
Prima o poi ci dovremo chiedere che fine faranno tutte le foto e i video che abbiamo realizzato con il nostro smartphone. Non solo, anche testi, messaggi, registrazioni e documenti sono a rischio se non salvati su supporti che ne possano garantire la longevità. Oggi conosciamo la storia anche grazie a documenti cartacei dell’età antica che si sono conservati quasi intatti per centinaia e centinaia di anni. Lo stesso varrà anche per i file che creiamo quotidianamente? Per rispondere a questa domanda è tornato a trovarci Alessandro Cocilova, docente e autore del podcast RAEE - Storie digitali.
Nella sezione delle notizie parliamo dell’inizio dei lavori della particolarissima città lineare The Line e di una proposta della Commissione Europea per rendere i bonifici istantanei una valida alternativa al denaro contante.



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Un supporto ottico è pensato per durare 100 anni che sembrano tantissimo ma non sono così tanto, cioè io ancora ho modo di vedere le foto scattate dai miei bisnonni e invece probabilmente i miei pronipoti non riusciranno mai a vedere le foto di quando avevo 10 anni ed erano state memorizzate su un CD.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi cerchiamo di capire perché dovremmo prestare più attenzione a come conserviamo le nostre foto e più in generale i nostri ricordi digitali se vogliamo preservarli per più tempo possibile.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
L'Arabia Saudita da qualche anno in mente un progetto per realizzare la più grande smart city al mondo, denominata The Line.
E per molto, The Line sarebbe rimasto sempre solo un progetto, troppo ambizioso per essere realizzato.
In questi ultimi giorni, invece, alcune riprese aeree hanno fotografato proprio l'inizio del cantiere, che per i prossimi anni realizzerà una delle opere più maestose degli ultimi tempi.
The Line dovrà essere infatti un enorme smart city che potrà ospitare 9 milioni di abitanti.
La vera particolarità però sta nel fatto che, a differenza delle città tradizionali, The Line, come dice il nome, si svilupperà lungo una linea di 170 chilometri, alta a 500 metri e larga a 200.
Sarà a zero emissioni e i cittadini si sposteranno esclusivamente a piedi o utilizzando un treno sotterraneo ad alta velocità, che permetterà di spostarsi da un estremo all'altro in 20 minuti.
Infine, l'ingombro ridottissimo della città permette di conservare il 95% del territorio, un progetto ambizioso in cui sicuramente ci saranno enormi sfide ingegneristiche da affrontare e la cui realizzazione sarà di enorme interesse per tutti.
La Commissione Europea ha intenzione di estendere la possibilità di generare bonifici bancari istantanei a tutti i cittadini e a tutte le imprese dell'Unione che siano in possesso di un conto corrente.
L'obiettivo è quello di garantire un'alternativa credibile al contante, cercando di liberare e velocizzare il denaro in transito, in modo che possa essere utilizzato prima per i consumi e gli investimenti.
In questa proposta si andrebbe quindi ad aggiornare il regolamento unico sui pagamenti in euro del 2012, attraverso alcuni punti fondamentali.
Il primo, ovvero rendere i pagamenti istantanei in euro universalmente disponibili, con l'obbligo per i fornitori dei servizi di integrare la anche versione istantanea del bonifico tradizionale, garantire la convenienza del pagamento istantaneo senza che il prezzo del servizio superi quello praticato per l'ordinario, e infine rendere i bonifici istantanei più sicuri con ulteriori verifiche sui dati personali del beneficiario.
Una domanda che prima o poi dovremmo iniziare a porci è: quale sarà il futuro di tutti i nostri ricordi digitali? E con questi intendo testi, messaggi, registrazioni, foto e video.
Oggi conosciamo la storia anche grazie a documenti cartacei dell'età antica che si sono conservati quasi intatti per centinaia e centinaia di anni.
Varrà lo stesso anche per i file che creiamo oggi? Per rispondere a queste domande è con noi Alessandro Cocilova, docente e autore del podcast RAEE - Storie Digitali.
Bentornato Alessandro.
Ciao Davide, è sempre un piacere essere qui e ormai faccio più fondate con voi che nel mio podcast.
