
Abbiamo già trattato in altre puntate di come la miniaturizzazione dei chip abbia in breve tempo portato sul mercato tutta una serie di accessori tecnologici indossabili a prezzi accessibili e con funzionalità sempre più complete, ma oggi vogliamo approfondire un altro tipo di tecnologia indossabile emergente che, al momento, è ancora in una fase preliminare di ricerca ma che in futuro, potrebbe essere di fondamentale importanza, soprattutto in quattro settori. La tecnologia in questione è quella dei tessuti intelligenti, o e-textiles e, più in generale, dell'abbigliamento smart. Presto, grazie a queste tecnologie, si potranno integrare sensori e display anche in pantaloni, maglie o camicie. E a beneficiarne non è solamente l'estetica o il comfort.
Nella sezione delle notizie parliamo delle caratteristiche del nuovo simulatore di volo Microsoft Flight Simulator 2024, del nuovo supercomputer più potente in Europa di Eni e infine della realizzazione di un gemello digitale della Basilica di San Pietro.




Brani
• Ecstasy by Rabbit Theft
• Superhero In My Sleep by Rival x Asketa & Natan Chaim
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo di tessuti intelligenti, o più in generale di abbigliamento smart, ovvero tutti quei vestiti che integrano nella struttura del tessuto componenti elettronici capaci di percepire l'ambiente circostante e in certi casi agire di conseguenza.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcasts e YouTube Music, oppure direttamente sul nostro sito.
Dal 19 novembre è ufficialmente disponibile Microsoft Flight Simulator 2024 per Xbox serie X ed S, Windows e in cloud gaming con Xbox Game Pass.
Flight Simulator è un simulatore di volo che offre un'esperienza realistica e immersiva e nel quale è possibile pilotare una vasta gamma di velivoli, tra cui aerei ed elicotteri.
Il nuovo titolo introduce una simulazione di volo completamente rinnovata, sfruttando tecnologie avanzate come il machine learning, il cloud computing e una grafica di ultima generazione.
Tra le principali novità spiccano: un livello di dettaglio grafico senza precedenti, la rappresentazione realistica della terra in scala 1:1 con i relativi edifici, quindi una sorta di gemello digitale e l'aggiunta di una modalità carriera lavorativa.
Quest'ultima offre ai giocatori la possibilità di intraprendere diverse professioni aeronautiche con percorsi di formazione, certificazioni e missioni calibrate per ogni livello di esperienza.
Recentemente Eni ha annunciato l'attivazione di HPC6, un supercomputer ad alte prestazioni, con una potenza di calcolo che permette di raggiungere un picco di 600 milioni di miliardi di operazioni al secondo, rendendolo di conseguenza il quinto sistema di calcolo più potente al mondo e il primo in Europa.
HPC6 si basa su un'architettura di 3472 nodi di calcolo e quasi 14.000 GPU, così da massimizzare le prestazioni computazionali e l'efficienza energetica.
Uno degli obiettivi fondamentali di Eni è infatti il raggiungimento della decarbonizzazione e della riduzione delle emissioni inquinanti in generale.
Allo stesso tempo Eni punta ad ottimizzare anche l'operatività degli impianti industriali, sviluppare batterie più performanti, ottimizzare la filiera dei biocarburanti e infine sviluppare materiali innovativi per applicazioni nei settori della biochimica.
HPC6, che è stato installato nel Green Data Center di ENI, andrà a potenziare ulteriormente la ricerca in questi settori, rafforzando ulteriormente il livello di competitività dell'azienda nel campo del calcolo ad alte prestazioni in ambito industriale.
Più di una volta abbiamo affrontato il tema dei "digital twin" e di come questa tecnologia possa essere utile non solo nei processi industriali, ma anche per la conservazione di opere d'arte, edifici o altri beni culturali. Un ulteriore esempio viene da Microsoft, che in occasione del Giubileo 2025 ha presentato uno dei lavori più avanzati e sofisticati in questo settore.
