
La Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo ha approvato una bozza, che oltre a proporre obiettivi per diffusione dell'infrastruttura di ricarica, prevede anche alcune disposizioni per le stazioni ad idrogeno. L’obiettivo è quello di coprire il territorio europeo ogni 100 km entro il 2028. Per capire nel dettaglio il ruolo dell’idrogeno, non solo nell'ambito della mobilità sostenibile, è tornato a trovarci Giorgio Graditi, direttore del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell'ENEA.
Nella sezione delle notizie parliamo di una iniziativa di TIM, ANM e Qualcomm per portare il 5G su un tram a Napoli e di come le big tech diranno addio alle password.



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In questo contesto, ENEA sta realizzando presso il centro di ricerca ENEA della Casaccia, che si trova alle porte di Roma, il centro più grande di ricerca dell'ENEA, un Hydrogen Valley che si identifica come un insieme di infrastrutture high-tech che consentono di fare ricerca, sperimentazione, validazione di nuove soluzioni tecnologiche,
ma di divenire anche incubatore di tecnologie con un approccio neutro, ovviamente, in risposta a quelle che sono le istanze degli stakeholder, tanto quelli di settore quanto quelli di indotto.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi ospitiamo nuovamente ENEA, l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, ma questa volta parleremo di idrogeno verde e della ricerca che si sta facendo per renderlo un ottimo vettore energetico.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Tim e Azienda Napoletana Mobilità hanno annunciato l'avvio di una collaborazione con Qualcomm per sperimentare nella città di Napoli i tram intelligenti connessi alla rete 5G.
Attualmente il progetto non prevede l'acquisto di nuovi veicoli, bensì l'implementazione di tecnologie e cloud mobility su tram già esistenti e già operativi per le strade della città.
Per le prossime tre settimane, ad esempio, la sperimentazione interesserà il tram della linea 4 di Napoli, su quale verrà installato un sistema di infotainment accessibile ai passeggeri, costituito da schermi in 16 noni e una connessione 5G diffusa dal wifi di bordo.
Le informazioni in tempo reale saranno comunque accessibili da smartphone grazie a un codice QR che daranno accesso alla posizione del mezzo, a notizie di attualità, al meteo e a curiosità su luoghi e fatti storici della città interessati dal passaggio in tempo reale del tram.
Negli anni abbiamo sempre più capito quanto la password spesso non sia un sistema di accesso affidabile e sicuro.
Il problema principale infatti sono proprio gli utenti, che molto spesso utilizzano una sola password per più dispositivi, o la generano partendo dal proprio nome o data di nascita, per non parlare infine dei tentativi di phishing, che molte volte ci portano a condividere la nostra password con criminali informatici.
Per questo Google, Apple e Microsoft hanno intenzione di eliminare le password, utilizzando uno standard che inizia sempre più a prendere piede e che prevede l'utilizzo delle passkey.
Attualmente questa tecnologia è molto usata nell'ambito Linux e prevede l'uso di una coppia di chiavi, una pubblica e una privata.
La chiave privata, salvata in modo sicuro sul dispositivo, sarà quindi usata per garantire l'accesso al sito o all'app, usando i principi della criptografia.
L'accordo tra Google, Apple e Microsoft, poi, garantirà l'interoperabilità tra i dispositivi, potendo usare ad esempio un iPhone per accedere ad un sito da Windows.
Le chiavi, poi, potranno anche essere condivise e sincronizzate in cloud, per garantire la migliore esperienza utente possibile senza però rinunciare alla sicurezza, di cui sempre più avvertiamo l'importanza.
La Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo ha approvato una nuova bozza di regolamento, che oltre a proporre precisi obiettivi per quanto riguarda la diffusione dell'infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici, prevede anche alcune disposizioni per le stazioni ad idrogeno, in modo tale che possa coprire il territorio europeo ogni 100 km entro il 2028.
Per capire nel dettaglio il ruolo dell'idrogeno non solo nell'ambito della mobilità sostenibile è di nuovo con noi Giorgio Graditi, direttore del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell'ENEA.
Bentornato Giorgio.
Grazie dell'invito e bentrovati.
Che cos'è il vettore energetico idrogeno e quali sono i suoi campi di applicazione.
Sì, allora, intanto l'idrogeno, come correttamente tu hai detto, è un vettore energetico ed è un nuovo vettore nel nostro sistema, quindi è qualcosa che richiede certamente delle azioni di carattere sistemico che vanno dalle tecnologie per la sua produzione ad elementi che riguardano il trasporto, la distribuzione, sino agli usi finali nei tre principali campi
di applicazione che sono sostanzialmente l'industria, il trasporto e il residenziale civile.
