Se immaginassimo un mondo senza i chip, le nostre auto, i nostri smartphone, i dispositivi IoT e molti altri strumenti tecnologici semplicemente non esisterebbero. Questi minuscoli componenti sono il cuore pulsante dell'elettronica moderna e sono fondamentali per il funzionamento di tantissimi dispositivi che utilizziamo ogni giorno. Ma come vengono progettati e realizzati i chip, e quali sfide devono affrontare aziende come STMicroelectronics in un contesto globale sempre più complesso? Per capirlo ci immergiamo in questo mondo grazie all’aiuto di Giuseppe Croce, Agrate Operations General Manager di STMicroelectronics.
Nella sezione delle notizie parliamo di Microsoft che si ritira dal settore della realtà aumentata interrompendo la produzione degli Hololens 2 e infine dell’accordo tra OpenAI e Cassa Depositi e Prestiti per investire e supportare le aziende italiane.
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STMicroelectronics è una delle pochissime società nel settore, ormai, che in qualche maniera gestisce l'intero processo che ti ho descritto.
Quindi dalla collaborazione con i clienti per le applicazioni, alla progettazione e alla produzione delle due fasi, sia di front-end che di back-end.
E all'interno ha un team di ricercatori che sviluppa le tecnologie necessarie per poter poi realizzare i prodotti più competitivi e più performanti possibile.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo con STMicroelectronics di chip, con l'obiettivo di capire come vengono progettati e realizzati questi componenti che rappresentano il cuore pulsante dell'elettronica moderna.
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Se da un lato Meta continua a investire e presentare nuovi prodotti per la realtà aumentata, dall'altro Microsoft ha annunciato questa settimana che interromperà definitivamente la produzione del suo visore HoloLens 2 e che non lancerà nuovi prodotti nel prossimo futuro.
La decisione arriva principalmente dallo scarso successo avuto, sia con la prima versione che con la seconda arrivata nel 2019, e dall'arrivo dei visori per la realtà mista di Meta in grado di offrire migliori caratteristiche come un maggior angolo di visione e una maggior risoluzione.
La situazione è diventata ancor più critica con l'arrivo del Vision Pro di Apple, il quale, a parità di costo, è in grado di assicurare una miglior qualità delle esperienze di utilizzo, sia in ambito privato che professionale.
Per queste ragioni Microsoft abbandonerà il settore della realtà aumentata, interrompendo definitivamente la produzione di HoloLens 2 ma non il supporto software, che continuerà a essere garantito fino al 31 dicembre 2027 e fino alla fine di quest'anno per la prima versione uscita nel 2016.
Mercoledì 2 ottobre OpenAI e CDP Venture Capital, società pubblica di cassa, depositi e prestiti che si occupa di investire nelle aziende italiane, ha firmato un protocollo d'intesa con lo scopo di promuovere l'uso e lo sviluppo dell'intelligenza artificiale in Italia.
È stato quindi istituito il Fondo Artificial Intelligence, proprio per investire nelle startup specializzate nei settori di IA, cybersecurity e tecnologie quantistiche.
Oltre a questo, la collaborazione prevede che OpenAI fornisca alle aziende più promettenti un supporto tecnico, d'accesso alle sue tecnologie più innovative e dei collegamenti diretti con gli investitori statunitensi.
Oltre a questo, sono infine previste una serie di collaborazioni con le Università italiane, per realizzare iniziative educative, per migliorare la comprensione dell'IA e rafforzare le competenze del suo utilizzo nei vari settori.
questa intesa tra CDP e OpenAI segna quindi un punto importantissimo per il nostro Paese.
Che si dimostra fermamente deciso nell'investire e aiutare le startup italiane ad essere competitive a livello internazionale.
Se immaginassimo un mondo senza i chip, le nostre auto, i nostri smartphone, i dispositivi IoT e molti altri strumenti tecnologici semplicemente non esisterebbero.
Questi minuscoli componenti sono il cuore pulsante dell'elettronica moderna, e sono fondamentali per il funzionamento di tantissimi dispositivi che utilizziamo ogni giorno.
Ma come vengono progettati e realizzati i chip? E quali sfide devono affrontare aziende come STMicroelectronics in un contesto globale sempre più complesso? Per capirlo, ci immergiamo in questo mondo insieme a Giuseppe Croce, Agrate Operations General Manager di STMicroelectronics.
