In un'epoca in cui la sicurezza è diventata una priorità assoluta in molteplici ambiti, è fondamentale comprendere come le tecnologie avanzate possano rendere i viaggi aerei più sicuri ed efficienti e contribuire allo sviluppo di diversi settori industriali. L'utilizzo dei raggi X in ambito aeroportuale è un esempio emblematico di come l'innovazione tecnologica possa migliorare significativamente i processi di controllo e sicurezza. Queste tecnologie, però, trovano applicazione non solo negli aeroporti, ma anche in altri contesti cruciali, come luoghi pubblici e privati in cui la sicurezza deve essere messa al primo posto. Per affrontare questi temi abbiamo invitato Davide Baratto, CEO di Gilardoni.
Nella sezione delle notizie parliamo dell’arrivo sulla Terra dei primi campioni del lato nascosto della Luna e infine di robot più “umani” grazie ad una pelle coltivata.
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Forse non tutti sanno che le macchine sono programmate per inserire all'interno del bagaglio l'immagine di una minaccia per verificare che l'operatore sia attento e quando l'operatore allarmerà il bagaglio in base a questa immagine che è stata aggiunta all'interno del bagaglio artificialmente dal software, il software avviserà che in quel caso la minaccia era
diciamo artificiale e il bagaglio dovrà essere re-ispezionato per verificare che oltre alla immagine inserita dal software non ci sia nient'altro.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host Davide Fasoli.
Oggi parleremo del ruolo delle macchine a raggi X e di altre tecnologie sviluppate dalla società Gilardoni per rendere più sicuri gli aeroporti e molti altri luoghi critici.
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Nella mattinata del 25 giugno è rientrata sulla Terra la capsula della missione spaziale Chang'e-6 dell'Agenzia Spaziale Cinese, con all'interno i campioni di roccia lunare prelevati sulla superficie del Cratere Apollo sul lato nascosto della Luna.
Si tratta di un vero e proprio traguardo storico per il settore dello spazio, perché per la prima volta la comunità scientifica potrà analizzare fisicamente dei campioni prelevati sul lato opposto della Luna, che noi dalla Terra non possiamo vedere direttamente.
Nella prima conferenza stampa dell'Agenzia è stato rivelato che la massa dei campioni dovrebbe essere inferiore a 2 kg proprio come da programma.
Inoltre, dalle analisi preliminari è emerso che il suolo della zona su cui è atterrato il lander risulta più viscoso e ricco di grumi rispetto al campione prelevato sul lato visibile della Luna.
In ogni caso, la comunità scientifica era già a conoscenza del fatto che lo spessore della crosta lunare, l'attività magmatica e la composizione fossero diverse rispetto alla regione visibile della Luna.
E a questo punto si spera che i primi campioni raccolti sul lato nascosto della Luna possano fare luce sulle cause di tali differenze.
Uno degli obiettivi della robotica è senza dubbio quello di creare dei robot sempre più tra virgolette “umani”, sia per quanto riguarda le interazioni, sia dal punto di vista fisico ed estetico.
Una notizia in questo senso viene da un team formato da ricercatori della Harvard University e dell'Università di Tokyo, che hanno sviluppato un nuovo sistema per applicare la pelle coltivata alle superfici robotiche.
Al momento il sistema utilizzato è infatti quello delle ancore a protusione, un sistema invasivo e sub-ottimale che rischia spesso di danneggiare o rompere la pelle coltivata.
Il nuovo sistema invece utilizza le ancore a perforazione, ossia dei legamenti costituiti principalmente da collagene ed elastina che ancorano la pelle coltivata sulla superficie sottostante del robot.
In questo modo la pelle può essere applicata anche a superfici complesse, rimanendo saldamente attaccata e permettendone al contempo una maggiore e miglior contrazione.
L'utilizzo di pelle coltivata dunque permetterà ai robot sicuramente di avere un aspetto più umano, con una qualità espressiva nettamente migliorata.
