
Gli NFT o Non Fungible Token, di cui ultimamente si sente sempre più spesso parlare e che stanno attirando le attenzioni sia di numerosi investitori, grandi artisti e influencer, è una tecnologia che potrebbe avere interessantissimi sviluppi in tanti ambiti della vita digitale, tra cui il settore dell’arte. È quindi doveroso cercare di capire cosa sono questi NFT, che ruolo ha la Blockchain, come si realizzano e come si vendono, ma soprattutto, se avranno o meno un futuro o se si tratta invece di una moda passeggera.
Nella sezione delle notizie parliamo degli elevati costi per la realizzazione dell’infrastruttura 5G, di un parabrezza a realtà aumentata e infine di come le case automobilistiche stanno investendo nelle batterie allo stato solido.




Brani
• Ecstasy by Rabbit Theft
• Dreaming of Me by Jack Shore & Tollef (feat. Jaime Deraz)
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi cercheremo di capire che cosa sono gli NFT, i non-fungible tokens, a che cosa servono e se saranno effettivamente il futuro del mondo dell'arte e non solo.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
In un momento storico in cui l'industria delle telecomunicazioni è impegnata in massicci investimenti per il 5G, la fibra ottica e le reti via cavo per far fronte all'aumento dei consumi di dati degli utenti per l'utilizzo di servizi streaming e servizi cloud come Netflix, YouTube e Facebook, gli amministratori delegati di Deutsche Telekom, Vodafone e altre 11 importanti società europee di telecomunicazione in una lettera Reuters, sostengono che una vasta e sempre più ampia parte del traffico di rete è generata e monetizzata dalle grandi piattaforme tech, ma richiede continui investimenti e pianificazioni relativi alla rete da parte del settore delle telecomunicazioni.
Da questo si deduce che gli AD vorrebbero che i colossi tech statunitensi si facessero carico di alcuni dei costi di sviluppo delle reti di telecomunicazioni europee, poiché ne fanno un uso troppo massiccio e ne trarrebbero gratuitamente un grande vantaggio.
Negli ultimi anni nel settore automobilistico è fatto sempre più uso della tecnologia offerta dai display head-up, in grado di proiettare alcune informazioni o sul parabrezza o comunque direttamente ad altezza occhi per evitare distrazioni alla guida.
E proprio su questa tecnologia Volvo ha finanziato con due milioni di dollari la startup Spectralist.
L'obiettivo è quello di creare una pellicola ottica sottile e trasparente da applicare all'interno del parabrezza dell'auto, in modo da renderlo un enorme display head-up.
Grazie a questa pellicola, che è anche in grado di creare un effetto di tridimensionalità, alle immagini proiettate, sarà possibile creare un parabrezza a realtà aumentata, mostrare informazioni come velocità opposizione, ma anche sovrapporre alla strada il percorso di navigazione o altre informazioni utili.
Ovviamente le sfide non sono poche, è uno degli aspetti più critici da considerare quello legato alla rottura del parabrezza, agli eventuali aspetti assicurativi.
Questi problemi potrebbero essere però risolti creando una pellicola in grado di essere applicata facilmente sul nuovo parabrezza o semplicemente dotando le auto di vetri molto più resistenti.
In seguito all'accordo raggiunto con Vulcan Energy, Stellantis ha recentemente confermato una nuova collaborazione con Factorial Energy per implementare le batterie allo stato solido dell'azienda americana col obiettivo di migliorare fino al 50% l'autonomia dei propri veicoli elettrici.
A differenza infatti delle batterie agli ioni di litio, gli accumulatori allo stato solido sono in grado di garantire una densità energetica decisamente maggiore, la quale si traduce in un miglioramento degli standard di sicurezza e soprattutto in termini di consumo che a parità di costo arrivano ad aumentare dal 20 fino al 50% rispetto alle batterie tradizionali.
