
L’elettronica e la programmazione sono ormai alla base di molte delle innovazioni tecnologiche che ci circondano, ma per anni l’accesso a questi strumenti è stato riservato a pochi professionisti. Arduino ha rivoluzionato questo paradigma, rendendo la tecnologia più accessibile a studenti, appassionati e aziende di tutto il mondo grazie a un approccio open source e a una community in continua crescita. Ma com’è nato questo progetto? E come si è evoluto fino a diventare uno standard tanto nell’educazione quanto nell’industria? Per scoprirlo abbiamo invitato Andrea Richetta, Principal Product Evangelist di Arduino.
Nella sezione delle notizie parliamo di Prime Video che lancia il doppiaggio con l’IA e di un nuovo satellite in fase di sviluppo per rilevare detriti spaziali fino a 1 cm.



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Il merito anche di Arduino è stato proprio creare questa community. La community cos'è? Sono un insieme di persone che hanno la stessa idea, le stesse passioni, magari con livelli di competenza diversi.
Ecco che proprio in questo tema di condivisione di conoscenza la community naturalmente si trova e naturalmente insieme costruisce, crea, aggiusta, sistema e il fatto di poterlo avere in modalità open source ha permesso veramente di avere una diffusione anche a livello geografico immensa.
Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
Oggi parleremo con Arduino di una scheda elettronica e una filosofia open source che hanno trasformato l'elettronica, cambiando il mondo dell'automazione e democratizzando l'accesso alla tecnologia, dalla scuola all'industria.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcasts, YouTube Music, oppure direttamente sul nostro sito.
YouTube ha da qualche settimana introdotto una novità per molti dei suoi video, che permettono di essere ascoltati in diverse lingue grazie a una traduzione generata dall'intelligenza artificiale, mostrando al grande pubblico un primo esempio di IA applicata al mondo del doppiaggio.
Allo stesso modo anche Amazon ha annunciato i primi 12 titoli doppiati interamente da un sistema di intelligenza artificiale.
Chiaramente in questo contesto l'attenzione alla qualità e alla fedeltà è molto maggiore, e per questo Amazon si è servita non solo dell'IA, ma anche di un team di professionisti che hanno controllato il risultato e la qualità dell'adattamento.
Va inoltre precisato che i titoli doppiati in questo progetto sono contenuti doppiati in inglese dallo spagnolo dell'America Latina, e di cui non era previsto un doppiaggio in inglese.
L'obiettivo dunque - oltre a mostrare le potenzialità della tecnologia - è quello di rendere accessibili a più utenti questi contenuti che altrimenti non sarebbero mai stati doppiati, e rendere serie e film più piacevoli con un notevole abbassamento dei costi.
Da diversi anni a questa parte, l'orbita terrestre sta diventando sempre più satura di detriti spaziali di diverse dimensioni, con una larghezza che varia da qualche decina di centimetri fino a pochi centimetri.
Ma ad elevate velocità, come quelle orbitali, questi frammenti possono rappresentare un serio pericolo per le missioni spaziali attualmente in corso e del prossimo futuro, e per queste ragioni è opportuno individuare soluzioni che siano in grado di limitare l'inquinamento dell'orbita terrestre.
Una delle più promettenti è stata sviluppata dagli esperti della University of Alaska Fairbanks, che si stanno occupando dello sviluppo di un satellite specializzato, denominato Space Debris Hunter, per risolvere il problema dei detriti spaziali pericolosi ma non rilevati.
Questo satellite sarà in grado di vedere oggetti di dimensioni fino a 1 centimetro grazie all'integrazione di sensori per rilevare i campi elettrici e magnetici emanati dai frammenti.
Combinando poi queste informazioni con le variazioni di frequenza dei segnali, sarà possibile localizzare con precisione i detriti e prevederne il percorso futuro.
Con una tecnologia di questo tipo, in futuro sarà dunque possibile monitorare con precisione l'orbita dei detriti spaziali più piccoli e facilitare di conseguenza le manovre di riposizionamento dei satelliti, così da ridurre i danni e il rischio di impatti.
L'elettronica e la programmazione sono ormai la base di molte innovazioni tecnologiche che ci circondano, ma per anni l'accesso a questi strumenti è stato riservato a pochi professionisti.
Arduino ha rivoluzionato questo paradigma, rendendo la tecnologia più accessibile a studenti, appassionati ed aziende di tutto il mondo, grazie ad un approccio open source e una community in continua crescita.