Esatto, oggi siamo qui in questa puntata per provare a sensibilizzare chi ci sta ascoltando su un tema che in un modo o nell'altro ci riguarda tutti, come conserviamo i nostri ricordi e se lo stiamo facendo nel modo corretto.
Io direi di iniziare dal recente passato, anche per fare poi un confronto con l'oggi.
E quindi come venivano memorizzati i ricordi, ma più in generale i documenti negli anni ‘80 e ‘90?
Sì, allora, diciamo c'è un po di gap generazionale qua.
Io non, come dire, ho qualche anno in più di voi, però sicuramente ecco il filmino della mia cresima e il filmino del mio battesimo sono in qualche modo stati registrati su un video analogico.
Quindi vuol dire che insomma non c'è una sequenza di 0 e 1 che va a codificare un file, un'informazione esatta, ma appunto c'è nel caso specifico una magnetizzazione di una striscia magnetica dentro una cassetta di plastica, una cosiddetta VHS videocassetta, su cui appunto è in qualche modo impresso questa informazione.
Però ecco non è un dato digitale, non è un'informazione binaria.
E quindi ecco uno dei problemi standard di questi supporti è che l'informazione una volta recuperata è peggiore.
Cioè se io adesso vado a recuperare invece un DVD, mettiamo caso, un DVD di 10 anni fa, 15 anni fa, se funziona ancora mi riporta l'immagine precisa, identica, perfetta al momento in cui è stata masterizzata, registrata.
Invece su VHS, ma questo vale lo stesso discorso per l'audio se parliamo di audiocassette per esempio, lì la qualità peggiora col tempo, con l'esposizione alle intemperie e l'umidità, anche pensate l'umidità di una soffitta, di una cantina, niente di non ordinario.
Quindi per esempio compaiono delle bande, i colori peggiorano, sbiadiscono, ed è molto molto complicato, se non è impossibile, riavere la qualità originale, senza parlare del fatto che appunto adesso il passaggio per riappropriarcene sarebbe digitalizzarli.
Quindi avere un file risultante, con possibilmente una risoluzione attuale, quindi ad alta definizione, che risulti da queste due cassette, non è affatto banale, anche perché poi i lettori non sono così facili da ritrovare.
Si tratta di dispositivi elettromeccanici che a loro volta si rovinano, si rompono, i lettori di VHS sono abbastanza rari nel mercato e poi non si possono collegare direttamente a un computer, ci vogliono anche delle schede d'acquisizione apposite che combinate con lettore possono costare centinaia, centinaia di euro.
Quindi ecco, è un discorso molto complesso e si è arrivati addirittura, pensate ad avere dei software che trattano queste VHS tramite l'intelligenza artificiale per andare a restaurarli in un stato anche potenzialmente migliore all'originale, anche in FullHD 4K si può fare.
Quindi si potrebbe dire che nell'era pre-digitalizzazione non abbiamo memorizzato bene i nostri ricordi?
Beh, diciamo che quando arriveremo poi a trattare di come saranno tra 20, 30, 40 anni i ricordi di oggi, secondo me la situazione è molto peggiore.
Quindi ecco, non abbiamo fatto benissimo ma potevamo fare molto peggio con questi supporti analogici.
Ecco, una memoria fragile ma comunque una memoria ancora accessibile.
Io stesso, beh, vi anticiperò, mi sono divertito parecchio a giochicchiare con le audiocassette ultimamente.
Una fase di transizione dalle VHS che citavi è sicuramente quella dei CD, DVD, mini DVD e così via.
Come consideri questi supporti?
Sì, ecco, qui parliamo insomma più di fine anni 90, inizio anni 2000, quando tutto era un supporto ottico.
Quindi un supporto in cui appunto veniva incisa l'informazione e poi si andava a vedere il dato tramite la rifrazione di un piccolo raggio, che può essere un laser, insomma su questo supporto ottico.
Qualcosa che adesso ci sembra lontano, insomma i CD ci sono ancora nei negozi ma non vengono più usati, una volta erano sinonimo di musica.
Però ecco, per un lungo periodo di tempo sono stati centrali nel nostro modo di fruire le informazioni.
Anche addirittura per registrare i programmi televisivi c'era chi aveva il registratore di DVD.
