
Le pubblicità personalizzate sono decisamente utili sia per le aziende, sia per utenti che ricevono annunci più interessanti, limitando quelli che rovinano la loro esperienza di fruizione sul web. Ma cosa succederebbe se queste pubblicità, così come le vediamo sul web, esistessero anche nel mondo fisico? Soluzioni simili sarebbero veramente possibili? In questa puntata cercheremo di rispondere a queste domande, approfondendo il tema del marketing di prossimità e delle tecnologie che ora e in futuro potranno permettere di avere l’esperienza degli annunci online anche nella vita reale.
Nella sezione delle notizie parliamo di TIM che sperimenta il multicast satellitare, di alcuni sindaci europei vittime di deepfake audio e infine di una intelligenza artificiale di Instagram in grado di riconoscere l’età degli utenti.




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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi cercheremo di capire che cos'è il marketing di prossimità e come la tecnologia cambierà il modo in cui vedremo la pubblicità in futuro.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Gli scorsi giorni TIM ha dichiarato di aver concluso la prima sperimentazione della distribuzione del segnale multicast tramite rete satellitare, ottenendo un risultato eccellente in termini di qualità e di stabilità del segnale.
Grazie a una collaborazione con Eutelsat, ovvero una società che gestisce satelliti per la fornitura di servizi internet in Europa e soluzioni per la distribuzione, TIM è riuscita di mostrare efficacemente che la trasmissione di contenuti in multicast può avvenire anche attraverso rete satellitare senza alcun compromesso in qualità o risparmio delle risorse di rete.
La funzione multicast permette infatti la distribuzione di contenuti live senza che i flussi di trasmissione vengano duplicati, favorendo perciò una fruizione delle dirette come le partite di serie A, che TIM sta distribuendo in multicast, alla massima qualità consentita.
Una soluzione satellitare per la trasmissione degli eventi live permetterà dunque di raggiungere anche aree remote, attualmente non coperte dalle tradizionali reti a banda larga e ultralarga, alleggerendo allo stesso tempo la rete dai picchi di traffico streaming.
La tecnologia Deep Fake è stata utilizzata da dei malintenzionati per convincere i sindaci di Berlino, Madrid e Vienna di parlare telefonicamente con il sindaco di Kiev.
A suscitare qualche sospetto sono stati due particolari.
L'utente che impersonava il sindaco della capitale ucraina ha chiesto di utilizzare un traduttore russo-tedesco.
circostanza molto strana visto che l'ex Pugile ha passato gran parte della sua carriera ad Amburgo e parla benissimo il tedesco.
Inoltre ha più volte sottolineato come i rifugiati ucraini in Germania tentino di ingannare lo stato tedesco, approfittando dei loro servizi locali.
I Deep Fake utilizzano tecnologie di intelligenza artificiale e deep learning per replicare il viso e, come in questo caso, la voce di una persona, al fine di farle dire o fare ciò che non ha mai detto o fatto.
L'utilizzo a fini politici e propagandistici di questa tecnologia ha assunto un peso sempre maggiore.
Instagram, così come molte altre app, soprattutto social, prevede un'età minima per poter iscriversi, che in Italia è di 14 anni.
Nonostante ciò, sono molti gli utenti che aggirano questo blocco, dichiarando età false per poter continuare ad utilizzare il servizio.
Per originare questo problema, dunque, Meta ha annunciato una partnership con Yoti, che ha sviluppato un'intelligenza artificiale per stimare l'età delle persone dalle loro foto, con un margine di errore di un paio di anni.
In questo modo, Instagram, quando un utente modifica la proprietà, ad esempio portandola da 13 a 18, utilizzerà questa tecnologia per stimare l'età reale dell'utente in questione.
Se l'età dichiarata dall'intelligenza artificiale fosse tra quelle non consentite dal social, questo obbligherà l'utente di provare la sua reale data di nascita, ad esempio chiedendola a 3 dei suoi follower o permettendo il caricamento della carta di identità.
Infine, questa tecnologia, dichiarata da Instagram, verrà utilizzata anche per migliorare la sezione dei feed, mostrando contenuti diversi ad utenti maggiorenni o minorenni, ma anche per limitare i servizi per questi ultimi o combattere episodi di cyberbullismo o pedofilia, rendendo la piattaforma più sicura.
Una tendenza che negli ultimi anni sta acquisendo sempre maggior peso e sarà sempre più importante in futuro è l'utilizzo di soluzioni personalizzate, fatte su misura per l'utente o il cliente.
Ne abbiamo parlato diverse volte nelle nostre puntate anche come notizie.
Le soluzioni su misura, infatti, sono e saranno sempre più utilizzate in ambiti come la medicina, dove è fondamentale prediligere una cura o una terapia costruita per ogni paziente, piuttosto che usare farmaci o soluzioni generiche che si possono rivelare poco o per nulla efficaci.