Ma come è nato questo progetto? E come si è voluto fino a diventare uno standard tanto nell'educazione quanto nell'industria? Per scoprirlo è con noi Andrea Richetta, Principal Product Evangelist di Arduino.
Benvenuto, Andrea.
Ciao, grazie. Grazie mille, Davide.
Com'è nato quindi Arduino e qual era l'obiettivo iniziale del progetto?
Allora, Arduino è nata... quest'anno, siamo al ventesimo anno quindi spegniamo anche delle candeline.
E' nata in realtà con un concetto molto semplice, ovvero quello di connettere oggetti, connettere uomo e oggetti in maniera semplice.
E' nata fisicamente all'interno dell'istituto di design di Ivrea, dove c'erano appunto questi studenti che avevano bisogno di lavorare con gli oggetti, gli oggetti potevano essere lampade, potevano essere interruttori, potevano essere... diciamo qualsiasi cosa e loro erano dei designer, per cui non avevano competenze in termini di elettronica, in termini di programmazione.
Per cui è nata proprio da questa esigenza di poter rendere facile l'accesso alla tecnologia.
Quindi con questo in mente, quindi parliamo di appunto vent'anni fa, il primo oggetto in realtà era un antesignano della scheda che poi è diventata la UNO, la scheda universalmente più famosa, ma proprio con questo concetto, quindi cercare di connettere oggetti, l'uomo e gli oggetti nel modo più semplice possibile.
Ok, e quindi che cos'è? Visto che hai detto che è una scheda Arduino, fate delle schede, che cos'è una scheda in questo senso?
Allora, la scheda è un insieme di componenti, un insieme di piccoli oggetti che messi insieme permettono di renderla utilizzabile.
Una scheda di per sé, senza entrare troppo nei tecnicismi, è fatta da un cervello, quindi il cosiddetto microcontrollore, che se volete paragonarlo un po' a quello che è un computer, quindi magari un pochino più semplice come concetto, è praticamente la stessa cosa ma molto più in piccolo, quindi ti permette di avere dei piccoli oggetti, che sono nel
nostro caso i circuiti stampati, con tutti questi piccoli chip che ognuno si occupa di una parte per poter permettere di interconnettere dei sensori esterni.
Nel caso più semplice potrebbe essere un interruttore che è connesso alla scheda Arduino e dall'altra parte c'è un LED, quindi io schiacciando l'interruttore posso programmare come questo interruttore funzionerà e poi accendere un LED, proprio nella cosa più semplice, nella sua essenza, ma di fatto il vantaggio della nascita di questa scheda è
stato proprio che non è stato possibile solo collegare un pulsante ma anche dei sensori, quindi importare delle grandezze fisiche, quindi la temperatura, l'umidità e dall'altra parte interagire con gli oggetti in base per esempio alla temperatura, quindi tu immagina di avere la scheda con un sensore di temperatura appoggiato a un oggetto freddo che si riscalda.
Ecco, con la programmazione della scheda io posso decidere per esempio il colore del LED in base alla temperatura. Questo è per darti l'idea di come all'epoca non c'era niente, considera che vent'anni fa per fare una cosa del genere dovevi essere un elettronico, dovevi sapere di hardware design, proprio come disegnare questo circuito stampato, conoscere tutti i
componenti, conoscere l'informatica per poterla programmare il singolo componente, quindi il merito, l'illuminazione, quindi il vantaggio dell'adozione di una scheda così fatta, già costruita, è stato proprio quello, quindi togliere tutta quella che era la complessità iniziale, gli "skillset", quindi le competenze necessarie per poterlo fare e permettere di
concentrarsi su quello che all'epoca quando è nato era l'obiettivo, quindi l'obiettivo del designer era collegare, connettere l'uomo all'oggetto.
Esatto e fare tutto questo in modo più accessibile perché come dicevi toglie la parte più complicata di programmazione la semplifica molto e quindi anche i meno "smanettoni" si sono potuti concentrare diciamo così su quello che era - appunto come hai detto - il rapporto tra l'uomo e questi oggetti e poi un altro aspetto a cui penso è quello economico perché se la scheda di
per sé costa... ha un prezzo accessibile io posso a quel punto allora connettere più oggetti all'uomo.
