
Connessione, intelligenza e cooperazione. Queste parole sono forse quelle che più descrivono le fondamenta su cui nasce la quarta rivoluzione industriale. Big data, robot, smart working, Internet e sistemi digitali sono oggi il motore trainante del secondo settore, dove solo le aziende capaci di investire nel futuro potranno sopravvivere e competere a livello internazionale.
Nella prima parte della puntata parleremo della possibile rimozione dei caricabatterie dalle confezioni dei futuri smartphone Apple e Samsung e di un economico sistema, chiamato Quench Sea, presentato da Hydro Wind Energy, che promette di trasformare l'acqua di mare in acqua dolce potabile.



Brani
• Harmonia by Peyruis
• Never Get Old by Steve Hartz
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Nella puntata di oggi parleremo di industria 4.0, più nello specifico capiremo in che cosa l'industria deve investire per essere competitiva in un mercato ormai sempre più globale.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Cosa hai fatto con il carica batterie del tuo precedente telefono? Una domanda piuttosto semplice, quella che Apple ha recentemente diffuso in un sondaggio rivolto ai propri consumatori, con l'obiettivo di valutare se la nuova strategia di mercato concepita da Apple potrebbe essere apprezzata dai propri acquirenti.
L'idea di base è molto semplice, ovvero togliere del tutto il carica batterie dalle confezioni dei prossimi iPhone.
Per ora si tratta solo di indiscrezioni, ma la nuova politica dell'azienda di Cupertino apparentemente radicale potrebbe avere esiti alquanto positivi nella sua realizzazione.
Tornando invece al sondaggio iniziale studiato appositamente per avere un riscontro della propria clientela, Apple ha dichiarato che molti dei suoi consumatori si liberano, in un modo o nell'altro, dei carica batterie che non utilizzano quotidianamente.
In particolare, molte persone affermano infatti di averlo venduto insieme al vecchio smartphone, altri invece lo regalano oppure c'è chi lo perde o chi addirittura arriva a gettarlo, magari senza rispettare le normative di smaltimento.
Ed è proprio su quest'ultimo punto che l'azienda di Cupertino si sofferma maggiormente.
L'idea di non includere i carica batterie nelle confezioni permetterebbe ad Apple di risparmiare un sacco di risorse, e di conseguenza che vengano prodotte milioni di tonnellate di plastica che verrebbero poi gettate inutilmente come rifiuti.
Altri benefici riguardano invece lo smartphone stesso, con una confezione senza caricatori il prezzo di listino dello smartphone scenderebbe inevitabilmente, e di non poco considerando il valore dei materiali e della mano d'opera impiegata per la realizzazione dei caricatori.
In aggiunta, eliminare questo elemento porterebbe ad avere scatole più leggere, costi minori di spedizione e, come risultato finale, più prodotti inviabili con un solo trasporto.
Il ragionamento diventa poi molto più concreto in termini economici, se ogni confezione venduta la si moltiplica per 1,5 miliardi, equivalente al numero di smartphone venduti complessivamente ogni anno in tutto il mondo.
La nuova strategia ideata da Apple sta piacendo così tanto che persino Samsung pare stia valendo l'ipotesi di non includere i caricatori nelle confezioni dei propri smartphone, anche se al momento è più corretto parlare di rumors anziché dichiarazioni ufficiali.
In definitiva, se così dovesse essere, in futuro potremo avere molte più aziende che adotteranno questa strategia di mercato.
Secondo alcuni analisti, infatti, oltre alla rimozione dei caricatori, potrebbero essere eliminati anche accessori supplementari, come ad esempio gli auricolari con cavo, per i quali vale lo stesso ragionamento fatto per i caricabatterie.
Se la nuova strategia di marketing dovesse essere approvata, potremo vedere i nuovi package ridotti anche per i prossimi iPhone 12.
L'azienda britannica Hydro Wind Energy ha presentato un nuovo dispositivo sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo, che promette di trasformare l'acqua di mare in acqua dolce potabile, ad un costo di 80 sterline.
Il funzionamento del dispositivo è semplice e non necessita di alcun tipo di batteria o energia elettrica.
Prima un sistema idraulico, infatti, riesce a dissalare l'acqua grazie a membrane a osmosi inversa, poi entra in gioco un filtro a carbone attivo, che filtra le microparticelle come solidi batteri virus, parassiti e microplastiche.
