
Così come è diventato di uso comune il concetto di Industria 4.0, in cui proprio grazie a dati, robotica, intelligenza artificiale e Internet si sta assistendo a una nuova rivoluzione dell’industria, anche nel settore agroalimentare, la tecnologia è molto presente. Negli ultimi anni stanno nascendo soluzioni sempre più avanzate e all’avanguardia per gestire al meglio le coltivazioni. Questo significa produrre di più, avere prodotti di qualità superiore, con meno spreco di risorse senza distruggere o alterare l’ecosistema circostante, per soddisfare il fabbisogno di una popolazione mondiale in continua crescita.
Nella sezione delle notizie invece parleremo di Ray-ban e Facebook che hanno presentano degli occhiali smart, di un errore nell’Intelligenza Artificiale di Facebook e infine di connettività 5G più sostenibile grazie a Vodafone ed Ericsson.




Brani
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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo di coltivazione e allevamento, e di come la tecnologia può aiutare a produrre di più, avere prodotti di qualità superiore con meno spreco, per soddisfare il bisogno di una popolazione mondiale in continua crescita.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram, a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Facebook e Rayban, marchio di occhiali da sole e da vista, giovedì hanno presentato al pubblico un paio di occhiali smart.
Sebbene si tratti di tecnologia indossabile, di cui avevamo parlato nella puntata del 10 aprile 2021, in realtà non sono degli occhiali per la realtà aumentata, che quindi proietterebbero davanti agli occhi di chi li indossa delle informazioni o delle immagini.
Ma più banalmente sono degli occhiali con un design tradizionale, dotati di fotocamere, microfoni e casse, per creare foto, video e condividerli sul proprio smartphone.
Inoltre possono essere connessi al bluetooth per riprodurre musica e tramite i comandi vocali è possibile iniziare una nuova registrazione video o scattare una foto senza utilizzare le mani.
Per tutelare la privacy delle persone durante la registrazione di un video, un piccolo Led bianco si accende in un angolo degli occhiali.
La collaborazione tra queste due aziende mette in luce per l'ennesima volta il grande interesse delle big tech nella tecnologia indossabile.
La scorsa settimana abbiamo parlato di etica e fiducia nell'intelligenza artificiale e dei problemi dell'apprendimento automatico.
E proprio questa settimana abbiamo avuto l'ennesimo esempio di errore dovuto proprio all'intelligenza artificiale, che ha fatto non poco scalpore.
Facebook, come altre aziende, infatti utilizza il machine learning per riconoscere i soggetti presenti in foto e video e poter così proporre agli utenti contenuti simili che potrebbero interessarli.
Ovviamente tutto questo con un algoritmo tradizionale sarebbe stato impossibile da realizzare, ma quando l'intelligenza artificiale sbaglia, a pagarne le conseguenze è proprio Facebook.
Tutto nasce da un video del 27 giugno 2020, in cui vengono mostrati uomini neri, bianchi e agenti di polizia che discutono tra loro, e l'algoritmo di Facebook suggerisce continua a guardare video di primati.
L'azienda è subito corsa ai ripari, rilasciando scusa ufficiale e dichiarando appunto che sia trattato di un errore inaccettabile, dovuto a un'intelligenza artificiale che, nonostante i continui miglioramenti, ancora non raggiunge la perfezione.
E serviranno ancora tempo e dati per raggiungere ulteriori progressi.
Nell'ottica della sostenibilità ambientale, Vodafone ha deciso di adottare una nuova tecnologia di trasmissione per il 5G, sviluppata recentemente dall'azienda svedese Ericsson, con la quale sarà possibile ridurre del 43% i consumi energetici giornalieri.
La fase di sperimentazione della nuova antenna, registrata da Ericsson come AIR 3227, si è rivelata un vero successo, a tal punto che, nell'ambiente controllato in cui è stata testata, ha fatto registrare, nei momenti di minor traffico, un calo energetico pari al 55%.
