagamento in stile Telepass.
Che altri ruoli oltre a questo la tecnologia ha avuto in questo progetto, in questo punto vendita che avete realizzato?
La tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale in quanto ci siamo ispirati al passato, a 50 anni fa, quando c'era il vetro col vuoto a rendere.
Noi, grazie a la tecnologia RFID…
Sì che è la tecnologia che troviamo sempre nei negozi per evitare che avvengano dei furti su prodotti come capi di abbigliamento e così via.
Abbiamo la possibilità di fare pagare una piccola cauzione in automatico al nostro cliente e quando lo riporta di accreditargliela, in modo da potervi utilizzare in economia circolare anche 10.000 volte i barattoli, una volta lavati e sterilizzati.
Inoltre vogliamo mettere un Teleportal dove si cerca di far parlare direttamente il produttore con il cliente, in modo tale che il produttore può dire, hai assaggiato il mio prodotto, il cliente può chiedere, ma come lo fai, come lo produci? Quindi c'è un match diretto fra produttore e cliente anziché una semplice etichetta su una confezione.
Quindi con degli schermi c'è la possibilità che il produttore, stando nel suo territorio, e il cliente che è nel negozio riescano a comunicare come se fossero nello stesso posto contemporaneamente.
Questa idea vi è venuta in riferimento al Covid o l'avevate pensata già precedentemente?
L'avevamo pensato in anticipo per permettere proprio ai produttori di entrare dentro il negozio rimanendo nella loro realtà rurale.
Quindi accorciare le distanze fra produttore e consumatore.
E il ruolo della tecnologia è presente sia fisicamente, come abbiamo detto finora, ma anche in modo più astratto, ovvero avete sviluppato un algoritmo che permette ai vostri clienti che quindi consumano meno rifiuti, producono meno rifiuti, di avere uno sconto sulla TARI, giusto?
Sì, diciamo che abbiamo pensato di premiere che inquina meno, quindi una promozione meno inquini, meno paghi, molto educativa, soprattutto rivolta anche ai giovani, dove noi ogni tre mesi carichiamo su una tesserina nostra un importo che possono spendere nel negozio fino al valore massimo della TARI.
Come dicevo all'inizio sono stati vari tentativi di innovare questo settore, esempio più lampante è quello di Amazon Go che con un sistema di telecamere molto complesso segue il cliente in tutto il punto vendita.
Invece il vostro approccio è abbastanza differente, però il risultato finale è lo stesso, cioè i clienti possono uscire dal punto vendita senza fisicamente effettuare il pagamento.
Come funziona praticamente questa cosa, cioè qual è il meccanismo, che cosa i prodotti devono avere di particolare e poi come funziona appunto questa cassa senza fermarsi?
Praticamente abbiamo fatto una scelta anche di avere dei prodotti serviti e lì viene fatto un carrello elettronico, quindi quando uno acquista il nostro negozio anche se lì fisicamente gli viene creato un carrello elettronico.
Poi sono stati taggati con delle etichette RFID i prodotti in modo tale che quando uno esce i lettori leggono tutti i tag e fanno il conto in automatico e se uno ha tockenizzato la carta col sistema XPay di Nexi va in macchina direttamente.
Oltre alla modalità di acquisto in negozio avete pensato ad altre modalità di acquisto differenti?
Sì, ovviamente il tradizionale commercio su internet dove permettiamo ai nostri clienti di vedere come può essere un acquisto senza rifiuti, quindi consegnando dei prodotti completamente di plastica e anche la carta è compostabile, quindi è tutto orientato all'ambiente.
Inoltre stiamo per mettere in piedi il VivoGreen drive dove uno ordina dal cellulare o dall'ufficio e passa ad una certa hora di tirare il prodotto, lo mettiamo in macchina e se ne va.
Quindi tutti i sistemi che di fatto coesistono nell'unica realtà di VivoGreen.
Forte di questa seppur ancora breve esperienza, il vostro progetto potrebbe rappresentare un esempio da seguire anche per realtà più grandi, quindi grandi supermercati sia dal punto di vista dell'implementazione tecnologica e quindi da una parte avvantaggiare il cliente facendogli fare meno coda, meno attesa e allo stesso tempo però implementando dei sistemi che permettano di ridurre al minimo l'impatto ambientale di una spesa che è enorme o anche la possibilità di generare la minor quantità di rifiuti possibile.
Quindi questo può essere applicato a realtà più grandi o solo in realtà di piccola dimensione può funzionare un sistema di questo tipo?
Dipende tutto dagli investimenti che decidono di fare la grande distribuzione perché la tecnologia è matura e abbiamo trovato produttori che sono in grado di realizzare imballi compostabili e bioderegradabili, hanno un costo leggermente superiore però se colossi decidono di investire in un progetto del genere sono certo che possono imitare tranquillamente di VivoGreen.
E avete altri progetti per il futuro delle altre implementazioni?
Sì, per coinvolgere anche i ragazzi del linguistico vorremmo fare degli streaming con dei pub di Londra una settimana quindi parlano in inglese con i loro coetanei, in Berlino, Madrid e Parigi.
Inoltre vorremmo realizzare una visualità virtuale del negozio quando è chiuso e quindi permettere di comprare online attraverso dei robot con telecamera a 360° che possono girare nel negozio per mettere l'acquisto.
Sì, quindi è nel vostro progetto sia l'aspetto ambientale sia tecnologico ma tutto questo non è fine a se stesso ma è messo a disposizione della comunità che in questo caso gli studenti che lo possono utilizzare come luogo per arricchirsi culturalmente oppure per le persone a distanza che possono fare acquisti, dare mani a loro.
Sì, quindi non c'è moto con questa tecnologia che sicuramente non è comune e non si vede tutti i giorni.
Sì, diciamo che parte degli utili se dovessero esserci è previsto che vengono distribuiti come bosso di studio alle scuole perché il nostro è un negozio didattico e verranno i nutrizionisti a tenere lezioni, i cuochi, etc.
Quindi si vuole creare un ambiente che non è spersonalizzato come supermercato ma qualcosa che crei una rete, fa piccoli produttori.
Un ambiente sociale che arricchisca il tessuto sociale.
Va bene, grazie, è un bellissimo progetto e vi auguro buona fortuna e di espandere il più possibile.
Grazie mille, a tutti, salve.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
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