Nonostante i diversi accordi raggiunti con le altre case automobilistiche, tra cui Hyundai e Kia, al giorno d'oggi non sappiamo con che misura le nuove batterie di Factorial verranno implementate in futuro.
In ogni caso sarà interessante seguire l'evoluzione di tutte queste collaborazioni per capire se davvero nel giro di qualche anno le case automobilistiche riusciranno a migliorare ulteriormente le auto elettriche di nuova generazione.
69,3 milioni di dollari.
Questo è quanto è costata l'opera "Everydays: the First 5000 Days" di Beeple.
Ma cosa ha di tanto speciale? Innanzitutto non è fisica, come un quadro o una scultura, bensì è un'opera digitale.
Inoltre è la più costosa opera di un'artista in vita.
Ma la vera particolarità sta nella tecnologia che ha permesso di vendere questa immagine ad un prezzo così elevato.
La tecnologia in questione è la blockchain, e in particolare il non-fungible token, o NFT, di cui ultimamente si sente sempre più spesso parlare e che stanno attirando le attenzioni sia di numerosi investitori, grandi artisti e influencer.
È quindi doveroso cercare di capire cosa sono questi NFT, come si realizzano e come si vendono, ma soprattutto se avranno o meno un futuro o se si tratta invece di una moda passeggera.
Partiamo quindi dal capire che cosa sono gli NFT.
Prima di tutto è necessario fare una piccola digressione e spiegare in breve cos'è una blockchain, cos'è un hash e cosa sono gli smart contracts.
Una blockchain, come dice il nome, non è altro che una catena di blocchi, in cui ogni blocco contiene delle informazioni, ed è collegato al precedente tramite appunto un numero, chiamato hash.
Questi hash sono fatti da una sequenza fissa di numeri e lettere e possono rappresentare univocamente un qualsiasi elemento digitale.
La particolarità, però, è che mentre dall'elemento si può calcolare l'hash, non può avvenire il contrario e questo quindi ne garantisce l'autenticità.
Inoltre, per creare un blocco nella blockchain serve compiere delle operazioni che richiedono del tempo, rendendo quindi difficile se non impossibile modificare le informazioni contenute nella catena.
E tutto questo ha reso la blockchain la tecnologia ideale su cui costruire le criptovalute.
Tutti questi argomenti, tra l'altro, sono già stati approfonditi in dettaglio nella puntata come minare bitcoin e perché non ha senso farlo.
Ma ovviamente con la blockchain non si possono solo realizzare criptovalute, ma si presta anche ad altre numerose applicazioni.
Una di queste sono gli smart contracts, o contratti intelligenti, che sono implementati nella blockchain, ad esempio di Ethereum, ed è anche uno dei motivi per cui questa criptovaluta è la seconda più popolare dopo il bitcoin.
Ma che cosa sono gli smart contracts? In breve, questi contratti intelligenti non sono altro che delle applicazioni che vengono eseguite nella blockchain.
E una volta caricate, ovviamente, non sono più modificabili.
In questo modo, come suggerisce il nome, si possono creare dei contratti in cui, se succede un determinato evento, in automatico vengono ad esempio spostati dei soldi da un portafoglio ad un altro.
Ma quindi cosa centrano questi contratti intelligenti con gli NFT? Molto semplicemente, i non-fungible token sono degli smart contracts, basati sugli standard ERC721 e ERC1155, che girano principalmente sulla blockchain di Ethereum, ma negli ultimi tempi anche altri concorrenti si sono aggiunti.
In particolare, gli NFT ad oggi vengono utilizzati per la compravendita di opere digitali, esattamente come è avvenuto con l'opera di Beeple da cui siamo partiti.
Ogni NFT in particolare contiene al suo interno il nome, il titolo, la descrizione, un link esterno all'opera o in generale al file a cui si riferisce e infine l'hash di tale file, che permette di verificare che quell'opera non è stata modificata.
Ogni NFT e di conseguenza ogni opera digitale si può quindi considerare unica e certificata, e appunto grazie alla blockchain ognuna di queste opere può essere venduta, comprata o messa su aste virtuali.
