
L’uso improprio del telefono alla guida è da diversi anni la causa principale di incidenti stradali. Prima dell’era dello smartphone però, i telefoni cellulari non solo consentivano di semplificare il processo di comunicazione tra persone ma risultavano molto efficaci nel segnalare tempestivamente situazioni di emergenza, in un’epoca in cui si trovavano solamente cabine telefoniche sparse per il territorio. Oggi lo smartphone sembrerebbe essere diventato un salvavita in ulteriori situazioni e contesti, potendo essere uno strumento sempre più decisivo nella fase di segnalazione di un’emergenza.
Nella sezione delle notizie parliamo di una possibile alternativa alle terre rare utilizzate per produrre dispositivi elettronici, delle nuove funzionalità di WhatsApp, tra cui le Community e infine dell'entrata in vigore del Digital Markets Act europeo.




Brani
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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi vedremo come la tecnologia sta rendendo lo smartphone uno strumento salvavita in grado ad esempio di comunicare un'emergenza anche dove manca la rete e di riconoscere automaticamente le situazioni di pericolo.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici impiegati in diversi settori industriali per la realizzazione di dispositivi elettronici.
Nonostante siano distribuiti in maniera pressoché uniforme su tutto il globo terrestre, l'estrazione di questi minerali in forma pura richiede la lavorazione di grandissime quantità di terreno e l'uso di tecniche invasive e particolarmente inquinanti.
Per questo motivo, da oltre 40 anni diversi dipartimenti di ricerca stanno cercando nella Tetrataenite il perfetto sostituto per alcune tipologie di terre rare, ma finora non si era mai arrivati a una soluzione energeticamente ed economicamente fruttuosa per la replicazione in laboratorio.
Recentemente però un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge è riuscito ad utilizzare il fosforo per velocizzare l'allineamento degli atomi di ferro e nickel presenti nella Tetrataenite, consentendo loro di formare il tipico reticolo cristallino senza aspettare i milioni di anni per la formazione naturale dei minerali.
La scoperta è senza ombra di dubbio molto promettente, tuttavia, perché questa soluzione possa essere scalata a livello industriale, è necessario un ulteriore approfondimento per capire se il minerale così ottenuto possa sostituire le attuali terre rare.
Un altro importante aggiornamento di WhatsApp è alle porte.
Le novità saranno molte con funzioni che cercheranno di replicare quelle già presenti su Telegram.
Prima fra tutte la possibilità di modificare i messaggi già inviati, ma anche scegliere a chi mostrare quando siamo online o meno.
È stato anche annunciato l'incremento a 32 del numero massimo di utenti che possono partecipare a una videochiamata e il numero massimo di utenti che possono partecipare in un gruppo, che sale ora a 1024.
Infine Meta sta lavorando da diverso tempo alle community, che sono una sorta di chat di gruppo per i gruppi, in una singola community è possibile inserire più gruppi, con l'obiettivo di semplificare le comunicazioni di massa da parte degli amministratori.
Dal primo novembre è entrato in vigore il Digital Markets Act europeo, il regolamento europeo che in molti aspettavano, con l'obiettivo di porre fine alle pratiche sleali e all'abuso di potere delle big tech che operano in diversi settori come quello dei sistemi operativi, degli e-commerce o delle app di messaggistica.
Queste grandi aziende che ben conosciamo come Meta, Apple, Google, Microsoft o Amazon infatti sfavoriscono la crescita di realtà commerciali più piccole, con una limitazione della libertà e della scelta degli utenti finali.
Le big tech dovranno quindi adottare i propri servizi, i propri software per soddisfare gli obblighi del Digital Markets Act entro il 2024.
Tra questi la possibilità per quanto riguarda i sistemi operativi di disinstallare app predefinite a meno che queste non siano indispensabili, ma anche installare app o store alternativi.
Per gli e-commerce i prodotti delle big tech non dovranno essere favoriti nelle ricerche, così come non devono essere favoriti quei servizi o app che utilizzano le piattaforme delle big tech, ad esempio uno sviluppatore potrà scegliere di implementare nell'app un sistema di pagamento alternativo a quello predefinito da Google o Apple.
Una delle questioni più interessanti riguarda però le app di messaggistica, che saranno obbligate a diventare tra loro interoperabili per il momento almeno per le funzioni di base.