Dall'altro però dobbiamo ricordarci del fenomeno dell'Uncanny Valley, per cui molte persone potrebbero provare un senso di repulsione verso queste nuove tipologie di robot.
In un'epoca in cui la sicurezza è diventata una priorità assoluta in molteplici ambiti, è fondamentale comprendere come le tecnologie avanzate possano rendere i viaggi aerei più sicuri ed efficienti e contribuire allo sviluppo di diversi settori industriali.
L'utilizzo dei raggi X in ambito aeroportuale è un esempio emblematico di come l'innovazione tecnologica possa migliorare significativamente i processi di controllo e sicurezza.
Ma queste tecnologie, appunto, trovano applicazione non solo negli aeroporti, ma anche in altri contesti cruciali, come luoghi pubblici e privati, in cui la sicurezza deve essere messa al primo posto.
Di questo e non solo parliamo oggi con Davide Baratto, CEO di Gilardoni.
Benvenuto Davide.
Grazie, buongiorno.
Innanzitutto, raccontaci e spiegaci di che cosa si occupa Gilardoni.
Gilardoni è un'azienda storica che nasce nel secondo dopoguerra, nel 1947, portando in Italia la tecnologia dei raggi X, che era una tecnologia tedesca e che era stata sviluppata quindi principalmente in Germania.
Dopo la seconda guerra mondiale c'era la necessità di utilizzare e di produrre in Italia degli impianti a raggi X, che all'epoca erano utilizzati soprattutto nell'ambito ospedaliero e medico, quindi ortopedico, che sono le prime applicazioni, quelle forse più note.
E quindi Gilardoni comincia da lì a sviluppare gli impianti a raggi X che produciamo qui e progettiamo qui in Gilardoni.
Poi con lo sviluppo economico i raggi X hanno cominciato a essere utilizzati anche a livello industriale per il controllo della qualità dei manufatti, non so, dalle saldature dei gasdotti alla qualità delle fusioni di alluminio o dei prodotti di varia natura.
Oggi i raggi X sono utilizzati in quasi tutti gli ambiti industriali, dal navale all'aerospaziale, all'alimentare, alla moda.
Poi negli anni 70 con i primi attentati terroristici si è posta la necessità di sviluppare delle macchine che potessero controllare il contenuto dei bagagli.
E quindi Gilardoni, ancora oggi, progetta e produce impianti che garantiscono la sicurezza nei voli aerei, ma non solo, come dicevi prima, anche in una serie di altre situazioni, quindi luoghi pubblici, dalle fiere alle crociere, dalle metropolitane, in alcuni paesi anche gli hotel, alle ambasciate, ad aziende critiche e a punti strategici, i ministeri, le carceri.
Sono tantissimi gli ambiti in cui si controllano i bagagli.
Poi qui si apre un ambito per cui ci sono il controllo dei bagagli da stiva, quelli di bagagli a mano, il controllo nelle carceri è certamente molto diverso da quello degli aeroporti, con caratteristiche e richieste diverse, e quindi Gilardoni ha sviluppato una serie di impianti per questo tipo di applicazioni, e quindi ancora oggi Gilardoni produce quindi
impianti a raggi X, e li produce e li progetta in Italia, sia per l'ambito medico, che quello industriale, che quello della sicurezza.
Ok, e oggi ci concentriamo su quello aeroportuale, come hai detto tu, in realtà è il più emblematico ma è forse quello con cui abbiamo più familiarità, però in realtà sono tantissimi gli ambiti in cui la stessa tecnologia e le stesse macchine devono essere utilizzate per garantire la sicurezza.
Ci racconti quindi come si fa a garantire la sicurezza all'interno di un aeroporto e qual è il vostro contributo in questo?
Certo, la sicurezza in un aeroporto è un tema complesso, perché oltre al controllo bagagli che vediamo, al quale siamo abituati, ci sono una serie di altri controlli.
Intanto il bagaglio da stiva viene controllato allo stesso modo, o in modo analogo a quello che succede col bagaglio a mano, ma poi le merci del duty free devono essere controllate per verificare che eventuali minacce non entrino da quella “porta” tra virgolette.