Benvenuto Giuseppe.
Ciao.
Innanzitutto, ci spieghi chi è STMicroelectronics e di che cosa vi occupate?
Allora, STMicroelectronics è un'azienda globale, ha forti radici in Italia e in Francia, e noi sviluppiamo, produciamo e commercializziamo circuiti integrati, quelli che tu hai prima chiamato chip, che definiamo chip, per moltissime applicazioni elettroniche.
Oggi abbiamo sedi in tutti i continenti, per noi lavorano più di 50.000 persone, soprattutto in Italia, in Francia, in Asia e negli Stati Uniti.
Ok, quindi il vostro ruolo in questo contesto è molto importante e facciamo adesso un focus più di dettaglio su che cosa sono questi chip e ci fai anche un esempio, immagino ce ne sono innumerevoli, di dove vengono utilizzati questi chip, magari specifici di ciò che fate voi.
Allora, i chip, cosa sono i chip? I chip sono dei circuiti elettronici integrati, cosa vuol dire? Noi prendiamo una piccola piastrina, chiamata punto chip, di un materiale semiconduttore, il più diffuso è il silicio, che viene più comunemente utilizzato, nella quale vengono integrati milioni o addirittura miliardi di piccoli componenti elementari che chiamiamo transistor, che sono poi localmente interconnessi tra di loro.
Questi componenti hanno dimensioni nanometriche, ora ricordo che un nanometro è un miliardesimo del metro, per dare un riferimento il virus del Covid che tutti noi abbiamo mai conosciuto aveva dimensioni di centinaia di nanometri, quindi parliamo di oggetti veramente miniaturizzati, molto molto piccoli.
Allora, i chip oggi, come hai detto anche prima, sono fondamentali per la nostra vita, li troviamo praticamente in qualunque dispositivo elettronico che abbiamo intorno a noi, allora cominciamo magari con lo smartphone, pensiamo allo smartphone, allora, nello smartphone l'elaborazione di tutte le informazioni, le comunicazioni tra il nostro telefono e la rete internet, la trasmissione della voce è tutta gestita da chip.
Se pensi anche alle fotografie, le fotografie che noi facciamo sono immagazzinate, conservate dentro chip, quindi noi vediamo le nostre fotografie che sono state immagazzinate dentro appunto alcuni chip.
Passiamo all'automobile che come anche giustamente hai citato prima tu è un altro oggetto che noi usiamo quotidianamente e che ormai è in tutta la nostra società, abbiamo chip praticamente ormai dappertutto, iniziamo per esempio a pensare a tutti i dispositivi che aumentano la nostra sicurezza, cioè l'Airbag, l'ABS, tutti i vari sensori che noi abbiamo sono comandati e costruiti intorno a chip. E aggiungerei anche tutto quello che controlla la nostra navigazione, noi abbiamo il navigatore ormai in quasi tutte le auto. Il funzionamento, la localizzazione in un navigatore avviene grazie al GPS che è anche questo aiutato, è reso possibile dalla presenza dei chip. E infine parliamo non so del controllo del motore, tutto il controllo dell'iniezione dei motori a combustione è gestito da chip, per non parlare poi di tutto quello che è il controllo del motore elettrico che è se vuoi nell'auto di nuova generazione.
Infine per chiudere su una carrellata su dove troviamo chip, basterebbe pensare alla nostra casa, la casa è ormai piena di dispositivi che contengono chip, per esempio il condizionatore io ormai riesco da qua adesso se volessi ad accendere il condizionatore a casa mia grazie alla presenza di circuiti integrati o chip. Per non parlare poi di elettrodomestici più classici quali robot, lavatrici, frigoriferi, televisioni che sono pieni di chip che sono fondamentali per il loro funzionamento. Quindi spero di aver dato una panoramica di dovunque noi viviamo troviamo un chip.
E voi realizzate chip in tutti questi settori?
Praticamente sì, siamo presenti in quasi tutti o tutti i settori che ti ho citato, anzi direi tutti i settori che ti ho citato.
Ok poi spesso si sente parlare anche, adesso abbiamo parlato di chip, c'è una differenza rispetto invece ai microchip, sono qualcosa di diverso tra le due cose?