In questo modo sarà quindi possibile comunicare usando servizi diversi e ci si potranno scambiare messaggi tra iMessage, WhatsApp, Telegram o Messenger mantenendo chiaramente gli stessi standard di privacy e sicurezza.
Lo smartphone è senza ombra di dubbio è lo strumento che utilizziamo maggiormente durante la nostra giornata.
Tutti noi oggi ne possediamo almeno uno, e con la possibilità di accedere facilmente a social network e varie app di messaggistica, permette non solo di condividere i vari momenti della nostra vita, ma anche di tenersi in contatto con i propri amici e parenti.
D'altro canto, però, non è infrequente che venga utilizzato anche durante lo svolgimento di altre attività che richiedono un certo grado di attenzione, come ad esempio guidare l'automobile o camminare per strada con lo sguardo fisso sullo schermo del proprio telefono, ignari che in quel preciso momento ci si espone a rischi concreti e più pericolosi di quanto si immagini.
Ma l'uso improprio del telefono alla guida è da diversi anni la causa principale di incidenti stradali, con tanto di feriti se non morti nel peggiore dei casi.
Eppure, prima che Steve Jobs rivoluzionasse definitivamente l'era dello smartphone con il lancio del primo iPhone, i telefoni cellulari di vent'anni e trent'anni fa non solo consentivano di semplificare il processo di comunicazione tra persone, ma risultavano fondamentali per segnalare tempestivamente situazioni di emergenza in un'epoca in cui si trovavano principalmente cabine telefoniche fisse sparse per il territorio.
Tornando invece ai giorni nostri, sembra che qualcosa in realtà stia per cambiare.
O meglio, sembra che lo smartphone stia riacquisendo il ruolo che un tempo si era guadagnato, ovvero quello di strumento decisivo nella fase di segnalazione di un'emergenza.
Nella puntata di oggi andremo dunque a capire quali sono le nuove funzioni salvavita presenti sugli smartphone e quali tecnologie vengono implementate per ottimizzare le comunicazioni, approfondendo allo stesso tempo il ruolo dell'Italia e dell'Unione Europea nel rendere la trasmissione delle informazioni ai soccorritori il più veloce ed efficace possibile.
Delle numerose garanzie che offre l'Unione Europea ai propri membri, come l'Italia, oltre alla gestione della concorrenza, dei controlli sull'operato delle grandi multinazionali o il mantenimento del caro vita su certi livelli, vi è anche la certezza di poter viaggiare tra i vari stati membri con una sufficiente copertura sanitaria, in caso di bisogno di poter chiamare gratuitamente i servizi di emergenza, componendo il numero unico di emergenze: il 112.
Introdotto con una direttiva europea del 1991, il numero unico europeo, abbreviato in NUE, si è posto sin da subito come strumento definitivo nel facilitare l'intervento tempestivo dei mezzi di soccorso relativo alla specifica necessità.
In base all'esperienza degli operatori, si è infatti rilevato che il cittadino, nel momento in cui chiama un numero di emergenza come il 118, spesso non sa come comportarsi correttamente nel dare informazioni precise e puntuali, e ciò causa non poche difficoltà all'operatore che riceve la chiamata.
Per questo motivo si è deciso di inserire come nuovo servizio interposto tra il cittadino e il soccorritore la centrale unica di emergenza, con l'obiettivo di raccogliere le chiamate di soccorso e fornire al servizio di emergenza competente le giuste informazioni e il corretto grado di pericolo.
Sebbene il 112 non sia attivo su tutto il territorio italiano, ma solamente in alcune regioni, tra cui Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta e nelle provincia autonome di Trento e di Bolzano, il modello organizzativo del NUE prevede una centrale unica di risposta dalla quale gli operatori, formati per gestire la prima risposta alla chiamata, smistano le
telefonate agli agenti responsabili della gestione delle emergenze come la Polizia di Stato, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco o il Soccorso Sanitario, reperibili rispettivamente ai numeri 113, 112, 115 e 118 nelle regioni in cui non è ancora stato implementato il NUE.
Ora che abbiamo chiarito cos'è e come funziona il numero unico di emergenza, possiamo finalmente riallacciarci all'incipit di questa puntata e cercare di capire qual è il ruolo dello smartphone nel processo di gestione dell'emergenza sia da parte dell'assistito che dei soccorritori.
