
Se siete soliti guardare video su YouTube o altre piattaforme, vi sarà quasi sicuramente capitato di imbattervi in video sponsorizzati da servizi di VPN. Questi servizi promettono maggiore sicurezza su Internet e migliaia di altre possibilità. Ma è veramente così? Quanto effettivamente è necessaria una VPN? Ci sono soluzioni gratuite? In questa puntata cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando cosa sono le VPN, come funzionano e le alternative più o meno sicure per navigare su Internet.
Nella sezione delle notizie parliamo dell’aumento del costo per kWh dei Supercharger di Tesla, di un leak di video del prossimo GTA e infine del nuovo piano nazionale che apre le porta al WiFi 6E.




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Brani
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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi vedremo cosa sono le Virtual Private Network, o più comunemente conosciute come VPN, e cercheremo di capire se possono rendere più sicura la navigazione sul web.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Negli scorsi giorni Tesla ha comunicato ai propri utenti che a causa della crisi e dell'aumento dei costi dell'energia, le tariffe di ricarica dei supercharger aumenteranno da 0,50 euro per kWh a 0,66 euro per kWh.
Da quando è scoppiata la pandemia da Covid-19, il prezzo presso i punti di ricarica Tesla è triplicato in almeno tre anni, rendendo oggi i costi di percorrenza delle auto elettriche molto simili a quelle alimentate a diesel.
Le nuove tariffe si allineano, perciò, a quelle delle principali aziende sul territorio, tra le quali Enel X-Way, che lo scorso febbraio ha portato il costo del servizio di ricarica rapida a 0,79 euro per kWh.
In questa situazione l'acquisto di un'auto elettrica diventa ancora meno conveniente, soprattutto se non si possiede un impianto fotovoltaico in grado di alleggerire la spesa energetica.
Per queste ragioni non si esclude che Tesla, nei prossimi mesi, potrebbe decidere di introdurre un abbonamento di ricarica per chi fa un largo uso della propria rete di supercharger.
Qualche tempo fa avevamo parlato di alcune indiscrezioni del nuovo GTA 6 di Rockstar Games.
In questi giorni su un forum sono state pubblicate delle informazioni e dei contenuti video circa 90 in cui vengono mostrate delle registrazioni di test del nuovo gioco in una prima fase di sviluppo.
Questi video potrebbero risalire a massimo due anni fa e mostrano alcune dinamiche di gioco inedite rispetto ai capitoli precedenti della saga, come ad esempio la possibilità di interagire con molti più oggetti all'interno della mappa.
Rockstar Games ha ufficializzato la fuga di informazioni, anche se non ha parlato apertamente di attacco hacker e questo fa ben sperare per la prosecuzione dello sviluppo del titolo.
Dato che durante la pandemia i lavori sono continuati in smart working, un attacco hacker potrebbe costringere gli sviluppatori a tornare in ufficio ritardando l'uscita del titolo.
Il 17 giugno 2021, con una decisione della Commissione Europea, erano state regolamentate la banda di frequenza a 6 GHz, ossia le frequenze tra 5.945 e 6.425 MHz, da destinare a sistemi di accesso senza fili WAS, ossia Wireless Access Systems e RLAN, ossia Radio Local Area Networks.
Nel nuovo piano nazionale delle radiofrequenze, dunque il governo italiano, allineandosi alla decisione della Commissione, ha approvato la banda a 6 GHz per l'implementazione nei sistemi appena citati.
Questa normativa dunque apre la strada, tra le altre cose, alla diffusione del Wi-Fi 6e.
Ciò significa che nei prossimi anni sempre più dispositivi potranno sfruttare questa tecnologia, che promette rispetto alle precedenti generazioni di Wi-Fi e al Wi-Fi 5 in particolare, che è attualmente il più diffuso, una velocità di trasmissione tre volte maggiore, una latenza inferiore del 75% e minori interferenze, che si traducono in una maggiore affidabilità e stabilità della connessione, caratteristiche che quindi rendono la connessione via Ethernet sempre più obsoleta.
