
È giunto il momento di parlare dell’ultima grande applicazione della blockchain che oggi conosciamo: gli Smart Contracts o contratti intelligenti. In questa puntata cercheremo di rispondere alle principali domande su questo argomento. Cos’è uno smart contract, come funziona e come può essere utilizzato in ambito finanziario, ma non solo, e se sarà seriamente utilizzato in futuro. Questa è l’ultima di una serie di puntate che abbiamo dedicato alla blockchain, le altre sono “Le criptovalute non sono il futuro”, “Come minare Bitcoin e perché non ha senso farlo”, “Gli NFT sono il futuro dell’arte?” e “Calcio e Fan Token: il nuovo orizzonte della fidelizzazione”.
Nella sezione delle notizie parliamo della chiusura di Hydra, il più grande forum per cybercriminali al mondo, dell’arrivo del cane robot Spot di Boston Dynamics per le strade di Pompei e infine del contributo italiano al progetto spaziale Amazon Kuiper.




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Salve a tutti, siete all'ascolto di INSiDER - Dentro la Tecnologia, un podcast di Digital People e io sono il vostro host, Davide Fasoli.
In questa puntata cercheremo di capire che cos'è uno smart contract, qual'è il suo legame con la blockchain e quali sono le sue applicazioni pratiche in ambito finanziario.
Prima di passare alle notizie che più ci hanno colpito questa settimana, vi ricordo che potete seguirci su Instagram a @dentrolatecnologia, iscrivervi alla newsletter e ascoltare un nuovo episodio ogni sabato mattina su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast oppure direttamente sul nostro sito.
Ciò che cerchiamo su Google è solo una piccola parte di Internet, come si suol dire la punta dell'iceberg.
Ma attraverso app dedicate come Tor, infatti, è possibile accedere a una rete e a siti più nascosti, il cosiddetto dark web, solitamente sfruttato per attività illegali e in completa anonimità.
E proprio a questo proposito la polizia tedesca e americana sono riuscite a chiudere Hydra, il più grande forum mercato nero al mondo del dark web.
Attivo dal 2015 e con un giro d'affari annuo di circa 1,3 miliardi di dollari.
Le vendite comprendevano droghe, armi, virus informatici, riciclaggio di denaro e molto altro.
Dopo circa otto mesi dall'inizio delle indagini, Germania e USA, sono quindi riuscite a risalire al trentenne russo Dmitry Olegovich Pavlov ai server, che sono stati sequestrati, e a un portafoglio Bitcoin di 23 milioni di euro.
Chiaramente le attività illegali sul dark web non cesseranno di esistere dopo la chiusura di Hydra, ma le autorità americane hanno fatto sapere che continueranno a collaborare con le altre agenzie internazionali per smantellare i mercati del dark web e porre fine alla criminalità organizzata.
Il cane robot Spot di Boston Dynamics è stato acquistato dal sito archeologico di Pompei con due compiti, da una parte vigilare sulla sicurezza delle rovine e dall'altra raccogliere dati per le ricerche archeologiche in corso.
Sebbene infatti i resti di Pompei siano stati oggetto di scavi fin dalla fine del 1500, di recente, nel 2018, sono state fatte nuove scoperte e questo comporta che ci siano delle nuove opportunità di business per i cacciatori illegali di reliquie, senza contare l'immensa estensione del sito archeologico, che raggiunge i 400.000 metri quadrati.
Negli anni i ladri hanno cercato di precedere gli archeologi scavando autonomamente dei tunnel per raggiungere prima le rovine non ancora scoperte.
La scelta di acquistare questo robot è sicuramente dettata dalla morfologia di Pompei.
Di fatto questo terreno e queste strade non sono per nulla praticabili con tradizionali mezzi su ruote e quindi l'idea di adottare un robot con quattro gambe articolate è sicuramente vincente e ciò permette anche di entrare in aree sotterranee e non aperte al pubblico dove il rischio di ulteriore sgretolamento delle strutture limita l'accesso umano.
Boston Dynamics ha pensato Spot per poter essere integrato con dei sensori per le specifiche esigenze di chi lo acquista.