E così come il personale degli aeroporti deve essere verificato e quindi ci sono dei varchi che sono destinati a questo, ma che hanno controlli del tutto simili a quelli dedicati ai passeggeri.
Quindi, l'ambiente aeroportuale è un ambiente complesso, con vari tipi di richiesta e vari tipi di esigenza.
Ormai è comune, anche se negli anni 70 non lo era, che chi prende un aereo debba sottoporsi a dei controlli che vanno dal controllo del proprio bagaglio a mano, e siamo abituati quindi a porre il bagaglio su una rulliera e poi farlo passare attraverso una macchina a raggi X e queste sono le macchine che Gilardoni produce e progetta.
Poi c'è un controllo della persona, quindi i body scanner piuttosto che i metal detector, per verificare che anche la persona non abbia nulla di proibito, diciamo, addosso.
ma anche, come dicevamo prima, i bagagli da stiva vengono controllati.
Perché anche se le richieste e le proibizioni sono diverse ci sono delle limitazioni anche nei controlli dei bagagli da stiva e poi anche a livello doganale.
A volte uno non ci pensa, ma per esempio portare certi alimenti in certi paesi è proibito per evitare poi problemi magari con “contaminazioni” tra virgolette di agenti che non sono presenti in quel paese in modo naturale, quindi anche le dogane usano non solo per prevenire il contrabbando o il commercio di merci proibite, ma anche per motivi molto diversi da questo.
Ok, non hai citato nello specifico le persone, perché in questo caso si utilizzano tecnologie diverse.
diversa. Ci parli un po' quindi delle tecnologie che vengono utilizzate, che voi utilizzate per fare questi controlli?
Sì, allora… Gilardoni progetta e produce macchine a raggi X.
Queste servono per guardare all'interno dei bagagli.
Quindi il bagaglio a mano, tipicamente come quello da stiva, viene posto su delle rulliere e viene fatto passare attraverso una macchina a raggi X che ne controlla il contenuto.
E poi vedremo magari come lo controlla e come riesce a rilevare eventuali minacce.
Per quanto riguarda invece le persone...
Vengono utilizzate tecnologie diverse, i raggi X sono dannosi alle persone e quindi devono essere evitate esposizioni non necessarie.
Quindi in Italia per esempio è proibito esporre a radiazioni una persona se non per uso medico.
Questo fa sì che, almeno in Italia, in certi paesi si usano anche i raggi X per controllare le persone e questo permetterebbe, per esempio, di verificare se all'interno del corpo il passeggero sta trasportando merci proibite, come a volte succede con ovuli di droga, eccetera.
E questo in alcuni paesi è utilizzato, in Italia no.
Più comunemente, invece, le persone vengono verificate utilizzando o dei metal detector, che sono quei portali sotto i quali siamo abituati a passare, che ogni tanto suonano, e che verificano la presenza di materiali metallici addosso alla persona.
Per questo ci fanno togliere la cintura, l'orologio e quant'altro.
E quindi o il metadetector oppure oggi ci sono anche i body scanner a onde millimetriche.
Tipicamente li avrete visti negli aeroporti, sono quelli dove si entra, si alzano le braccia e si sta fermi per qualche secondo.
Ecco, quelli sono degli scanner che attraverso una tecnologia a onde millimetriche riesce a identificare oggetti che possiamo avere nascosti sotto i vestiti, quindi non attraversano il corpo umano, ma attraversano i vestiti e quindi possono identificare oggetti anche non metallici che potrei avere all'interno sotto i vestiti o nelle tasche o da qualche parte.
E questo è un altro metodo sempre più frequente di controllo perché permette di identificare anche qualcosa che non sia metallico.
Potrei avere un coltello di ceramica, per esempio, o qualcosa del genere.
E poi ci sono ulteriori controlli che vengono fatti secondo certi CONOPS, si dice, certe procedure e quindi statisticamente oppure in base a certi criteri si verifica per esempio la presenza di tracce di esplosivi o di droghe.