Se nei primi telefoni cellulari si potevano effettuare chiamate informative con la possibilità di fornire solamente un'indicazione verbale del luogo in cui avveniva l'emergenza, al giorno d'oggi è possibile predisporre il nostro smartphone in modo tale che, in caso di incidente più o meno grave, possa inviare automaticamente informazioni essenziali come la posizione e la possibile causa di incidente facendo la differenza tra la vita e la morte.
Questi sistemi di allerta automatici sono già particolarmente diffusi nel mondo e ognuno di questi si basa sul numero di emergenza unico predisposto dal Paese.
Uno fra questi, adottato anche negli Stati Uniti, è l'Advanced Mobile Location, ovvero una tecnica di localizzazione che consente ai telefoni abilitati di inviare automaticamente la posizione precisa dell'utente infortunato appoggiandosi ai sistemi GPS e alle reti Wi-Fi disponibili.
Il vantaggio principale di questo strumento è che si basa su un protocollo che non richiede installazione come invece avviene per le app, dunque per poter funzionare è necessario che i principali sistemi operativi come iOS o Android l'abbiano implementato internamente, cosa che è effettivamente avvenuta a partire dalla versione Gingerbread di Android e 11.3 di iOS.
In Italia, purtroppo, per il fatto che il sistema analogo all'Advanced Mobile Location sia basato su un'applicazione da installare e che il NUE non sia ancora capillare in tutto il territorio, il tema è per forza di cose ancora sconosciuto a molte persone.
Dunque, nelle regioni in cui vige il 112 come numero unico per le emergenze, è consigliato installare l'applicazione “Where Are U” attraverso la quale è possibile comunicare la propria posizione alle centrali uniche di risposta con un SMS o la rete dati nel momento in cui viene fatta partire la chiamata.
In assenza di una tecnologia fornita dallo Stato che operi automaticamente, è quindi necessario che l'utente si armi di previdenza, appoggiandosi a servizi proprietari dei sistemi operativi per smartphone come iOS e Android.
Da questo punto di vista, Apple e Google hanno puntato molto al supporto dei propri smartphone.
Su iPhone, ad esempio, è possibile utilizzare la funzione SOS Emergenze per facilitare la chiamata ai soccorritori in situazioni di particolare pericolo.
Dalle impostazioni di iOS, infatti, è possibile attivare la funzione SOS Emergenze, con la quale, attraverso una particolare combinazione di tasti, viene fatta partire una chiamata al numero di emergenza locale con tanto di condivisione della posizione in tempo reale.
Per di più, grazie all'integrazione con la funzione cartella clinica dell'App Salute, oltre ai soccorsi, è possibile allertare anche un certo numero di contatti personali con un messaggio di testo che indica sia la posizione che il modo in cui è avvenuto l'infortunio.
Inoltre, sempre su Cartella Clinica, chiamata in questo modo non per caso, è possibile inserire una serie di informazioni sanitari e personali, come altezza, peso, allergie, condizioni cliniche standard e gruppo sanguigno, facilmente consultabili dai soccorsi attraverso l'interfaccia da cui parte anche la chiamata di emergenza.
Per chi possiede una versione di Apple Watch serie 4 successiva, vi è anche la possibilità di attivare la funzione rilevamento cadute, con cui si viene a ricevere un avviso sia visivo che acustico, da disattivare entro un minuto prima che vengano allertati automaticamente i soccorsi.
Grazie a sensori di movimento di ultima generazione, invece, gli ultimi modelli di iPhone e Apple Watch integrano la nuova funzione Crash Detection, o rilevamento incidenti, progettata nello specifico per rilevare gravi incidenti stradali, come impatti frontali o laterali, tamponamenti o ribaltamenti che coinvolgono auto di ogni tipo.
Anche in questo caso, se non si è in grado di disattivare i segnali acustici del dispositivo, dopo 20 secondi partirà in automatico la chiamata ai servizi di emergenza.
Ma la recente novità che ha più suscitato interesse nell'opinione pubblica è senza ombra di dubbio “SOS Via Satellite” disponibile anch'essa solamente per iPhone 14 e relative versioni Pro, al momento solo in Stati Uniti e Canada.
SOS Via Satellite permette all'utente disperso di inviare un messaggio di richiesta d'aiuto con coordinate, anche quando non sono disponibili reti Wi-Fi e nemmeno di telefonia cellulare, come spesso avviene in montagna, nel deserto o in mezzo al mare.