Assolutamente sì uno dei temi sicuramente anche quello. E poi c'era un tema di tempistiche di nuovo torniamo sempre facciamo una fotografia di 20 anni fa per trovare tutti questi componenti dove andare in giro a cercare... insomma non era così semplice. Quindi trovarti un oggetto che era una scheda che
aveva tutto insieme che costava poco che ti permetteva appunto quindi di sperimentare. Eh beh, quello è stato un grande passo avanti.
Ok, un altro successo di Arduino che gli ha permesso di diventare così popolare è il fatto che Arduino è "open source", tema che abbiamo avuto l'occasione di affrontare nel podcast diverse volte, ma anche "open hardware". Cosa sono queste due filosofie? Ce le spieghi brevemente anche per capire dal punto di vista tecnico che cosa vuol dire?
Certo, beh sì, sicuramente quella è stata la seconda illuminazione, quindi il secondo motivo, quindi da un lato la semplicità e dall'altra l'apertura. Open source nella sua accezione significa proprio dall'inglese sorgente e aperta, quindi vuol dire che viene condiviso il modo con cui è stato fatto l'oggetto. Open hardware è la derivazione dal punto di vista del... proprio
fisicamente hardware, quindi della parte fisica, quindi che cosa è successo? Che nel momento in cui questa scheda è stata fatta sono stati rilasciati in modalità aperta sia gli schemi, quindi la possibilità per chi sapeva farlo di poterselo replicare a casa, e open source in generale come progetto perché anche la parte del software era stata aperta completamente.
Questo che cosa significa? Che il concetto di base, di democratizzazione di accesso alla tecnologia piuttosto che la condivisione della conoscenza, sono stati due pilastri che hanno permesso di partire, di iniziare e soprattutto di diffonderlo in maniera così capillare.
Perché tu immaginati l'alternativa qual era? Avere una piccola scatoletta chiusa, la cosiddetta "black box", dove io non so nulla di quello che succede dentro, io sono quindi dipendente da qualcun altro e quindi anche il concetto di innovare senza chiedere il permesso, questo è un altro tema fortissimo, quindi io posso innovare e non devo chiedere il permesso
perché è tutto lì, tutti gli strumenti necessari per poter innovare, per poter fare mie le cose, migliorarle, correggerle, perché lungo la strada chiaramente anche la parte di cosiddetto "bug fixing", quindi la correzione degli errori, era lì sotto gli occhi di tutti, quindi non c'erano segreti, non ci sono segreti e questa è stata la strada proprio per permettere questa diffusione a
livello diciamo globale, quindi a livello geografico, ma anche a livello temporale, perché in un attimo chiaramente si sono diffusi questi nuovi miglioramenti e soprattutto si è creata la community, che è questo l'altro aspetto fondamentale.
Sì, quindi avete ulteriormente rimosso un passaggio anche a volte burocratico nel senso di chiedere magari delle autorizzazioni per utilizzare o modificare una scheda che diciamo così ha semplificato ulteriormente il lavoro degli appassionati anche di coloro che non erano di certo professionisti e che invece
volevano fare innovazione anche nel loro piccolo in modo in modo amatoriale.
In questo senso poi proprio parlando di questo aspetto, degli appassionati, dei ragazzi un altro elemento importante è proprio come Arduino ha avvicinato i giovani negli anni in questi 20 anni appunto alla elettronica e alla programmazione, quindi ci racconti di questo aspetto e come i ragazzi hanno
utilizzato in questi anni Arduino per fare cosa?