La soluzione adottata da Vodafone UK è inoltre il doppio più leggera rispetto agli attuali trasmettitori, e il suo design compatto e funzionale consentirà di ottimizzare lo spazio di ingombro, rendendo più facile la fase di installazione.
Infine, per migliorare ulteriormente l'efficienza energetica, le due società hanno deciso di impiegare dei droni con fotocamera ad alta definizione e sensori LiDAR per ridurre al minimo l'impatto ambientale nella fase di aggiornamento e manutenzione dei siti di trasmissione.
Negli ultimi anni è ormai diventato comune parlare di tecnologia al servizio del terzo settore, grazie alla digitalizzazione di servizi, pubbliche amministrazioni, associazioni e molto altro.
Così come è diventato di uso comune il concetto di industria 4.0, in cui grazie proprio ai dati, robotica, intelligenza artificiale e internet, si sta assistendo a una nuova rivoluzione dell'industria, del secondo settore.
Un settore che però è spesso poco considerato, o magari spesso visto ancora come retrogrado e non al passo con i tempi, è invece quello primario, che riguarda la produzione agroalimentare.
E questo può essere in parte vero per quanto riguarda i piccoli campi a gestione familiare.
Ma lo stesso ragionamento è applicabile anche a tutti gli altri settori.
Al contrario di ciò che si può pensare, e in particolare nell'agricoltura a larga scala, la tecnologia è molto presente, e negli ultimi anni stanno nascendo soluzioni sempre più avanzate all'avanguardia per gestire al meglio le coltivazioni.
E questo non significa solo produrre di più.
Anzi, il vero impatto della trasformazione tecnologica delle cosiddette aree rurali riguarda la sostenibilità ambientale, per avere prodotti di qualità superiore con meno spreco di risorse e senza distruggere o alterare l'ecosistema circostante.
Obiettivo che dovrebbe essere di interesse comune, vista l'enorme quantità di risorse tra cui acqua e terreno usata, ma soprattutto sprecata, dal primo settore.
Ed è anche nell'interesse di tutti ottenere più prodotti senza consumare ulteriori foreste, per soddisfare il fabbisogno di una popolazione mondiale in continua crescita.
In questa puntata andremo quindi a vedere come le nuove tecnologie vengono utilizzate per innovare l'agricoltura tradizionale e l'impatto che esse hanno e avranno sul nostro futuro.
Il primo fondamentale passo per l'agricoltura digitale è sicuramente la connettività.
Le diverse tecnologie al servizio di questo settore infatti si basano quasi esclusivamente sull'acquisizione, condivisione ed elaborazione dei dati.
E senza l'infrastruttura adeguata tutto ciò sarebbe impossibile e controproducente.
E parlando del nostro Paese dove le aree rurali spesso si trovano senza alcun tipo di connessione, è necessario intervenire su questo fronte prima di poter procedere con le tecnologie successive.
A tal proposito nel 2020 il gruppo Team ha stretto un accordo con Confagricoltura, proprio per sostenere la digitalizzazione del settore nel nostro Paese con il progetto Agritech innovation Hub.
E tra le altre cose, il progetto ha come obiettivo proprio il favorire la diffusione della fibra e delle connettività 5G presso le imprese agroalimentari.
Non solo.
Il progetto prevede anche la formazione su vari processi di digitalizzazione con il programma operazione Risorgimento Digitale e la messa a disposizione di nuove tecnologie di cui fra poco parleremo alle imprese interessate alla trasformazione digitale.
E l'ingegneria e la tecnologia delle informazioni o della comunicazione, o ICT, sono in particolare le scienze maggiormente coinvolte in questa rivoluzione.
Che, è bene specificarlo, non riguarda solamente la coltivazione o l'allevamento, dunque solo il campo in sé la sua gestione, ma coinvolge l'intera filiera agroalimentare dalla produzione alla vendita alla consumazione per garantire trasparenza in ogni processo, migliorare la gestione e la vendita dei prodotti e fornire informazioni aggiuntive al consumatore.