No no, sono sinonimi. Diciamo che microchip dà l'idea, aggiunge la dimensione, normalmente i chip sono oggetti piccoli quindi chiamiamo microchip, ma chip si intende generalmente qualunque circuito elettronico integrato in modo che ti ho descritto prima, cioè su una piastrina di materiale semiconduttore. Può essere anche chiamato microchip.
Ok, dato che ci hai descritto i chip come degli oggetti molto piccoli, quindi molto complessi da realizzare immagino, ci spieghi quindi quali sono le varie fasi che permettono di arrivare alla realizzazione di un chip, quindi dalla sua progettazione fino a poi la produzione finale, e qual è il vostro ruolo in tutte queste fasi?
Allora la realizzazione di un chip è un processo che è veramente molto molto lungo e complesso, allora, si inizia con definire le specifiche, cioè cosa dovrà fare il mio chip, in quale applicazione dovrà andare a finire, che cosa dovrà fare in quella applicazione. In questa fase, cioè nella fase in cui si cerca di definire... si definiscono le specifiche del circuito integrato, la collaborazione tra chi produce i semiconduttori, come STMicroelectronics per esempio.
E chi costruisce e produce l'applicazione finale, il costruttore di smartphone, il costruttore di computer, è fondamentale, perché dalla unione delle due conoscenze e dalla conoscenza delle esigenze, conoscenze delle potenzialità delle tecnologie a disposizione nascono spesso dei chip mirati per un'applicazione che fanno veramente la differenza e che sono fondamentali anche per la competitività del prodotto che poi si va a realizzare.
Una volta definite e trovato l'accordo sulle specifiche, a questo punto si scelgono su quali tecnologie.
Le tecnologie disponibili per fare chip sono svariate, una tecnologia che serve per fare un sensore, una memoria, un microcontrollore o altri o un componente elettronico di potenza sono diverse tra di loro.
Quindi uno capisce le specifiche, concordo alle specifiche, sceglie e definisce la tecnologia più idonea a realizzare quel circuito integrato o chip.
Ecco, è fondamentale, ed è questo dove ST ha un vantaggio, un portafoglio di tecnologie molto ampio, avere già pronta la tecnologia, perché mettere a punto e sviluppare una tecnologia è un processo che richiede anni.
Quindi se tu nel momento in cui il cliente ti viene a chiedere: voglio fare questo chip per questa applicazione, non hai a disposizione la tecnologia, sei praticamente già fuori dal mercato, fuori dai giochi.
Fatto in qualche maniera la... definite le specifiche, identificata la tecnologia si parte con la progettazione.
Vera e propria, cioè per un prodotto nuovo... se c'è già un prodotto esistente è un discorso, ma se devi iniziare con un prodotto completamente nuovo si comincia la fase di progettazione. Quindi team di ingegneri.
In qualche maniera cominciano a progettare come deve essere fatto questo circuito integrato o chip.
questa fase può durare un paio di anni.
Fatto questo il prodotto viene validato, verificata la funzionalità, verificate le specifiche che siano coerenti con quelle che avevo a inizio progetto e poi si parte in produzione, con la produzione in grossi volumi.
La produzione di un chip o di un circuito integrato è molto complessa ed è un processo molto affascinante secondo me.
Esistono due fasi principali, una prima fase che noi chiamiamo front-end.
In questa fase cosa accade? Si parte da fette, perché hanno proprio una dimensione circolare, di materiale semiconduttore, per esempio il silicio è uno dei più diffusi, ma ce ne sono degli altri, li vedremo magari più avanti, e queste fette di materiale semiconduttore pure, passano attraverso una lunga sequenza di operazioni elementari in ambienti iperpuliti, che chiamiamo "clean room".
Perché iperpuliti? Perché, come ho detto prima, se la dimensione o le dimensioni degli oggetti che fanno realizzare il chip sono nanometriche, è chiaro che una qualunque particella di polvere di dimensioni nanometriche o millimetriche, distruggerebbe il circuito integrato che stai per produrre.
Questa lavorazione cosa prevede? Ambienti iperpuliti e poi si costruiscono il chip con una sequenza di operazioni che sono, per esempio, deposito strati controllati di materiali, organici o inorganici.
Definisco con processi litografici.
