
Un settore che è stato fortemente plasmato dalla tecnologia, specialmente robotica, è quello industriale. Si tratta di un ambito che negli ultimi decenni è radicalmente cambiato e la sua trasformazione culmina oggi con la quarta rivoluzione industriale. Dopo aver parlato di robotica applicata all’ambito della ricerca scientifica, portando l’esempio di iCub, il robot umanoide sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia, in questa puntata parliamo di robot ed esoscheletri in ambito industriale con Stefano Mantino, Product Owner di Comau, società italiana specializzata nell'automazione industriale.
Nella sezione delle notizie parliamo del nuovo centro di ricerca Sony a Roma e dell’arrivo di Telegram Premium.



Brani
• Ecstasy by Rabbit Theft
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Come ci aspettiamo che sia l'automazione nei prossimi anni, sarà un'automazione sempre più integrata, sempre più in collaborazione con l'uomo e non necessariamente solo con robot collaborativi o con esoscheletri, ma sarà un'azienda viva, una fabbrica viva che sarà sempre più servizio degli operatori.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo con Comau del presente e del futuro della robotica in ambito industriale, con l'obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro, la qualità dei prodotti e ridurre sempre di più i tempi.
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I Sony Computer Science Laboratories hanno aperto presso il Centro Studi e Ricerca Enrico Fermi a Roma un laboratorio all'avanguardia con l'obiettivo di migliorare la vita delle persone in diversi contesti della vita reale, legati principalmente all'informazione, alla sostenibilità e allo studio dell'intelligenza artificiale.
Quella di Roma è la quarta sede a livello mondiale, nonché la seconda in Europa dopo il centro di Parigi, e come spiegato da Sony, il nuovo laboratorio italiano svilupperà le proprie ricerche lungo tre linee principali.
La prima, Infosphere, avrà il compito di studiare l'evoluzione delle tecnologie e dell'informazione per renderle più accessibili, trasparenti e comprensibili.
Sustainable Cities sarà invece la sezione di ricerca che si occuperà dello sviluppo di nuovi strumenti per comprendere gli ambienti urbani e creare scenari predittivi rendendo questi ultimi più sostenibili e abitabili, mentre le competenze di Augmented Creativity si concentreranno invece sullo studio dell'intelligenza artificiale, come supporto per la creatività e le arti, aiutando le persone a trovare soluzioni originali, pratiche e soprattutto ancora più innovative.
Telegram ha raggiunto i 700 milioni di utenti e ha annunciato questo importante traguardo presentando Telegram Premium.
È bene precisare che la versione gratuita resterà invariata e non verranno applicate ulteriori restrizioni.
Gli utenti Premium, al contrario, potranno godere di una serie di comodità in più, tra cui la possibilità di caricare file di dimensione fino a 4 GB, che renderebbero Telegram un perfetto archivio online illimitato.
La possibilità di avere una biografia più lunga e comprendente dei link e in generale altri limiti che verranno raddoppiati.
Si potranno inoltre inviare degli sticker speciali, usare delle reazioni aggiuntive, avere delle foto profilo animate e molto altro.
Una delle novità più interessanti però riguarda i messaggi vocali, che potranno essere tradotti in testo direttamente dall'app.
Ormai da tempo, Pavel Durov, il creatore di Telegram, aveva annunciato l'intenzione di monetizzare l'app, mantenendo però intatta la sicurezza e la privacy degli utenti.
E l'introduzione di una versione premium è il modo migliore per farlo, permettendo agli utenti di sostenere il servizio con un abbonamento di 3,99 euro e contribuirne al continuo sviluppo e miglioramento.
Qualche tempo fa avevamo approfondito il tema della robotica con l'Istituto Italiano di Tecnologia, robotica applicata all'ambito della ricerca scientifica e dell'assistenza, grazie ai robot umanoidi come iCub.
L'ambiente che però è stato maggiormente influenzato e plasmato dai robot è quello industriale, un settore che negli ultimi decenni è radicalmente cambiato e che oggi culmina con la rivoluzione dell'industria 4.0 e non solo.
E per parlare di questi temi siamo in compagnia di Stefano Mantino, Product Owner di Comau, società specializzata nell'automazione industriale.
Benvenuto Stefano.
Grazie, grazie, ciao.
Per iniziare, ci introduci di che cosa si occupa Comau?
Sì allora, Comau è un'azienda innanzitutto che fa parte del gruppo Stellantis, è nata ormai più di 45 anni fa.