E beh, qual discorso è diverso perché, come dicevo prima, se il supporto è stato preservato in maniera corretta ed è intero, il file system è rimasto in maniera identica al momento in cui è stato creato e quindi il dato è perfetto, non troveremo differenze rispetto al momento in cui abbiamo messo il nostro filmino, la nostra canzone, la nostra band di quando eravamo adolescenti o qualunque cosa all'interno di un supporto ottico.
Il problema è però che questa capsula del tempo, diciamo, non sempre funziona.
Anzi, è quasi più fragile dei supporti analogici, perché se un pezzo di questo file system si perde, se si perde un pezzo del puzzle, in realtà può capitare che il computer non sia in grado di ricostruire nell'interezza l'informazione e che quindi, per una tessera mancante, noi perdiamo la capacità di guardare l'intero puzzle.
Ok, quindi in realtà è il contrario di quello che dicevo, cioè i supporti analogici quantomeno non erano soggetti a queste fragilità tipiche dei primi supporti digitali.
Esatto, cioè qua praticamente è binario anche l'esistenza dei nostri dato, cioè o è perfetto oppure è molto rovinato.
In realtà ci sono delle vie di mezzo e ci sono anche software appositi per andare a recuperare, a ricostruire il file system.
Però è un problema che molti ignorano.
Inoltre, diciamo che se vogliamo vederlo nell'ottica della storia, con la S maiuscola, quella di Alessandro Barbero, beh, un supporto ottico è pensato per durare 100 anni.
Che sembrano tantissimo ma non sono così tanto, cioè io ancora ho modo di vedere le foto scattate dai miei bisnonni, invece probabilmente i miei pronipoti non riusciranno mai a vedere le foto appunto di quando avevo 10 anni e erano state memorizzate su un CD.
Sì, senza ombra di dubbio, quantomeno sapere questa cosa ci può mettere in allerta per provare a rendere i nostri ricordi il più longevi possibili, che poi è il motivo per cui stiamo realizzando questa puntata.
Passando invece al presente, oggi siamo abituati a scattare un numero di fotografie e registrare un numero di video praticamente illimitato perché non c'è più nemmeno il problema di avere, come appunto citavi, questi supporti analogici in cui imprimere la luce nel caso delle fotografie.
Però allo stesso tempo questo fa sì che ci troviamo sommersi di migliaia e migliaia di ricordi che conserviamo in un modo che è totalmente smaterializzato.
E quindi quali sono le problematiche di conservare i nostri ricordi in questo modo?
Allora, intanto inizio come sempre così, vado in ordine sparso dalla fine inizio e stavo realizzando che siamo verso la fine della nostra luna di miele come utenti con l'archiviazione delle foto sul cloud.
Perché per un lungo periodo è stato iper conveniente e totalmente gratuito quasi, archiviare praticamente la totalità delle nostre foto sul cloud e penso a Google Photo ma anche ad Amazon Prime, era veramente super semplice e c'erano pochi limiti di storage.
Invece adesso è sempre più frequente sia perché iniziamo ad aver accumulato parecchi giga, quindi non ci bastano più quelli che ci venivano affermiti gratuitamente, sia perché le condizioni e i termini cambiano, insomma, sentire di utenti “costretti” tra virgolette, ma d'altro l'è il business delle aziende, a investire sull'archiviazione cloud.
E questo secondo me è il motivo per cui è così fragile il modo in cui teniamo da parte, mettiamo da parte le nostre foto adesso.
Cioè pochissimi di noi ormai li tengono su hard disk esterni o su hard disk di vario tipo, meccanici o SSD, la gran parte di noi usa il cloud o ancora peggio mi verrebbe da dire i social network.
E cosa intendi per social network nello specifico?
Sì, mi riferisco per esempio al fatto che molte foto ormai le scattiamo solo tramite Instagram e restano solo su Instagram e spesso anche appunto sia per come funzionano i social, sia per come siamo abituati noi a per esempio mettere in evidenza i contenuti nuovi rispetto ai vecchi, periodicamente le cancelliamo.
Ma ancora di più penso alla generazione mia degli anni ‘90, cresciuta, diventata maggiorenne con Facebook in, come dire, che dominava la scena, beh per noi è comunissimo avere decine e decine e decine di album fotografici su Facebook che appunto non si sa da che parte appunto porterà questi album.
Tant'è che per esempio adesso è previsto anche un tool di esportazione per portarli su servizi come Google Photo o Foto.