In collaborazione con l'ente Fabbrica di San Pietro, l'azienda statunitense ha infatti realizzato una copia 3D digitale dell'intera Basilica di San Pietro, che è possibile navigare gratuitamente al sito "virtual.basilicasanpietro.va". Dietro questo progetto c'è stata una lunga fase di raccolta di dati da parte della società francese Iconem, attraverso la scansione 3D
dei luoghi utilizzando droni e fotografie ad alta risoluzione. I 22 petabyte di dati raccolti sono quindi stati rielaborati dall'intelligenza artificiale di Microsoft per migliorare i dati e colmare le eventuali lacune. Il modello 3D inoltre permette non solo di rendere la basilica visibile, seppur virtualmente da chiunque nel mondo, ma anche di addentrarsi
nelle zone che solitamente sono inaccessibili per motivi di sicurezza. Questo progetto dunque è sicuramente uno dei più rilevanti negli ultimi anni per quanto riguarda la conservazione dei beni culturali. E proprio parlando di conservazione, il livello di dettaglio ottenuto è così elevato che dai dati elaborati sono emersi danni strutturali, crepe, tessere di
mosaico mancanti o altri piccoli problemi di cui verranno programmate le riparazioni e le manutenzioni.
Ormai è risaputo che, negli ultimi anni, il settore degli smartphone è diventato sempre più stagnante, con le principali aziende che, tranne qualche prototipo, non presentano più grandi elementi innovativi, ma si limitano a migliorare le linee di prodotti esistenti e mantenere il supporto software.
Dall'altro lato, però, c'è un altro settore, per molti versi complementare a quello degli smartphone, che proprio nell'ultimo periodo sta vivendo un momento particolarmente florido, con diverse novità e aziende pronte a investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie innovative.
Stiamo parlando del settore dei dispositivi indossabili.
La miniaturizzazione dei semiconduttori e di conseguenza dei chip ha in breve tempo portato sul mercato smartwatch così avanzati da essere quasi sostitutivi dello smartphone, smartband ha prezzi accessibili e dalle funzionalità sempre più complete, ma anche scarpe o collane in grado di monitorare i nostri spostamenti e alcuni parametri vitali.
Fino ad arrivare agli ultimi anni, dove hanno iniziato a popolare il mercato i primi anelli smart, come Oura Ring, Samsung Galaxy Ring, Circular Slim e altri ancora. Per non parlare ovviamente degli occhiali intelligenti, come i Ray-Ban Stories di Meta, che potrebbero in futuro essere un accessorio veramente indossato da chiunque e che potrebbero persino cambiare
il modo di interagire con il mondo quando verrà integrata anche la realtà aumentata.
Questi temi, però, li abbiamo già trattati in altre puntate, e oggi vogliamo approfondire un altro tipo di tecnologia indossabile emergente che, al momento, è ancora in una fase preliminare di ricerca, ma che in futuro potrebbe essere di fondamentale importanza, soprattutto in certi settori. La tecnologia in questione è quella dei tessuti intelligenti, o e-textiles,
e più in generale dell'abbigliamento smart. Abbiamo già citato le scarpe, ma presto, grazie a queste tecnologie, si potranno integrare sensori e display anche in pantaloni, magliette o camice. E a beneficiarne non è solo l'estetica o il comfort, ma vediamo meglio di cosa si tratta.
Gli e-textiles, o tessuti elettronici, li possiamo definire tranquillamente come la nuova frontiera dei tessuti, che integrano direttamente nella struttura del tessuto componenti elettronici come sensori, LED o chip. In questo modo l'abito riesce a percepire l'ambiente circostante e, in certi casi, agire di conseguenza. Pensiamo ad indumenti che possono cambiare
colore, se parliamo di un mero aspetto estetico, o di elementi che si illuminano per una maggior sicurezza, o, in campo sportivo, a maglie che integrano sensori per monitorare parametri vitali come il battito cardiaco, la respirazione o l'ossigenazione del sangue. Tutti parametri che chiaramente possono essere monitorati anche utilizzando un orologio o un anello,
ma che potrebbero trovare una loro applicazione in situazioni in cui è richiesta una maggior precisione o per comodità. E proprio in base alla tecnologia che viene adoperata e alle funzionalità implementate, gli e-textiles si possono suddividere in due macro-categorie, i tessuti elettronici "passivi" e quelli "attivi". Come suggerisce il nome, i tessuti passivi
sono quelli utilizzati principalmente, se non quasi esclusivamente, per il monitoraggio.