Il tutto grazie a una leva manuale, con cui si riescono a produrre due litri d'acqua in circa un'ora di lavoro.
Insomma, un dispositivo economico che potrebbe diventare indispensabile in situazioni di emergenza in cui si possono trovare ad esempio marinai o viaggiatori.
La sfida di Hydro Wind Energy però è quella di attuare una vera e propria rivoluzione per scongiurare una crisi idrica a livello mondiale e poter fornire un aiuto sostanziale a quelle popolazioni che non hanno accesso all'acqua potabile e pulita.
L'obiettivo dell'azienda è quello di avere un impatto su un miliardo di persone entro il 2027 e questo lo si può fare attraverso la campagna Indiegogo con cui si può donare in beneficenza il dispositivo per sole 25 sterline.
connessione, intelligenza e cooperazione.
Queste tre parole chiave sono forse quelle che più descrivono e riassumono le fondamenta su cui nasce l'industria 4.0, anche detta Quarta Rivoluzione Industriale.
Big data, robot, smart working, internet e sistemi digitali sono oggi il motore trainante del secondo settore, dove solo le aziende capaci di investire nel futuro potranno sopravvivere e competere a livello internazionale.
Dunque, cosa offre e che cosa può offrire la tecnologia a sostegno di imprenditori, dipendenti e clienti? Innanzitutto alla base vi è il concetto di Smart Factory, ovvero una stretta collaborazione tra tutti gli elementi della fase produttiva, sia tra macchina e macchina, sia tra macchina e operatore.
Non solo, è necessaria una stretta collaborazione dell'industria intelligente con altre aziende del settore o facenti parte della catena produttiva.
Infine, un'attenzione particolare va alla gestione responsabile delle risorse, in modo da limitare gli sprechi e soprattutto preferire scelte ecosostenibili ed energie rinnovabili.
Ovviamente qui internet è fondamentale per raggiungere in tempo reale aziende, dipendenti e clienti.
Non solo, le macchine possono cooperare al meglio quando sono interconnesse tra loro, grazie a dispositivi di Internet of Things o grazie a Cobot, ovvero dei robot collaboratori.
In tal modo l'intero processo produttivo può svolgersi al meglio, in maniera sincronizzata e secondo le esigenze di ogni fase, garantendo protezioni e metodi risolutivi efficaci nel verificarsi di guasti, problemi o ritardi.
L'ottimizzazione dei processi può essere affidata poi a simulazioni computerizzate, che ovviamente attraverso la supervisione umana possono trovare la configurazione migliore per realizzare i prodotti migliori mantenendo tempi e costi ridotti.
Un aiuto non da poco in questi processi viene dato dai sistemi di intelligenza artificiale, di cui più volte abbiamo parlato e dimostrato l'efficacia e non a caso ormai è presente in tutti i rami della nostra società.
Sempre legato al tema dell'integrazione, un ruolo fondamentale lo gioca il cloud.
L'archiviazione on line delle informazioni permette infatti una gestione ottimale di tutto il sistema azienda, oltre a rendere possibile la condivisione diretta di conoscenze, dati o avvisi tra dipendenti, dirigenti, collaboratori o altre aziende.
Un altro esempio che mi viene in mente è quello nell'ambito della manutenzione.
Un macchinario connesso in cloud con la casa di produzione può diagnosticare e comunicare autonomamente guasti o falle, in modo da permettere una riparazione veloce e affidabile che in certi casi potrebbe addirittura avvenire da remoto.
Legato al cloud c'è l'IoT, l'internet delle cose.
Sapere analizzare i cosiddetti big data per un'azienda che vuole mettersi in gioco ed essere competitiva sul piano internazionale è sicuramente un obbligo.
Saper sfruttare l'enorme quantità di dati che si possono raccogliere all'interno ma anche e soprattutto all'esterno dell'azienda e dai clienti è un vantaggio sia per l'azienda stessa che può concentrare e sfruttare al meglio le proprie risorse, sia per gli stessi clienti che possono essere raggiunti più facilmente con prodotti mirati e personalizzati.
Quelli analizzati finora sono aspetti che prevedono principalmente l'utilizzo di sistemi informatici, dunque più facilmente reperibili dalle aziende che hanno intenzione di intraprendere un percorso di adattamento e innovazione.
