
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambiamento nel settore della mobilità soprattutto nelle grandi città. Siamo ormai abituati a vedere monopattini, biciclette e scooter elettrici che vengono utilizzati in condivisione da lavoratori e studenti. Per capire qual è l’approccio di Dott nella sharing economy e per parlarci della loro visione in ambito micromobilità, abbiamo ascoltato Andrea Giaretta, Regional General Manager per il Sud Europa di Dott.
Nella sezione delle notizie parliamo della prima missione spaziale di difesa planetaria e di Intel che potrebbe investire in provincia di Verona.



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Quindi l'idea nostra è quella di offrire al cliente un pacchetto, un coltellino svizzero se volete, della mobilità, tra cui scegliere a seconda della tipologia di spostamento che serve fare in quell'istante lì.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi faremo un approfondimento sul tema della micromobilità, cercando di capire insieme a Dott in cosa consiste l'attività di un'azienda che opera in questo settore.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Nella notte di martedì 27 settembre alle ore 1.00 italiane è stata completata con successo la prima missione sperimentale di difesa planetaria nella storia dell'umanità.
La sonda DART, acronimo di Double Asteroid Redirection Test, ha infatti colpito l'asteroide Dimorphos a 11 milioni di chilometri dalla Terra, impattando sulla sua superficie e deviandone così l'orbita originaria.
Dimorphos è un corpo celeste di 160 metri di diametro che gravita attorno ad un'asteroide più grosso, esattamente come la Luna con la Terra, e la velocità con cui la sonda ha colpito il corpo roccioso, pari a 24 mila chilometri orali, è stata più che sufficiente per il completamento della missione.
Per registrare il momento dell'impatto vi era il CubeSat italiano LyciaCube, e cui riprese già disponibili sui canali ufficiali della NASA, oltre ad immortalare lo storico momento ci serviranno nel prossimo futuro, per la realizzazione di un vero programma in grado di proteggerci da eventuali corpi celesti in rotta di collisione contro il nostro pianeta.
Risale a inizio settembre la notizia secondo cui il governo scente guidato da Mario Draghi sarebbe stato prossimo a completare l'accordo con Intel per la costruzione di una fabbrica di microprocessori in Italia.
Qualche giorno fa è arrivata la conferma e l'annuncio ufficiale verrà dato dopo la fase elettorale per assicurare che il nuovo governo non mette in discussione l'accordo.
Per quanto riguarda la scelta del luogo dove sorgerà la nuova fabbrica, contesa tra Piemonte e Veneto, ha vinto quest'ultimo.
In particolare l'edificio verrà realizzato a Vigasio, un comune in provincia di Verona.
Il luogo si trova in una posizione strategica sull'autostrada e ferrovia del Brennero, che permettono un collegamento presso che diretto con la città tedesca Magdeburgo. Qui verranno costruiti altri due stabilimenti Intel, parte del piano di investimento europeo.
Le attività verranno avviate tra il 2025 e il 2027 e creeranno in Italia 1500 posti di lavoro all'interno della fabbrica e ulteriori 3500 tra fornitori e partner, con un investimento iniziale di 4,5 miliardi di euro che con il tempo sarà destinato a crescere.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambiamento nel settore della mobilità, soprattutto nelle città più grandi.
Siamo ormai abituati a vedere monopattini, biciclette e scooter elettrici che vengono utilizzati in condivisione da lavoratori e studenti.
Per capire qual è l'approccio di Dottnella Sharing Economy e per parlarci della loro visione in ambito micromobilità è con noi Andrea Giaretta, General Manager per il Sud Europa di Dott.
Benvenuto Andrea.
Grazie, grazie Davide.
Innanzitutto chi è Dott e attualmente in quali città è presente il servizio che offrite?
Dott è un'azienda che come dicevi occupa il settore della Sharing Economy, nel dettaglio Sharing Mobility, ed offre noleggi di biciclette e di monopattini in Sharing.
Dott è nata quattro anni fa a sede dislocata tra Olanda e Francia ed è una multinazionale che occupa proprio le principali città europee, quindi il nostro taglio è proprio stato quello di definirci un'azienda europea e quindi focalizzandoci su questo mercato che è quello che più secondo noi può beneficiare e sta beneficiando di quella che è la micromobilità.
L'idea che sta alla base di Dott è proprio quello di liberare le città dal traffico, dalla congestione, dai rumori, introducendo dei veicoli leggeri, consci del fatto che la movimentazione delle persone in città coi mezzi privati, quindi principalmente anche auto privata, è di poco più che una persona per auto con una velocità media dei 15, 16, 18, a Parigi anche meno di chilometri all'ora.