La litografia è qualcosa di simile allo sviluppo delle vecchie fotografie dove in qualche maniera si impressionano delle pellicole che sono molto particolari fotosensibili, ma la cosa critica è che devi dimensionare, devi definire oggetti che hanno dimensioni veramente nanometriche.
Lo fai con queste tecniche fotolitografiche che si chiamano.
Altre cose che vengono fatte per realizzare e che fanno parte di queste operazioni sono "impiantazione di ioni", cioè, nella fetta vengono impiantati in modo controllato ioni, ma proprio i ioni, di alcuni elementi chimici e poi una serie di processi di attacchi selettivi, quindi rimuovo degli strati dove non mi servono più, che possono essere fatti o con processi fisici, plasmi o con processi chimici normalmente.
Ultimi step sono normalmente la diffusione, cioè vengono sottoposte queste fette a trattamenti termici, quindi riscaldamenti, ma riscaldamenti che arrivano ben oltre i mille gradi.
Ora in un processo, quindi tutto il processo, di queste operazioni ne facciamo mediamente 500, quindi dalla fetta iniziale alla fetta finita in questa parte di front-end vengono fatte 500 operazioni elementari.
I materiali che via via usiamo per queste fasi sono normalmente gas o chimici molto specifici, tutto questo deve avere un elevatissimo livello di purezza, perché anche qui se il gas che io prendo o l'acqua che uso per fare degli sciacqui contenesse impurità o delle dimensioni di cui stiamo parlando nanonometri, distruggerebbe il tuo chip.
Quindi purezza dei materiali utilizzata, pulizia dell'aria e le attrezzature che noi utilizziamo sono macchinari estremamente complessi, perché quello che tu devi fare è devi su una fetta, su un substrato, una fetta di dimensioni di centinaia di millimetri garantire che tutte le grandezze, le pressioni, le temperature siano uniformi su tutta la fetta, quindi usiamo macchinari molto molto complessi.
Alla fine di questa fase abbiamo su questa fetta, diametro 200-300 millimetri, tutti i nostri chip, quindi abbiamo migliaia, centinaia, dipende poi dalle dimensioni, di replica dei nostri chip.
Gli abbiamo finiti.
Vengono quindi testati, per verificare che tutto sia andato bene e si entra nella seconda fase che chiamiamo back-end, quindi esce da una fabbrica la fetta e viene spedita in una seconda fabbrica che si chiama fabbrica di assemblaggio, nella quale la fetta, diciamo, i chip vengono tagliati, cioè dalla fetta... immaginate il vecchio foglio dei francobolli, che tu li stacchi dal foglio uno per uno, quindi è la stessa cosa, soltanto a forma circolare, vengono tagliati, sollevati e inseriti in scatolette nere, che chiamiamo "package", che poi non è detto che siano nere, comunque praticamente dei contenitori che poi li proteggeranno dall'ambiente esterno, e una volta incapsulati in questi materiali che sono normalmente resinosi, fatti da resine opportune, vengono spediti ai clienti quali li prendono e li montano nella applicazione finale.
Quindi se voi oggi provaste ad aprire un telefono, un computer, quello che vi trovereste di fronte sono delle "board", delle schede, piene di tanti piccoli oggetti neri.
Ecco, all'interno di quell'oggetto nero c'è il chip.
È chiaro che poi esistono delle eccezioni, un altro chip tipicamente che ha una leggera differenza del processo di assemblaggio è se tu prendi una carta di credito, quella specie di quadratino dorato che vediamo è un chip a sua volta.
STMicroelectronics è una delle pochissime società nel settore ormai che in qualche maniera gestisce l'intero processo che ti ho descritto, quindi dalla collaborazione con i clienti per le applicazioni alla progettazione e alla produzione delle due fasi sia di front-end che di back-end e all'interno ha un team di ricercatori che sviluppa le tecnologie necessarie per poter poi realizzare i prodotti più competitivi e più performanti possibili.
Quindi la convenienza per dei vostri clienti, poi quelli che magari ci vendono lo smartphone, che producono gli smartphone, è quella che gestite tutto voi.
Ecco, loro fanno la richiesta, progettate insieme e poi voi riuscite a arrivare al risultato finale.
E noi gli consegniamo i campioni finali per le loro applicazioni.