Comau è un acronimo, sta per Consorzio Macchine Utensili e da questo capiamo che è un'azienda italianissima nata a Torino e che per tutti questi anni si è occupata dell'automazione industriale.
Infatti siamo leader mondiali nell'automazione industriale, sia per la produzione di robot che produciamo interamente a Torino, sia anche per la realizzazione degli impianti.
Quindi siamo molto molto forti come “line builder” quindi proprio realizzazione di intere linee.
E a proposito di robot, ci spieghi che impatto ha la robotizzazione nelle industrie e intendo sia le grandi fabbriche internazionali ma anche le piccole e medie imprese e ci fai anche degli esempi pratici di utilizzo della robotica in diversi settori?
Sì ok, allora l'automazione in generale, in particolare la robotica, ha giocato un ruolo fondamentale in tantissime aziende negli ultimi anni, soprattutto nell'automotive dove si è vista la sua massima manifestazione negli ultimi decenni, ma oggi sempre più spesso ci sono aziende realtà grandi, ma anche medio piccole che ricorrono la robotica per la produzione principalmente.
La robotica porta con sé grandissimi vantaggi che permette quindi di ottenere prodotti con una qualità ripetibile, una buona qualità, una produttività anche costante e in più una grande reazione di messa in produzione.
Quindi cosa vuol dire? Avere un “time to market” estremamente rapido ed è sempre un requisito più richiesto nel mondo del mercato in generale.
Parlando di qualche esempio, abbiamo la più tradizionale robotica nell'automotive dove abbiamo intere linee composte da migliaia, e non sto esagerando, di robot che sono perfettamente sincronizzati per produrre delle macchine con un ritmo estremamente elevato, stiamo parlando di una macchina circa al minuto, mediamente sono questi tempi di stabilimenti, fino alla robotica all'automazione nelle realtà più piccole.
Oggi noi abbiamo tantissimi clienti di realtà in cui ci sono meno di 10 dipendenti in cui hanno dei robot installati, robot che vengono utilizzati per qualsiasi scopo, perché la robotica ha questa caratteristica di essere estremamente versatile, riesce a ripetere un po alcune delle attività che possono essere eseguite da un uomo, specialmente quelle più ripetitive, permettendo così agli operatori di liberare del tempo per tutte quelle attività invece di maggior valore aggiunto e concedere loro quindi di poter apportare del valore aggiunto proprio all'azienda.
E come mai i robot oggi sono sempre più presenti anche nelle realtà imprenditoriali più piccole?
Allora sicuramente ogni tecnologia maturando diventa più accessibile, lo stesso è successo anche per la robotica, fino agli anni ‘80 era prettamente legata al mondo automotive, dagli anni ‘90 i robot sono usciti dagli stabilimenti automobilistici, atterrando in tante altre industrie, oggi dicevamo sono presenti in tantissime piccole realtà.
Il costo è un fattore, un altro fattore estremamente importante sono le competenze richieste per poter integrare dei robot all'interno della propria azienda.
Una volta servivano delle figure estremamente professionali e specializzate sia nell'installazione, nella programmazione, nella manutenzione di queste macchine, oggi invece è tutto quanto reso molto più semplice quindi da una parte abbiamo i costi estremamente più accessibili che permettono di fare investimenti
che hanno un ritorno di investimento molto più veloce quindi anche più appetibili dal punto di vista economico e dall'altra non sono più richieste queste figure estremamente specializzate quindi anche costose che erano richieste un tempo.
E si può diciamo non dico in autonomia perché invece perché non è così insomma c'è una grande rete di integratori di piccole aziende che per mestiere realizzano linee su misura per determinati clienti, ma le cose che vanno a integrare quindi robot e tutte diciamo i componenti di automazioni sono sempre più semplici, accessibili.
Ci fai degli esempi di un paio di ambiti in cui i robot vengono utilizzati in modo più diffuso?
Allora, sicuramente il robot viene spesso utilizzato per la manipolazione, cosiddetto anche “pick and place” quindi prendere gli oggetti e spostarli.
In questo senso si vedono tantissime applicazioni sul machine tending, quindi in generale il carico scarico di macchine che vanno a elaborare dei particolari.
Viene utilizzato tantissimo anche nel packaging o nella palletizzazione, quindi stiamo parlando di fine linea dove magari i robot sono meno presenti, a vantaggio di macchine specifiche per determinate lavorazioni, a fine linea poi i robot vengono spesso utilizzati per impacchettare vari prodotti, eventualmente prepararli su un pallet.
