
Quello medico è un settore che, come abbiamo più volte constatato, è una fucina di ricerche e sperimentazioni di nuove tecnologie, con l'obiettivo di garantire delle cure sempre più mirate, meno invasive e personalizzate per ciascun paziente. Il campo dell'oftalmologia, o oculistica, ha negli ultimi anni subito numerose innovazioni, con l'introduzione o il perfezionamento di nuove tecnologie, come il laser, volte alla cura o alla prevenzione di malattie agli occhi. Per parlare di come la tecnologia stia rivoluzionando la salute degli occhi, abbiamo invitato Sergio Ares, Medico e Country Manager per l’Italia dell'Istituto Oftalmico Europeo - Clinica Baviera.
Nella sezione delle notizie parliamo del nuovo formato video AV2, che promette di ridurre notevolmente la banda necessaria per lo streaming mantenendo alta qualità e del rivoluzionario elicottero autonomo U-Hawk presentato da Lockheed Martin.



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• Puntata realizzata in collaborazione con Clinica Baviera
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• Ecstasy by Rabbit Theft
• Time by Syn Cole
Il pensiero di Clinica Baviera è sempre un po' questo, di rendere la chirurgia refrattiva, nel nostro caso, il più accessibile per tutti, sia nell'ambito economico, avendo prezzi onesti, sia geograficamente, di avere cliniche vicine ai pazienti e quindi ci prendiamo tanta cura scegliendo la tecnologia giusta.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo con Clinica Baviera delle innovazioni tecnologiche che hanno trasformato l'oftalmologia, dai laser per la correzione dei difetti visivi, fino alle nuove metodologie di diagnosi supportate dall'intelligenza artificiale.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina, su Spotify, Apple Podcast, YouTube Music oppure direttamente sul nostro sito.
In un mondo digitale dove lo streaming video è sempre più centrale, basti pensare a piattaforme come Netflix e YouTube, social network come TikTok o Instagram, diventa fondamentale trasmettere i flussi video in modo efficiente, risparmiando quanta più banda possibile ma garantendo al contempo un'alta qualità dell'immagine.
Ciò si traduce ovviamente in tempi di caricamento minori, ma anche in risparmi energetici ed economici per le piattaforme.
Per questo nel 2015 era nata l'Alliance for Open Media, un consorzio di cui fanno parte aziende come Amazon, Google, Microsoft, Netflix e molte altre, che si occupa di definire tecnologie aperte per la distribuzione di contenuti come il formato AV1, pubblicato nel 2018.
Dal 2023 invece l'Alliance ha lavorato sullo studio e la progettazione del successore dell'AV1, chiamato AV2, che è stato finalmente presentato questa settimana da un ricercatore di Netflix, il nuovo formato, che sarà ultimato entro la fine dell'anno, permetterà da una parte di garantire la stessa qualità, usando un terzo in meno di banda, dall'altra di ottenere
con lo stesso bitrate una qualità superiore.
A ciò si aggiunge anche il supporto a flussi video multipli, video 3D e immersivi e grazie a estensioni opzionali, anche il supporto a video a 12bit o funzionalità legate all'IA.
Com'è successo per il formato AV1, tuttavia, ci vorranno sicuramente anni prima che questo formato si diffonda e soprattutto venga ampiamente supportato dai dispositivi e dai componenti hardware.
Una divisione di Lockheed Martin ha presentato l'S-70UAS U-Hawk, un sistema aereo autonomo senza equipaggio derivato dall'elicottero Black Hawk. Il velivolo, sviluppato in soli dieci mesi, include diverse innovazioni tecnologiche, tra cui l'integrazione di un sistema fly-by-wire di terza generazione a basso costo, abbinato alla tecnologia di autonomia MATRIX. Quest'ultima
utilizza telecamere, sensori e algoritmi avanzati per generare automaticamente piani di volo e navigare in sicurezza verso la destinazione. La cabina di pilotaggio è stata completamente rimossa e sostituita con portelloni apribili a conchiglia e una rampa motorizzata, aumentando lo spazio di carico del 25% rispetto a un Black Hawk tradizionale. Il controllo del
velivolo è affidato a un tablet che gestisce l'intero ciclo operativo, che va dalla fase di avvio fino allo spegnimento.
Gli operatori, in questo caso non più piloti, possono inserire gli obiettivi della missione tramite un'interfaccia touch, mentre il sistema MATRIX elabora autonomamente la pianificazione del volo.