E perché così una rarità, come hai detto questa cosa?
Negli ultimi anni parecchie aziende si sono focalizzate o concentrate o sulla parte di progettazione o sulla parte di produzione, perché la dimensione, l'economia di scala li ha portati verso quelle dimensioni per il tipo di prodotti che facciamo.
ST è sempre riuscita prima di tutto a ritenere di poter offrire un valore strategico grazie all'avere sotto controllo l'intera catena, dalla conoscenza di sistema che permettono a ST di interfacciarsi con un cliente, per poter suggerire anche soluzioni ottimali per l'applicazione.
Produzione, quindi garantire l'indipendenza a livello produttivo è una parte che i clienti apprezzano, perché sanno che da noi la quota produttiva viene garantita e controllata, e anche la parte produttiva sia di front-end che di back-end, oltre a poter garantire e controllare, per noi, la qualità di quello che riusciamo a offrire.
Quindi sempre più le aziende hanno cercato di focalizzarsi su uno di questi aspetti, noi riteniamo che sia un valore strategico poter offrire ai nostri clienti tutta la soluzione completa.
Ok, a proposito di questo, visto che vi occupate di tutte queste fasi, una domanda che potrei farvi è legata alla crisi dei semiconduttori.
Nell'ultimo periodo, negli ultimi anni, si è sentito parlare molto di questa crisi e quindi ci spieghi innanzitutto in che cosa consiste e poi quali sono le sfide che avete dovuto affrontare, state affrontando per superarla.
Allora, sì, magari il termine crisi lo rivediamo insieme.
Allora, il mercato dei semiconduttori, il mercato in cui lavoriamo, il mercato dei chip, chiamiamolo così, è da sempre stato un mercato cosiddetto ciclico, cioè a partire dagli anni 70-80 in cui l'elettronica è cominciata a entrare nei grossi mercati, il mercato dei semiconduttori è sempre stato contraddistinto da cicli di salita di mercato e poi discesa di mercato.
Perché? Da dove nasce questa ciclicità? Da dove è nata? Da fatto che tu avevi una nuova applicazione... se uno va a pensare, negli anni 90 sono gli anni in cui i computer sono entrati nelle case di tutti.
Quindi un'applicazione nuova piena di elettronica ha chiamato una richiesta di semiconduttori e quindi ha generato una domanda che cresceva, poi una volta che il mercato ha fornito la capacità si è sentita una riduzione della domanda e quindi questi sono i cicli.
Poi se pensiamo agli anni 2000 ci sono stati gli smartphone, quindi nuova applicazione, nuova chiamata, nuova richiesta, scusami, di domanda di silicio, di chip, il mercato continua a crescere, il mercato si attrezza con la capacità da installare necessaria per rispondere a questa domanda e dopo si ha una naturale riduzione del mercato.
Quello che noi abbiamo visto di anomalo negli ultimi anni ed è avvenuto in concomitanza con l'anno 2020, l'anno della pandemia, è stato un incremento oggettivamente eccezionale della domanda.
Eccezionale in che termini? Per l'ultimo di rapidità con cui questa domanda si è materializzata, è stato molto improvviso, si è passato in pochi mesi da avere fabbriche praticamente non sature, quasi vuote, perché c'era la paura.
I primi periodi della pandemia erano caratterizzati dalla paura in tutti i settori e improvvisamente dopo si è passata da un'insaturazione a un eccesso di domanda e questo eccesso, oltre a essere molto repentino, era anche molto sostenuto nei numeri.
Perché sostenuto nei numeri? Perché in contemporanea sono esplose domande di diversi settori dell'elettronica.
Facciamo un esempio.
Tutti noi, in meno di un mese, abbiamo completamente cambiato il nostro modo di vivere in quei momenti lì.
Quindi la nostra vita è cambiata, il lavoro da remoto è diventato uno standard e da qui la connessione, la richiesta di connessioni sempre più veloci, sono aumentate sensibilmente e c'è dell'elettronica lì.
Pensiamo anche che tutti i nostri figli, per chi ha chiaramente dei figli, ma tutti i nostri figli hanno fatto per più di un anno scuola da casa.
Quindi ogni famiglia ha dovuto dotarsi di almeno uno, due computer in più.
Domanda di elettronica.