Guarda, lì è l'aspetto... io lo dico... ormai sono in Arduino da dieci anni circa, e quindi per me è sempre un po' l'aspetto più magico, perché vedere ragazzi che creano cose, quindi questa possibilità di creare oggetti, pensa alle stampanti 3D, pensa a tutti questi piccoli progetti che in un qualche modo migliorano la tua giornata. Quindi trovare soluzioni,
magari a problemi complessi, ma in maniera semplice. Quindi l'avvicinare i ragazzi è stata una cosa naturale, di fatto, quindi non c'è stata nessuna forzatura, perché nel momento in cui un ragazzo vede che è possibile fare la sua piccola stazione meteorologica in casa, è possibile avere un piccolo braccio robotico che prende gli oggetti, è possibile creare anche con il tempo,
quindi parlavo di stampanti 3D, anche per esempio nel mondo della disabilità, quindi vedere ragazzi che creano delle estensioni, quindi delle protesi stampate in 3D, utilizzanodo come base anche una scheda Arduino. Ecco, quindi quello è stato sicuramente una evoluzione naturale. E poi c'è l'aspetto della parte scolastica, quindi il portare questi temi di apertura, di innovazione,
della possibilità di creare, il concetto della democratizzazione dell'accesso, il concetto soprattutto della condivisione della conoscenza, ha fatto sì che poi Arduino, ma non come scheda di per sé, ma proprio come concetto, è permeato all'interno del mondo della scuola. Quindi, di nuovo, se prima era il ragazzino che a casa sua, nella sua stanzetta, si montava,
si saldava i suoi componenti, è diventato nel corso del tempo anche un tema scolastico, quindi gli insegnanti che hanno iniziato a usare Arduino per insegnare ai ragazzi l'elettronica, la programmazione e poi proprio questo concetto di condivisione, perché era poi di nuovo la base per - anche lì - replicare gli esercizi, replicare i corsi e quindi una scuola
che creava il suo corso e lo pubblicava online permetteva a un'altra scuola di non dover partire da zero, ma di riutilizzare quello che era già stato fatto. Ecco di nuovo anche lì se tu vuoi guardare Arduino non solo dal punto di vista proprio fisico della scheda, ma proprio in questo movimento che ha creato il movimento dei Makers, ecco questo è il tema e la community di conseguenza
è aumentata fino a numeri che oggi... si parla negli ordini di decine di milioni.
Sì, cito anche magari ad esempio le competizioni scolastiche in ambito programmazione, anche questo penso sia diciamo la naturale conseguenza di quello che ha creato Arduino in questi anni, anche nell'ambito della robotica ad esempio, giusto?
Assolutamente sì, nell'ambito della robotica è stato un altro filone che ha visto nascere veramente millemila progetti dal punto di vista, per esempio, anche solo del classico robottino, quello lì che si muove, per arrivare ai droni, per arrivare a tutta una serie di progetti che hanno visto nascere grazie proprio a questo aspetto di poter metterci le mani,
dividere, provare con costi decisamente accessibili e per cui alimentare questo sistema, questo circolo virtuoso di prove, di competizioni, le RoboCup classiche, una che mi viene in mente, le RoboCup sono quelle competizioni dove tutti questi sumo robot che sono dei piccoli robottini, ecco, tutto questo genere di attività che prima non si poteva fare.
Ovviamente stiamo parlando nel corso del tempo, poi ci sono state chiaramente evoluzioni, quindi se all'epoca c'era solo una schedina, c'era la UNO nel corso del tempo, poi anche noi chiaramente abbiamo continuato ad alimentare con prodotti diversi, magari anche un po' più dedicati quindi al tema della robotica, al tema dei droni, le stampanti 3D, le prime
stampanti 3D sono state sviluppate su tecnologia Arduino, quindi c'era una scheda Arduino con una piccola "shield" che era un altro pezzettino di fisico che era collegato sopra che ha permesso di fare le prime stampanti 3D.
Ok, cosa cambia tra una scheda e l'altra visto che, come hai detto tu, ne sono diverse tipologie. Cambia da un punto di vista hardware, di forma, di dimensione?
Allora, cambia...
Sì, allora praticamente cambia in termini di possibilità diverse, perché come ti dicevo prima questa scheda microcontrollore, chiaramente anche nel corso del tempo ovviamente la tecnologia si è evoluta e quindi le possibilità sono aumentate, quindi queste schede possono cambiare un po' di forma, un po' di caratteristiche, per esempio nel numero di sensori che posso
collegare, oppure magari di pulsanti, oppure di LED e poi è migliorata chiaramente la potenza computazionale, quindi le cose che può fare e come... la velocità di esecuzione, quindi siamo partiti da una scheda che era diciamo abbastanza "basic" come caratteristiche per arrivare adesso dove ovviamente al passo con i tempi si parla di intelligenza artificiale, si parla di questi
ambiti, ecco che chiaramente noi portando sempre questa tecnologia, quindi cercando sempre di alimentare questo concetto di democratizzazione, anche se io devo guardare il percorso che è stato fatto in questi vent'anni, adesso su una scheda Arduino tu puoi anche sperimentare algoritmi di intelligenza artificiale per riconoscimento di oggetti. Ecco quindi il tema della differenziazione
delle schede cambia sicuramente in forma ma anche in funzionalità.