E quindi cosa manca per arrivare ad una produzione di idrogeno su larga scala?
È chiaro che si tratta anche qui di un processo complesso che richiede tempo.
e che soprattutto necessita di alcune azioni fondamentali.
In primo luogo una strategia, una roadmap nazionale che è orientata a promuovere capacità di innovazione.
e ad accrescere la competitività sul mercato delle nostre realtà industriali.
Serve la costruzione, in questo caso è veramente fondamentale per l'idrogeno, di un quadro regolatorio e legislativo, ma anche normativo, chiaro, di agevole applicazione, in tema soprattutto di sicurezza, di certificazione degli impianti e dei componenti associati e di permitting.
Serve anche a ragionare su schemi di incentivazione, perché è chiaro che l'idrogeno oggi non è competitivo sul mercato rispetto ad altri vettori o rispetto ad altri combustibili, però bisogna agire sull'incentivazione che deve essere tanto sulla produzione, ovvero le cosiddette tecnologie a missioni zero,
sempre con un approccio di neutralità tecnologica, quanto sulla domanda.
e in questo contesto noi come ENEA lavoriamo in diversi ambiti con degli obiettivi ben chiari che sono di fare ricerca, sperimentazione e dimostrazione, poi sull'elemento dimostrazione vi racconto qualcosa perché credo che sia molto importante, e trasferimento tecnologico di questi risultati.
Per dare qualche elemento, così capiamo un po' di cosa parliamo, la strategia europea punta al 2024 ad ampliare la capacità produttiva di elettronizzatori a 6 gigawatt, al momento ne abbiamo un gigawatt.
E cosa sono gli elettrolizzatori?
Gli elettronizzatori sono i componenti che consentono di produrre idrogeno a partire dalla fonte rinnovabile, quindi utilizzano il solare, l'eolico, come energia elettrica che, attraverso il processo di scissione della molecola dell'acqua, ovvero idrogeno e ossigeno, che viene effettuato all'interno di un elettronizzatore, consentono di avere un idrogeno
in uscita quindi come elemento prodotto.
A livello italiano noi abbiamo dei target previsti al 2030, che sono quelli definiti dalle linee guida della strategia nazionale che guardano dal 2% di penetrazione dell'idrogeno nella domanda energetica finale a 5 gigawatt di capacità di elettrodisi, quindi per produrre idrogeno verde, installata, fino a 8 milioni di tonnellate, se non ricordo male, in meno di emissioni di CO2 equivalenti.
Quindi ciò significa che bisogna agire sull'intera catena del valore dell'idrogeno e bisogna agire lavorando in maniera coordinata, mettendo a sistema tutte le forze del Paese, che non sono soltanto quelle ovviamente della ricerca in senso ampio, quindi accademie, enti di ricerca, eccetera, ma anche quelle industriali,
che devono sostanzialmente trovare un connubio virtuoso da quello che è la capacità della ricerca, di fare innovazione, è quella che è la necessità e le istanze sostanzialmente che provengono dal mondo industriale.
Da questo punto di vista i settori sui quali si può agire sono diversi, abbiamo settori industriali in cui non tutti i comparti hanno raggiunto uno stesso livello di maturità tecnologica in termini di prontezza nell'utilizzo dell'idrogeno, ovvero noi abbiamo settori fortemente energivori, i cosiddetti hard to update, pensate alle raffinerie, alle chimica, al settore
sostanzialmente del vetro, della carta, dell'acciaio, sono tutti settori dove c'è una produzione di CO2 ma c'è anche una necessità di energia importante, oggi quell'energia che è tipicamente un'energia termica, quindi un calore ad alta temperatura viene generato da gas, quindi da metano, da combustibile fossile, la prospettiva è quella di sostituire pian piano questo
combustibile con l'idrogeno, che è un combustibile pulito, in modo tale da poter decarbonizzare questi processi, alcuni di questi settori sono più pronti a partire, nel senso sono più pronti nel poter accoglierne all'interno dei loro processi l'idrogeno, ovviamente in quantità attualmente limitate, con una prospettiva poi di crescita nel tempo.
Un altro settore importante è quello dei trasporti, nel caso dei trasporti abbiamo i cosiddetti trasporti leggeri e i trasporti pesanti, quando parliamo dei trasporti leggeri facciamo riferimento ad esempio al trasporto pubblico locale, quindi agli autobus, ai veicoli che utilizziamo tutti noi per i nostri movimenti quotidiani, trasporto pesante facciamo
riferimento al truck, quindi su gomma, i canyon, facciamo riferimento ai trasporti marittimi, ai ferroviari, anche all’avio.