Il velivolo può infine trasportare carichi sovradimensionati, veicoli terrestri senza equipaggio, missili, container modulari e persino sciame di droni da ricognizione.
Con un'autonomia di 14 ore e una distanza massima di 1600 miglia nautiche, l'U-Hawk mantiene anche la possibilità di sollevare 4080 kg di carico esterno.
Secondo l'attuale tabella di marcia del progetto, il primo volo operativo è previsto per il 2026.
Quello medico è un settore che, come abbiamo più volte constatato, è una fucina di ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie, con l'obiettivo di garantire delle cure sempre più mirate, meno invasive e personalizzate per ciascun paziente.
Il campo dell'oftalmologia o oculistica, ad esempio, ha negli ultimi anni subito numerose innovazioni, con l'introduzione o il perfezionamento di nuove tecnologie volte alla cura e alla prevenzione di malattie agli occhi.
Per parlare di ciò, quindi, siamo in compagnia di Sergio Ares, medico e Country Manager per l'Italia dell'Istituto Oftalmico Europeo - Clinica Baviera.
Benvenuto, Sergio.
Grazie mille, piacere di essere qui con voi.
Innanzitutto, chi è Clinica Baviera e che cosa si intende quando si parla di oftalmologia? Se me lo permetti io partirei dalla seconda parte della domanda, prima che cose si intende per l'oftalmologia.
L'oftalmologia o oculistica che è lo stesso, è quella branca della medicina che si occupa alla fine della nostra vista, del nostro occhi, la salute del nostro occhi e anche le diverse strutture che si compongono l'apparato visivo.
Questo include un po' un elenco di cose dai difetti refrattivi, cioè la miopia, l'astigmatismo, l'ipermetropia, quegli problemi che fanno che abbiamo bisogno di portare gli occhiali, all'invecchiamento naturale dell'occhio come può essere la cataratta e anche di problemi più seri e più complessi come sono il glaucoma alla retina, malattie della retina e proprio
la patologia di questo sistema.
Clinica Baviera è una rete di cliniche oculistiche, ci specializziamo giusto in quello, con 30 anni già di esperienza nel settore, più di 30 anni, nata in Spagna ma oggi è presente in quattro paesi, anche in Italia, in Germania e l'Inghilterra, con più di 140 cliniche di cui 10 sono al nord d'Italia e ci occupiamo
dell'oftalmologia a 360 gradi, ma con una forte specializzazione nella chirurgia refrattiva, cioè quell'insieme di interventi che permettono al paziente di ottenere una indipendenza sia di occhiali che di lenti a contatto, cambiando tantissimo la sua qualità di vita.
Sì, assolutamente, è un senso che diamo per scontato la vista, però effettivamente poi anche per fruire di tante altre tecnologie che utilizziamo quotidianamente è un senso fondamentale quindi è importante preservarlo soprattutto perché l'evoluzione tecnologica ha reso queste tecnologie molto più accessibili. E quindi ci racconti un po' com'è cambiato
nel corso degli anni l'oculistica grazie appunto all'evoluzione tecnologica.
e quali sono le fasi che un paziente deve attraversare per una cura della vista e che ruolo ha in tutte queste fasi la tecnologia?
Io direi che l'oftalmologia è una delle branche della medicina che è cambiata di più negli ultimi anni, soprattutto negli ultimi 30 anni, se uno pensa come era un studio oculistico o come era un intervento di cataratta, diciamo che è il più comune, è assolutamente diverso.
Negli anni '90 un studio oculistico era praticamente il nostro microscopio, diciamo, che utilizziamo per vedere l'occhio, la lampada di fessura si chiama, che è una luce dei lenti e con quello più o meno ci siamo per fare una visita oculistica in quel momento. Ad oggi una visita oculistica completa con tutto quello che serve per fare una vera diagnostica e prevenzione, una cura vera
della vista, è un investimento veramente grande perché ci sono tantissime tecnologie che ci hanno cambiato assolutamente il modo di lavorare e che ad oggi sono assolutamente fondamentali, quindi è anche più difficile fare questo tipo di "piccolo studio" che in altre specialità della medicina sono più o meno lo stesso che 30 anni fa, non sono cambiate tantissimo. Per esempio
nella chirurgia, la chirurgia di cataratta in quel momento era una chirurgia che si faceva con anestesia generale, era una chirurgia molto invasiva, si apriva tutto l'occhio. Si riservava un po' per i casi che erano praticamente cechi.