Sì soprattutto perché Facebook che hai citato potrebbe essere l'esempio perfetto, non abbiamo la certezza che queste piattaforme, questi social esisteranno sempre e lo stesso ovviamente vale anche per Instagram che oggi viene un po utilizzato come archivio dei ricordi tramite le storie archiviate appunto.
Certo e non è qualcosa che noi abbiamo preventivato dire ah cavoli ma tutte quelle storie che io ho fatto se lo volessi recuperare tra 10, 20, 30 anni e in realtà l'abbiamo presa al contrario, ma voglio dire anche potenzialmente i servizi di archiviazione più stabile, più duratura come sono i servizi cloud, anche lì è molto difficile essere sicuri di aver messo in cassaforte questi ricordi, queste memorie perché tutte legate ad account, password, termini e condizioni che potrebbero variare nel tempo.
Noi non possediamo le foto che sono su Google Photo, non possediamo le foto che sono su Amazon Prime Foto, non possediamo le foto su iCloud e secondo termini, condizioni e licenze possiamo avere accesso, scaricarle e l'abbiamo messe come una biblioteca privata di qualcun altro che per ora è gratuita
o economica appunto come dicevo prima non più gratuita adesso economica ma non abbiamo la minima idea di come staranno le cose tra 2, 5, 10 o 20 anni.
Certo per non parlare poi della possibilità di non poter accedere più al proprio account nel caso questo venisse bloccato.
Certo e qua ci ricolleghiamo al discorso che appunto alla fine è tutto legato ad un account, se perdi l'account perdi tutto cioè è quasi peggio di perdere le chiavi di casa a perdere l'accesso al proprio account ai tempi negli anni venti del 2000.
E a tutti questi problemi che ci hai raccontato come possiamo porre rimedio sempre e ovviamente con l'obiettivo di rendere i nostri contenuti i nostri ricordi il più longevi possibile?
Allora ti butto lì due soluzioni che individuerei una come individui e l'altra come umanità.
Allora come individui sicuramente insomma chi è più “tech-savvy” chi è più smanettone informatico sicuramente ha modi per crearsi un backup su un NAS, su un disco di rete, avere dischi di rete con dei sistemi RAID quindi con della ridondanza in caso appunto uno di questi venga a corrompersi, implementare questo tramite dispositivi anche economici come un Raspberry Pi. Esistono molti modi però non tutti noi abbiamo voglia di perderci tempo, abbiamo le capacità per perderci tempo e per provare a fare tutto questo da soli.
Mi verrebbe da dire sinceramente che e non è per fare pubblicità, non è perché sono di Bologna come me, perché insomma ho avuto modo di lavorare con loro ma una soluzione è come quella di Cubbit cioè un storage cloud distribuito in cui effettivamente abbiamo in qualche modo accesso diretto alle nostre informazioni, perché anche noi abbiamo un dispositivo che fa parte di questa archiviazione con un disco effettivamente montato
al suo interno e bhe è quanto di più simile a qualcosa che può funzionare nell'immediato futuro.
Poi anche i hard disk per un periodo lungo. Sì sì per un periodo lungo ma non infinito perché comunque anche i hard disk hanno una durata quindi ecco diciamo immaginando di andare a sostituire i hard disk all'interno del nostro dispositivo Cubbit Cell credo si chiami periodicamente perché anche questo succede c'è anche i hard disk hanno una vita e finisce questa vita.
Sì fra l'altro con Cubbit abbiamo proprio realizzato una puntata qualche tempo fa che per chi ci sta ascoltando invito a recuperare se volete approfondire nella pratica poi il suo funzionamento ma per riassumere si tratta di un modo di salvare i propri dati in modo distribuito quindi non c'è il rischio che vado persi in caso il nostro supporto di memorizzazione si rompa.
Ora abbiamo parlato di noi come singoli invece come umanità dopo tutti i problemi che ci hai spiegato cosa possiamo fare perché resti traccia di questo periodo storico?
Ok allora sì è andato in modo strano in una direzione strana questa puntata perché sembra quasi che vogliamo finire dicendo: beh i CD erano meglio del cloud le videocassette erano meglio dei cd e quindi cosa facciamo? Usiamo la carta.