Sì, diciamo così cercate anche di capire quella che è la esigenza della vostra community e a proposito di questo, visto che l'hai citato parecchio, l'hai citata parecchio questa community, raccontaci un po' in cosa consiste, cioè chi è questa community e com'è cresciuta nel tempo la community di Arduino e con quale vantaggio ad esempio penso la condivisione,
grande tema di condivisione, non solo mi progetto qualcosa io in casa ma posso andare online e trovare qualcuno che magari ha già una risposta al mio problema.
Assolutamente. Come ti dicevo, il merito anche di Arduino è stato proprio creare questa community.
La community cos'è? Sono un insieme di persone che hanno la stessa idea, le stesse passioni, magari livelli di competenza diversi. Ecco che proprio in questo tema di condivisione di conoscenza, la community naturalmente si trova e naturalmente insieme costruisce, crea, aggiusta sistema e il fatto di poterlo avere in modalità open source ha permesso veramente di avere una
diffusione anche a livello geografico immensa. Abbiamo i cosiddetti Arduino Makers in giro per il mondo ovunque, tra l'altro il 21 e il 22 marzo si celebreranno proprio gli Arduino Days dove questa community, queste persone, queste centinaia di migliaia di persone si troveranno per proprio festeggiare. Ma festeggiare che cosa? Festeggiare proprio questo inno all'innovazione,
questo inno alla tecnologia e il fatto di trovarsi tutti insieme a presentare i propri progetti, a far vedere anche con un po' di orgoglio, anche con un po' di merito, ma soprattutto cercare di avvicinare anche proprio persone che non sono magari avvezza alla tecnologia, ma se pensi proprio a come è nata Arduino, esattamente reiterare quel messaggio, quindi cercare di portare la
conoscenza nelle mani di tutti. Quando è partita la community Arduino, chiaramente come ti dicevo, è stata molto veloce e adesso si parlano veramente di milioni di persone che ogni giorno pubblicano o un video sui vari social o un articolo oppure condividono anche solo il codice, ci sono delle piattaforme che permettono la condivisione del codice e quindi davvero io un gioco che faccio
è quello che quando vedo un sensore nuovo vado su Google e cerco il nome del sensore e Arduino e ti assicuro che nel 99% delle volte io trovo già del codice fatto da qualcun altro che io posso utilizzare per partire e magari migliorarlo, ecco questo è veramente un po' la forza della community.
Poi la community di per sé è anche un elemento per noi fondamentale proprio per lo sviluppo dei prodotti, si parlava prima dei prodotti, quindi capire cosa la community chiede, quali sono le necessità, come possiamo noi abilitare questa community per poter creare questi nuovi progetti, questi nuovi prodotti in qualsiasi ambito, si è parlato dei maker,
ma si parla anche della scuola perché comunque anche la scuola ha magari necessità per insegnare, chiaramente ha delle necessità diverse e allora nascono prodotti che sono magari specificatamente orientati ad aiutare gli insegnanti, oppure nel mondo per esempio dell'industria che ha di nuovo magari necessità diverse ma mantenendo sempre questo filo conduttore dell'apertura, della
democratizzazione, della condivisione della conoscenza, ecco che il nostro mantra che viene reiterato, che viene poi applicato sui diversi contesti, ecco la community ha un ruolo assolutamente fondamentale. Ti porto ancora l'ultimo esempio, giusto stamattina vedevo abbiamo rilasciato da poco l'Open Source Report, quindi tra l'altro invito a scaricarlo, dove annualmente noi diamo
i numeri della community, diamo i numeri dei progetti e per esempio una delle cose che guardavo stamattina era la localizzazione, le lingue dei nostri software, perché anche in quello la community è fondamentale. Adesso la nostra IDE quindi il nostro software per sviluppare il software e poi metterlo sulla scheda è stato tradotto in più di 40 lingue e questo in maniera
del tutto "bottom up", quindi dalla community è partita questa richiesta, noi abbiamo messo la possibilità online di poter tradurre e in breve tempo siamo arrivati ad avere l'IDE, quindi il nostro software di sviluppo tradotto in più di 40 lingue.
Sì appare chiaro dopo tutto quello che hai detto che veramente il fattore umano è importantissimo perché se da una parte abbiamo una piccola scheda di silicio, una serie di schede, dall'altro è quasi più importante questo aspetto perché se ho la possibilità di confrontarmi con qualcun altro, essere incentivato come dici anche tu... ispirato da altri progetti, sicuramente questo mi permette di... permettere uno sviluppo maggiore di questi progetti e di innovare.