Ad oggi è una chirurgia che si fa molto molto presto perché sono 15 minuti, una chirurgia microinvasiva, abbiamo anche delle nuove lenti che permettono che il paziente dopo non usi la lente a contatto, si fa tutto senza dolore, semplicemente con gocce anestetiche, quindi ha cambiato tutto tantissimo che è un'altra specialità possiamo dire,
non ha praticamente nulla di simile con 30 anni fa come dicevo.
Questo ha un'implicazione molto importante in come si svolge il processo di un paziente fino al momento di fare una chirurgia, per esempio nel nostro caso è un po' la nostra specialità.
Quando parliamo di chirurgia reffrativa sempre il punto iniziale deve essere fare una visita completa con un'oculista, ma sempre prima di vederlo, noi come lavoriamo, il paziente arriva, fa tutta la parte un po' amministrativa e dopo c'è quello che noi chiamiamo esami, come generali e che c'è, sono 5, 6, 7 esami che facciamo con una tecnologia molto avanzata
per poter fare una diagnostica completa del paziente, se ha la sua cornea, la sua retina, come sarebbe una possibile lente che possiamo mettere in quell'occhio, vedere un po' la salute, la viabilità di quell'intervento e qual sarebbe il meglio, quindi non è fino a che facciamo tutto quello, che dopo l'oculista vede il paziente, finisce di fare un po'
la visita vedendo un po' direttamente al vivo quell'occhio, ma sempre basato su quella tecnologia che abbiamo usato prima per fare la diagnostica e poter riuscire a dargli un consiglio vero al paziente, come dico, ma sempre lo primo che facciamo sono tutti quegli esami perché se non lo facciamo noi siamo un po' persi.
Dopo che abbiamo fatto quelle raccomandazioni per il paziente, arriva il giorno dell'intervento? Gli interventi sono cambiati tantissimo negli ultimi anni, sia un po' per le tecniche, se pensiamo per esempio nel laser che ad oggi è una cosa che tutti conosciamo e che sembra già un po' routinario, ha 30 anni questa tecnologia, quindi non è che sia così nuova... così vecchia,
scusami, è abbastanza nuova nel senso che la tecnologia del laser eccimero che è quello che si usa per cambiare la forma della cornea, come dico non ha tantissimo tempo e sostituisce tecniche che si facevano prima e che i risultati non avevano nessun paragone con quello che abbiamo ad oggi. Ovviamente tutto questo si è sviluppato in questi anni, ma non è che sia una cosa così
vecchia come dicevo. Queste tecnologie che erano un po' rudimentali all'inizio adesso si sono sviluppate tantissimo e quindi con il supporto della tecnologia facciamo gli interventi più sicuri, più esatti, più affidabili alla fine, quindi è cambiato tutto tantissimo per non dipendere tanto dal fattore umano, diciamo, è tutto molto più guidato sulla tecnologia per, come dico, è diventato tutto più sicuro.
Ok, quindi da una parte, come dicevi all'inizio, è cambiato anche il vostro modo di lavorare come medici nell'applicare appunto... nel curare questi difetti della vista, però da una parte questo poi migliora la qualità del trattamento cioè il risultato finale è migliore e poi magari anche il tempo impiegato per ogni trattamento è inferiore
e quindi in questo senso diventa una tecnologia o comunque una cura più accessibile a più persone e quindi potenzialmente anche più economica.
Assolutamente, ma dobbiamo fare qui un pensiero su questo e che anche una delle caratteristiche dei valori di Clinica Baviera è cercare sempre la tecnologia giusta. Perché dico questo, perché quello che sta dicendo è vero, ma se facciamo un po' di attenzione di che tecnologia assumiamo o prendiamo nel nostro lavoro di ogni giorno, perché ci sono dopo altre che
a volte sono più una fine che un mezzo, diciamo. La tecnologia dovrebbe essere un mezzo per arrivare a un migliore risultato e a volte la tecnologia sembra di essere un una fine nel senso che dobbiamo usare questo perché è più nuovo perché è più bello...
Quasi fosse marketing cioè i pazienti potenzialmente ne sentono parlare e vogliono quello specifico trattamento perché sembra miracoloso.