Ma oltre ai macchinari smart, ai cobot e ai dispositivi di IOT, esistono soluzioni aggiuntive che possono fornire un'ulteriore spinta verso la realizzazione dell'industria 4.0 per eccellenza.
Stiamo parlando di stampanti 3D e realtà aumentata.
Cominciamo dalle prime.
Stampanti 3D di ottima qualità si trovano ormai a costi irrisori per un'azienda disposta a investire in questo settore.
Esistono addirittura piccole stampanti a basso costo per uso privato o kit fai da te a poco più di 100 euro.
Ovviamente in questi casi prima di investire nella tecnologia 3D bisogna interrogarsi sia sui requisiti e sulle caratteristiche che si vogliono ottenere dal prodotto stampato, sia sull'utilizzo e sull'impatto che la stampante avrà sul prodotto finale.
Se ad esempio si vuole avere un'idea indicativa e dunque un prototipo di quello che sarà il progetto da realizzare, una stampante più economica e meno precisa può essere sufficiente.
Se invece la stampante dovrà sostituire ad esempio la realizzazione di pezzi di ricambio per macchinari o addirittura pezzi dei prodotti finali, i costi crescono in maniera non trascurabile a seconda della precisione e dalle dimensioni che si vogliono ottenere del prodotto finale.
Rilevante nella scelta di una stampante anche la metodologia e i materiali usati nella stampa.
Si va dall'uso classico di fili di plastica che producono stampe più imprecise su cui è quasi sempre necessaria una post lavorazione a metodi di stampa a polimerizzazione di resina attraverso raggi UV.
Delle aziende hanno persino realizzato delle enormi stampanti che utilizzando il cemento riescono in una giornata a costruire una piccola casa.
I campi di applicazione e i progetti che si possono realizzare con dispositivi di questo tipo insomma sono veramente sconfinati.
Come detto poco fa altro settore fortemente legato alla quarta rivoluzione industriale è l'utilizzo della realtà virtuale e della realtà aumentata.
Ormai la tecnologia è pronta per essere sfruttata e le potenzialità sono enormi.
Dalla fase di progettazione ad esempio il designer può avere il risultato davanti agli occhi modificandolo in tempo reale e facilitando dunque il lavoro di realizzazione ma anche per la dimostrazione e la mostra dei prodotti ai clienti.
Un visore del genere infatti può essere utilizzato per poter accedere all'intero catalogo di produzione senza necessariamente portare con sé oggetti o prototipi.
Si può beneficiare dell'efficacia di questo metodo in particolare per oggetti ingombranti che possono essere visualizzati e personalizzati dal cliente in tempo reale utilizzando solo un piccolo dispositivo portatile decisamente meno ingombrante.
Lo stesso effetto può essere ottenuto e in questo caso a molte aziende come Ikea si sono già mosse con l'utilizzo degli smartphone.
Grazie a questi dispositivi i cataloghi di prodotti non rimangono confinati sulla carta o su un display ma diventano interattivi invogliando il cliente all'acquisto.
Abbiamo visto come la tecnologia sia ancora una volta al centro dell'attenzione e di supporto per l'uomo anche e soprattutto nel settore secondario.
Ma la differenza in questo caso non la fa solo per così dire l'hardware, i macchinari.
Al centro della quarta rivoluzione industriale c'è la capacità di mettere al centro le conoscenze di ognuno e di saper creare strette connessioni e collaborazioni tra tutte le fasi di produzione e tra tutti gli operatori di queste fasi dalle aziende ai dirigenti ai dipendenti e infine al cliente.
Ovviamente un'infrastruttura di base forte è fondamentale come la copertura della banda ultralarga e di trasporti veloci ed efficienti.
A tal proposito l'Italia negli ultimi anni ha stanziato incentivi per le aziende che sanno mettersi in gioco adattandosi e investendo nella tecnologia perché solo così si potrà mantenere la qualità del Made in Italy che tutto il mondo ci invidia.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione che ogni sabato mattina ci permette di pubblicare un nuovo episodio.
Per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, seguiteci su instagram a @dentrolatecnologia dove durante la settimana pubblichiamo notizie e approfondimenti.
In qualsiasi caso nella descrizione della puntata troverete tutti i nostri social.
Se trovate interessante il podcast condividetelo che per noi è un ottimo modo per crescere e non dimenticate di farci pubblicità.
Noi ci sentiamo la settimana prossima.