E a proposito di questo, siccome dicevamo che è dal 2005 che esiste Arduino, immagino che molti dei primi Maker, i primi appassionati, siano diventati grandi e quindi magari sperimentando nel mondo diciamo così in modo ludico Arduino, poi adesso da grandi lavorano in questo settore, si sono appassionati magari grazie a quello e cercano un po' di riportare Arduino in un ambiente industriale.
E quindi anche per questo voi avete iniziato a produrre schede anche per l'ambiente industriale, ci racconti questo aspetto, come mai questa scelta?
Assolutamente sì, hai detto bene. I ragazzi di ieri sono gli adulti di oggi, per cui il fatto che loro avessero già sperimentato questo approccio, questo approccio diverso, ne abbiano soprattutto capito quali sono i vantaggi. Il fatto che oggi sono nella mia camera e sto facendo la mia stazione meteo, o il mio "pet feeder" che è un altro dei progetti
più gettonati, quindi il poter dare da mangiare ai propri animali in maniera automatizzata, ebbè si è trasformato in quello che è, grazie poi anche agli studi, quindi al passaggio nell'ambito scolastico.
Che magari sono arrivati a quegli studi grazie ad Arduino.
Che sono anche arrivati a quegli studi sicuramente anche grazie ad Arduino, quindi il tema della tecnologia è stato sicuramente un elemento trainante, quindi Arduino in questo caso ha anche svolto questo ruolo un po' di indirizzamento verso queste tematiche. Oggi si trovano all'interno delle aziende e ti do un
numero, il social network LinkedIn, quello che raccoglie un po' tutti i professionisti. Allora, intanto noi non abbiamo una scuola ufficiale Arduino, quindi questo è il primo, come dire, il primo assunto, ma se tu vai a cercare adesso ci sono più di due milioni di persone che all'interno del loro "skillset", quindi le loro conoscenze, scrivono Arduino. Quindi è diventata
proprio una competenza, il fatto di poter portare la mia competenza su Arduino all'interno dell'azienda è diventato un valore e questo valore è riconosciuto perché le aziende sempre di più oggi, considerando i tempi, anche questo periodo, chiaramente sono sempre alla ricerca di innovazione, sono sempre alla ricerca di nuovi strumenti per raggiungere quello che è il loro
obiettivo, quindi in questo caso il business. E il fatto di poter avere all'interno delle persone che conoscono già quest'ambiente, quindi conoscono già questo concetto della parte open, quindi l'open source, la possibilità di portare i vantaggi all'interno dell'azienda, ha fatto in modo che chiaramente ci fosse anche da parte delle aziende una richiesta di prodotti e da qui
noi abbiamo risposto con appunto una serie di prodotti fisici che rispecchiano quelle che sono le necessità aziendali, quindi abbiamo una linea di prodotti che ha delle caratteristiche, poi chiaramente qua si entra nell'ambito aziendale, quindi qualità della componentistica, la necessità di essere presente sul mercato per molti anni, le certificazioni per i contesti geografici diversi
piuttosto che anche i formati, perché chiaramente anche nel mondo aziendale ci sono delle necessità diverse e per cui noi abbiamo lanciato dei prodotti come il nostro micro PLC che si chiama Opta e permette di portare nel mondo dell'automazione industriale lo stesso concetto che Arduino ha portato per tutti gli altri prodotti, quindi la semplicità d'uso e di
conseguenza la necessità di avere persone che non hanno diciamo grandi studi ma che sanno però utilizzarlo, ecco che questo ha portato chiaramente insieme a tutto quello che ormai è diventato l'ecosistema di Arduino, perché adesso parliamo di prodotti fisici però di fatto Arduino è tutto un insieme di cose, insieme di pezzi che passano dall'hardware, quindi dalla parte fisica, ma anche
al software ai servizi cloud, quindi diciamo che abbiamo espanso quelle che sono tutte le necessità che... dando una risposta a queste necessità su tutta la filiera, quindi a partire dalla parte fisica arrivare fino ai servizi cloud. Portando gli stessi valori quindi se all'interno di diciamo di un contesto maker la necessità è quello di poter saldare in maniera veloce, collegare,
nell'ambito aziendale invece ci sono dei concetti come per esempio il "vendor lock-in", quindi la possibilità di avere per l'azienda un'architettura aperta, quindi non essere dipendente da un singolo venditore, un vendor che ti fornisce la tecnologia.