Tantissimo, perché c'è anche una pressione della industria, perché è normale che la industria deve svolgere la tecnologia e fa investimenti nel sviluppo di tutto questo, ma deve essere una cosa sempre bilanciata e vedere che veramente porta qualsiasi di buono al paziente, perché tante volte con tutta questa
tecnologia la industria vuole guadagnare, che come dico è normale, a volte al medico, al chirurgo le piace quella tecnologia, vuole provarla, alla fine il paziente è chi la paga, sta bene che la paghe se veramente gli porta qualcosa di buono, ma altre volte la tecnologia fa che i processi diventano più lenti, non hanno una
sicurezza maggiore, è più costoso per tutti, quindi questo argomento è molto importante di prendere la tecnologia giusta e che non diventa alla fine un carico per il paziente sia economicamente che in tempistica.
E anche a volte in accessibilità nel senso di avere più una cura disponibile vicino a tua casa, quindi il pensiero di clinica vira sempre un po' questo, di rendere la chirurgia refrattiva, nel nostro caso, lo più accessibile per tutti, sia nell'ambito economico avendo prezzi onesti, sia geograficamente, di avere cliniche vicine ai pazienti
e quindi sempre ci prendiamo tanta cura scegliendo la tecnologia giusta.
Sì, e a tal proposito di fare innovazione in questo settore, se penso a un altro settore medico come quello farmacologico, prima dell'emissione in commercio di un nuovo farmaco possono passare tanti anni.
Nel vostro campo invece qual è l'iter attraverso cui una nuova metodologia, una nuova strumentazione passa dalla fase di ricerca, allo sviluppo fino poi all'approvazione e quindi l'utilizzazione in contesti reali?
Il processo non è così diverso di quello della farmacologia, ma è vero che è un po' più semplice, più snello in generale.
All'inizio si fa come in qualsiasi ambito di ricerca scientifica, si fa una parte fra il settore dell'industria e la parte clinica si fa la parte di ricerca, diciamo, più teorica e dopo si inizia con studi controllati clinicamente, sempre con i suoi protocolli etici, con una certa normativa.
In Europa la chirurgia refrettiva è un campo particolare perché penso che è uno di quelli, che non sono tantissimi, dove siamo molto avanzati e soprattutto rispetto agli Stati Uniti, che è in tante cose un po' la referenza del settore.
Qui invece è assolutamente è dell'altro modo, perché la FDA, l'agenzia americana, è molto molto lenta in questo senso e quindi la certificazione CE, che è quella che dobbiamo avere qui in Europa, è sempre molto più veloce, quindi sempre siamo praticamente 5-10 anni avanti degli Stati Uniti, che come dico non succede spesso, e quindi sempre siamo lieti di questo,
orgogliosi perché l'oftalmologia europea e soprattutto come dico nella chirurgia refractiva è assolutamente avanti.
Però come fa una tecnologia essere definita sicura? Cioè quali sono le fasi per definirla tale?
Come dico prima c'è un po' il pensiero teorico, diciamo, di fare una definizione di perché quella tecnologia può funzionare. Dopo, soprattutto quando parliamo di... perché alla fine se parliamo di esami, gli esami che facciamo, di solito non sono lesivi per l'occhio, quindi quello se semplicemente luce, diciamo, non è
che sia pericoloso, quindi si inizia subito a fare prove sui pazienti.
Però se penso alla chirurgia micro-invasiva, ovviamente è un lavoro...
Nella chirurgia quello che si fa si deve fare un pensiero sui materiali che siano biocompatibili che diciamo che non sono materiali che non hanno reazione dentro del corpo e dopo si fanno le prove in occhi siano sperimentali che forse occhi animali ok per vedere un po' il funzionamento che hanno diciamo una chirurgia sperimentale, prima, e una volta che si ha visto
quello si inizia a fare in pazienti reali, come dico sempre in numeri molto piccoli casi particolari per esempio a volte si fanno questi tipi di interventi in occhi che hanno già una perdita importante quindi il rischio non è così grande di perdere qualcosa se le cose non vanno in un modo ottimale e dopo si inizia come dico a fare gli studi ogni volta in più pazienti ma
sempre con protocolli molto molto controllati e come dico sempre con un comitato di bioetica dietro per cercare di non fare male a nessuno.