Il sillogismo è stato abbastanza immediato, quindi perché non spostare le persone col minimo ingombro possibile e magari anche in modo ecologico e di qui è nata l'idea di Dott.
Dott attualmente è come dicevo uno dei leader di mercato di questo settore, sicuramente a livello di grandi città tra i più presenti, dato che ci siamo aggiudicati i bandi più competitivi da Londra a Parigi, Roma a Milano, Torino, Lione, siamo presenti quindi in questa area in modo preponderante, ma anche in città un po più piccole, quindi in Italia se pensate siamo presenti in 22 comuni facendo parte di 15 conglomerati, Torino per esempio è una città metropolitana con tanti comuni, analogo avviene in Belgio, in Germania, nei paesi nordici, siamo anche presenti a Tel Aviv in Israele e in Spagna, quindi è una realtà molto capillare e molto estesa.
Ok, quindi adesso ci hai parlato della vostra presenza nelle città, ma quali sono le tipologie di veicoli che fanno parte della vostra flotta?
Dott mette a disposizione monopattini e biciclette elettriche, non muscolari ma elettriche, vuol dire a pedalata assistita, ci siamo resi conto in realtà dell'importanza, della sinergia di un prodotto, di un'offerta multiservizio, basti pensare a un dato che abbiamo riscontrato sulla città di Milano, escludendo le persone che hanno solo provato il servizio quindi con uno o due noleggi, chi l'ha usato in maniera un po più seria, neanche tanto ma almeno tre volte, ha utilizzato per il 60% delle volte sia la bicicletta che il monopattino.
Sono due mezzi molto simili tra loro che però soddisfano i bisogni un po diversi, cioè la bicicletta magari si presta meglio per distanze un po più lunghe o nel caso in cui si abbia un carico, una valigia, una busta della spesa da poter mettere nel cestino, il monopattino invece è ideale per quelle distanze corte e immediate per la praticità che lo contraddistingue.
La peculiarità di Dott che è forse tra i pionieri di questa logica del multiservizio è quella di identificare anche degli abbonamenti e delle tariffe che siano unici per entrambi, quindi l'idea nostra è quella di offrire al cliente un pacchetto, un coltellino svizzero se volete, della mobilità, tra cui scegliere a seconda della tipologia di spostamento che serve fare in quell'istante lì.
E per chi ci sta ascoltando, come fa, quali sono i passaggi che deve fare concretamente per utilizzare uno dei vostri mezzi e poi invece come è la gestione dal vostro punto di vista, hai detto che sono veicoli elettrici, quindi il tema della ricarica delle batterie, come gestite questi aspetti?
Concretamente dal punto di vista dell'utente la fruibilità è simile, come dicevo basta scaricare un'applicazione che tra l'altro si trova negli store in maniera gratuita, creare un account, iscriversi quindi, associarci un metodo di pagamento e noleggiarli o al consumo, quindi per un uso estemporaneo lo si può pagare in base ai minuti effettivi di utilizzo, oppure con
dei pacchetti di abbonamento, dei pacchetti prepagati in cui si possono acquistare due corse piuttosto che una settimana di noleggi, piuttosto che un mese di noleggi e via dicendo per poter utilizzare il mezzo in base alle proprie esigenze.
Questo è il punto di vista dell'utente, dal punto in vista invece della dell'operatività quindi di quello che ci sta dietro per far funzionare il sistema, Dott è un'azienda che ha investito molto sul personale e sulla formazione, noi abbiamo personale dipendente per svolgere le attività, quindi sono persone con regolare contratto e formate, se pensate nel caso della città di Roma per dare un altro dato italiano l'80% delle persone che lavorano lì, che sono state assunte all'inizio di quando abbiamo lanciato lavorano ancora lì, quindi c'è anche un tasso di retention per come la si chiama abbastanza elevato.
Il tipo di attività che vengono fatte sono totalmente gestite, automatizzate e controllate dai nostri sistemi che si basano anche su intelligenza artificiale per identificare da un lato magari quei mezzi che hanno bisogno di un controllo di qualità piuttosto che una riparazione, piuttosto che anche segnalare quando cambiare batteria di un mezzo quindi in base al momento e
al livello di utilizzo che c'è viene dato un task di cambio batteria o di riposizionamento, quindi tutto avviene sotto forma di input informatico che viene comunicato ai dipendenti tramite un'applicazione gestionale che è installata su degli smartphone che diamo in dotazione e poi le attività vengono gestite con vari metodi logistici quindi dal classico furgone per fare dei macrospostamenti in aree estese alle cargo bike, fino addirittura all'utilizzo di pattugliatori a piedi per riordinare i mezzi.