Cioè, a volte ci sarà capitato di essere controllati e ci avranno passato dei pezzettini di tessuto, chiamiamolo così, sulle mani o sulla valigia per rilevare delle tracce.
di esplosivi o di droghe. Quindi queste striscette di materiale che vengono passate sulle nostre mani, sulla valigia, eccetera, raccolgono la polvere, chiamiamola così, le tracce che possono esserci presenti su queste superfici, poi vengono inserite in una macchina che utilizzando delle tecnologie spettrometriche, che adesso non andiamo ad approfondire, comunque verificano
la presenza anche di minime tracce di materiali proibiti, principalmente droghe o esplosivi e possono indicare che la persona ha avuto a che fare con questi materiali nelle ore o nei giorni precedenti all'imbarco e chiaramente potendo in questo modo dare degli elementi a chi fa i controlli per prendere dei provvedimenti.
Ok, concentriamoci adesso su i raggi X e i macchinari che realizzate.
Ci spieghi come i raggi X permettono di individuare ciò che abbiamo all'interno del nostro bagaglio da stiva o a mano e anche riconoscere diversi materiali, uno potrebbe essere pericoloso, un altro no, e magari anche la forma degli oggetti.
Sì, allora, i raggi X funzionano sulla base del principio che queste onde elettromagnetiche, che sono molto simili alla luce in tutto e per tutto, solo che non sono visibili, hanno la proprietà di attraversare gli oggetti, come se questi fossero di vetro, trasparenti, e venire parzialmente assorbiti dagli oggetti
stessi, un po' come succederebbe con degli oggetti di vetro, ok? Per i raggi X tutto il mondo è fatto di vetro, di qualcosa di trasparente.
Quindi attraversano il bagaglio e vengono rilevati da un detettore che è dall'altra parte del bagaglio.
che ne crea un'immagine.
Un'immagine che quindi rivela che cosa c'era all'interno del bagaglio proprio come se il bagaglio fosse stato trasparente.
Quindi in questo modo si possono ottenere delle immagini che mostrano gli oggetti all'interno del bagaglio e già da subito possiamo verificare la forma di questi oggetti.
E quindi è facile identificare la presenza di un cellulare o di una pistola o di una camicia piuttosto che di un libro attraverso la forma.
Ma questo spesso non è sufficiente.
E allora, nel controllo bagagli viene utilizzata una tecnica particolare che si chiama Dual Energy, cioè ci sono due sensori sovrapposti sensibili a due bande di energie diverse.
Siccome i materiali assorbono i raggi X in modo diverso alle diverse energie a seconda della composizione dell'oggetto, questo metodo permette di identificare i materiali di cui è composto l'oggetto.
E quindi, quando guardiamo l'immagine ai raggi X di un controllo bagagli, ci accorgiamo che l'immagine è colorata, stranamente colorata.
Ora, i colori non rappresentano i colori reali degli oggetti che ci sono all'interno del bagaglio, ma sono rappresentativi del materiale.
Quindi in azzurro verranno colorati i materiali metallici e quindi potrò distinguere la pistola di un bambino che è di plastica da quella del papà che sarà di acciaio o di ferro.
Quindi i metalli sono azzurri, i materiali organici sono arancioni, nei vari toni di arancione, i materiali inorganici sono verdi, questa è la principale classificazione.
Poi, chiaramente distinguendo i vari materiali, posso fare delle analisi e dire per esempio: se io ho una bustina di sale e una di zucchero all'interno della valigia, il sale è inorganico e apparirà verde.
Lo zucchero è organico e apparirà arancione, quindi nonostante siano molto simili dal punto di vista visivo, in realtà per la macchina sono due oggetti molto diversi e questo poi permetterà chiaramente di distinguere anche materiali esplosivi o droghe o altri materiali proibiti che possano essere contenuti nel bagaglio anche con l'aiuto proprio della composizione,
come facevamo prima l'esempio della pistola giocattolo del bambino che è di plastica e quindi apparirà arancione, quella invece del terrorista eventuale è metallica probabilmente quindi avrà una colorazione azzurra.