E tantissimo utilizzati anche nel mondo dell'assemblaggio, della saldatura, che può essere saldatura punti quando si parla automotive, ma anche saldatura d'arco, quindi processi continui.
Insomma, la versatilità dei robot li rende estremamente diffusi.
Un altro termine che sentiamo spesso citare e abbiamo avuto modo di affrontare anche nelle nostre puntate, quello dell'industria 4.0.
Ci spieghi qual è il ruolo dei robot nella quarta rivoluzione industriale?
Allora sì, noi stiamo vivendo a pieno ora la quarta rivoluzione industriale.
Quando parliamo di Industria 4.0, ci riferiamo alla propensione naturale dell'automazione industriale, a inserire nuove tecnologie per migliorare le condizioni di lavoro e creare anche nuovi modelli di business, aumentare la produttività degli impianti, migliorare la qualità dei prodotti, non solo del prodotto finale, ma dei singoli componenti perché riusciamo a monitorare tutta la catena produttiva di un singolo oggetto, un singolo prodotto.
Tutto ciò è reso possibile grazie all'introduzione di automazioni intelligenti, quindi sistemi informatici in grado di collezionare informazioni da tutti i componenti della linea produttiva, spesso questi sono proprio i robot stessi, collezionare queste informazioni per andare a tracciare, a garantire un'elevatissima qualità del prodotto, ma d'altro canto anche elaborare delle strategie di ottimizzazione, sfruttando proprio dei software, delle intelligenze artificiali che vanno quindi a ottimizzare la produttività, il flusso produttivo in generale dell'impianto.
Il settore della robotica è interessato da un significativo cambio di paradigma a livello tecnologico.
Oggi i robot devono necessariamente essere interconnessi con tutto l'impianto produttivo e non solo, si vede anche questo trend di robot sempre più a stretto contatto con l'operatore.
Solo fino a 10-15 anni fa era quasi impossibile vedere i cosiddetti robot collaborativi.
Cosa sono? Sono robot industriali in grado di lavorare fianco fianco con l'operatore, senza avere delle barriere perché sono intrinsecamente sicuri, cioè in caso di urto non fanno nessun danno all'uomo, oppure spesso evitano l'urto stesso.
Ecco il cobot è una grande manifestazione del concetto dell'industria 4.0 e del cambio di paradigma che oggi la robotica sta sta cambiando. Perché di nuovo se noi andiamo a sottrarre le attività più pesanti, rischiose, poco ergonomiche a un operatore e farle fare a un cobot, beh questo operatore potrà dedicarsi a tutte quell'attività di velo raggiunto che oggi vengono sacrificate a favore di questa attività ripetitiva e alienanti.
Sì, quindi si tratta di robot di nuova generazione che coesisteranno con i robot che più comunemente immaginiamo all'interno di un processo produttivo.
Assolutamente sì, laddove un processo produttivo oggi può essere eseguito da un robot tradizionale e industriale, probabilmente non ha senso sostituirlo con un robot collaborativo, perché un robot collaborativo proprio per garantire la sicurezza dell'operatore dovrà andare a velocità più ridotte oppure non potrà spostare oggetti molto grandi, ingombranti che se dovessero colpire l'operatore potrebbero recare danno.
Quindi oggi tutti quegli impianti produttivi caratterizzati da robot industriali magari anche di grandi dimensioni non subiranno grandi modifiche, evolveranno nel tempo ma non ci si aspetta una massiccia sostituzione dai robot collaborativi.
Diversamente i robot collaborativi verranno sempre più introdotti in tutte quelle attività che stanno intorno ai robot tradizionali che oggi vengono diciamo eseguite da operatori ma tutte quelle attività ripeto pesanti, cause di infortuni, alienanti magari estremamente ripetitive quindi o addirittura con ergonomicità pessima,
quindi tutti questi tipi di attività che fino ad oggi era impossibile sollevare come mansioni all'operatore perché necessariamente l'operatore doveva essere lì per poter fare qualche attività d'alto valore aggiunto, oggi si può cominciare a pensare di introdurre dei robot collaborativi e lo stiamo vedendo in questi anni, c'è un'esplosione negli ultimi cinque anni di robot collaborativi all'interno di impianti e stiamo parlando di impianti di tutte le dimensioni.
Quindi sono dei robot che forniscono un supporto dove prima i robot tradizionali non potevano essere utilizzati. E quali sono le caratteristiche che un robot deve avere per rientrare nella categoria dei robot collaborativi?