Sebbene per l'Italia e tutti gli altri paesi occorra aspettare, risulta comunque interessante analizzare come e dove funziona SOS Via Satellite, perché come specifica Apple vi sono particolari condizioni ambientali che ne limitano le prestazioni nel suo funzionamento stesso.
Essendo infatti progettata per essere utilizzata in spazi aperti e con una visuale libera del cielo, è importante che nel momento in cui viene avviata non ci si trovi in presenza di edifici o alberi nelle vicinanze.
Una volta verificato ciò, il disperso può tentare un primo collegamento via satellite attraverso l'utilizzo di brevi messaggi preimpostati e rispondendo a una serie di domande con risposte selezionabili, in modo da poter allertare i soccorsi attraverso un messaggio conciso e efficace ma soprattutto leggero.
Tuttavia può capitare che il collegamento via satellite non sia stabile, ma anche per questo Apple ha integrato una schermata che indica all'utente la posizione più vicina per poter agganciare la connessione al primo satellite disponibile.
Per quanto riguarda Android, infine, le soluzioni che implementa Google nel proprio sistema operativo sono molto affini a quelle di Apple, proprio per garantire uno standard comune indispensabile soprattutto per il personale addetto al primo soccorso.
Per questo, anche se Android viene modificato dai produttori di smartphone in diversi aspetti, è possibile impostare la combinazione di tasti uguale a quella di iOS per la chiamata SOS e inserire le varie informazioni mediche personali sempre accessibili dalla schermata di blocco.
Un altro aspetto interessante, infine, è quello legato alle allerte crisi.
Anche in questo caso risulta però abbastanza difficile identificare in che esatta posizione risulta attivabile la funzione, poiché ogni produttore modifica a proprio interesse le diverse interfacce grafiche di Android.
Tuttavia, sia Google che Apple hanno integrato nel proprio smartphone la possibilità di ricevere informazioni sulle crisi provenienti da fonti ufficiali.
Negli Stati Uniti, ad esempio, sono attivi diversi sistemi di allarme governativi per segnalare tempestivamente l'arrivo di uragani, tornado, incidenti o terremoti, ma anche il rapimento di minori grazie al sistema Amber.
In Italia, invece, siamo ancora indietro da questo punto di vista, ma non così tanto.
Negli ultimi anni la protezione civile ha infatti sviluppato un sistema analogo a quello americano, che servirà proprio ad avvertire la popolazione di un'emergenza o di una catastrofe in arrivo.
Sebbene sia diventato da poco operativo, il sistema nazionale di allarme italiano, noto come IT-Alert, è ancora in fase sperimentale, nonostante i nostri smartphone siano già pronti a ricevere le comunicazioni, dal momento che, in fondo alla sezione notifiche di iOS e in avvisi Wi-Fi di emergenze su Android, IT-Alert compare già come attivo.
E questo significa che, una volta deciso quale ente avrà il compito di diramare le comunicazioni, potrà diventare veramente operativo a tutti gli effetti.
In caso di catastrofe naturale, evento climatico emergenziale o imminente attacco bellico straniero, il sistema si attiverà per l'invio dell’allerta su tre canali differenti, con l'obiettivo di massimizzare il numero di persone da raggiungere.
Oltre infatti ad essere trasmessi su sistemi radio televisivi, messaggi IT-Alert verranno inviati sia sull'app ufficiale ancora in fase di sviluppo, sia direttamente allo smartphone attraverso un canale di cell broadcast, in cui basterà solamente il collegamento alla rete di un operatore mobile per ricevere la comunicazione.
Concludendo, non possiamo nascondere che lo smartphone sia ancora oggi la causa principale di incidenti più o meno gravi al volante.
Ciò nonostante, abbiamo appena constatato che, come è in grado di compromettere una vita, il telefono è ancora in grado di salvarla, anche perché la cura e l'attenzione con cui vengono sviluppate le funzioni salvavita come SOS emergenze, il rilevamento cadute o le allerte crisi, sono espressione della volontà odierna di garantire servizi efficaci nel proteggere la popolazione da qualunque tipo di avvenimento.
Ed essendo dunque una priorità assoluta alla salvaguardia della vita personale, l'auspicio è che questi nuovi sistemi possano portare al più presto risultati concreti in termini di vite salvate anche nel nostro Paese.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
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