Poi algoritmi di intelligenza artificiale, sistemi particolari aiuteranno l'operatore a allarmare certi tipi di immagini, certi tipi di oggetti che possono rappresentare una minaccia.
Ecco, su questo aspetto ci torniamo tra un secondo.
Prima volevo chiederti una cosa.
Hai fatto questa analogia con vedere il mondo fatto di vetro.
E allora perché alcuni oggetti, come liquidi o i nostri computer, i tablet, vanno tirati fuori dalla valigia?
Beh, questo deriva dal fatto che, per esempio il computer, è un oggetto che ha un sacco di elettronica all'interno e ha delle batterie.
Le batterie in realtà potrebbero fornire un aiuto a chi voglia nascondere qualcosa, all'interno del pc per esempio, e quindi se il computer viene analizzato da solo All'interno della vaschetta la macchina si può concentrare solo sul PC e quindi verificare la presenza di eventuali oggetti proibiti all'interno del computer.
Se invece il computer è all'interno di un bagaglio molto complesso per la sua composizione e con una complessità addizionale dovuta appunto alla struttura del PC, delle sue batterie, delle sue elettroniche, questo potrebbe aiutare a nascondere le minacce o gli oggetti proibiti.
La stessa cosa per i liquidi. I liquidi sono estremamente complessi perché...
La composizione di liquidi esplosivi o non esplosivi è estremamente simile, può essere estremamente simile.
E allora, nella maggior parte delle macchine, è necessario separare il liquido per poterlo analizzare con più dettaglio e non sovrapporlo a una serie di altri oggetti che potrebbero in qualche modo difficoltare, rendere più difficile l'identificazione del reale contenuto della bottiglia o della lattina o di quello che è.
Proprio perché liquidi pericolosi o non pericolosi si differenziano relativamente poco e quindi la sovrapposizione con una serie di altri oggetti la camicia, il libro o le altre cose che hai nella valigia potrebbe rendere difficile questa identificazione.
Ok, quindi abbiamo capito adesso come funzionano questi macchinari, come fanno a determinare, senza aprirli, il contenuto dei nostri bagagli, però poi, da un punto di vista pratico, quando ci troviamo in aeroporto e dobbiamo superare, e abbiamo anzi superato i controlli di sicurezza con il nostro bagaglio, chi si occupa concretamente di analizzare l'immagine prodotta da questi
macchinari e quindi l'immagine a raggi x del bagaglio?
Sì, qui ci sono un po' di elementi interessanti.
Allora, certamente l'operatore ha un ruolo importantissimo e deve prestare la massima attenzione al contenuto dei bagagli.
Forse non tutti sanno che le macchine sono programmate per inserire all'interno del bagaglio l'immagine di una minaccia, statisticamente in maniera un po' imprevedibile, per verificare che l'operatore sia attento e quando l'operatore allarmerà il bagaglio, in base a questa immagine che è stata aggiunta all'interno del bagaglio
artificialmente dal software, il software avviserà che in quel caso la minaccia era artificiale e il bagaglio dovrà essere reispezionato per verificare che oltre alla immagine inserita dal software non ci sia nient'altro.
Ma in particolare è l'operatore che deve giudicare le immagini.
Poi in realtà i software degli impianti hanno e utilizzano algoritmi e anche intelligenza artificiale per aiutare l'operatore, quindi l'impianto diciamo segnalerà le cose pericolose che ha identificato, poi sarà l'operatore a valutare nel dettaglio la segnalazione dell'impianto, quindi ci sarà il quadratino intorno all'oggetto valutato
sospetto, l'operatore lo potrà valutare in un primo momento guardando a monitor le immagini di questo oggetto.
E poi nel caso abbia ancora dei dubbi come spesso succede il bagaglio viene deviato nel suo percorso, non restituito al passeggero ma deviato a un secondo controllo dove un secondo operatore riceve l'immagine del primo operatore con la segnalazione dell'oggetto che è stato oggetto di sospetto.