È chiaro che le situazioni qui sono un po' diverse, però si sta lavorando tanto sui trasporti leggeri, quindi l'utilizzo sostanzialmente dei veicoli a idrogeno con cella a combustibile, che è poi l'oggetto a bordo dell'auto che consente, utilizzando idrogeno come sorgente primaria, sostanzialmente poi di generare energia che si trasforma o che consente il
movimento poi del veicolo stesso, ma anche l'impiego di sistemi similari a bordo delle navi, a bordo dei treni, soprattutto laddove ci sono tratte non elettrificate che oggi vanno a diesel, quindi sostanzialmente bruciano gasolio con emissioni di CO2 in atmosfera e un'ottica certamente più di lungo respiro anche nel settore dell'avio, quindi sostanzialmente degli aerei.
Stiamo qua chiaro facendo riferimento a un idrogeno green, come dicevo prima, un idrogeno verde prodotto da rinnovabile.
E cosa serve per produrre idrogeno verde?
Per produrre idrogeno verde serve installare rinnovabile, quindi una rinnovabile addizionale, cioè un ulteriore rinnovabile ad installare in aggiunta a quella impiegata per decarbonizzare l'elettrico.
Per darvi un ordine di grandezza, oggi produrre un chilogrammo di idrogeno attraverso un processo di elettrolisi quindi idrogeno diciamo prodotto ripeto in modo green da fonte rinnovabile richiede un impiego di energia di ingresso di circa 50 kWh, traduciamo i 50 kWh in un elemento di facile comprensione, 50 kWh sostanzialmente è la quantità di energia
corrispondente al consumo di una famiglia media italiana per una settimana.
Quindi comprendete che sono processi ancora energivori e quindi sono processi rispetto ai quali serve tanta ricerca per ridurre l'energia necessaria per la produzione di idrogeno, ma anche per aumentare l'efficienza sostanzialmente poi degli elettrolizzatori.
Per produrre la quantità di idrogeno che è prevista nelle linee guida nazionali e la strategia emessa dal Ministero della Transizione Ecologica, circa 700 mila di tonnellate di idrogeno verde all'anno, significa utilizzare 35 TWh di energia aggiuntiva.
Se dobbiamo fare questi 35 TWh da fonte rinnovabile, dobbiamo installare 20 GW di rinnovabile.
Quindi stiamo parlando di qualcosa che ovviamente ha un suo impatto, ciò non significa che non è un percorso da seguire, è un percorso obbligato, indispensabile, necessario, avviato rispetto al quale tutti quanti abbiamo contezza della non solo necessità, ma anche della correttezza in termini di contributo a quella che è la migliore qualità di vita di tutti
noi, ma lo dobbiamo gestire con un approccio di transizione, quindi con equilibrio, considerando che i processi di transizione devono essere equi, devono essere inclusivi, non devono determinare disagio, non devono determinare squilibrio né sociale né economico, ma devono invece andare in un'ottica di fornire opportunità di sviluppo competitivo, di fertilizzazione
dei territori, di ricadute positive che non sono soltanto occupazionali ma sono proprio anche di nuova opportunità.
Quindi, per rispondere e dare qualche altro elemento in più a quanto tu dicevi, è fondamentale agire, adesso guardiamolo da un punto soprattutto di ricerca, di sviluppo, di sperimentazione, su alcuni asset che sono la produzione dell'idrogeno verde, le tecnologie che servono per lo stoccaggio, per lo storage dell'idrogeno, per il trasporto e la sua trasformazione in altri derivati,
ad esempio gli e-fuel, cioè che sono sostanzialmente combustibili puliti Agire sulle celle a combustibile per le applicazioni sia stazionarie che non stazionarie, qui si apre il mondo delle applicazioni sui trasporti, quindi sostanzialmente la possibilità di decarbonizzare il mondo dei trasporti attraverso l'utilizzo di combustibili puliti, tra cui
certamente l'idrogeno in questo senso, perché la produzione di idrogeno non determina CO2, sostanzialmente ha come scarto acqua e poi bisogna anche agire su tutto ciò che è la componentistica a bordo di questi sistemi, la parte che si chiama il cosiddetto balance of system o balance of management che consente di digitalizzare i sistemi, di renderli più smart, quindi
di incrementare la loro affidabilità, ma anche la loro capacità di erogare i servizi.
In tutto ciò è fondamentale dimostrare.
La ricerca poi deve essere sperimentata e dimostrata.