Sono quindi tessuti che integrano, come abbiamo detto, diversi sensori in grado di raccogliere, ma non elaborare, dati o informazioni su chi li indossa o sull'ambiente circostante. In questa categoria poi rientrano anche quei tessuti che sfruttano materiali induttivi, quindi la corrente elettrica, per consentire diverse funzioni come la protezione dai raggi
ultravioletti o la regolazione della temperatura. In opposizione ai tessuti passivi, poi, troviamo, come abbiamo detto, quelli attivi. In questo caso, gli indumenti realizzati con questi materiali non solo riescono a raccogliere dati, ma riescono anche a reagire e rispondere agli stimoli esterni, ad esempio cambiando la proprietà del tessuto. Alcuni esempi sono
materiali in grado di modificare la propria forma, rigidità, colore o temperatura, a seconda dei parametri ambientali o dello stato fisico della persona. Ma veniamo ora alle applicazioni di questi materiali e a qualche esempio che possiamo già trovare sul mercato.
I tessuti intelligenti possono essere sfruttati principalmente in quattro macro-settori: ossia quello sportivo, medico, nell'industria della moda e della sicurezza sul lavoro. Per quanto riguarda il campo sportivo e medico, alcuni esempi sono indumenti in grado di tracciare i parametri vitali, regolare parametri come la temperatura e l'umidità, ma anche monitorare
la postura e tracciare in modo più accurato i movimenti. In questo modo, i dati raccolti possono essere utilizzati per monitorare il proprio stato di salute o quello di un paziente, anche nelle attività quotidiane, mantenere il corpo in un ambiente controllato o raccogliere in generale dei dati utili per migliorare il proprio stile di vita. Un esempio di prototipo in questo settore è
l'Hexoskin Smart Shirt, una maglia nata dalla collaborazione tra la NASA e la Canadian Space Agency. Questo indumento è infatti in grado di raccogliere dati sull'attività quotidiana e la qualità del sonno, grazie a sensori che raccolgono dati come il battito cardiaco, calorie bruciate, frequenza respiratoria, volume polmonare e molto altro. Il risultato è un prodotto estremamente
leggero, confortevole, lavabile, ma anche nettamente più preciso rispetto ai normali tracciatori che possiamo trovare sugli smartwatch o smartband. E tra l'altro, nonostante il prodotto sia assemblato in Canada, il tessuto innovativo utilizzato viene realizzato in Italia. Nel campo della moda, invece, questi tessuti potrebbero veramente rappresentare una rivoluzione. Grazie
a questi materiali, infatti, è possibile realizzare abiti interattivi, permettendo ai designer e stilisti di creare veri e propri prodotti tecnologici in grado di adattarsi, per forma e colore, all'ambiente circostante, alle preferenze o allo stato fisico e mentale dell'utente. Ma anche integrare dei sistemi per fornire feedback aptici, effetti visivi o giochi di luce in grado di
stupire il pubblico. Quello della moda, ad oggi, è il campo che, probabilmente, è il meno esplorato dei tre, ma che ha di gran lunga le potenzialità maggiori. Sul mercato si è molto spesso ancora in fase di ricerca e sviluppo, con alcuni prototipi che vengono mostrati di tanto in tanto. Un esempio
viene dal Laboratorio di Intelligenza Artificiale nel Design di Hong Kong, che, grazie alle fibre ottiche, è stato in grado di realizzare abiti e borse luminescenti e in grado di cambiare colore.