Se siete soliti guardare video su YouTube o altre piattaforme, vi sarà quasi sicuramente capitato di imbattervi in video sponsorizzati da servizi come NordVPN, Surfshark VPN o simili, che promettono maggiore sicurezza su internet e migliaia di altre possibilità.
Ma è veramente così? Quanto effettivamente è necessaria una VPN? Ci sono soluzioni gratuite? In questa puntata cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando cosa sono le VPN, come funzionano e le alternative più o meno sicure per navigare su internet.
Prima di parlare di VPN, però, è necessario fare un breve riassunto su come funziona internet, in particolare cosa succede quando apriamo una qualsiasi pagina web o usufruiamo di un servizio online.
Alla base di internet - quindi non solo la navigazione sul web, ma anche lo scambio di email, file e molto altro - c'è il protocollo TCP/IP, che nel tempo è diventato di fatto lo standard per lo scambio di informazioni attraverso la rete.
Quando il nostro computer, il nostro smartphone o un qualsiasi dispositivo connesso vuole accedere a una risorsa sul web, che può essere una pagina su un sito, un'immagine o un video, viene inviato una richiesta al server di destinazione.
Ma come riesce la richiesta ad arrivare alla destinazione desiderata? Ogni dispositivo connesso può essere identificato tramite un indirizzo MAC, che è universalmente univoco e un indirizzo IP, che invece può variare.
Quando siamo connessi a una rete Wi-Fi o a un router, viene associato ad ogni indirizzo MAC un indirizzo IP locale, e il router poi, come un segretario, si occupa di inoltrare la richiesta al proprio provider internet, ad esempio Tim, Vodafone o Wind.
Questo a sua volta inoltra la richiesta alle reti, e così via finché non si raggiunge l'indirizzo IP di destinazione, ossia il server.
L'indirizzo IP, dunque, possiamo immaginarlo come un indirizzo di casa, che definisce stato, città, via e civico.
Non a caso, tramite l'indirizzo IP è possibile risalire alla posizione del dispositivo, solitamente con una precisione molto bassa, che si ferma alla città o alla provincia.
Infine, il server, che generalmente è un computer anch'esso connesso alla rete, risponde inviando il contenuto desiderato, che, come all'andata, torna a noi.
Va infine detto che lo scambio di informazioni avviene tramite pacchetti.
In pratica, se ad esempio inviamo un testo o un file, questo viene suddiviso in parti più piccole e più facili da trasportare e ognuna di queste, proprio come un servizio di posta o un corriere, viene impacchettata assieme a diverse informazioni, come il tipo di richiesta, l'origine, la destinazione e tutti i dati necessari affinché la richiesta o la risposta arrivino intatte a destinazione.
Dopo questa doverosa premessa, possiamo quindi definire che cos'è una VPN e capire come funziona.
VPN è un acronimo che sta per Virtual Private Network, ossia rete privata virtuale.
Una VPN generalmente è gestita da un server, a cui il nostro dispositivo si connette, diventando parte della rete a cui è connesso lo stesso server VPN.
Le richieste che effettuiamo vengono quindi gestite dal server VPN, che si occupa di inoltrarle poi ai nostri dispositivi attraverso un canale criptato, che viene chiamato tunnel virtuale.
E proprio questo, quello della sicurezza, è uno dei punti che maggiormente vengono sottolineati dai vari servizi VPN che sentiamo spesso nominare.
Ma facciamo qualche esempio pratico: lavoriamo in un'azienda e il nostro computer dell'ufficio è connesso alla rete aziendale, da cui possiamo accedere ai nostri file personali di lavoro, controllare le e-mail interne e molto altro.
Una volta a casa però ci ricordiamo che dobbiamo modificare un file, magari una relazione che deve essere pronta per il giorno dopo.