Ma veniamo ora al fulcro della puntata, ovvero le vere e proprie tecnologie che vengono utilizzate nella prima di queste fasi, la coltivazione, in quella che viene chiamata agricoltura di precisione o agricoltura digitale.
Come per molti altri settori, la base fondamentale su cui si basa la digitalizzazione del settore agricolo sono i dati.
Per quanto riguarda le coltivazioni tramite sensori IoT, è possibile raccogliere informazioni, ad esempio sullo stato del terreno o dei prodotti.
Alcuni esempi sono la temperatura, sia del terreno che dell'ambiente, l'umidità, il pH, la qualità dell'aria o la presenza o meno di sostanze all'interno del terreno.
Tramite i servizi satellitari e aerei, poi, è possibile ottenere dati su previsioni meteorologiche o ancora sullo stato delle colture.
Ultimamente, però, ad affiancare le soluzioni satellitari, sono arrivati i droni, che negli ultimi anni vengono sempre più utilizzati per i grandi benefici che portano.
In particolare, nel campo della sensoristica e del monitoraggio, i droni sono in alcuni ambiti molto più precisi dei satelliti, più mirati e più accurati.
I droni possono anche essere usati per capire dove il campo necessita di cure particolari o dove sono presenti agenti infestanti, e inoltre possono essere utilizzati a comando quando se ne ha la necessità.
Grazie all'uso dei droni, è ad esempio possibile tracciare una mappa curata del campo e delle piante con informazioni come altezza delle piante, volume della chioma, stato di salute o stress idrico, o in generale l'indice di vegetazione.
Anche nella produzione viti vinicola, poi, l'uso di sensori può rivelarsi non fondamentale ma sicuramente utile per la produzione di vini di qualità.
Monitorando costantemente il prodotto, infatti, è possibile limitare le analisi di laboratorio e al tempo stesso ottenere dati in tempo reale sullo stato dei vini e ottimizzare le tempistiche nella produzione.
Rimanendo sul tema della raccolta dati, per quanto riguarda l'allevamento, esistono sensori e chip per rilevare i parametri vitali del bestiame come temperatura, pressione o malattie, informazioni sullo stato ambientale della stalla o dell'allevamento ma anche la posizione e le abitudini degli animali, se questi sono lasciati liberi in un pascolo.
Finora abbiamo parlato di dati e di come raccoglierli.
Quello che fa la differenza, però, è come queste informazioni vengono utilizzate per ottimizzare i processi di coltivazione, allevamento e cura del terreno.
Ed è chiaro come in questo momento nella filiera agroalimentare servano sempre più figure specializzate, in grado di comprendere e saper trasformare i dati in informazioni utili per agire in modo mirato e da qui il nome agricoltura di precisione, per ridurre al minimo gli sprechi, l'uso delle risorse disponibili e al tempo stesso aumentare la quantità e la qualità dei prodotti.
Un altro elemento fondamentale su cui si basa l'agricoltura, tradizionale e non, sono poi i macchinari e l'attrezzatura.
Primo fra tutti il trattore.
Forse uno dei più forti simboli del settore agricolo e della coltivazione tradizionale per eccellenza è infatti proprio quello che allo stesso tempo può sorprendere maggiormente per il cambiamento che ha subito grazie all'internet delle cose.
Infatti, se per quanto riguarda le automobili la situazione è molto più complessa, in una zona controllata come in un campo, la guida autonoma può essere applicata tranquillamente.
Di conseguenza i trattori sono più evoluti e ad oggi sono in grado di spostarsi in totale autonomia per compiere le operazioni per cui sono stati programmati, come arare, seminare o dissodare il terreno.
E grazie ai dati forniti dai sensori, di cui abbiamo parlato poco fa, è possibile far lavorare questi macchinari solo nelle aree di campo in cui è veramente necessario.
Questa autonomia poi dà la possibilità all'agricoltore di dedicarsi ad altri aspetti della gestione del campo e delle coltivazioni e averne così una visione più ampia e completa.