Un altro esempio, invece, viene da Adobe, che si è cimentata nel mondo della moda presentando alla conferenza dello scorso anno il risultato del suo Project Primrose, ossia un abito formato da tanti moduli che riescono a virare dal bianco all'argentato, modificando le proprie caratteristiche riflettenti. Il risultato è un vestito il cui design è modificabile utilizzando immagini,
pattern o animazioni. Passiamo infine al campo della sicurezza sul lavoro, dove, anche in questo caso, questi abiti possono essere veramente utili sia per accogliere informazioni sullo stato di salute del lavoratore, monitorare lo sforzo fisico, correggere la postura, prevenire infortuni e molto altro ancora. Anche qui ci viene in aiuto un esempio. Eni, in collaborazione con il Mobile
Experience Lab dell'MIT, ha presentato qualche anno fa il suo progetto Safety++, una serie di indumenti pensati proprio per migliorare le condizioni del lavoratore e della sua sicurezza.
In particolare, questi indumenti sono dotati di vari sensori e sono in grado di fornire dei feedback aptici. In questo modo si può avvisare l'operatore in modo diretto e reattivo, utilizzando delle forti vibrazioni e quindi in grado di essere sentite anche se il lavoratore si trova in situazioni particolari o sta indossando delle cuffie per isolarsi dai
rumori ambientali. E questo, per fare alcuni esempi, può essere estremamente utile per avvertire una situazione di pericolo, come la presenza di gas tossici, il sollevamento di carichi troppo pesanti, o se un'imbracatura o un dispositivo di sicurezza non è stato indossato correttamente. Parallelamente al mondo degli e-textiles, tuttavia è doveroso citare anche
un'altra forma di tessuto, tra virgolette "intelligente", che sfrutta invece le proprietà chimiche e fisiche dei materiali di cui è formato. Una soluzione sicuramente meno "elettronica", ma altrettanto avanzata dal punto di vista tecnologico. Alcuni esempi in questo campo vengono dall'azienda italiana Fulgar, che, oltre a filati realizzati in modo sostenibile o riciclando
altri materiali, ha recentemente presentato dei tessuti dalle funzionalità avanzate. Uno di questi è il Q-Skin, realizzato con ioni d'argento e in grado di regolare la proliferazione batterica.
Un altro, invece, chiamato Emana, sfrutta diversi materiali per assorbire e rilasciare il calore corporeo, con l'obiettivo di aumentare il benessere durante le attività fisiche.
Infine, sempre da un'azienda italiana, viene il tessuto "theBreath", che è in grado di assorbire polveri sottili, molecole inquinanti e odori sgradevoli per creare ambienti sani e sicuri.
Per finire, proprio qualche giorno fa, LG ha presentato un nuovo display micro-LED flessibile ed elastico in grado di piegarsi, distorcersi ed estendersi con una certa elasticità, adattandosi a diverse superfici anche complesse. Come affermato da LG stessa, i campi di applicazione di questa tecnologia sono numerosi, e questi dispositivi possono essere impiegati ad esempio nei mobili,
nelle auto e per realizzare interfacce utente più "fisiche", utilizzando superfici in grado di modificare forma. E ovviamente un altro campo di applicazione di questi display è proprio l'industria della moda. In conclusione, quindi, quello dei dispositivi indossabili è un settore decisamente florido, con ancora molti margini di crescita e di innovazione. E se da una parte
troviamo prodotti completi e sul mercato da diverso tempo, come smartwatch, smartband e i più recenti occhiali e anelli, dall'altra esiste tutto un nuovo mondo che sta venendo esplorato solo recentemente, che è quello dei tessuti. L'utilizzo di filamenti realizzati con materiali dalle proprietà innovative o integrati con componenti elettronici, potrà infatti cambiare
ulteriormente il nostro stile di vita e il modo in cui ci vestiamo, con un occhio particolare alla personalizzazione che raggiungerebbe con questa tecnologia livelli mai visti prima. Tuttavia, numerose tecnologie sono ancora nelle prime fasi di ricerca o prototipali, e probabilmente servirà ancora qualche anno prima di vedere sul mercato, e soprattutto ad un prezzo accessibile, dei veri
e propri abiti intelligenti.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia. Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio. Per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, seguiteci su Instagram a @dentrolatecnologia
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