Allora un robot collaborativo per essere definito tale deve essere sicuro per l'operatore, quindi deve poter collaborare con l'operatore a stretto contatto senza essere un rischio, un pericolo per l'operatore.
Questo non necessariamente sempre si trasforma in una collaborazione attiva.
Quando dico collaborazione attiva mi riferisco a un lavoro di collaborazione a stretto contatto, ma può essere anche soltanto utilizzato un robot collaborativo per fare un'attività che non prevede operatori lì a fianco, ma che risparmia tutte quelle strutture di sicurezza intorno e qualora un operatore dovesse passare lì vicino lui garantisce di poter continuare a fare la propria attività senza fermarsi e senza essere rischioso per l'uomo.
Questo diciamo… ovviamente c'è una normativa con una serie di vincoli che vanno a garantire questi livelli di sicurezza e questi robot collaborativi proprio per queste caratteristiche sono sempre più utilizzati.
Ampliando nuovamente il nostro punto di vista, ci elenchi quali sono i robot che oggi producete, sviluppate per il mondo dell'industria?
Allora il portafoglio attuale nostro è veramente enorme, nel senso abbiamo prodotti dalla robotica mobile alla robotica industriale, antropomorfi, palletizzatori, robotica indossabile, è veramente veramente immenso.
Quando parliamo di robotica industriale parliamo di robot che vanno dai 3 kg di carico di payload, quando dico payload sono il peso massimo che può avere un oggetto finché possa essere spostato dal robot, quindi quando si dice un robot a 3 kg di payload può spostare oggetti fino a 3 kg, quindi abbiamo robot a nostro catalogo da 3 kg fino a 650 kg di payload, con tutte le sfumature lì in mezzo arriviamo ad avere 70-80 robot mal contati, quindi veramente veramente ampia.
Vi posso citare qualcuno degli ultimi prodotti lanciati che ci aiutano un po a capire anche qual è il trend tecnologico attuale interpretato da Comau ma che rispecchia un po le richieste attuali del mercato.
Tra gli ultimi abbiamo un robot industriale di dimensioni un po più grandi che si chiama N-220, è un robot che ha 220 kg di carico in flangia che con sé porta un sacco di innovazioni, ora non vado nei dettagli ma qual è l'obiettivo è rendere ancora più accessibile e fruibile la robotica anche in quei settori che sono meno affini o meno diciamo… che utilizzano
meno oggi la robotica, quindi abbiamo fatto tesoro di tutta l'esperienza fatta nell'ambito del settore automotive e stiamo creando questo robot che si presta molto bene ad altre industrie come quella dei metalli, il food and beverage, logistica, materie prime, prodotti chimici, questo come? Realizzando un prodotto che è estremamente più semplice da integrare
e da manutenere durante il corso della propria vita, quindi come lo si installa, come lo si programma, come si fa proprio manutenzione, come si interviene per sostituire dei componenti, tutta l'architettura sia hardware che software che meccanica è stata rivista in ottica di rendere un prodotto accessibile nei costi ma anche nella fruizione.
Un altro un altro prodotto lanciato non troppo tempo fa l'anno scorso è la nostra proposta di robot collaborativo di piccola taglia, mi riferisco a Racer-5 COBOT che dal nome ci fa capire due cose… anzi tre che è un robot collaborativo cobot che ha 5 kg di payload e che è un racer cosa vuol dire che ha delle prestazioni altissime infatti
stiamo proponendo a proporre un nuovo paradigma della robotica collaborativa che con sé porta non solo la sicurezza della robotica collaborativa che è richiesta è necessaria ma anche tutte le prestazioni di un robot industriale infatti questo robot è in grado di arrivare fino a 6 metri al secondo quindi stiamo parlando di velocità estremamente elevate. Come facciamo a garantire la sicurezza?
Beh grazie a un dispositivo di sicurezza esterna come per esempio un laser scanner che si accorge della presenza dell'operatore quando l'operatore è vicino al robot va piano va a circa mezzo metro al secondo ed è sicuro per l'operatore l'operatore si allontana lui passa a 6 metri al secondo garantendo una produttività elevatissima.
Cito un ultimo prodotto giusto per toccare un po tutti i temi è il MATE-XT che è la seconda generazione di esoscheletri prodotte da Comau stiamo parlando di un esoscheletro indossabile da un operatore che è completamente passivo. Cosa vuol dire? Vuol dire che non ha batteria, non ha motori, non ha nulla di elettronico proprio interno sono dei dispositivi interamente meccanici che riescono ad assecondare i movimenti fisiologici delle spalle riducendo lo sforzo muscolare fino al 30% e migliorare anche la postura stimata di un 50%. Quindi questo è un prodotto che va proprio a supportare l'operatore nelle proprie attività e diciamo a sgravarlo di alcune fatiche.