E ovviamente anche questo domanda di Internet, di connessione e così via.
Quindi possiamo dire che anche la possibilità di poterci connettere con i nostri cari magari lontani.
Io stavo in una casa e poi cominciavo a fare call o chiamate connessioni video con i miei genitori, i parenti più lontani e così via.
Quindi la trasformazione digitale della società, che se vuoi era già in atto, perché noi sempre di più avevamo oggetti connessi e così via, ma ha accelerato i tempi in quel periodo dovuti, purtroppo alla pandemia.
Quindi quella ha generato un rapidissimo eccesso di domanda, una rapidissima crescita di domanda.
Inoltre, contestualmente si è anche manifestato il movimento verso l'auto sempre meno inquinante, sempre più sostenibile.
L'auto elettrica, il successo, il boom di tesla.
È una cosa che è avvenuta contestualmente a quel periodo.
Quindi abbiamo visto sempre di più auto elettriche e auto elettriche vuol dire ancora contenuto di elettronica.
Quindi questo picco di domanda, che si è materializzato in tempi così veloci, ha trovato in qualche maniera la maggior parte degli produttori e semiconduttori impreparati in termini di capacità a poter rispondere a questa domanda. Ok? Cosa è successo a quel punto? Anche questa carenza, che quindi si è creata, più che di una crisi di carenza, se vuoi o di "over domanda", ha fatto in modo che anche gli Stati si siano, contestualmente, e diciamo se vuoi tutti gli organismi internazionali, resi conto dell'importanza strategica dei chip, perché solo in quel momento, quando ci siamo trovati a livello di società con meno chip di quelli che avremmo avuto bisogno, ci siamo veramente resi tutti conto di quanto i chip sono fondamentali per la nostra vita.
questo quindi cosa ha fatto? Ha fatto sì che si sono innescati dei meccanismi virtuosi, per cui parecchi governi hanno sostenuto e hanno aiutato a investire rapidamente e massivamente nella capacità, nel recuperare questo gap, aumentando la capacità installata per garantire una continuità in qualche modo alla filiera produttiva.
Diciamo che oggi stiamo tornando verso un momento di normalità, perché questa capacità è ormai installata e disponibile e anche la domanda sta stabilizzandosi su livelli più normali.
Poi penso che un altro aspetto molto interessante che ha inciso è, ad esempio, quello dell'intelligenza artificiale, del boom che ha avuto l'intelligenza artificiale, che ha portato anche una ulteriore domanda.
Eh si, quelli là sono se vuoi trend e se vuoi oggi quello forse che sta sostenendo.
L'intelligenza artificiale sta aggiungendo nell'ultimo periodo un nuovo trend che sta sostenendo probabilmente il futuro ciclo positivo e ci aspettiamo che avvenga una cosa di questo genere.
Diciamo che già però tutto il mondo social, quindi la connettività col telefono, la necessità di avere questi enormi data center dove immagazzinare le informazioni, i profili Facebook, i profili Instagram e tutte queste cose qui hanno già sostenuto nel periodo appena trascorso parecchio della domanda di dispositivi elettronici.
Ok, prima hai citato anche il silicio come uno dei materiali semiconduttori che servono come base per realizzare i chip, però dicevi che non è il solo, quindi quali sono gli altri materiali che possono essere utilizzati?
Allora uno dei materiali semiconduttori oggi che sta ottenendo particolare attenzione è il carburo di silicio.
Perché il carburo di silicio? Il carburo di silicio è un materiale semiconduttore tanto quanto il silicio, che ha però delle caratteristiche molto particolari che lo rendono particolarmente interessante in tutti quei dispositivi dove diventa critico il consumo di energia.
Il carburo di silicio permette quindi di realizzare dispositivi elettronici che consumano meno energia e se vuoi questo è uno di quei trend che oggi abbiamo come azienda ST identificato e noi siamo stati tra i pionieri nella introduzione di nuovi prodotti sul mercato fatti su carburo di silicio.
Quindi un possibile esempio in questo senso potrebbe essere quello del IoT, Internet of Things, quindi questi oggetti che sono di piccole dimensioni, spesso non collegati né via cavo all'internet né a un'alimentazione e che quindi fanno del consumo di energia uno dei loro punti deboli, quindi dei chip più efficienti sono più adatti.