Ed è proprio questo il motivo per cui gli NFT in così poco tempo sono diventati così popolari.
Se infatti nel mondo, per così dire, reale e tangibile è possibile vendere e certificare l'unicità e l'originalità di un'opera d'arte, nel mondo digitale questo risultava prima degli NFT impossibile, in quanto ogni file può essere copiato e riprodotto alla perfezione da chiunque con estrema facilità.
Grazie a questa tecnologia invece si riesce finalmente a definire quale opera è originale e quali invece sono delle semplici copie senza valore.
Un'altra particolarità degli NFT inoltre è il fatto che una percentuale della vendita di un'opera digitale va sempre al suo autore.
In questo modo, se l'opera viene comprata e rivenduta ad un prezzo più elevato, anche l'autore originale avrà guadagnato, contrariamente a quanto avviene ad esempio nel mercato tradizionale.
Ma per capire ancora meglio se e quando gli NFT possano essere un'opportunità, una grande moda passeggera destinata a fallire, abbiamo chiesto l'opinione proprio di un artista digitale, Chedworth.
Secondo il suo punto di vista, gli NFT sono una grande opportunità, soprattutto per il mondo dell'arte.
Prima di tutto questi permettono non solo di vendere opere statiche, come invece succede nel mondo reale, ma ad esempio anche video, animazioni e musiche.
Inoltre, come appena detto, la compravendita di NFT garantisce sempre dei guadagni all'artista originale e risolve anche i problemi legati al deterioramento, alla conservazione o agli eventuali danni durante i trasporti.
Inoltre, proprio come avviene per le criptovalute, ognuno può conoscere la storia dell'opera, da chi è stata creata a chi è stata venduta e a che prezzo, e ognuno può anche verificare l'autenticità di queste informazioni.
Grazie agli NFT si possono anche vendere ad esempio i biglietti dei concerti, che rimarranno poi al proprietario come ricordo, o per essere rivenduti a qualcun altro.
E anche in quel caso, anche gli organizzatori ci guadagnerebbero.
Infine, un altro esempio è la compravendita di skin per i personaggi dei videogiochi, che potranno essere considerate autentiche e originali.
In sostanza, gli NFT sono un'opportunità sia per gli utenti, ma anche per le compagnie e gli autori.
Dunque, abbiamo parlato di cosa sono gli NFT, del perché sono utili e così popolari.
Ma come si fa a creare un non-fungible token? Innanzitutto, dal momento che tutta questa tecnologia si basa sulla blockchain, è necessario avere un proprio portafoglio di criptovalute.
Nel caso di NFT basati su Ethereum, che come abbiamo già detto è la rete più popolare e affidabile per questo tipo di operazioni, ovviamente bisognerà avere un portafoglio Ethereum.
Dopodiché le opzioni sono due.
Creare e programmare un proprio smart contract NFT e pubblicarlo sulla blockchain, oppure affidarsi ad uno dei tanti servizi di aste online.
Questi permettono infatti di creare un proprio account e associarlo al proprio portafoglio, e da lì gestire collezioni ed opere d'arte, comprarle e venderle.
Per entrambe le opzioni, però, durante la creazione di un NFT è necessario pagare una certa quantità di criptovaluta, detta gas, che permette alla blockchain di sostenere il costo della creazione dell'NFT, come una sorta di tassa.
Per alcune reti in realtà è possibile creare gratuitamente i token, e si perderebbero alcune garanzie, e poi vedremo perché.
Il processo quindi, in realtà, è molto semplice una volta ottenuto il proprio portafoglio virtuale.
Questo si aggiunge alla lista dei motivi per cui gli NFT sono diventati così utilizzati.
I servizi più popolari di creazione e compravendita di NFT sono OpenSea e Rarible.
A questi poi si aggiunge CryptoKitties, che è un gioco online basato su questi token, che permette di creare, comprare, vendere e collezionare dei gatti virtuali, un po come se fossero delle carte di Pokémon.