E un altro esempio viene proprio dall'Italia, con l’app IO, che si prefigge l'obiettivo di diventare un servizio dove l'utente è al centro e la pubblica amministrazione deve raggiungere il cittadino e non viceversa.
Ma se in futuro le soluzioni su misura avranno un impatto in ogni o quasi aspetto della nostra vita quotidiana, ad oggi questo approccio è già molto diffuso e probabilmente ce ne accorgiamo ogni giorno nel mondo del marketing.
Indubbiamente, infatti, le pubblicità personalizzate, create e confezionate ad hoc per ogni utente sono decisamente utili, non solo alle aziende che potranno attirare nuovi potenziali clienti, ma anche agli stessi utenti che ricevono pubblicità su cui possono essere seriamente interessati, limitando pubblicità fastidiose e invasive che decisamente rovinano l'esperienza di fruizione dei vari contenuti sui diversi siti web consultati.
Ma cosa succederebbe se le pubblicità personalizzate, così come le vediamo sul web, esistessero anche nel mondo fisico? Ma soprattutto, soluzioni simili sarebbero veramente possibili? In questa puntata cercheremo di rispondere a queste domande, approfondendo il tema del marketing di prossimità e delle tecnologie che, ora e in futuro, potranno permettere di avere l'esperienza degli annunci online anche nella vita vera, magari passeggiando per le strade di una città, tra i negozi o dentro i centri commerciali.
Prima di capire che cos'è il marketing di prossimità, è doveroso spiegare brevemente come aziende come Google o Meta riescono a mostrarci le pubblicità giuste al momento giusto, tema che avevamo approfondito meglio nella puntata “Internet of Behaviours, il costo per una vita migliore” .
I due colossi in questione, attraverso i vari servizi che offrono, come la ricerca, applicazioni, interazioni sociali e digitali, riescono attraverso l'analisi dei dati raccolti a tracciare una sorta di profilo dell'utente, dall'età agli interessi principali, agli stili di vita.
In questo modo, analizzando queste informazioni, un'azienda interessata a vendere un certo tipo di prodotto di servizio, a un target specifico di persone, può creare degli annunci su Google o su Meta, che verranno mostrati proprio agli utenti che corrispondono ai criteri selezionati, ottenendo quindi benefici da entrambe le parti.
Trasferire questo approccio al mondo fisico, però, non è affatto semplice.
Basti pensare che dei cartelloni pubblicitari molto spesso sono fissi, addirittura cartacei e in qualsiasi caso non possono conoscere i dati dei passanti, rendendoli di fatto molto meno efficaci del corrispondente online.
Ed è proprio qui che entra in gioco la tecnologia, e in particolare il marketing di prossimità, che grazie a diverse soluzioni riesce a colmare - almeno in parte - questa differenza tra il mondo fisico e quello digitale, migliorando l'esperienza dei cittadini con le inserzioni più tradizionali.
Quasi sempre il marketing di prossimità si basa su due elementi fondamentali.
Il primo è l'interazione attraverso lo smartphone del cliente o potenziale cliente con il negozio, il centro commerciale o in generale il territorio circostante, mentre il secondo è lo sfruttamento della geolocalizzazione, in modo da proporre offerte o messaggi pubblicitari ad esempio ai cittadini che si trovano in una certa area geografica, nelle vicinanze del negozio o all'interno di un aeroporto.
E ciò è possibile farlo con diversi approcci e con tecnologie molto diverse tra loro, più o meno efficaci o più o meno costose, tra cui QR code, Wi-Fi, NFC, Bluetooth o Beacon.
Ma vediamo qualche esempio per capire meglio come si possono sfruttare queste tecnologie.
Partiamo dai QR code: questa è forse la soluzione meno costosa tra quelle citate e che soprattutto nell'ultimo periodo ha spopolato veramente tanto.
Complice anche la facilità d'uso di questo strumento sia per gli utenti che per i commercianti.
Un QR code posto sulla vetrina del negozio o quello usato per consultare il menu, infatti, può portare l'utente e il cliente sulla pagina ad hoc, dove magari è possibile avere più informazioni sull'azienda, ottenere sconti, registrarsi per ricevere il newsletter, novità o molto altro.
Per quanto riguarda la tecnologia NFC, la situazione è pressoché analoga, anche se ormai questa tecnologia viene usata quasi esclusivamente per i pagamenti, perdendo quasi completamente l'utilizzo legato allo scambio di dati, invio di pagine web e così via, che di fatto è stato rimpiazzato proprio dai QR code.
Per quanto riguarda il Wi-Fi invece molto spesso ci imbattiamo in reti gratuite, che però per poter essere utilizzate necessitano prima di una registrazione e permettono di consultare guide locali, accedere a offerte, ottenere informazioni e così via.