Quindi è proprio un ecosistema creato… molto strutturato con ruoli ben distinti, strutturati e ottimizzati negli quattro anni di esperienza che abbiamo.
In questa risposta hai parlato di sistemi, di intelligenza artificiale e se da una parte quello che emerge quando camminiamo per le città sono questi veicoli parcheggiati, in realtà questo è solo una piccola parte di ciò di cui si occupa un'azienda di micromobilità come la vostra e c'è un grandissimo lavoro dedicato… legato all'analisi dei dati.
E quindi quanto è importante la raccolta di dati in una realtà come la vostra? E intanto immagino che i vostri mezzi siano costantemente connessi alla rete per trasferire questi dati.
Correttamente, sia bici che monopattini sono dotati di un GPS e di una scheda dati e di un modulo cosiddetto IoT, Internet of Things che permette di tracciare costantemente la posizione piuttosto che i livelli di carica, piuttosto che le telemetrie, piuttosto che anche eventuali movimenti scossoni che vengono dati al monopattino o alla bicicletta.
Tutti questi dati vengono elaborati continuamente dai nostri sistemi, dai nostri computer e tra l'altro abbiamo anche un gruppo, un team chiamato Data Team appunto nel quartiere generale che crea dashboard, crea analisi e crea soprattutto anche algoritmi di intelligenza artificiale per andare a snellire sempre di più quella che è l'attività operativa e a renderla il più strutturata, il più stabile possibile.
Per esempio, sono stati identificati dei pattern comportamentali che creano un alert per andare a riposizionare il monopattino se esso si trovi in una zona non conforme, quindi se viene spesso mosso in maniera non autorizzata, piuttosto che delle strategie per andare a creare dei task di riparazione o di controllo qualità, il cosiddetto tagliando, diciamo che sia per le auto, è creato in maniera software anche per quanto riguarda i nostri mezzi.
Oltre che anche le logiche di gestione per tutti gli autisti, quindi l'ottimizzazione del percorso piuttosto che le logiche di riposizionamento e di riequilibrio della flotta tra i vari quartieri di una città e sono tematiche molto importanti.
Sì, certamente perché posizionare una bicicletta o un monopattino nel posto giusto significa per voi massimizzare i profitti e ridurre gli sprechi visto che che potrà essere utilizzato da più persone, penso ad esempio al lavoratore, allo studente pendolare che quotidianamente popolano le città e hanno la necessità di spostarsi.
Sì, ma anche per creare un servizio che sia il più alto possibile in termini di qualità, perché per quello che abbiamo visto dalla nostra esperienza la qualità dipende sostanzialmente da due cose, dalla tipologia di personale dotato lì l'investimento che abbiamo fatto e avere dei dipendenti, perché dei dipendenti sono formati,
crescono in azienda, hanno anche un po più di motivazione di una terza parte nel far sì che l'azienda vada bene, cioè alla fine dei conti è il loro posto di lavoro e se si trovano bene si battono per far sì che funzioni.
E l'altro aspetto fondamentale è l'aspetto tecnologico.
Lì di nuovo per esperienza il gap che c'è tra aziende più locali e aziende internazionali è evidente.
Il poter dialogare quotidianamente con Parigi, con Londra, con Roma, con Tel Aviv, Madrid sono città che stanno investendo molto nella mobilità, fa sì che ogni città ha benefici di questa tecnologia.
Questa è una cosa che probabilmente passa molto inosservata, nel senso operare il servizio a Cittadella, appena Cittadella che è il mio paesino così nessuno si offende, non è la stessa cosa che operarlo a Londra.
E tuttavia se si è in grado di operarlo a Londra con successo non può che essere un successo per Cittadella anche.
Ok, quindi la raccolta di dati e la loro analisi è un elemento strategico delle aziende che si occupano di micromobilità.
Non c'è ad esempio una condivisione tra le aziende che operano in una città di questi dati, fatto tutto in autonomia?
Tendenzialmente viene fatto in autonomia perché proprio sono informazioni strategiche confidenziali e creano proprio il plus valore che un'azienda riesce a dare, cioè un'azienda è selezionata come migliore perché ha una tecnologia migliore.
Quindi il fatto che Dott è stato selezionato in tutti i bandi competitivi più complicati vuol dire che l'investimento fatto in tecnologia è molto elevato.