E allora la guardia aprirà il bagaglio e controllerà visivamente o con altri strumenti l'oggetto che è stato segnalato e quindi se l'operatore di primo livello, si chiama, cioè quello a fianco alla macchina, vede le forbicine, le segnala sulla macchina e il bagaglio viene deviato al secondo operatore
che aprirà la valigia, cercherà le forbicine e le toglierà dal bagaglio.
Tutto questo può succedere così, come siamo abituati a vederlo, ma potrebbe anche succedere in un altro modo.
Il primo controllo potrebbe anche essere remotizzato per ottimizzare i controlli soprattutto in aeroporti che abbiano bassi flussi, voli sporadici come succede in Finlandia o in piccole isole eccetera.
È possibile remotizzare il primo controllo utilizzando del personale che è in veri e propri centri di controllo, magari a Roma piuttosto che in un'altra città, anche lontana, e che riceve le immagini degli impianti in loco, le valuta e poi segnala eventualmente agli operatori in loco il controllo necessario sul bagaglio del passeggero.
Ok, adesso parlerei invece di rulliera che è un'altra cosa di cui vi occupate, però prima volevo fare una, sottolineare una cosa, finora abbiamo parlato di sicurezza, però in realtà un altro obiettivo che bisogna cercare di raggiungere soprattutto in posti affollati come gli aeroporti è quello dell'efficienza che forse non è un aspetto per nulla secondario,
cioè dobbiamo ricordarci che tutto questo serve anche per rendere sicuri ma allo stesso tempo molto più veloci i controlli e quindi poter controllare nello stesso lasso di tempo molte più persone, giusto?
Assolutamente sì, certamente per rendere migliore l'esperienza del passeggero bisogna evitare che questo faccia file molto lunghe e perda molto tempo per questi controlli.
I controlli sono necessari, vanno fatti, però vanno resi più agili possibili.
E per questo si è passati nel tempo a macchine magari più veloci, per esempio noi di Gilardoni abbiamo prodotto delle macchine che sono il 50% più veloci delle macchine normalmente utilizzate negli aeroporti.
E abbiamo sviluppato una serie di sistemi di ritorno vassoi, cioè di gestione dei vassoi negli aeroporti per automatizzare tutto il processo.
E quindi le linee automatizzate permettono...
un flusso molto elevato di passeggeri, quindi il vassoio viene reso disponibile al passeggero in maniera che lui lo prenda, diciamo, dal vano sottostante al piano della ruliera, lo mette sulla ruliera, ci mette i bagagli, come a volte vi sarà successo di vedere negli aeroporti, e poi una ruliera automatica spinge questi vassoi
all'interno della macchina e li guida attraverso il percorso.
Questo permette di avere varie stazioni che si chiamano tecnicamente di divesting, cioè dove il passeggero toglie i propri oggetti dalle tasche, o si toglie la giacca, il cappello, la cintura e quant'altro, e mette anche il suo zaino, la sua valigetta all'interno del vassoio.
Secondo i CONOPS e quindi le procedure di controllo, separerà i liquidi o non li separerà a seconda delle macchine che vengono utilizzate.
Poi spingerà il suo vassoio, il vassoio passerà attraverso l'impianto a raggi X, verrà verificato il contenuto, poi se l'impianto a raggi X non ha segnalato nulla di pericoloso...
il vassoio verrà restituito al passeggero, che nel frattempo sarà passato attraverso il metal detector o il body scanner, e lui potrà riprendere i suoi oggetti.
Oppure, il vassoio verrà deviato al controllo di secondo livello, dove appunto verrà verificato da un secondo operatore.
Alla fine, quando il vassoio viene vuotato...
c'è una telecamera che verifica che realmente il passeggero non abbia dimenticato nulla, tante volte capita di dimenticare qualcosa nel vassoio, quindi c'è una telecamera che con l'intelligenza artificiale verifica che il vassoio sia vuoto.
