
In questa seconda puntata estiva Luca Martinelli, autore del podcast, parlerà dei nuovi modelli di intelligenza artificiale generativa che sono stati pubblicati negli ultimi mesi, cercando di fare un confronto e capire quali sono le principali differenze e peculiarità.
La programmazione regolare riprenderà a Settembre.

Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Nella seconda puntata dell'edizione estiva, Luca Martinelli, autore del podcast, parlerà dei nuovi modelli di intelligenza artificiale generativa che sono stati pubblicati negli ultimi mesi, cercando di fare un confronto e capire quali sono le principali differenze e peculiarità.
Negli ultimi mesi, una dietro l'altra, le aziende fanno a gara per rilasciare i loro servizi integrati con l'IA, soprattutto nel campo della generazione di immagini e testi.
E in questa puntata estiva ci concentreremo proprio su quest'ultimo tipo, di cui i chatbot sono la massima espressione.
Vedremo quindi quali sono le principali, i modelli che le alimentano, e cercheremo di capire quali sono i limiti e le particolarità di ognuna di esse.
Il primo è ChatGPT di OpenAI, senza dubbio il più popolare e di cui ne esistono due versioni.
Una gratuita, basata sul modello GPT 3.5, e l'altra, più potente ma a pagamento, basata sul modello GPT 4.
ChatGPT, come le altre IA che andremo ad analizzare, è in grado di comprendere testi, inventare storie, scrivere algoritmi, riassumere o tradurre testi e molto altro.
É in grado poi di tenere in memoria diverse chat, da cui poter estrapolare il contesto per poter continuare in modo coerente la conversazione.
ChatGPT, in generale, riesce a rispondere egregiamente a qualsiasi domanda, se questa non diventa troppo particolare o troppo specifica.
In campo giuridico o medico, ad esempio, spesso l'IA è molto vaga o inesatta e consiglia di rivolgersi a dei professionisti.
Il principale limite di ChatGPT, però, è l'assenza di accesso a Internet.
Le risposte che fornisce, infatti, sono frutto dell'addestramento del modello linguistico, che comprende dati fino al 2021.
Inoltre, non fornisce le fonti delle sue risposte che, ogni tanto, rischiano di essere sbagliate o completamente inventate.
Nonostante ciò, GPT-4 è fra le più potenti, se non la più potente, IA sul mercato.
E il fatto di poter essere utilizzata anche come API, poi, permette agli sviluppatori di creare degli strumenti “AI powered” senza dover creare la propria intelligenza artificiale da zero.
Un esempio è Snapchat, che da poco ha introdotto nella sua app il chatbot My AI.
Infine, da poco ChatGPT ha introdotto anche i plugin, che ne estendono le potenzialità esponenzialmente, integrando, ad esempio, l'accesso a Internet, creando grafici, leggere PDF e tanto tanto altro.
La seconda grande azienda che non è rimasta certamente a guardare il successo di ChatGPT è Microsoft, che negli ultimi mesi ha investito miliardi di euro in questo campo.
Ha infatti introdotto una nuova versione di Bing, che anch'essa sfrutta la potenza di GPT-4 per rispondere a tutte le nostre domande e, soprattutto, fare le ricerche su Internet.
Riesce infatti ad accedere ai risultati di ricerca e fornire le fonti e i link da cui prende le informazioni.
La stessa tecnologia, poi, Microsoft l'ha applicata anche in altri suoi prodotti, come Office 365, Windows, Teams e GitHub, creando quelli che ha definito dei copilot, che aiutano l'utente nella creazione di testi, immagini, presentazioni, codice o aiutandolo in generale a portare a termine i suoi task.
L'ultima arrivata, soprattutto in Italia, è Google, con il suo Bard.
Bard è di fatto un chatbot, così come ChatGPT, con le stesse funzionalità e caratteristiche.
È basato sul modello Palm 2, anch'esso disponibile sotto forma di API per gli sviluppatori, e che alimenta anche altri prodotti Google, come Search, Gmail, documenti, fogli, presentazioni e Meet.
Così come GPT-4, poi, Bard è multimodale, ossia è in grado di vedere ed iscrivere immagini e, in futuro, anche di produrne, grazie ad un'integrazione con Adobe Firefly.
A differenza di ChatGPT, è in grado di accedere a Internet o di leggere pagine web, semplicemente incollandone il link.
Tuttavia, questa funzionalità non funziona sempre benissimo, e spesso tende a inventare alcune informazioni.
Infine, Bard è integrato alla perfezione con altri strumenti di Google, dando la possibilità di esportare le risposte in Google Drive, Gmail o eseguire codice direttamente su Google Collab.
Un progetto molto interessante, infine, è portato avanti da Meta, e si tratta di Lama, di cui è uscita da poco la versione 2.
Lama è un modello di intelligenza artificiale, ma, a differenza degli altri, è open source, ossia scaricabile e utilizzabile da chiunque.
Grazie a Lama 2, quindi, un'azienda può creare una sua intelligenza artificiale che può servire, ad esempio, per manipolare dati sensibili che non devono essere condivisi esternamente.
Chiaramente, la potenza di calcolo necessaria è molto elevata, quindi sono comunque necessari dei costi non indifferenti per eseguire la propria IA, ma sono comunque disponibili diverse versioni più o meno potenti.
La versione più grande, ad esempio, ha una potenza paragonabile a quella di altri competitor, come Palm o GPT, e può essere estesa e addestrata a proprio piacimento per creare applicazioni personalizzate.
E ora che la gara dell'intelligenza artificiale si fa sempre più accesa e tutte le principali big tech sono in campo, non ci resta che osservare quali saranno le prossime mosse per creare ecosistemi sempre più ampi ed integrati, con dei benefici enormi, soprattutto in termini di produttività e scelta, per tutti noi.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.