Se l'azienda dispone di un server VPN, da casa è possibile connettersi a questo server e proprio come fossimo in ufficio, accedere a tutti i servizi messi a disposizione dalla rete privata aziendale, nel nostro caso modificando il file desiderato. Da qui dunque il nome rete privata virtuale.
Allo stesso modo uno studente può connettersi alla VPN messa a disposizione dalla scuola o dall'università e accedere magari alla biblioteca online, che altrimenti sarebbe consultabile solamente tramite i PC installati all'interno delle aule.
Seppur questo sia il principale utilizzo per cui le VPN siano state pensate, ad oggi i servizi di cui continuiamo a sentir parlare sul web fanno riferimento a scenari totalmente diversi.
Due in particolare: il primo è legato alla protezione e a una maggior privacy quando siamo connessi a reti Wi-Fi pubbliche, il secondo invece all'accesso a servizi disponibili in altri paesi.
Vediamo quindi per entrambi gli scenari quanto effettivamente può essere utile una VPN.
Partiamo dal secondo caso.
La frase tipica che sentiamo è “Grazie al nostro servizio VPN, puoi accedere a siti e contenuti non disponibili nel nostro Paese” .
Come abbiamo detto all'inizio, dal nostro indirizzo IP è possibile ottenere informazioni importanti sulla nostra posizione.
Molti servizi dunque sfruttano questo dato, o per negare alcuni contenuti a IP provenienti da alcuni Paesi, o per mostrare contenuti differenti a seconda della nazionalità.
Per fare un esempio, i contenuti disponibili su RaiPlay, per una questione di diritti, sono accessibili solo all'interno del territorio italiano.
Così come servizi streaming come Netflix o Prime Video mettono a disposizione cataloghi diversi a Paesi diversi.
In altri Stati invece come Cina o Corea del Nord, molti siti e servizi vengono bloccati perché ritenuti pericolosi dal governo, tra cui per fare un esempio lo stesso Google.
Ecco quindi che, connettendoci ad un server VPN posizionato in Italia o negli Stati Uniti, sarà questo ad occuparsi di richiedere i contenuti per conto nostro e successivamente a inoltrarceli.
Di conseguenza RaiPlay, Google o Netflix vedranno l'indirizzo IP del server VPN posizionato nel Paese che abbiamo scelto e non il nostro reale indirizzo.
Stessa cosa… il governo cinese o coreano vedrà una richiesta verso l'indirizzo del server VPN e non verso Google.
Chiaramente però questo non impedisce di bloccare i principali indirizzi dei server VPN più conosciuti, rendendo quindi inutilizzabile il servizio.
Nella maggior parte dei casi dunque un servizio VPN può decisamente essere utile.
Passiamo invece ora al primo caso, quello sulla sicurezza, e la frase in questione è: “Accedendo a Internet tramite una rete Wi-Fi pubblica metti a rischio i tuoi dati” .
Ma è veramente così? In parte. Innanzitutto è doveroso spiegare in che modo le reti pubbliche sono pericolose.
Le reti Wi-Fi libere, che troviamo in città, nei centri commerciali o in spiaggia, sono accessibili liberamente a chiunque e questo comprende anche potenziali criminali informatici.
In particolare esistono alcuni strumenti, detti “sniffer” che permettono di raccogliere tutti i pacchetti, e quindi le informazioni che circolano nella rete.
Altri attacchi invece sono chiamati “man in the middle” dove, semplificando, subentra un criminale informatico tra noi e la rete pubblica.
In questo modo, questo man in the middle può leggere e accedere ai vari pacchetti che vengono scambiati, in alcuni casi anche decriptarli, magari rubando password o altre informazioni sensibili.
La maggior parte dei siti web di adesso, tuttavia, utilizzano un protocollo chiamato HTTPS, grazie al quale, tra noi e il sito, vengono scambiate informazioni in maniera criptata, visibili solamente al mittente, ossia a noi, e al destinatario, ossia il server a cui stiamo chiedendo un contenuto o una pagina web.