Certo, e approfondendo quindi l'ambito della chirurgia ci racconti un po' quali sono le tecnologie che utilizzate voi in questo ambito e anche quelle in generale più promettenti, ad esempio abbiamo parlato di chirurgia mini-invasiva ma appunto di laser, la stampa 3D può avere un ruolo e la telemedicina che sono temi di cui sentiamo spesso parlare anche in ambito medico.
E' curioso che la oftalmologia non è un campo dove la chirurgia sia robotica e anche la telemedicina per estensione un po' che vanno di solito insieme, dove si è sviluppato tantissimo perché qui viene un po' il pensiero che facevamo prima della necessità: la maggior parte dei nostri interventi, una percentuale molto molto grossa dei nostri interventi di oftalmologia
sono la chirurgia della cataratta, la chirurgia della cataratta è un problema che avremo tutti, quindi è una forte demanda di questo tipo di interventi.
Sono interventi che di solito prendono, ci vuole 15 minuti, è una chirurgia che è già mini invasiva, nel senso da tanti anni facciamo incisioni di 2 mm, quindi non è che la robotica in questo ci prenda tantissimo, e dopo sono interventi con un livello sia di sicurezza che di efficacia altissimi, quindi quando tu vuoi introdurre una nuova tecnologia
questo è fra virgolette "un po' un problema", perché solo impostare il robot per una chirurgia robotica ci mette tantissimo di più che 15 minuti e dopo i costi per questo tipo di interventi sono altissimi, quindi se tu hai un risultato molto molto diverso, è giustificato quella spesa e quel tempo, ma come alla fine siamo già nel 99,X è molto difficile introdurre
questo tipo di tecnologia, quindi penso che arriverà, alla fine sarà qualcosa, ma non è che sia una specialità dove questo tipo di interventi sono così giustificati per me. Dopo c'è anche un po' il pensiero dell'etica, la cataratta è la causa di cecità prevenibile o trattabile più importante del mondo, quindi ci sono tanti paesi senza chirurgia di cataratta
dove la gente diventa cieca, quindi forse il pensiero di dove si deve investire, dove si deve sviluppare è più...
Più improntato all'accessibilità, cioè a rendere lo strumento, le tecnologie accessibili più che andare a complicarle e renderle più costose e inutilmente.
Non arrivare a quel virgola uno per cento in più di sicurezza per quelli che siamo più fortunati.
Altre tecnologie come la stampa 3D che inizia a avere un ruolo, per esempio si utilizza tanto in protesi oculari personalizzate, quando uno ha perso un occhio si deve fare una protesi, in quello si che sta diventando molto molto utile.
Noi lo usiamo per esempio, è una cosa che mi piace, per aiutare nella formazione dei chirurghi.
Facciamo modelli, strumenti per rendere più facile la pratica prima di iniziare con i pazienti.
E dopo una cosa che mi sembra noi non lo abbiamo, ma noi siamo parte di un gruppo più grande di origine cinese che si chiama Aier Eye Hospital Group e loro, come praticamente tutto in Cina, hanno della tecnologia pazzesca.
E loro, per esempio, hanno una stampa 3D con materiali metallici dove possono stampare strumenti chirurgici personalizzati.
Quindi il chirurgo può personalizzare una pinzetta, come a me piace, con la misura, con la forma e tutto, e puoi stamparti i tuoi strumenti chirurgici, come dico, personali, che mi sembrano una cosa bellissima e che penso che saranno tecnologie che si introdurranno alla fine.
E dopo per noi quello che è importantissimo è il laser, come stavo dicendo prima.
Perché in generale nell'occhio? perché il laser è un prodotto ottico, è luce, e come l'occhio è un mezzo, cioè ha dei mezzi trasparenti, noi possiamo accedere di forma ottica all'occhio, quindi nell'occhio si può fare quasi di tutto con il laser. Una cosa che mi piace sempre spiegare è che sembra che il laser sia una
cosa unica, una apparecchiatura unica che usiamo un po' tipo Star Wars. Il laser non c'è uno, i laser ci sono tantissimi e noi nell'oftalmologia usiamo parecchi.
Alcuni laser tagliano, altri fanno micro esplosioni, altri vaporizzano tessuti, altri bruciano.
Quindi ci sono diversi laser che noi utilizziamo secondo la fine che vogliamo ottenere.