In questo caso un sensore scanner 3D permette al robot che vigila le rovine della città anche di acquisire dati tridimensionali delle strutture rimaste a Pompei.
Questi dati possono essere utilizzati dagli archeologi che studiano la città anche a distanza per tenere sotto controllo le condizioni dei suoi resti.
Questa settimana Amazon ha ufficialmente concluso gli accordi per il lancio di 83 missioni spaziali grazie alle quali verranno spediti in orbita più di 3.200 satelliti che avranno come obiettivo quello di distribuire internet a banda larga in tutto il pianeta.
I lanci del progetto Kuiper, il quale darà vita a una costellazione satellitare analoga Starlink di SpaceX, si svolgeranno nell'arco di 5 anni, con tre tipologie di lanciatori forniti da tre diverse agenzie aereospaziali, tra le quali figura anche la francese Ariane Space.
quest'ultima in particolare ha firmato con Amazon un contratto per 18 lanci del vettore Ariane 64, ovvero una versione potenziata di Ariane 6 con il quale verranno portati in orbita circa 500 satelliti nella flotta complessiva.
Un contributo fondamentale verrà infine dato anche da Avio, ovvero un'azienda aereo spaziale torinese che si occupa in questo caso di fornire ad Ariane Space motori a propellente solido da montare sui razzi Ariane.
Dopo aver parlato di che cosa sono e come funzionano le criptovalute e i non-fingible tokens o NFT, è giunto il momento di chiudere almeno per ora il percorso che abbiamo iniziato per approfondire le principali tecnologie costruite sulla blockchain e che forse saranno la base su cui si costruirà il prossimo futuro.
Come abbiamo più e più volte ribadito nelle scorse puntate, infatti, la blockchain, o meglio le principali blockchain come Bitcoin o Ethereum, sono basate su una tecnologia insostenibile e che viola molti dei principi che stiamo sempre più cercando di seguire, primo fra tutti quello della sostenibilità ambientale.
Ma di questi aspetti appunto ne abbiamo già parlato e anzi vi invitiamo a recuperare, se ancora non lo avete fatto o non avete idea di che cosa stiamo parlando, le puntate legate proprio al tema della blockchain, cioè "Le criptovalute non sono il futuro", "Come minare Bitcoin e perché non ha senso farlo", "Gli NFT sono il futuro dell'arte?" e "Calcio e fun token, il nuovo orizzonte della fidelizzazione".
Fatto ciò è giunto il momento di iniziare a parlare della per ora ultima grande applicazione della blockchain, gli smart contracts, o contratti intelligenti.
In questa puntata cercheremo di rispondere alle principali domande su questo argomento.
Cos'è uno smart contract, come funziona e come può essere utilizzato? Sarà seriamente utilizzato in futuro? Iniziamo dalla prima domanda.
Uno smart contract, o in italiano contratto intelligente, non è altro che un programma che viene caricato ed eseguito su una blockchain, solitamente quella di Ethereum che è la principale e quindi anche la più stabile e sicura e che compie delle azioni nel momento in cui si verificano determinate condizioni.
In particolare gli smart contracts seguono la logica dell'if this, then that, letteralmente se questo allora quello, ed è la logica di base della programmazione tradizionale.
L'appellativo intelligente dunque non sarebbe poi così corretto e può subito far venire alla mente applicazioni di intelligenza artificiale di cui però negli smart contracts non c'è la minima traccia.
Tuttavia il termine non è così recente come si possa pensare, ma è stato coniato negli anni 90 dove spesso si attribuiva l'appellativo smart a qualsiasi oggetto che veniva per così dire digitalizzato.
E sempre dai primi anni 90 viene anche una perfetta metafora di che cos'è come funziona uno smart contract.
Nick Sabo, lo scienziato informatico che ha ideato il concetto di smart contract e della prima criptovaluta chiamata BitGold, ha infatti paragonato questa tecnologia a un distributore automatico.