Ok molto interessanti questi tre esempi che ci hai fatto soprattutto perché ci permettono di avere un quadro di insieme di qual è il presente della robotica. Invece qual è il futuro cioè quali sono i trend a cui assisteremo nei prossimi anni? Immagino ad esempio che il tema della robotica collaborativa degli esoscheletri diventerà più dominante per aiutare l'uomo in sempre più ambiti diversi.
Sì sicuramente l'esoscheletro rappresenta molto bene il trend attuale stiamo vivendo appena stavamo dicendo la quarta rivoluzione industriale ma già molti parlano dell'industria 5.0. Quando si dice l'industria 5.0 in realtà per noi rappresenta un'evoluzione naturale al processo di trasformazione che stiamo vivendo ora con l'attuale rivoluzione.
Cosa porta in più questa industry 5.0 rispetto al 4.0? Beh che è umano centrica, human centric nel senso che si sta dando sempre più attenzione e sempre più importanza ai temi di sostenibilità sia ambientale ma anche di condizioni di lavoro degli operatori.
Ecco questo concetto qua è estremamente importante e non va in contrapposizione alla produttività o agli altri aspetti fondamentali… interconnessione con gli altri aspetti fondamentali dell'industria 4.0 ma ci sta rendendo conto che sono altri aspetti che stanno emergendo in un secondo momento che sono di estrema importanza a portargli avanti di pari passo.
Ed è per questo che cominciamo a sentire sempre più spesso parlare di industria 5.0.
Comau in questo è stato abbastanza precursore dell'industria 4.0 perché già nel 2018 abbiamo sviluppato un concetto che noi chiamiamo humanmanufacturing cioè “human” più “manufacturing” dove l'obiettivo era proprio valorizzare l'uomo, mettere al centro i bisogni dell'uomo quindi anche dell'uomo di fabbrica, dell'uomo
che lavora in fabbrica. E quindi questo concetto descrive al meglio l'approccio originale della nostra azienda verso l'industria 4.0 la smart factory che oggi diciamo spesso viene definita anche come industria 5.0.
Quindi tornando un po al tema come ci aspettiamo che sia l'automazione nei prossimi anni, ecco sarà un'automazione sempre più integrata, sempre più in collaborazione con l'uomo e non necessariamente solo con robot collaborativi o con esoscheletri ma sarà un'azienda viva, una fabbrica viva che sarà sempre più servizio degli operatori.
Sì quindi ribadiamo il concetto che abbiamo detto cioè che la robotica collaborativa non è qui per sostituire quella tradizionale ma ma si aggiunge a questa.
Esattamente, esattamente abbiamo un sacco di esempi in cui robot tradizionali hanno continuato a lavorare ma sono stati affiancati da robot collaborativi.
Faccio un esempio: ci sono un sacco di linee completamente automatizzate dove ci sono robot industriali a lavorare e il carico e scarico dei pezzi, quindi inizio linea e fine linea, venivano fatti da operatori che si limitavano a prendere oggetti da dei cassoni e caricarli sulla linea.
Ecco in questi casi spesso era impossibile introdurre dei robot industriali perché erano luoghi di passaggio, luoghi dove operatori facevano altri tipi di attività, grazie alla robotica collaborativa è possibile introdurre questi step di carico e scarico linea liberando questi operatori che possono fare le attività per le quali era
necessaria la presenza dell'operatore lì e sicuramente il valore aggiunto dell'operatore non era prendere un oggetto e caricarlo su un nastro trasportatore ma era esso penso un caso specifico dove c'era una controllo qualità di impianti elettrici, dei piccoli circuiti elettrici che l'esperienza dell'operatore dava il suo grande valore aggiunto.
Certo e un ultimo aspetto che che finora non abbiamo affrontato ma che è importantissimo è quello che riguarda il software.
Quanto è importante l'aspetto software in un robot e quali sono gli ambiti in cui questo software e la parte non fisica fa la differenza?
Allora il software è sicuramente un aspetto indispensabile e fondamentale di questa trasformazione.
Il software lo troviamo ovunque all'interno di uno stabilimento, anche nella robotica troviamo software a qualsiasi tipo di livello, sicuramente il software sta evolvendo a ritmi forsennati molto più rapidamente di quello che lo sta facendo l'elettronica o l'hardware.