Evidentemente se questo venisse condiviso sarebbe una perdita dal punto di vista del know-how aziendale totale e quindi la condivisione è abbastanza ridotta se non nulla.
Sì, perché appunto tornando a quello che dicevamo prima non si tratta solo di mettere a disposizione il monopattino, la bicicletta, ma è tutto quello che sta attorno.
No, è tutto il resto.
Infatti banalmente in vari paesi sono proliferate aziende che semplicemente prendevano un alleggio monopattini e li subnoleggiavano con piattaforme diciamo terze.
Il problema è che la “customizzabilità” ma anche il grado di qualità che possono offrire al servizio è nettamente diverso da quello che può offrire un'azienda che fa quello di lavoro, che ha sviluppatori che tutto il giorno e tutti i giorni vanno a risolvere il problema del parcheggio che è a Parigi e se funziona a Parigi figuriamoci se non funziona in una città più piccola.
Quindi è proprio lì il valore strategico.
Tornando all'aspetto hardware nello specifico parlando di monopattini che sono probabilmente i mezzi più emblematici per quanto riguarda la micromobilità, siccome c'è ancora un po di diffidenza nel loro utilizzo soprattutto per colpa del sensazionalismo che è stato fatto al riguardo, ci spieghi quali sono i sistemi che garantiscono la sicurezza dei vostri mezzi?
Allora innanzitutto penso che sia chiaro a tutti che c'è una differenza tra mezzi privati e mezzi in sharing e che c'è anche all'interno dei mezzi privati stessa una gamma molto molto ampia.
È vero che c'è molto sensazionalismo attorno al settore dei monopattini, è un po l'occhio del ciclone è un hype in questo momento e quindi ogni cosa che si racconta riguardo i monopattini fa sicuramente più notizie e questo crea un loop non troppo virtuoso purtroppo, spesso si cerca lo scoop negativo che crea di fatto un'opinione pubblica contrastante.
Tuttavia è anche vero che andando ad analizzare i casi gli incidenti, i malfatti sono stati fatti da mezzi privati che vanno in provinciale, che escono dal tessuto urbano, che vanno in contromano, che vanno in due, cioè il tema è sempre legato al cattivo comportamento e la cattiva qualità anche del mezzo in sé.
Quello che come Dott abbiamo sicuramente fatto è stato investire da subito su dei mezzi molto robusti e funzionanti, basti pensare che i mezzi del lancio del 2019 per il 60% sono ancora funzionanti quindi vuol dire che non erano così deboli anzi sono stati manutenuti bene, quando in realtà un mezzo privato non dura così tanto.
Anche le dimensioni delle ruote, il peso, cioè il peso vuol dire quanto alluminio si mette per il telaio, cioè sono mezzi totalmente differenti e generalizzare il concetto di monopattini non è probabilmente corretto.
È evidente poi che c'è un'altra casistica che crea problemi e è quella dei cattivi comportamenti.
Cattivi comportamenti li riconduco probabilmente a quello che tu citavi cioè il fatto che comunque è un mezzo nuovo quindi sono comportamenti che si ereditano un po dalla bicicletta, un po dal pedone che vengono traslati su un mezzo nuovo e quindi saltano all'occhio in maniera chiara.
Per esempio il parcheggio lungo il bordo dei marciapiedi anche, perché quello di traverso sul marciapiede è sicuramente sbagliato ma lungo al bordo dei marciapiedi è quello che viene fatto normalmente per le biciclette non creare un intralcio.
Se viene fatto su monopattino c'è un po un mood negativo nel criticare questo tipo di comportamento piuttosto che altri comportamenti diciamo che vengono legati più che altro al vedere questo mezzo come una cosa nuova e non dargli la giusta dignità di mezzo di trasporto, questo magari succede più spesso per persone o più giovani o che comunque sono più interessate
ad avere un'esperienza di divertimento e qui ci si lega per esempio la casistica della circolazione in due, sono tutte tematiche che sono assolutamente dannose perché sono pericolose e la soluzione diciamo è duplice secondo me, cioè da un lato deve esserci una formazione anche a carico di noi operatori dato che siamo la punta delle iceberg ma siamo probabilmente l'interlocutore più accreditato a fare formazione continua e su questo vari progetti sono stati anche da noi messi in atto.
L'altro tema è un controllo anche serrato su quelle che sono le pratiche di cattiva guida da parte delle amministrazioni perché è evidente che se c'è un controllo un po più pressante le persone non vanno più in due.