Parlando di sensori sono stati citati i droni.
Questa tecnologia però viene utilizzata anche in altri ambiti dell'agricoltura di precisione.
Un esempio è la lotta biologica agli infestanti.
Tramite i droni infatti è possibile rilasciare in maniera mirata delle capsule contenenti parassitoidi, ovvero organismi come insetti o batteri, in grado di attaccare proprio gli infestanti che rovinano le coltivazioni senza danneggiare queste ultime.
In questo modo si limita o addirittura si azzera completamente l'uso di pesticidi o sostanze chimiche, in un'ottica di sostenibilità ambientale e di una coltivazione biologica.
Allo stesso modo i droni possono essere utilizzati per la diffusione di liquidi, granulati o polveri.
Andando ancora avanti, in futuro potranno essere utilizzate anche ulteriori tecnologie sia nell'agricoltura digitale sia nell'intera filiera agroalimentare.
Una di queste è l'intelligenza artificiale.
Un esempio di utilizzo può essere la raccolta di frutti o ortaggi.
Tramite l'apprendimento automatico, infatti, è possibile riconoscere sempre usando i dati di diversi sensori i prodotti maturi e pronti per essere raccolti, agendo su di essi tempestivamente e in maniera mirata, ottimizzando il più possibile il processo di raccolta e riducendo gli scarti.
Raccolta che, come è possibile immaginare, sarebbe anch'essa gestita in autonomia da macchinari o robot automatizzati.
Per quanto riguarda l'intera filiera agroalimentare dal produttore al consumatore, come detto all'inizio, altre tecnologie inoltre possono entrare in gioco per garantire una maggiore trasparenza e fornire più informazioni in ognuno dei passaggi intermedi.
Alcune di queste sono la robotica e l'automazione, per quanto riguarda la lavorazione industriale o la vendita online tramite e-commerce.
Tuttavia, un ruolo importante potrà in futuro giocarlo anche la blockchain, di cui ultimamente sentiamo sempre più spesso parlare.
In poche parole, grazie alla blockchain, in ogni fase della filiera è possibile salvare e garantire l'autenticità di informazioni aggiuntive sui prodotti.
Questo è a vantaggio soprattutto del consumatore, che può accedere facilmente all'intera storia del prodotto.
Dalle modalità di coltivazione, lo stato di salute del terreno dove questo è stato prodotto, come pH o quantità di sali minerali, il tipo di lavorazione che ha subito, il tracciamento degli spostamenti e molto molto altro.
Arrivati a questo punto, è facile capire come l'agricoltura digitale, che ad oggi risulta almeno in Italia ancora poco diffusa, è e sarà in futuro l'obiettivo principale per la trasformazione digitale della filiera agricola.
Come abbiamo visto, la tecnologia c'è, è in costante sviluppo e miglioramento e i campi di applicazione sono pressoché infiniti.
L'utilizzo dei big data, della robotica e dell'automazione sono i principali pilastri su cui si basa il futuro del primo settore, migliorando la qualità e la quantità dei prodotti e allo stesso tempo riducendo sprechi e uso di risorse, garantendo processi sostenibili a vantaggio non solo dell'ambiente ma anche dei consumatori.
Per capire meglio il ruolo svolto dall'internet delle cose nell'agricoltura di precisione, inoltre anche l'unione Europea ha finanziato con quasi 30 milioni di euro dal 2017 al 2021 il progetto Internet of Food and Farm 2020, che ha studiato i vari casi d'uso delle tecnologie di cui abbiamo parlato poco fa e i benefici che se portano nella filiera agroalimentare.
Tuttavia, per garantire questo processo di trasformazione è prima necessario l'avvento di una nuova generazione di coltivatori, in grado di sapersi adattare e investire sulle nuove tecnologie, di fare affidamento all'automazione ma soprattutto in grado di saper leggere e interpretare le enorme quantità di dati prodotti e di trasformarli in informazioni per poter gestire al meglio il proprio campo.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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