Assolutamente sì, l'Internet of Things è un'applicazione in cui il consumo di energia è fondamentale. Diciamo che il carburo di silicio si applica meglio là dove tu hai grosse potenze da gestire, da dove hai grandi energie da gestire.
L'Internet of Things sono oggetti chiaramente che essendo attaccati a batterie normalmente portatili le potenze che comunque gestisci localmente sono ridotte.
In quei settori lì noi siamo anche lì molto attivi e sicuramente fondamentale la capacità di poter controllare i consumi dei chip che andiamo a inserire.
E uno degli elementi fondamentali... per esempio noi stiamo sempre da tempo sviluppando sensori perché in tutti gli oggetti che ne abbiamo portati abbiamo spesso dei sensori per sentire la posizione, per sentire la caduta, l'accelerazione, quando giriamo il telefono per far ruotare l'immagine.
Avere sensori sempre più intelligenti che riescono quindi localmente a poter fare delle elaborazioni senza dover scambiare dati e quindi ridurre il consumo di energia è un elemento assolutamente fondamentale ed è uno di quei trend su cui noi siamo attivi ormai da tempo.
Invece quindi quali sono dei settori in cui questo materiale semiconduttore è più adatto?
Ce ne sono almeno due.
Il primo è sicuramente l'automobile.
Noi ormai da tempo come ST abbiamo identificato l'automobile e in generale la mobilità come uno dei trend secolari su cui investire se vuoi risorse e attenzione per essere leader nei settori adesso legati.
Perché l'automobile? L'automobile per due motivi.
Prima di tutto perché il contenuto generale di elettronica dell'automobile sta aumentando.
Basta entrare in un'auto oggi che ormai diciamo che l'ABS, l'Airbag, le troviamo nelle... qualunque auto anche le diciamo entry level più economiche ma sempre di più vediamo infotainment cioè quindi connettività o connessione dell'auto con la rete.
Vediamo sicurezza attiva cioè immaginiamo il numero di radar, sensori, la capacità magari anche ormai dell'auto di frenare prima di arrivare all'ostacolo.
Quindi tutto questo mondo legato alla sicurezza, quindi al guidare in modo sicuro è preso possibile da un'elettronica sempre maggiore all'interno dell'automobile.
A fianco al concetto di sicurezza c'è il concetto di sostenibilità.
Le auto devono essere sempre meno inquinanti perché noi ne facciamo sempre più uso e dobbiamo ridurre l'inquinamento.
In questo filone si inserisce per esempio la transizione verso auto ibride o completamente elettriche ed in questo settore dove per esempio il carburo di silicio ti dà un elemento differenziante e competitivo perché pilotare motori elettrici ad altissime potenze perché tu devi spostare un auto a 130-120-110-90 km all'ora quindi le potenze necessarie per far muovere questo oggetto sono molto alte.
Avere oggetti che dissipino o che consumino meno energia possibile è un elemento di valore, detto in altri termini ti fa durare di più la batteria o ti fa fare più chilometri con la stessa batteria. Quindi il carburo di silicio ti abilita questi vantaggi e te li abilita anche in un altro settore che è anche un altro trend secolare che si lega sempre la sostenibilità che è generalmente avere oggetti elettronici sempre più efficienti cioè è abbastanza noto che la riduzione del contenuto del consumo scusami di energia elettrica è inevitabile per la sostenibilità della nostra società perché consumare energia elettrica a parte la disponibilità di sorgenti di energia e anche il discorso che anche questi sono sorgenti di inquinamenti.
In questo scenario avere dispositivi fatti su carburo di silicio che ti possono permettere di ridurre al minimo i consumi di energia nella casa o di poter estrarre in modo efficiente da tutte le sorgenti alternative, fotovoltaico, l'energia che hai senza perderne quindi perché tu prendi energia dal sole la trasformi in energia elettrica e poi la devi spostare all'utenza alla casa piuttosto che alla rete elettrica.
Ecco in tutti questi passaggi tu perdi un po di energia.
Se metti in componenti basati su per esempio il carburo di silicio la quantità di energia che viene persa è sempre inferiore, ne consumano meno e quindi hai sistemi sempre energeticamente più efficienti e qui anche lì diciamo il carburo di silicio gioca un ruolo fondamentale.