La tecnologia forse più interessante e con le maggiori potenzialità, però, è quella dei beacon, ossia dei dispositivi che sfruttando il Bluetooth Low Energy, che in questo caso viene chiamato “Bluetooth Proximity Marketing” riescono a comunicare con i dispositivi vicini e ottenere così informazioni utili o inviare notifiche sullo smartphone.
E chiaramente, perché ciò avvenga, l'utente deve essere nel raggio d'azione, di solito di qualche decina di metri, dei beacon.
Questo permette di conoscere ad esempio in un centro commerciale la posizione del cliente e agire di conseguenza, magari inviando delle offerte relative ai negozi più vicini.
E sempre grazie a questa tecnologia è possibile anche raccogliere dei dati statistici su che posti gli utenti frequentano, quanto ci rimangono, se fanno o meno acquisti e molto altro.
Per portare qualche esempio pratico di come questa tecnologia è stata utilizzata, l'aeroporto di Barcellona e Madrid hanno installato al loro interno dei beacon, che relazionandosi con l'utente attraverso un'app, potevano ricevere sul proprio smartphone notifiche e informazioni relative ai propri voli, guide per muoversi all'interno dell'aeroporto, avvertenze personalizzate e così via.
In questo modo l'aeroporto è in grado di raccogliere dati utili per migliorare i propri servizi e i passeggeri vengono accompagnati e guidati verso il loro viaggio in modo semplice ed efficace.
Un altro esempio, invece, viene dal brand di alcolici Martini, che ha realizzato un dispositivo, il Martini Smart Cube, che non è altro che un finto cubetto di ghiaccio, che, inserito nel bicchiere, invia una notifica ai camerieri nel momento in cui questo è vuoto e richiedendo automaticamente un nuovo ordine, aumentando le vendite e fidelizzando il cliente.
Un ulteriore esempio, invece, viene dalla provincia di Bolzano, che ha realizzato una rete pubblica composta da 3.500 beacon disponibili alle aziende interessate.
E tra i vari utilizzi, a Merano, in occasione del mercatino Natalizio, è stata sfruttata questa rete per coinvolgere i visitatori attraverso un gioco e creare così un'esperienza più interattiva tra l'evento e gli utenti.
Infine, l'ultima applicazione di successo della tecnologia beacon è di McDonald's, che, inviando delle promozioni allo smartphone dei passanti, per poter provare delle nuove bevande nei McCafè di Istanbul, ha ottenuto che circa il 30% degli utenti che hanno ricevuto la notifica si è fermato per consumare il prodotto consigliato.
A questo punto, però, è necessario specificare che tutte queste tecnologie, per certi versi anche invasive, non sono immuni alle regolamentazioni che tutelano il diritto alla privacy dei cittadini.
Nel caso dei beacon, ad esempio, è possibile utilizzare questa tecnologia solamente se l'utente dispone della relativa app.
Nel caso della rete Wi-Fi o Bluetooth, bisogna prima collegarsi, così come per il QR code è necessaria un'azione da parte del cliente.
Dall'altro lato, chi sfrutta queste tecnologie deve garantire un'adeguata sicurezza, chiedendo il consenso agli utenti e chiaramente evitando di trattare o di distribuire i dati sensibili.
Per quanto riguarda i classici cartelloni o totem pubblicitari, invece, sono destinati a scomparire? Sicuramente no, ma si dovranno decisamente adattare per poter competere con le soluzioni di marketing di prossimità e la pubblicità online.
E in questo caso, un esempio di come questi sistemi potranno evolvere viene proprio da alcuni musei di Bologna, che grazie a videocamere e sensori e intelligenza artificiale riescono a raccogliere informazioni anonime sul comportamento dei visitatori e sulle loro reazioni di fronte alle opere d'arte.
Una tecnologia simile, dunque, potrebbe essere sfruttata, ad esempio, dagli schermi pubblicitari che troviamo nelle città, nelle stazioni o nei centri commerciali, che, riuscendo a ottenere l'età, il sesso o altre informazioni peculiari, possono mostrare dei contenuti più o meno adeguati a seconda dei casi.
Il marketing di prossimità, dunque, si è già dimostrato una valida alternativa alle pubblicità su misura che troviamo online, ma applicate al mondo fisico.
E proprio per questo in futuro molto probabilmente troveremo sempre più soluzioni di questo tipo, in grado di attirare o fidelizzare i clienti veramente interessati e, al contempo, ottenere informazioni sulle loro abitudini e poter così affinare ancora di più le offerte, i servizi e i prodotti, magari decidendo di volta in volta cosa è più o meno opportuno esporre in vetrina, su come è meglio disporre gli articoli
sugli scaffali e così via, ma anche offrire esperienze più interattive che, grazie all'interazione e alla cooperazione tra lo smartphone, il digitale e il mondo fisico, riescono a coinvolgere maggiormente il cliente, influenzando nelle scelte su cosa o quanto acquistare e ottenere così un beneficio per tutti.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.