A determinati input è garantito un determinato output, in questo caso inserendo del denaro e scegliendo lo snack otteniamo l'erogazione dello snack scelto, e il tutto in modo automatizzato e senza l'intervento di persone esterne.
Ed è proprio questo uno dei punti a favore degli smart contracts, ovvero l'assenza di intermediari nella maggior parte dei casi notai che garantiscano e verifichino che le due parti rispettino il contratto.
E ciò ovviamente si traduce anche in costi minori per le aziende o le persone coinvolte nel contratto.
Sempre rimanendo tra i benefici di questa tecnologia che potrebbero far sperare in un massiccio utilizzo nell'immediato futuro, gli smart contracts ereditano per così dire anche i benefici dell'implementazione tramite la blockchain, ovvero una soluta trasparenza, velocità, efficienza, affidabilità e soprattutto la sicurezza che ciò che viene stabilito non potrà più essere modificato.
Ma come funziona effettivamente uno smart contract e come se ne crea uno? Beh, per quanto riguarda il funzionamento è abbastanza semplice.
Facciamo riferimento alla blockchain di Ethereum, che come detto prima è quella più utilizzata.
Una volta programmato, il contratto viene caricato sulla blockchain pagando un certo quantitativo di Ethereum, una specie di tassa chiamata carburante che appunto permette al sistema di funzionare correttamente.
Una volta caricato, il contratto non potrà più essere modificato in alcun modo, e dopo essere stato verificato, come accade con le normali transazioni di criptovaluta, può essere seguito e inizia a fare ciò per cui è stato programmato.
I smart contracts inoltre possono interagire con altri contratti, per poter essere ampliati o ampliarne altri.
Per poter interagire con il mondo esterno, o meglio, capirne lo stato, invece questi programmi fanno uso di altri nodi della blockchain, ovvero gli oracoli.
Di fatto gli oracoli possono garantire ad esempio le condizioni meteorologiche in una certa città, il cambio dollari euro in un determinato istante e così via, ma con la certezza che essendo questi dati calcolati in modo decentralizzato e usando diverse fonti, sono completamente verificati e sicuri.
Nel momento in cui si crea un contratto, quindi la cosa più importante da fare è tradurre in codice le condizioni e le azioni che le due parti definiscono.
Questa è una fase fondamentale, in quanto quello che sarà scritto non potrà essere più modificato una volta caricato il contratto sulla rete, ed è quindi importantissimo che le condizioni imposte siano il più chiaro e possibili, e che non vengano commessi errori nella programmazione.
Poco fa abbiamo accennato all'assenza di figure terze come notaio e avvocati che garantiscano il contratto, ma è subito chiaro che una figura di questo tipo, che quindi garantisca il contratto, è invece necessaria, ma in questo caso dovrà essere un programmatore che tradurrà in codice la negoziazione.
Una volta scritto il contratto, poi, basterà caricarlo sulla blockchain e il resto verrà eseguito in automatico.
Per capire di più le potenzialità di questa tecnologia, è forse meglio fare alcuni esempi di come negli anni i contratti intelligenti sono stati utilizzati e di come potranno essere sfruttati ora e in futuro.
Il primo esempio viene da Augur.
Tra il 2014 fino al suo rilascio ufficiale, nel 2018, viene sviluppata questa piattaforma informatica decentralizzata e open source basata appunto sulla rete Ethereum e realizzata tramite una serie di smart contracts.
Ciò che permette di fare Augur è consentire a qualsiasi persona, chiaramente pagando una certa quantità di carburante Ethereum, di realizzare e partecipare a scommesse su un qualsiasi argomento, ricevendo automaticamente la somma vinta nel caso la previsione fosse corretta.
Ma questo è solo un piccolo esempio di come gli smart contracts potrebbero rivoluzionare il mondo della finanza, del commercio e di molti altri settori.
Un altro esempio di come i contratti intelligenti sono stati implementati per fornire un servizio più rapido e sicuro viene da Etherisc, una assicurazione che, grazie proprio alla tecnologia di Ethereum, effettua in automatico i pagamenti ai propri clienti, ad esempio in caso di ritardo dell'aereo, al danneggiamento delle proprie coltivazioni, nel caso di un'azienda agricola, o al passaggio di un uragano, condizioni che vengono confermate automaticamente grazie al monitoraggio dei dati tramite gli oracoli di cui abbiamo parlato poco fa.