Che nel settore professionale e industriale questo è a un livello molto più alto di quello che abbiamo noi come consumer, è molto più restrittivo il tutto.
Assolutamente sì, poi il tema del "time to market", quindi la necessità di avere un prodotto funzionante nel breve tempo possibile per poterlo poi ottimizzare, ma per ottimizzare quello che è il ritorno dell'investimento, quindi la necessità di avere il prima possibile un ritorno tangibile di quella che è l'innovazione che io sto portando.
E poi Arduino ha questa grande caratteristica di fare cose che gli altri non riescono a fare con maggiore elasticità, quindi la possibilità di avere l'accesso all'hardware, l'accesso al software ti permette davvero di superare quelle che sono le imposizioni che magari altri produttori di hardware mettono, perché se lo fai come dico io va bene, se vuoi fare
qualcosa di diverso mi spiace non puoi farlo.
Ecco questo è di nuovo uno degli aspetti fondamentali all'interno delle aziende per poter davvero fare innovazione e per davvero andare a rispondere a quella domanda di io voglio innovare senza dover chiedere il permesso a tutti.
Ok, e in chiusura concentriamoci un attimo sul futuro perché abbiamo visto che cosa avete fatto in questi anni per diversi ambiti quindi abbiamo detto quello degli appassionati, quello dell'istruzione, quello dell'industria, ecco, mantenendo appunto aperte tutte queste posizioni.
E quindi cosa potete fare ancora per venire incontro o anticipare quelle che potrebbero essere le esigenze di queste diverse categorie di persone? E quindi qual è il prossimo passo che farà Arduino in questo senso?
Beh, allora, intanto, come dicevamo, Arduino è ovviamente per forza in continua evoluzione, quindi siamo partiti, come ti dicevo, dalla UNO per passare a progetti e prodotti come il Plug and Make.
Abbiamo, per esempio, adesso una delle caratteristiche, una delle cose che sta avvenendo nel mondo, per esempio, dell'home automation è il protocollo Matter che sta diventando ormai sempre più importante.
Noi, per esempio, abbiamo lanciato una scheda, la Nano Matter, che permette di integrare sistemi che utilizzano questo protocollo.
Nel mondo della robotica, quindi abbiamo un piccolo robot, si chiama Alvik, che anche lì ha modalità di programmazione diverse.
Sicuramente, anche dal punto di vista... quindi uscendo un po' dal punto di vista fisico, ha anche quello che era il tema del cloud, quindi i servizi, per cui se io devo vedere quello che sarà, ovviamente, purtroppo non posso dire tanto, ma vi invito a guardare gli Arduino Days, il 21 e il 22 marzo, perché ci saranno degli annunci.
Saremo anche, tra l'altro, a Norimberga, quindi sul contesto industriale, all'Embedded World, sempre l'11 e il 13 di marzo, quindi anche lì presenteremo nuove cose.
Se io devo vedere cosa succederà, sicuramente quello che succederà è che Arduino sarà sempre presente di fianco a quelli che saranno i trend, ma con il nostro approccio, quindi cercare di rendere semplice l'adozione di questi trend, qualunque sia. Che sia un trend dal punto di vista, appunto, parliamo per esempio di intelligenza artificiale, quindi
sicuramente Arduino è lì, ci sarà e porterà sempre più questa innovazione in maniera semplice, cercando di nascondere quelle che sono le difficoltà, ma permettere a chi ne sa di poter tirare un po' fuori il massimo.
Quindi sicuramente gli Arduino Days, di nuovo l'Open Source Report che ti dà un po' il tocco di quello che è un po' la situazione, il polso, sarà sicuramente il futuro.
Va bene allora grazie Andrea per averci raccontato di questo importante tassello per quanto riguarda l'innovazione appunto in ambito Arduino, a presto.
Grazie mille. Grazie a te. Ciao.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia. Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio. Per qualsiasi tipo di domanda o suggerimento scriveteci a redazione@dentrolatecnologia.it, seguiteci su Instagram a @dentrolatecnologia
dove durante la settimana pubblichiamo notizie e approfondimenti. In qualsiasi caso nella descrizione della puntata troverete tutti i nostri social. Se trovate interessante il podcast condividetelo che per noi è un ottimo modo per crescere e non dimenticate di farci pubblicità.
Noi ci sentiamo la settimana prossima.