E quindi per noi è fondamentale il sviluppo di sia della tecnologia attuale, che come dicevamo continua a svilupparsi e a migliorare, quindi ci dà migliori risultati, ma anche nel sviluppo di nuove laser che possono apparire, come per esempio adesso c'è uno che sembra molto, molto utile che potrebbe essere molto utile che un laser per fare interventi tipo della
miopia e astigmatismo ma che non funziona come i laser attuali che come diciamo prima vaporizzano un po' il tessuto ma con un effetto termico... riscaldano un po' il tessuto e adesso si sta sviluppando un laser che fa questo stesso effetto, senza questo effetto termico che potrebbe essere come dico un modo di diventare questa tecnica ancora molto più sicura,
quindi siamo sempre attenti a queste tecnologie perché ci possono cambiare un po' il modo di lavorare. Che cosa succede... io sempre dico quando una tecnologia è veramente disruptiva Una volta introdotta nel mercato, in tre, quattro, cinque anni, diventa assolutamente lo standard.
Se tu hai una tecnologia che è da 15 anni e devi continuare a fare tanto marketing, prendere leader di opinione che chiamiamo a volte, di questi chirurghi un po' con fama e che deve fare un po' questa pubblicità e tutto, e devi continuare a cercare che la gente la utilizzi, forse non serve.
Quindi è questa differenziazione fra la tecnologia che piace e la tecnologia che serve.
Sì, che è quello che dicevi prima del discorso di utilizzare la tecnologia effettivamente utile nel contesto specifico che dà vantaggi a 360 gradi piuttosto che rincorrere un po' la moda dell'ultima tecnologia sul mercato. E molto interessante ecco questo quadro che c'è fatto sulla tecnologia, l'innovazione nel settore chirurgico e poi penso che un
altro settore interessante sia un po' quello della diagnosi che abbiamo parlato prima, dell'imaging quindi capire appunto la situazione specifica del singolo paziente e poi dei trattamenti. In questo caso, visto che se ne parla spesso, l'intelligenza artificiale può avere un ruolo nel seguire il paziente sia in una fase antecedente al trattamento ma
anche in una fase successiva?
Assolutamente, si sta lavorando già in tutto questo, ma ogni volta diventerà più importante.
Per esempio, qua nella parte più medica della specialità dell'oftalmologia mi sembra che sarà assolutamente necessario perché l'oftamologia è una una specialità dove avevamo sempre un pensiero assolutamente preventivo, ok? Sicuramente lo sai che consigliamo di fare una visita annuale dopo i 45 anni a tutte
le persone e anche prima dei 45 anni ogni due anni o così e quelli che portano occhiali con più senso ancora, quindi c'è tutta questa domanda di prevenzione che a volte non è così facile gestire con gli oculisti che abbiamo, quindi sempre molto molto importante qualsiasi cosa che ci renda più facile fare questo primo filtro, diciamo, senza fare un
carico molto grande nelle visite oculistiche che fanno che dopo ci sia un ritardo in quelle persone che si che bisogna avere un oculista che li vede.
Quindi per esempio soprattutto nell'ambito pubblico si sta sviluppando molto la parte di autodiagnostico, nel senso che un tecnico che abbiamo formato possa fare un elenco di prove che anche si sta cercando di averlo tutto in una stessa apparichiatura, dove il paziente praticamente mette la testa di là, quello fa tutti gli esami che servono e fa
un primo filtro con la percentuale di rischio che quel paziente ha di avere una malattia.
Quindi se è tutto a posto quel paziente non ha bisogno di passare a una fase ulteriore e quella percentuale di paziente che si devono vedere un oculista hanno anche meno ritardo perché non c'è tanta demanda, quindi in questo è fondamentale.
Per noi per esempio noi abbiamo... una di vantaggi che abbiamo di esse tanti, tanti oculisti nel gruppo dico, è che abbiamo per esempio un sistema di telemedicina dove in tempo reale qualsiasi chirurgo che sta vedendo un paziente può chiedere un secondo parere di un collega in tempo reale. Quindi abbiamo sempre questo servizio che in meno di 5 minuti hai le opinioni
di un altro collega senza nessun problema, ma è vero che a volte è impegnativo perché ci siamo tanti, tanti pazienti e quindi alla fine lo usiamo solo per quelli pazienti dove abbiamo un piccolo dubbio, ma stiamo sviluppando un sistema supportato con IA che ci permette un po' di fare questo filtro
per tutti i pazienti, quindi avere un algoritmo che possa prevedere quale sarà la indicazione e la tecnica migliore per quel paziente e dove abbiamo un dubbio passare sempre all'umano, quindi pensiamo che questo bilancio ci può aiutare tantissimo e soprattutto ai nostri pazienti avere un qualsiasi modo di pensiero collettivo dove 200 chirurghi hanno la sua
conoscenza per i pazienti che possa visitarci in una piccola città d'Italia, quindi sembra che sia una cosa bella.