E per come è costruito questo protocollo, almeno per ora è protetto sia dagli sniffer, sia dagli attacchi man in the middle.
Tuttavia, non tutti i siti si sono adattati al protocollo HTTPS, o alcuni non totalmente.
Nonostante i principali browser come Chrome, Firefox o Safari, negli ultimi anni si stiano impegnando sempre più per promuovere i siti più sicuri, avvisando gli utenti che i siti non utilizzano questo protocollo e chiedendo una conferma per poter aprire la pagina web.
È quindi chiaro che nella maggior parte dei casi, almeno per i principali siti che vengono visitati quotidianamente, siamo al sicuro anche senza un servizio VPN attivo, e al massimo uno sniffer può scoprire o cercare di capire quali siti visitiamo, ma non può in alcun modo rubare informazioni sensibili.
Una VPN in questo caso è una protezione aggiuntiva, che nell'era di internet sicuramente non fa mai male.
Inoltre molte VPN offrono anche servizi aggiuntivi, ad esempio bloccando in anticipo eventuali malware, tentativi di phishing o altro, aggiungendo un ulteriore livello di protezione che per molti può tornare decisamente utile.
Arrivati a questo punto, però, è necessario fare alcune considerazioni.
Abbiamo visto che le reti VPN di per sé sono molto utili se non indispensabili in certi contesti, per cui fra l'altro erano state inizialmente pensate.
I servizi VPN su cui ci stiamo concentrando in questa puntata sfruttano questa tecnologia per offrire alcune comodità e sicurezze maggiori.
In questo caso, però, è bene precisare che come quasi sempre su internet si viene a creare un rapporto di fiducia tra l'utente e il servizio, che proprio per come funziona ha accesso a pacchetti che scambiamo con i server internet.
Se inseriamo le nostre credenziali su un sito non sicuro, può leggere in chiaro il nome utente e la password.
Può raccogliere statistiche su come usiamo internet e che cosa visitiamo.
Nel caso delle VPN più famose, dunque, esistono delle agenzie che si occupano di verificare che questi servizi non facciano un uso in proprio dei dati, ma che anzi li cancellino all'istante.
Per questo motivo è sconsigliatissimo fare affidamento su server VPN gratuiti e liberamente accessibili, in quanto in quel caso noi stessi, o meglio i nostri dati, diventano il prodotto con cui guadagnare.
Va infine detto che una VPN potrebbe non essere adatta in contesti come il gaming o lo streaming, in quanto proprio per questo ulteriore passaggio che i pacchetti devono fare le prestazioni della connessione ne risentono particolarmente.
Veniamo quindi alla conclusione di questa puntata e cerchiamo di rispondere alla domanda iniziale: servono veramente i servizi VPN? Se vogliamo navigare da altri paesi per aggirare blocchi o accedere a contenuti nascosti, decisamente sì.
Per navigare sicuri quando siamo connessi a reti pubbliche, sono sicuramente utili ma non indispensabili.
Esistono infatti diverse alternative alle VPN a pagamento che ci possono fornire una sicurezza paragonabile o maggiore.
I più esperti possono ad esempio sfruttare un vecchio computer o un mini PC per crearsi il proprio server VPN, così come molti modem di ultima generazione, che hanno oltre alle opzioni quella proprio di attivare una VPN.
Apple, per i suoi utenti che hanno attivato uno dei piani a pagamento di iCloud, offre un servizio chiamato “relay privato” che pur non essendo una VPN, protegge e garantisce una sicurezza maggiore nella navigazione internet.
Infine, negli ultimi anni soprattutto, è sempre più conosciuto il browser Tor, che viene utilizzato per navigare nel deep web, ma che può essere sfruttato per navigare online in totale sicurezza e anonimato.
Ma questo sarà l'argomento di un'altra puntata.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.