No, no calma calma la tecnologia comunque ci è venuta in aiuto e una soluzione molto molto interessante in cui mi sono imbattuto tempo fa e sono i cosiddetti “Five-dimensional glass discs” e sono praticamente dei supporti ottici anche questi vanno letti con un apposito lettore sono stati creati da un'università e raffinati nel corso degli ultimi dieci anni.
La prima pubblicazione scientifica riguardo è stata nel 2013 ma poi ci è voluto parecchio per affinarli e non sono ancora in commercio anche se si sta lavorando per una loro commercializzazione e di fatto immaginatevi come dei dischetti di vetro… potrebbero essere delle dimensioni di quei dischetti che si mettono sotto il microscopio,
rotondi e al loro interno però si riescono a infilare fino a 360 terabyte di dati quindi parecchio più dei hard disk tradizionali che usiamo nei nostri computer ma soprattutto sono fatti per esistere a temperature fino a 190 gradi centigradi, l'informazione non del rada e sono progettati per durare fino a 14 miliardi di anni che è praticamente l'età dell'universo. Il funzionamento in realtà è molto semplice da intuire è come fosse un CD ma non guardiamo soltanto la
rifrazione sino ma appunto sono su cinque dimensioni perché si vanno a vedere cinque diverse informazioni della luce, del raggio di luce che colpisce il disco quindi non soltanto se viene rifratto o meno ma la direzione.
In cui viene rifratto sull'asse x y z quindi 3 e la forza di questa della della luce che va appunto infrangere su sul nano reticolo e la posizione nello spazio appunto rispetto a questi. E perciò insomma di fatto grazie a queste cinque dimensioni è molto più denso rispetto ai normali dischi ottici e non so il costo di questi dispositivi però è sicuramente un costo che l'umanità dovrebbe essere pronta a pagare per lasciare un ricordo di noi nel futuro.
Sì e fra l'altro uno di questi dischi simbolicamente era stato inserito nella Tesla Roadster che Elon Musk ha lanciato qualche tempo fa nello spazio nell'eventualità che qualche forma extraterrestre la trovasse.
Esatto, esatto. Diciamo se dovessi mandare un segnale agli alieni dentro una tesla nello spazio non gli manderei dentro un'audio cassetta ecco esatto e a proposito di audio cassetta.
In chiusura di questa puntata spiegaci qual è il legame questo legame che hai ideato tra un'audio cassetta e il tuo podcast RAEE - Storie Digitali.
Allora praticamente vabbè insomma alcuni ascoltatori già mi conosceranno però lo ridico insomma mio podcast sì è di tecnologia ma anche di storytelling quindi ogni puntata c'è la possibilità di vivere l’ascese e declino… il tramonto di un oggetto digitale ma non per esempio di un iPhone o di un Nokia 3310
in generale, non troverete la storia di un dispositivo ma la storia del dispositivo di una persona che ha vissuto per esempio la sua adolescenza attraverso e grazie a quel dispositivo e quindi mi è sembrato naturale a un certo punto provare a trovare un'altra via per distribuire questo podcast visto che è molto legato al discorso della nostalgia, del vintage tech, del retro tech.
Ho pensato di fare le audio cassette del podcast quindi il podcast penso sia l'unico al mondo a uscire su Spotify, su Apple podcast e su audio cassetta e ogni puntata viene registrata su una audio cassetta quindi esiste un'unica copia per ogni puntata sul lato A la puntata, sul lato B una playlist un mixtape come si faceva negli anni ‘80 di canzoni negate alla puntata e l'affido ogni puntata a qualcuno un amico un'amica a chi mi ha aiutato a fare la puntata e da lì spero che come dire passi di mano in mano e come dire sia un modo un po più
coinvolgente per fare passaparola. Se io ti consiglio il mio podcast raccontando di cos'è magari ti posso invogliare ma se invece ti arriva proprio un audio cassetta in mano, eh lì ti smuove qualcosa in più perché capisci lo sforzo dietro, c'è un oggetto fisico e poi comunque c'è un QR code che ti porta a Spotify alla fine.
Va bene, grazie Alessandro per averci dato una mano ad affrontare questo tema su cui purtroppo non abbastanza spesso ci soffermiamo e invece è un tema oggettivamente di grande importanza.
Alla prossima.
Ciao, alla prossima puntata allora.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.