Perché? Perché oggi siamo arrivati a un punto in cui la tecnologia fisica quindi elettronica hardware meccanica sta mettendo a disposizione tanti componenti, tanti oggetti e spesso non si riescono a sfruttare appieno, perché manca ancora un software, un supervisore che possa in qualche modo gestire il tutto.
Ecco in questi contesti stiamo vedendo degli esempi di evoluzione del software estremamente vincenti quindi dei robot… i robot di oggi rispetto ai robot di vent'anni fa raccolgono un sacco di dati, li mettono a disposizione dell'intera linea e ci sono dei software oggi che sono delle vere e proprie intelligenze artificiali e che vanno a elaborare questi tipi di informazioni per ottimizzare la produzione.
Abbiamo altri esempi in cui per esempio il robot viene integrato con diversi sensori che possono essere sistemi di visione, sensori di prossimità, sensori infrarossi, di pressione e che questa raccolta di informazioni può far sì di guidare il robot in real time, quindi i robot non sono più solamente pre programmati ma oggi grazie dei software e della raccolta di dati riusciamo a “programmare” tra virgolette in real time questi robot.
Citando anche il tema della mutazione sicuramente stiamo facendo enormi passi da gigante, una volta la manutenzione come funzionava? Si stimava un tempo vita di un oggetto di un componente del prodotto, si andava a vedere qual era il momento oltre il quale si poteva verificare un malfunzionamento e quindi si cambiavano tutti quei componenti preventivamente, questo faceva sì che molti componenti venissero cambiati ben prima della fine della loro vita.
Oggi grazie a dei software che di nuovo utilizzando algoritmi particolari, mi riferisco al machine learning o altri tipi di algoritmi, riescono a elaborare dei dati raccolti e possono essere di svariato tipo e a descrivere l'andamento della vita di quel singolo componente andando risparmiare tantissimo sui componenti cambiati.
Un altro aspetto molto importante, e una cosa sulla quale Comau sta anche sviluppando tantissimo, è il digital twin sia in ambiente di progettazione sia anche durante la vita dell'impianto e cioè creare un gemello digitale che simuli quanto più possibile l'impianto reale e riesca in qualche modo anche a prevedere come si potrebbe comportare dopo un determinato lasso di tempo di funzionamento.
Questi sono tutti strumenti prettamente software che oggi ci permettono di per esempio poter parlare di manutenzione predittiva e non più soltanto di prevenzione.
L'ultima cosa che volevo chiederti è legata alla realtà aumentata hai parlato di digital twin di questa riproduzione molto accurata in digitale della realtà.
Esiste un'applicazione pratica della realtà aumentata in ambito industriale?
Allora assolutamente sì, ci sono tantissime realtà e anche Comau ha tantissimi esempi da portare in cui la realtà è aumentata e di grande aiuto.
Consideriamo che stiamo vivendo degli anni in cui i prodotti rimangono sul mercato per sempre meno tempo nel senso che evolvono sempre più in fretta.
Questo significa anche le linee produttive evolvono sempre più in fretta e ci sono anche dei temi di formazione e competenze che bisogna trasmettere sempre più in fretta.
In questo contesto la realtà aumentata è estremamente utile.
Studiare qualcosa che magari deve essere ancora realizzato, noi spesso iniziamo la formazione ben prima che l'impianto sia realizzato, sia finito, perché poi quando è finito spesso devi iniziare a lavorare dal giorno successivo.
Quindi avere degli strumenti che ti permettono di vivere una realtà virtuale, l'impianto stesso, prima ancora che questo ci sia un potenziale estremamente utile e utilizzato già adesso per la formazione.
Oppure un altro ambiente in cui la realtà aumentata viene utilizzata molto è sul tema dell'assistenza tecnica.
Quindi per due motivi: riesci a ridurre i costi perché spesso si risparmia l'intervento fisico di un operatore, di un tecnico, di un assistente che da remoto grazie alla realtà aumentata riesce in qualche modo a intervenire e a risolvere il problema e l'altro grande vantaggio del cliente è il tempo di risoluzione perché dal momento in cui si può fare dal remoto i tempi in cui si può intervenire sono estremamente più corti.
Non è ancora adesso un servizio che Comau offre tutto tondo, però ci sono stati già diversi casi in cui questo tipo di soluzione ci è potuto essere utile.
Grazie Stefano per averci raccontato il vostro punto di vista, buon lavoro e a presto.
Grazie e buona giornata a tutti.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.