E dopo anche si sta usando anche tanto per ottimizzare i risultati, nel senso che se si sta utilizzando per ottimizzare i risultati, nella parte un po' più dell'industria di sviluppare ogni volta tecniche o per esempio lenti come risultati migliori.
Anche in questo a volte abbiamo il dubbio di se questo è più marketing o no, vi faccio un po' l'esempio che adesso c'è una piccola rivoluzione con una nuova lente che è uscita sul mercato un anno fa e che noi per esempio abbiamo per tutto quello che iniziamo a usare abbiamo un dipartimento di ricerca e sviluppo che disegna un studio, facciamo in diverse
fasi, anche una volta che è già approvato nel mercato, non è che sia un tema un tema di ricerca, ma per noi, per vedere se veramente quella ricerca è possibile.
Ha senso fare l'investimento di acquistare gli strumenti.
Si o per esempio una lente l'acquisti ogni volta, ma prima di autorizzare i nostri chirurghi a utilizzare quella lente di forma assolutamente indipendente facciamo questo piccolo studio prima per vedere che veramente i risultati sono buoni perché dobbiamo essere sicuri per i nostri pazienti alla fine.
Quindi con questa lente che dicevo, loro dicono che è ottimizzata per per IA, ma alla fine non sai quello cosa significa, perché loro non lo dicono, quindi sempre c'è questo dubbio di se questo è più marketing o veramente vero, per quello noi preferiamo di fare i nostri studi, non credere senza di più quello che dice il venditore.
E dopo mi sembra anche molto importante, penso che una cosa che manca tanto quando parliamo tantissimo di intelligenza artificiale è che per fare un'analisi di big data, per analizzare con una intelligenza artificiale i risultati, prima devi avere dei dati giusti e anche con una misura importante, perché quindi se ogni chirurgo mette tre lenti e ha semplicemente la sua e il suo parere
E' difficile dopo ottimizzare nulla, quindi è uno dei nostri punti forti, quello che ci piace è che abbiamo un database pazzesca con quasi due milioni di trattamenti che ci aiuta tantissimo e stiamo sviluppando anche strumenti per analizzarla, come dicevo prima, con big data e prendere i risultati migliori che veramente
apportano qualcosa al paziente.
Sì, questa è la grande forza di avere un gruppo, di fare gruppo, perché proprio come dici, l'IA funziona così bene, è così magica, però ha bisogno di dati per dare dei buoni risultati.
E poi mi pare di capire quindi che l'intelligenza artificiale, dal vostro punto di vista, è uno strumento, un'innovazione interessante da adottare, ecco, che è fondamentale adottare, però appunto bisogna stare attenti al marketing che potrebbe esserci legato a specifiche declinazioni dell'intelligenza artificiale che magari non sono effettivamente così utili
e quello va capito caso per caso.
Assolutamente, a me ricorda un po' il boom di anni 2000 con tutto quello del web, che tutto doveva essere in internet e tutto e a volte non serviva per nulla, erano pagine web che dopo è successo quello che è successo per tutto questo, ho un po' di paura che c'è anche un po' questa bolla di intelligenza artificiale, quindi sempre avere un po' di ragionamento anche
di cosa stiamo facendo.
Penso che tutti iniziamo a sapere che se tu le puoi domandare a ChatGPT quello che vuoi, ma dopo la risposta è presa con gli dati di internet che a volte sono veri, a volte no, quindi con la scienza e con più ragione dobbiamo capire che non tutto serve, quindi la tecnologia, l'intelligenza artificiale sì, assolutamente, ma sempre con un po' di filtro.
Va bene, grazie mille allora Sergio perché anche in questo caso ci hai permesso di esplorare un settore nuovo e capire il ruolo che può avere la tecnologia, che come hai detto più volte non per forza deve essere l'ultima tecnologia, la più innovativa, ma la tecnologia migliore per affrontare... per curare i pazienti nel modo migliore possibile, alla prossima.
Alla prossima, grazie mille.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia, io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.