Continuando con gli esempi, si possono realizzare smart contracts che eseguono dei pagamenti a una determinata scadenza o magari acquisti a rate che vengono pagati automaticamente ogni mese.
Gli NFT poi sono un ulteriore esempio di contratto intelligente, come avevamo già spiegato nella puntata a loro dedicata.
Infine, un ultimo esempio riguarda le cosiddette DAO, o Organizzazioni Autonome Decentralizzate.
In pratica queste sono organizzazioni le cui attività vengono decise tra tutti i partecipanti attraverso regole precise che vengono appunto garantite dagli smart contracts.
Per fare un esempio è possibile fare una votazione tra tutti i soci dell'organizzazione per decidere verso quale società investire un certo capitale o quale ente benefico finanziare.
Insomma, le potenzialità sono enormi così come le applicazioni in cui questa tecnologia può essere utilizzata.
Tuttavia i contratti intelligenti non sono perfetti, ma come in tutte le cose esistono delle criticità, dei compromessi.
Il primo problema che emerge è sicuramente la difficoltà nel gestire la complessità.
Quando si tratta di realizzare contratti semplici come le assicurazioni sui viaggi aerei, infatti gli smart contracts vanno benissimo, ma spesso le negoziazioni soprattutto B2B tra le aziende sono complesse e possono anche prevedere diverse condizioni o clausole molto difficili da tradurre in un programma che possa essere eseguito automaticamente.
Quello che si fa in questi casi ad esempio è realizzare uno smart contract solo per una certa parte del contratto, tenendo il resto in forma tradizionale.
Un altro problema degli smart contracts, poi, è che paradossalmente sono troppo sicuri.
Come abbiamo già spiegato infatti una volta pubblicato sulla blockchain, un contratto non può essere in alcun modo modificato o eliminato, e questo può risultare un ostacolo nel momento in cui ci sia proprio la necessità di effettuare delle modifiche, ad esempio per decisioni aziendali prese in seguito o addirittura per degli errori commessi nella traduzione del contratto da una forma naturale a un codice informatico.
Anche in questo caso però fortunatamente può venire introdotta nei contratti una funzione per autodistruggersi al capitare di certe condizioni.
Per ultimo, ma non per importanza, gli smart contracts in Italia come in altri paesi, così come gli NFT, criptovalute e altre tecnologie basate sulla blockchain, non sono completamente riconosciuti legalmente, e ci vorrà ancora un po prima che questi abbiano valore legale.
In conclusione, tirando le somme su quanto detto finora, gli smart contracts sono uno strumento veramente potente e utile, e che promette di rivoluzionare interi settori come quello assicurativo o finanziario o artistico se si considerano gli NFT, permettendo di ridurre enormemente i costi sia per i privati che per le aziende, portando a zero o quasi il rischio di eventuali errori o dimenticanze essendo
automatizzati e soprattutto sono completamente sicuri, trasparenti e indipendenti da intermediari come notai o avvocati, che però sicuramente si adatteranno e continueranno a godere di un ruolo centrale nella mediazione e nella negoziazione nel momento in cui si voglia stipulare un contratto, intelligente o meno.
Infine, gli smart contracts sono decentralizzati, questo tema, quello della decentralizzazione, negli ultimi anni è sentito da sempre più persone e gode di un crescente successo e di enormi aspettative.
E in questo gli smart contracts potranno seriamente essere un fondamentale tassello per costruire il futuro del mondo finanziario e commerciale e il futuro dell'internet, in quello che sarà il Web 3.0.
E così si conclude questa puntata di INSiDER - Dentro la Tecnologia.
Io ringrazio come sempre la redazione e in special modo Matteo Gallo e Luca Martinelli che ogni sabato mattina ci permettono di pubblicare un nuovo episodio.
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Noi ci sentiamo la settimana prossima.