In questo contesto ENEA sta realizzando presso il centro di ricerca ENEA della Casaccia, che si trova alle porte di Roma, il centro più grande di ricerca dell'ENEA, un Hydrogen Valley, è la prima Hydrogen Valley nazionale che viene finanziata dal Ministero della Transizione Ecologica con circa 15 milioni di euro e che si identifica come un insieme di infrastrutture high-tech
che consentono di fare ricerca, sperimentazione, validazione di nuove soluzioni tecnologiche ma di divenire anche incubatore di tecnologie con un approccio neutro, ovviamente, in risposta a quelle che sono le istanze degli stakeholder, tanto quelli di settore quanto quelli di indotto.
Quindi è una piattaforma polifunzionale, aperta, inclusiva, che potrà usufruire, e questo è un punto certamente importante, delle competenze di alta qualificazione dei ricercatori dell'ENEA, delle infrastrutture in esistenza, dei laboratori, per accelerare questo processo di transizione e muovere verso degli ecosistemi basati sull'idrogeno.
ENEA fa attività di ricerca sull'idrogeno da oltre 30 anni, siamo stati tra i primi, forse i primi, forse in termini di ricerca, o certamente tra i primi a lavorare sull'idrogeno, quindi abbiamo competenze consolidate, abbiamo conoscenze. Adesso il sistema, come si diceva all'inizio, energetico ha già avviato un processo di forte evoluzione, di cambiamento e certamente
l'idrogeno è uno dei vettori principali in un'ottica di prospettiva futura. Considerate che nella strategia europea di decarbonizzazione l'idrogeno insieme alle rinnovabili, insieme al cosiddetto settore della smart sector integration, costituiscono i pilastri di riferimento proprio per la decarbonizzazione.
Lasciatemi dare un'informazione importante, perché credo che questo sia un elemento utile, l'Italia ha avviato importanti investimenti nel settore dell'idrogeno attraverso il PNRR, sono previsti finanziamenti per circa 3 miliardi e 600 milioni di Euro sull'idrogeno che consentiranno di favorire la creazione delle cosiddette gigafactory, capacità produttiva di elettrolizzatori sul territorio,
che consentiranno di decarbonizzare o daranno un contributo alla decarbonizzazione di alcuni dei settori particolarmente energivori, i cosiddetti hard to update, alcuni di quelli di cui abbiamo parlato, ma anche di agire nel settore dei trasporti, in particolare sui trasporti pesanti, quindi sul lato ferroviario e sul lato marittimo. Insieme a ciò è stato avviato un importante
piano di ricerca sull'idrogeno che abbiamo proprio sottoscritto noi come ENEA con il Ministero della Transizione Ecologica, è un piano di ricerca da 110 milioni di Euro, di cui ENEA è soggetto affidatario che svolgerà in collaborazione… coinvolgendoli nella forma di co-beneficiari, cioè di soggetti attuatori esterni, anche il CNR e l'RSE, per attività
di ricerca che sono sostanzialmente orientate a trattare le tematiche sull'intera value chain, quindi dalla produzione allo stoccaggio, alla distribuzione e agli usi finali. Ciò per dire che l'Italia è presente in questo settore, potrà avere un ruolo di primo piano a livello strategico perché ha certamente delle competenze di alta qualificazione, non
solo in lato ricerca, ma anche nel mondo industriale. Noi siamo ancora oggi la seconda potenza manifatturiera d'Europa in alcuni comparti, ad esempio il termico, il meccanico, dove si sviluppano tecnologie, prodotti, componenti che con customizzazioni sostenibili, quindi non particolarmente impattanti, potrebbero essere utilizzate nel comparto dell'idrogeno.
Quindi abbiamo potenzialità importanti da questo punto di vista, abbiamo realtà industriali, abbiamo realtà accademiche, abbiamo realtà di ricerca.
Dobbiamo probabilmente rafforzare quelli che sono gli elementi di governance, quindi di capacità di sistematizzare le azioni, di favorire anche dei programmi di respiro, incentivando in maniera corretta e opportuna lo sviluppo di queste tecnologie e anche costruendo sin da adesso strumenti che consentano poi di tradurre i benefici
derivanti dai finanziamenti del PNRR in PIL che rimane sul territorio.
Ma anche in conoscenza, dobbiamo creare le figure professionali del domani, dobbiamo agire sulla formazione, sulla costruzione delle figure che poi ci servono per poter sviluppare ulteriori competenze ed essere sempre più competitivi.
Va bene Giorgio, grazie per averci fatto capire quanto la ricerca nell'ambito dell'idrogeno, l'idrogeno verde, possa essere vista anche come un'opportunità di crescita per il nostro paese. A presto.
Grazie a voi e alla prossima.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia. Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio. Per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, seguiteci su Instagram a @dentrolatecnologia
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