Se non lo è, si richiama al passeggero e gli si restituisce quello che lui ha dimenticato.
Una volta che il vassoio è vuoto viene portato in fondo alla linea, automaticamente, e poi attraverso un pozzo viene portato a livello inferiore, sotto la linea, e viene riportato in automatico verso la parte iniziale della linea di controllo, quindi al prossimo passeggero che ne avrà bisogno, e nel frattempo verrà sanificato dopo il Covid, ci sono delle stazioni
di sanificazione del vassoio dove il vassoio viene sanificato e poi passa sotto la macchina a raggi X e viene riportato al prossimo passeggero.
Tutto questo permette di migliorare moltissimo la velocità di passaggio dei passeggeri proprio perché ci sono varie stazioni di divesting, come abbiamo detto prima, ma anche varie stazioni di rivesting, cioè dove il passeggero può riprendere i suoi oggetti e proseguire il suo viaggio.
Questo chiaramente richiede delle linee particolarmente lunghe, dove appunto ci sono gli spazi sia di divesting, di controllo, di controllo secondo livello e poi di rivesting, e poi il pozzo che riporta i vassoi all'inizio della linea.
Però questo migliora e può anche raddoppiare la quantità di passeggeri che possono passare attraverso i controlli per ogni ora, riducendo notevolmente le attese che sono molto noiose e a volte ci fanno perdere tanto tempo.
Sì, che poi questo sicuramente è il collo di bottiglia dei controlli di sicurezza.
Passiamo invece, dopo averci raccontato tutte queste tecnologie attuali, a parlare un po' di futuro.
E cioè, come vedete, il futuro dei controlli aeroportuali, abbiamo detto, non solo tutti i luoghi in cui appunto la sicurezza deve essere messa al primo posto.
In futuro come cambieranno, ci sono nuove tecnologie che si stanno sviluppando, nuove dinamiche anche di approccio ai controlli?
Sì, allora c'è certamente una continua evoluzione in queste cose e se ripercorriamo la storia, diciamo, i primi controlli aeroportuali erano molto diversi da quelli di oggi.
Si è partiti con delle macchine molto semplici, negli anni 70, chiaramente la tecnologia non era quella di oggi, poi si è passati a immagini digitali per esempio, poi si è passati al doppia vista, quindi la maggior parte dei controlli aeroportuali attuali sono doppia vista, quindi si vede il bagaglio da due punti di vista, non solo da sopra ma anche dal lato
perché capirai bene che un oggetto visto da una proiezione o dall'altra può cambiare forma e quindi avere due viste può aiutare a identificare e a vedere da due punti di vista diversi lo stesso oggetto e capire bene di che cosa si tratta.
Poi ci sono anche impianti tomografici, quindi che generano in realtà, facendo girare intorno al bagaglio il sistema a raggi X, per esempio, lo vede da tutti gli angoli e ne ricostruisce l'immagine tridimensionale, quindi ci sono macchine che permettono di vedere tridimensionalmente il contenuto del bagaglio e quindi poterlo analizzare in tutti i suoi punti di vista.
Poi, ecco, questi sono gli impianti nei quali normalmente non è richiesto di togliere il computer per esempio dal bagaglio, come succede in certi aeroporti, proprio perché ricreando un'immagine tridimensionale del bagaglio è possibile isolare il computer per esempio come se fosse in una vaschetta a parte e quindi questa è un'evoluzione.
Ma se si immaginano i controlli nel futuro, magari si potrà avere un'ulteriore evoluzione dei controlli con delle macchine che permettano di essere molto più veloci, molto più precisi, cercando sempre di migliorare sia la sicurezza che l'esperienza del passeggero.
Sì, che appunto abbiamo capito essere i due pilastri fondamentali di ciò che fate per garantire la sicurezza in questo ambito.
Va bene, grazie allora Davide per averci raccontato una parte, quanto meno, di ciò che fate di questo mondo legato appunto ai raggi X e non solo.
Alla prossima!
Grazie. Alla prossima.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia, io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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