Sì è un aspetto interessante perché appunto come hai detto inevitabilmente ci saranno sempre più chip e quindi la somma di ciò che consumano tenderà sempre più ad aumentare.
Esatto.
E per chiudere quindi quale sarà anche se in parte lo abbiamo capito da questa tua ultima risposta quale sarà il futuro dei chip, cioè, come cambieranno sia in termini di dimensione immagino saranno sempre più piccoli e di conseguenza più efficienti e cosa sta facendo STMicroelectronics in prima persona per fare ricerca e sviluppo in questo ambito.
Diciamo che... esatto i trend sono quelli che ti ho appena descritto. Sicuramente c'è tutto il mondo che sarà legato al futuro della mobilità e l'automobile. Sarà cercare di avere oggetti, se vuoi chip, sempre più potenti per fare alcune applicazioni. Esempio se tu riempi di radar la tua auto per la guida autonoma... tu vorresti... il sogno sarebbe arrivare alla guida completamente autonoma. Oggi abbiamo una guida assistita se ci pensi rispetto al passato ma l'idea è completamente autonoma, quindi l'idea quale sarebbe riempiamo di sensori radar e così via ma abbiamo bisogno all'interno di chip estremamente più potenti per processare l'enorme quantità di informazioni di dati in più che raccoglierà l'auto dall'esterno e questo è se vuoi uno dei trend.
Sempre nell'automobile l'efficienza energetica, noi dovremo in qualche maniera aiutare i costruttori di auto vetture o costruttori di batterie ad avere elettronica di potenza sempre più efficiente quindi con nuove generazioni magari basate sullo stesso materiale esclusi o qualcosa ancora di nuovo, per aumentare l'autonomia della tua auto vettura.
L'efficienza energetica se vuoi è un trend secolare comune si applica all'automobile nella mobilità si applica in tantissime altre applicazioni all'interno della nostra casa. Renderà possibile sempre di più l'utilizzo in modo efficiente di sorgenti e fonti alternative di energia, penso al solare.
Infine direi che c'è la trasformazione digitale quello di cui abbiamo forse già accennato prima.
La società si sta trasformando, cioè, la digitalizzazione della nostra vita è ormai sotto agli occhi di tutti, è quello che è partito con la pandemia, che la pandemia ha in qualche modo accelerato ma è ormai un trend che non possiamo dimenticare.
In questo scenario, l'utilizzo di intelligenza artificiale, per esempio, sarà uno strumento e un altro elemento che permetterà di completare questa trasformazione digitale in essere nella società e quindi di aver bisogno sempre di più di data center sempre più potenti, intelligenza artificiale ormai inserita anche in oggetti molto piccoli.
Pensa che noi facciamo dei circuiti dei sensori che hanno integrati al loro interno un piccolo nucleo di intelligenza artificiale cioè l'idea era quella che dicevamo prima, spostare l'intelligenza sempre più verso le cose. Non fare in modo che la cosa debba trasmettere a un grosso data center localizzato chissà dove e dove avviene l'elaborazione che poi magari restituisce il dato, ma spostare l'intelligenza sempre più dal cloud all'oggetto è uno dei trend che inevitabilmente stiamo perseguendo e vedremo sempre di più avvenire.
Lasciami concludere che chiaramente per avere successo devi innovare, l'innovazione è alla base del successo di una qualunque diciamo se vuoi... nostro di qualunque azienda e noi da sempre come ST abbiamo investito tantissimo in ricerca e sviluppo sia a livello di tecnologia che a livello di progettazione abbiamo una solidissima rete di collaborazione con tutti i maggiori centri di ricerca, università in Italia, in Francia, nel mondo perché grazie a questa rete di conoscenza questa rete di competenze riusciamo a portare in casa quello che ci serve per innovare ed essere ancora sempre di più competitivi e leader in alcuni settori di mercato.
Perfetto sia anche quest'ultima cosa è molto interessante perché altre volte abbiamo avuto occasione di affrontare questo tema e pare chiaro anche da quello che ci hai detto anche tu che la cooperazione con centri di ricerca università sia indispensabile per innovare e cercare appunto di raggiungere gli obiettivi che ci hai citato con successo.
Grazie Giuseppe e alla prossima.
Ciao.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.