Sì certo e però dal punto di vista tecnologico c'è qualcosa, c'è qualche possibilità per limitare questi fenomeni?
Dal punto di vista tecnologico ci sono delle strategie per andare a ridurre questi fenomeni, il GPS per esempio è un prima tecnologia, cioè noi abbiamo sviluppato i GPS molto precisi, ci sono anche dei metodi per inibire la velocità e dei metodi comunque per aumentare quello che è la sicurezza quindi il doppio freno sui monopattini piuttosto che le frecce per segnalare i cambi di direzione senza dover staccare la mano dal manubrio.
Tuttavia non è neanche corretto andare a puntare tutto sulla tecnologia perché non può, cioè un GPS con una precisione di millimetri lo si trova sui satelliti e ha un costo esorbitante quindi non sarebbe fattibile cioè è impraticabile e l'altra tematica è anche de-responsabilizzante nei confronti del cittadino, cioè se vivessimo in un mondo completamente governato dalla tecnologia saremmo i “Minority Report” più che nella realtà
diciamo scherzando, quindi da questo punto di vista serve veramente rimettere un po di responsabilità sulle spalle delle persone e quello è un'attività che come Dotto facciamo continuamente con corsi, con organizzazioni anche con associazioni.
Ok quindi finora abbiamo parlato di presente ma in chiusura avviandoci verso la conclusione quale sarà il futuro della mobilità? Come cambieranno le città proprio grazie all'avvento della micromobilità?
Credo che con il Covid ci sia stato un grosso punto di svolta, un po uno scossone nei confronti delle amministrazioni, un po perché il trasporto pubblico è stato ai noi, ai tutti, un po bistrattato dato che richiedeva troppa vicinanza dalle persone quindi le persone hanno dovuto cercare mezzi alternativi grazie ai fondi PNRR le città hanno creato un po di infrastruttura e questo a mio modo di vedere è innescato un volano che andrà a crescere quello che è l'ecosistema della mobilità leggera nei prossimi anni.
E evidente che io vivo a Milano, muoversi da un posto a un altro della zona centrale con la macchina è un nosense, è vero che ci sono i mezzi di trasporto infatti li uso anch'io personalmente tantissimo però non sono sempre i collegamenti più ovvi.
E non sono capillari a volte.
No ma sono a Milano molto capillari però se pensiamo alla zona sud per chi è di Milano, il sud est e il sud ovest non sono collegati benissimo dalle metri, bisogna passare sostanzialmente per le zone centrali, quindi talvolta c'è necessità di un mezzo leggero per collegare due fermate della metro o due posti all'interno della stessa città.
Se ragioniamo su Roma la tematica esplode all'ennesima potenza perché il trasporto pubblico è meno capillare perché Roma è molto più grande quindi non potrebbe essere altrettanto capillare per definizione e quindi la micro mobilità sopperisce a questa mancanza ma anche città come Torino, Padova, Verona che sono magari più compatte o anche Palermo cioè c'hanno molte esigenze di questa necessità
e quindi io credo che ci sia un trend in continua evoluzione anche perché la tecnologia ha permesso di avere batterie che durano abbastanza, ha permesso di avere dei GPS a mio modo di vedere anche in base alla ricerca e sviluppo abbiamo fatto interamente a Dott, sufficientemente accurati a un prezzo
corretto quindi senza andare a staccare quello del satellite e anche per arrivare ad avere delle tariffe agli utenti che non sono troppo elevate, cioè la corsa media siamo attorno ai 2 euro anche meno se si utilizzano gli abbonamenti, cioè noi su Milano stiamo vendendo gli abbonamenti che danno diritto ad utilizzare il monopattino per 1 euro per noleggio, cioè
si tratta di tariffe veramente accessibili e questo secondo me assieme ai fondi messi dal PNRR che creeranno infrastruttura va a aumentare sempre di più l'incentivo ad usare questo tipo di mobilità e il disincentivo a prendere la macchina che tanto non si trova a parcheggio e quindi io credo che lo sviluppo di questa tecnologia andrà a crescere negli anni sicuramente. C'è un percorso ormai obbligato.
Sì certo e poi le persone hanno anche la possibilità di apprezzare la praticità concreta di spostarsi con questo tipo di mobilità non rimanendo imbottigliati nel traffico.
Oltre alla ricerca del parcheggio che probabilmente è più lunga ancora del percorso in strada.
Va bene Andrea, grazie per averci raccontato il vostro punto di vista.
Buon lavoro e a presto.
Grazie, grazie a voi.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.