E infine un altro sito di successo basato sugli NFT è NBA Top Shot.
L'NBA, infatti, è una delle più grandi associazioni che ha colto l'opportunità offerta da questa tecnologia, utilizzandola per vendere i video delle migliori giocate, proprio delle partite organizzate da NBA.
Come può essere intuibile, però anche per questa tecnologia non mancano le criticità.
Anzitutto, esattamente come le criptovalute, anche gli NFT si basano sulla blockchain.
E come è stato ripetuto più volte nelle scorse puntate, questa tecnologia è attualmente estremamente dannosa per l'ambiente, tanto che molti paesi stanno pensando di vietarla o l'hanno già fatto.
Inoltre, tutte le garanzie e l'autenticità delle opere create sono appunto salvate su blockchain, e ciò significa che se un domani queste dovessero cessare di esistere, si perderebbero anche tutti i propri NFT.
E un ragionamento analogo si può fare per quanto riguarda la sicurezza stessa della blockchain.
Nel caso in futuro possa essere in qualche modo violata.
Per questo motivo, come detto prima, è meglio pagare una piccola tasse a fidarsi a reti come Ethereum molto popolari, e diminuire al minimo questi rischi, piuttosto che a fidarsi a reti secondarie che potrebbero non avere un futuro garantito.
Un altro problema riguarda invece l'esistenza stessa e il recupero dell'opera digitale.
Nello smart contract, infatti, come abbiamo visto a inizio puntata, per risparmiare spazio non viene salvato il file in questione, bensì il suo hash, e il file viene salvato come riferimento a un indirizzo esterno.
Facendo così però nel momento in cui questo indirizzo smettesse di essere raggiungibile, ad esempio il gestore del sito non paga più il dominio oppure elimina o rinomina il file, l'NFT diventerà pressoché inutile.
Un ulteriore problema riguarda poi la vendita di NFT identici, in cui magari cambia solo un insignificante dettaglio, che genera un hash completamente diverso.
In questo modo l'autore di un'opera potrebbe rivendere la stessa più e più volte, aumentando i suoi guadagni ma di fatto truffando i suoi compratori.
Ciò, ovviamente, nel mercato dell'arte tradizionale non avviene, ed è un problema che anche questo in qualche modo dovrà essere risolto, e che ora si basa strettamente sulla fiducia.
Infine, le ultime criticità ad affrontare riguardano sicuramente il copyright e il diritto d'autore.
Come le criptovalute, anche gli NFT molto spesso non sono ancora regolamentati, e quindi è molto facile che tanti autori vendano opere in parte o completamente protette da diritti d'autori, di fatto violandoli.
In conclusione, quindi, gli NFT potranno seriamente essere una grande opportunità per molti, dagli artisti, agli organizzatori di eventi o ai giocatori online.
E se e quando verrà creato un metaverso di cui abbiamo parlato qualche puntata fa, i non-fungible tokens potranno avere un ruolo ancora maggiore, per quanto riguarda ad esempio la compravendita di skin o di oggetti virtuali, magari venduti direttamente dai più famosi marchi della moda, garantendone quindi, ancora più di quanto succede nel mondo reale, l'autenticità.
Ma al pari delle criptovalute, prima di essere veramente pronti e fruibili nella vita di tutti i giorni, intero mondo della blockchain dovrà subire una trasformazione per risolvere le principali criticità.
E fino a quel momento, probabilmente, quello degli NFT resterà un mondo sicuramente affascinante, interessante per molti, ma in cui solo pochi saranno protagonisti.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
Per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, seguiteci su Instagram a @dentrolatecnologia dove durante la settimana pubblichiamo notizie e approfondimenti.
In qualsiasi caso nella descrizione della puntata troverete tutti i nostri social.
Se trovate interessante il podcast condividetelo che per noi è un ottimo modo per crescere e non dimenticate di farci pubblicità.
Noi ci sentiamo la settimana prossima.